Ho scoperto questa storia passando per un tuo racconto più recente (L'Incubo) e devo dire che mi piace molto.
L'idea dell'uomo come essere "infestante" è ormai sulla bocca di molti (sottoscritta compresa), ma proprio per questo è difficile trovare una storia che renda bene l'idea. Spesso è abusata o ridotta a poche classiche parole, giusto per fare la storia "impegnata". Non mi sembra questo il caso. La tua favola (magari fosse davvero solo invenzione!) è particolare anche perchè non è chiaro, almeno per me, l'animale che l'ascolta, dando così al lettore la possibilità di immaginare chi sia; il quale potrebbe semplicemente essere un umano che però è davvero rimasto legato alla madre terra e dunque rinnega il resto della sua specie...
E se non fosse per il titolo (mi piace che tu ti sia ispirato ad un titolo assurdo di giornale) forse non si intuirebbe fino alla fine che questo "branco" è composto da esseri umani. Un pò come in quel racconto "Lo straniero".
In sintesi la storia mi è piaciuta molto. Una sola nota:
"Ancestrali memori di corsi d'acqua" manca la e a memorie.
Arrivederci al prossimo racconto
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