Ciao! Sono rimasta molto colpita da questo piccolo scritto. Purtroppo non capita spesso di vedere qualche fan fiction su questo personaggio, non molto considerato dal fandom italiano. Ancor meno capita di vederne di originali; sinceramente, sono abbastanza stanca di vederlo dipinto come quello timido e insicuro della serie. Bertolt non è solo questo, è sempre stato molto di più, mi amareggia moltissimo che l’autore stesso non abbia saputo sfruttare al meglio le sue qualità.
Passando alla storia, ho spesso immaginato Bert come mezzo arabo, per via di alcune caratteristiche del viso, ma anche la tua versione mi ha colpito molto. Vederlo affidarsi a questa tradizione indiana per esprimere ciò che normalmente non riuscirebbe a dire è stato molto interessante. In particolare, ci sono due momenti su cui vorrei soffermarmi. Il primo è questo: “Gli dissero, non più di un paio di volte, che avesse delle iridi color di foglia, e da allora si guardava con una punta effimera di vanità negli specchi.“ mi piace immaginarlo mentre apprezza una sua qualità, cosa che nel manga non viene mai mostrata, anzi. Da quel poco che Isayama ci ha voluto mostrare possiamo ben intuire quanto Bertolt tendesse sempre a sminuirsi, non rendendosi conto delle sue doti, prima fra tutte l’immenso coraggio. Mi piace che in questa AU apprezzi una caratteristica fisica di sé; chissà cosa pensava del suo aspetto.
Poi ho amato l’immagine dei piedi “sgraziati, abominevolmente grandi”, così poco consoni al tipo di rito che sta svolgendo, eppure capaci di adattarsi con armonia al momento.
Insomma, sono molto contenta di essere incappata in questa storia e ti faccio i miei complimenti. Anche dal punto di vista stilistico è stata una lettura fluida e piacevole.
A presto!
Strato. |
