Recensioni per
Mille passi
di Unpinguinoperamico

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/04/19, ore 23:42
Cap. 1:

Pacchetto e bonus: 9/10
Questa storia rispecchia totalmente l’uso del pacchetto assegnato in una maniera precisa e puntualissima. Ogni elemento combacia perfettamente l’uno dentro l’altro e i vari pezzi sono assolutamente preponderanti. È presente la fobia degli specchi, anzi, dell’immagine riflessa, c’è il doppelganger; la poesia di Pavese (una delle mie preferite di sempre, peraltro) è perfettamente integrata nel testo (+5), così come l’arma (+1) e la situazione scegliere tra bene e male (+2). Nella mail non mi hai indicato (non ti sei resa conto?) di aver utilizzato non 1 bonus, ma 2. Ho considerato il biglietto come bonus lettera, dato che l’elemento era fuso con la lettera ed era preponderante (assegnato alla voce GRADIMENTO PERSONALE).

Grammatica e stile: 8,9/10 (4,4 grammatica/4,5 stile)
Il tuo stile è appropriato, maturo, lineare e scorrevole. C’è qualche imprecisione ortografica e alcune ripetizioni, molte delle quali non ti ho segnato come errori perché fanno di una scelta stilistica volta a suggerire i pensieri martellanti del flusso di coscienza di Gus. Nel testo ci sono pochi sinonimi, ma anche in questo caso voglio pensare che si tratti di una deliberata scelta per entrare ancora di più nella mente ridondante di uno psicopatico. Lo stile martellante è davvero molto utile a suggerire gli stati d’animo del protagonista, così come la scelta voluta di utilizzare la minuscola nel flusso di coscienza.
la scrivania. Nel cassetto della scrivania [ripetizione]
Non alza lo sguardo, ma sempre con la coda dell’occhio intravede uno sguardo di un blu intenso [ripetizione]
paura per gli specchi [paura degli]
ed era andata a bussare al portone di Gus. [porta, il portone è quello d’ingresso dello stabile].

IC/Personaggi: 9/10
Gus/Andrea:
Se dovessi basare questo punto solo su Gus, il punteggio sarebbe un 10 tondo perché del protagonista hai curato davvero ogni dettaglio e sei entrata nella sua testa in maniera, lasciatelo dire, semplicemente perfetta. Mi ha convinto ed era terribilmente realistico tutto il suo ragionamento con Andrea (qui non aggiungo di più per non spoilerare ^^) e anche l’approcciarsi con se stesso e le sue manie e, non ultimo, con Mrs. Lowe. È un personaggio originale perfettamente gestito e raccontato in ogni suo vezzo, quindi tanto di cappello, brava! ♥

Mrs. Lowe:
L’interesse amoroso di Gus si presenta come la sensuale vicina dalla vita perfetta. Nonostante la vediamo solamente attraverso gli occhi di Gus e di Banquo è un personaggio che spicca e buca la pagina. Poche descrizioni fisiche e penso due sole battute la definiscono come personaggio. Anche qui, nulla da dire. È praticamente perfetta e mi è piaciuta tantissimo.

Banquo:
In lui ho rivisto moltissimo il Morgan Freeman di un thriller bellissimo, Seven. Stanco, ormai anziano, il detective deve indagare su un ultimo caso prima di andare in pensione e, di fronte alla risoluzione del mistero (ma di questo parleremo più avanti), con un misto di pietà addosso, si appresta a risolvere il “mistero”. Come personaggio mi ha convinta e poi il nome è stata una scelta di gusto semplicemente perfetta.

Titus:
La figura del giornalista è il motivo per cui non ti ho assegnato il massimo dei punti. Il legame di amicizia con Banquo è molto bello, ma avresti potuto scegliere una figura differente da un rappresentante della stampa, come un membro della scientifica o un collega più giovane. Il “delitto” si è appena consumato e, di norma, la polizia cerca di tenere lontana la stampa dalla scena del crimine. Scena che ancora è fresca e non è stata ripulita del tutto (Mr. Lowe non ha potuto nemmeno raccogliere la teiera frantumata, ha ancora in mano una delle prove che andranno archiviate). Svolge perfettamente la sua funzione di aiutante, ma un dettaglio che lo collocasse meno di straforo sulla scena del crimine (Banquo che fa delle domande alla testimone oculare con lui davanti non è credibile) lo avrebbe contestualizzato meglio. Comunque, ottimo lavoro davvero ^^!

