Recensioni per
A che serve un eroe
di John Spangler

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/02/19, ore 00:46

Tu non conosci me, ma io conosc- ah, lasciamo perdere.
Direi che l'introduzione sia decisamente fuori luogo, non trovi anche tu? Sopratutto dato che il mio nome è esattamente scritto
<--- here.
Perciò che ne dici se passiamo subito al motivo per cui sta storia mi è piaciuta di brutto, uh? Credo sia una buona idea.
Io non so perché: sono una persona generalmente allegra e a cui piaciono le cose con un lieto fine e belle - con tanto sangue di contorno, ma comunque con un bel finale - eppure... non posso fare a meno di ritrovarmi d'accordo con il mio cervello quando leggo qualcosa di figo ed anche di così triste e malinconico e mi ritrovo ad apprezzarlo ancora di più. Questa storia è breve, ma arriva dritta al punto in maniera quasi violenta e cattivissima: gli eroi sono diventati inutili, i super eroi, sopratutto in un mondo dove la teconlogia ha raggiunto livelli di sviluppo talmente forti da renderli totalmente inutili. Mio Dio, l'amarezza del narratore è arrivata fino a qui, sopratutto quando ha parlato del fatto che molti dei suoi simili si siano sucidati.
E sti ca, ho detto 'bene, ho già capito dove la questione va a parare... che bella storia allegra'
E infatti, il nostro si fa un bel coctail mortale e va risfrecciare insieme ai suoi colleghi nei campi elisi. Davvero, davvero, una bellissima storiella. Oddio, storiella: mi ha ricordato talmente tanto Birdman che ho quasi avuto paura potesse essere l'incipit di una trama ancora più grande. Peccato sia solo una oneshot... ma ho apprezzato non di meno comunque!
Detto ciò, davvero i miei complimenti ancora e ancora per questa storia. Avevo intenzione di leggertene un'altra tua, tuttavia, prima di andare a riposarmi.
Perciò, ci rivediamo a lì!

- TONIGHT, WE REWIEW! -

Recensore Veterano
21/01/19, ore 20:12

Valar Morghulis!

Piacere di conoscerti ^^
Ho visto in giro qualche tuo commento e mi ha incuriosito il tuo stile schietto e diretto, senza troppi giri di parole. Ho deciso di fare un giro sul tuo profilo e ho scelto la storia che mi ispirava di più.
Sono molto colpita, in positivo.

Questa storia mi parla su due livelli:

1) Quello letterale: il supereroe è una persona in carne ed ossa. Mi è piaciuto molto il fatto che il tuo protagonista si disperi non solo per essere rimasto "disoccupato" ma anche per i suoi compagni e per le persone che aveva lottato per salvare e che ora non sognano più.
E' molto bello anche il fatto che cerchi di reagire, di farsi una famiglia a cui, giustamente, non imputa la colpa della sua infelicità. Ma la sua natura è un'altra. Se sei "super" non puoi essere "normale".

2) Quello metaforico: il supereroe è un'immagine dei sogni e delle speranze degli esseri umani che, per citare una bellissima canzone, sono "violati ed imprigionati dalla tecnologia" e non sognano più, non immaginano più, non pensano più.
E cos'è un essere umano che non pensa? Un guscio vuoto, insensibile.
Morto dentro prima che fuori.

Ultimamente sono di umore contemplativo e tendo a scrivere poemi epici al posto di recensioni/messaggi, ecc. Spero di non essere troppo invadente e di non disturbare.

Complimenti vivissimi: è davvero un bel racconto. Breve ma molto concentrato. Mi è piaciuto!

A presto ^^

Recensore Master
04/07/18, ore 21:12

Sai che non ci avevo mai pensato? Però mentre leggevo pensavo: cosa farei s mi trovassi al posto di un supereroe obsoleto come questo? E immaginavo appunto queste tre soluzioni:
***Alcuni di noi hanno accettato il cambiamento, abbandonando costumi e identità segrete e cercando di integrarsi come meglio potevano nella società civile. Altri hanno lasciato il pianeta.
Altri ancora si sono suicidati.***

E immagino pure che prendono queste decisioni nello stesso ordine. Io farei esattamente così.

È stato un bell'esperimento, che ho letto volentieri. sono contenta se ti ha tirato fuori da un blocco dello scrittore.

Alla prossima!

Recensore Master
29/05/18, ore 00:58

Ciao^^!
Piacere di conoscerti. Ti vedo spesso recensire un autore che amo molto, così mi è venuta la curiosità di leggere qualcosa di tuo. Qui abbiamo un supereroe in crisi di identità, anzi che ha perso addirittura la sua ragion d'essere. In un mondo strettamente organizzato, per non dire controllato dalla tecnologia, non c'è più posto per i supereroi: non tanto perché le strade ormai sono divenute più sicure, quanto perché in quelle stesse strade non c'è più posto per la fantasia, per i sogni, per i mostri mutanti che nascono dalle paure della gente. Così il nostro supereroe arriva alla decisione di abbandonare questo mondo dove, evidentemente, non c'è più posto per lui: e di aprire un varco, una finestra attraverso la quale spiccare il volo verso un cielo ritrovato, insieme agli altri eroi spodestati da un mondo che non riconosce più alcun potere alla fantasia.
Una buona storia, originale e con quel "lampo verso l'infinito" che lascia una traccia di commozione.

Recensore Master
25/05/18, ore 16:21

Buon pomeriggio.
Hai sicuramente un grande cuore, per scrivere un tale racconto.
Complimenti per la tua immensa interiorità.
Buon fine settimana :)

Recensore Junior
24/05/18, ore 18:56

Molto bello, sopratutto l'argomento supereroe, non posso fare a meno di ricordare Watchmen leggendo tutto ciò, e comunque mettere una bella psicologia in un supereroe è sempre difficile e ci sei riuscito bene.

Recensore Master
24/05/18, ore 16:43

Finalmente un'original di John Spangler! A me, a me!!
Qualcuno dice: sventurata la terra che ha bisogno di eroi. Io aggiungo: ancora più sventurata la terra che non ha più bisogno di eroi.
Che mondo ci dipingi, infatti, in questo racconto: un'esistenza triste, squallida, regolata dalle macchine, senza più afflati, eroismo... senza più volontà di potenza. Conigli in batteria, con cibo e ricovero assicurati, con un'esistenza precotta che non avrà mai nulla di diverso dalla routine.
Com'era bello, invece, quando dal cielo poteva arrivare un supereroe con il mantello a risolvere le questioni!
La scena finale, in cui il tuo protagonista sceglie di morire, è davvero struggente: lui che nel momento della morte si rivede in volo come un tempo, e rivede i suoi amici che lo salutano.
Complimenti!!