Buonasera (o meglio dire buonanotte, vista l'ora), eccomi qui!
Non mi capita spesso di leggere storie sul mondo dei vampiri o soprannaturale in generale, ma devo dire che l'introduzione e la premessa di un personaggio femminile intrigante sono bastate per incuriosirmi a sufficienza, anche perché più ce ne sono e meglio è!
Ma a parte queste mie considerazioni futili, devo dire che non sono rimasto deluso e diverse (se non molte) cose si sono sviluppate in una singola storia autoconclusiva, dai personaggi, alle azioni in sé così come al background generale, che si evolve discretamente scena dopo scena di dettagli e colori caratteristici.
Anzitutto, secondo me non viene fatto pesare il fatto se il lettore, nel caso, non sia un grande esperto di queste creature straordinarie (passami il termine), in quanto le loro abilità sono abbastanza accostabili per conoscenze generali, riguardo tutti i gruppi... e questo è un buon punto a favore.
Un altro è la protagonista stessa, una donna consapevole della sue capacità, della sua natura e delle abitudini che essa provoca ormai da tempo (possiamo dire da secoli), una persona che ha maturato un'empatia per le sue vittime e nelle quali crea una sorta di legame, indice di come non trovi più piacere in ciò che prima trovava stimolante.
Tuttavia si percepisce che non intende tirarsi indietro quando si tratta di lottare con chi considera un amico o un semplice alleato, quindi i sentimenti che percepisce la rendono più profonda e matura senza farsi guidare dall'ingratitudine o dall'egoismo, per cui ho subito percepito una connessione spontanea, da lettore.
Mi ha anche colpito parecchio la testardaggine e la virulenza del personaggio di Adam, che si contrappone con la sua strafottenza e che segue fedelmente il proverbio "il fine giustifica i mezzi", sfruttando debolezze, sotterfugi senza avere un minimo di pietà, che sia per le azioni o per le risposte da dare ai suoi nemici (il dialogo con Erika è un esempio lampante).
La storia ha il pregio di avere dalla sua un'esposizione molto cinematografica e irruenta, intrisa di un'ambientazione oscura e postmoderna man mano che la battaglia imperversa (ho immaginato Sin City, non so perché), tingendosi anche di mistero grigiastro per il climax finale, che è quasi come se annunciasse un qualcosa che deve avere una sua conclusione, come tutte le cose in questa vita.
Quindi l'introspezione è presente e rende la storia avvincente e non scontata nel suo svolgimento, anche perché la maggior parte dei protagonisti si fa riconoscere ed espongono qualità/difetti che li rendono particolari nei gesti e nei pensieri, cosa piuttosto apprezzabile.
Lo stile è molto scorrevole, non intende annoiare nemmeno in una singola parte ed è coinciso, come già accennato è influenzato dal potenziale visivo che possiedono tutte le scene, dal dialogo iniziale fino alla battaglia tra vampiri e licantropi, con un italiano a tratti semplice ma comunque adeguato all'aura generale di uno slice of life frenetico e abbastanza pregno di elementi immersivi e direi anche thriller.
Devo anche aggiungere che dato il pregio della scorrevolezza stilistica, gli errori sintattici/di punteggiatura (che comunque non sono tanti, fortunatamente) si beccano molto facilmente, alcuni per distrazioni comunque.
Ad esempio:
· Per quanto riguarda la costruzione stilistica dei dialoghi, posso dirti che per costruire meglio le pause, dopo i nomi propri o una frase esplicativa ci vorrebbe quasi sempre la virgola.
Nella parte narrativa dopo di essi, è sbagliato scrivere la prima parola con la lettera maiuscola e ci vuole sempre il punto (ma per questo ultimo immagino sia stata una svista da parte tua).
Esempio: "Vedi Dorian(,) non ce (c'è) niente che io (...)"
· Ci sono alcuni errori ortografici, ad esempio quello della frase precedente, oppure qualche apostrofo mancante in parole femminili oppure il più grave che ti è scappato "hai vostri ordini", anche un paio di spazi non propriamente rispettati, cose risolvibili con una semplice revisione.
A parte tutto ciò (premetto per correttezza e non per pesantezza), concludo dicendo che questa one-shot ha la qualità di riuscire ad intrattenere per una serie di aspetti specifici, incanalando la forza delle battaglie più intime e via via più specifiche di "superumani" ben caratterizzati, ognuno con una propria storia e ambiente da proteggere, una morale da portare avanti, un'essenza che si differenzia e si fa largo a seconda della missione o dell'obiettivo preso sotto esame.
Mi è capitato di dirlo in diverse one-shot, ma sinceramente anche questa ha un potenziale per essere una sorta di episodio pilota, come se fosse un prequel di qualcosa che potrebbe essere sviluppato: e credimi, se dico questo significa che il progetto in sé ha funzionato e ha comunque offerto qualcosa.
Un esperimento valido nel suo sviluppo costruttivo e avvincente, con quel lato noir che crea genuina tensione e suspence dalla quale è impossibile non affezionarsi, leggendo e rileggendo la storia.
Complimenti!
Un abbraccio e alla prossima,
Watashiwa |