Introspezione: 9,7/10
La presenza del disturbo ossessivo-compulsivo, l’asocialità, la fobia del proprio riflesso, il pensiero di essere qualcun altro e l’uso di un punto di vista interno senza essere per questo disturbante, l’uso della pagina e della punteggiatura come strumento stesso del racconto mi hanno consentito di calarmi veramente nella testa di Gus. La sua introspezione ti è riuscita molto bene e approvo anche la motivazione finale che viene sciolta da Banquo e da Titus (complimenti per gli omaggi ♥, ho gongolato incredibilmente trovandoli). Sei entrata bene nella testa di Gus lasciando inalterato il cliffhanger finale. Avresti potuto scegliere una soluzione alla “Fight Club” che, in questo contesto, sarebbe apparsa un filo scontata, invece hai scelto di concederci un flusso di coscienza incredibilmente verosimile. L’esigenza che tutto sia pulito e sotto controllo fa da contraltare all’Intoccabile Specchio (qualunque esso sia, del bagno o riflesso nel cucchiaio) che, al contrario di tutto il resto, è coperto da un copricuscino logoro e gualcito. Il motivo per cui Gus fa quello che fa è palese: l’amore disturbante verso Mrs. Lowe e l’odio verso Andrea e le sue possibilità, ma questa risulta quasi una banalizzazione. Ho voluto vedere nel riproporre il copricuscino un legame mai interrotto con la madre (alla Psycho) che svia un po’ dal disturbo compulsivo cui è affetto il protagonista e che ho molto apprezzato. Sebbene tu non lo abbia fatto dire al personaggio, ma lasciato spiegare a Banquo, è palese e credibile che Gus faccia quello che fa soprattutto se lo facciamo combaciare con la poesia che è utilizzata, come ti ho detto sopra, non tanto per, ma in maniera davvero egregia. Lo scioglimento con la risoluzione del mistero finale, sebbene affidata come nella migliore delle tradizioni a terzi non perde affatto la sua intensità. Complimenti vivissimi ♥

Gradimento personale: 4,4/5
La storia per tutte le ragioni sopra indicate mi è piaciuta davvero tantissimo, ma c’è un elemento che ho trovato dissonante e che non mi permette di assegnarti il massimo. È un’incoerenza nella trama, nella sua parte finale. Tu parli del caso dello specchio come di un irrisolvibile mistero, ma a me non appare come tale. È un suicidio con una testimone oculare. Gus spara dei colpi allo specchio e si suicida con uno in testa di fronte a un’agghiacciata Mrs. Lowe, scampata per sua fortuna (non lo saprà mai e questo è un dettaglio molto bello), alla furia omicida di Andrea/Gus. Altra cosa: la scena del crimine è ancora piena delle prove che andranno archiviate (la teiera e il messaggio/poesia) quindi la scientifica non ha ancora fatto i rilevamenti del caso e portato tutto in Centrale e la stampa ha già ribattezzato come irrisolvibile quello che è, a conti i fatti, un suicidio. Capisco il desiderio di creare un mistero e un’atmosfera soffusa, ma queste lievi incoerenze, sebbene non particolarmente gravi, rendono zoppicante un impianto altrimenti ben costruito. L’altro elemento un po' dissonante è il fatto che il poliziotto metta a parte la stampa di dubbi e simili ancor prima di essersi fatto un’idea (sempre perché le prove sono ancora a casa di Mrs Lowe, questo eccesso di fiducia mi appare eccessivo). Il voto assegnato è comunque un ottimo punteggio, dal mio modesto punto di vista, quindi… Bravissima comunque e attenta ai dettagli!
Punteggio: 41

Recensore Master
12/11/18, ore 13:43
Cap. 1:

Ciao, piacere di conoscerti.
Posseggo almeno due degli elementi che tu non ami per nulla (ti do un indizio, non sono un uovo^^), ma spero che nonostante questo accetterai un mio commento...
Diagnosi del tuo personaggio: personalità paranoide con spiccati tratti fobico ossessivi. Mi sbilancerei anche su un delirio genealogico, o in ogni caso un consistente distubo dell'esame di realtà.
Detto ciò, hai reso molto bene i tratti ossessivi, ma mania di contare, l'esigenza della simmetria ad ogni costo e soprattutto la rupofobia, che porta il protagonista a pulire tutto nonostante sia già immacolato.
I meccanismi mentali, il dialogo con un "gemello" inesistente che si trova all'interno dello specchio, ci accompagnano lungo tutta la storia e in pratica ci rendono ragione di quel che accade nel corso della vicenda e della sua conclusione.
Molto bello anche il punto di vista esterno, dell'ispettore (a proposito, i nome shakespeariani sono un caso o una scelta precisa?) che considera l'accaduto e prova a spiegarlo sulla base degli indizi lasciati dall'omicida/vittima.
Complimenti, una storia interessante e ben scritta. In bocca al lupo per il contest!^^

Recensore Master
30/10/18, ore 23:11
Cap. 1:

Ciao e piacere di conoscerti, Pengweena ^^
Sono Yonoi e anch’io partecipo, come te, al contest dedicato al tema del doppio, così mi è venuta la curiosità di leggere le altre storie in gara. Sperando di riuscire a leggerle tutte, sono felice di avere incominciato con la tua: una storia forte, che parla di un protagonista che vive un rapporto a dir poco conflittuale con il suo doppio: un doppio che gli appare e gli parla dallo specchio, che siamo fino in fondo indotti a credere si tratti di un’altra parte di sé, fino al colpo di scena finale.
All’inizio il protagonista si presenta come un soggetto colmo di paranoie e di angosce, che trova sicurezza in strani rituali (come pulire ad una ad una, anzi a due a due le pallottole) ed ossessioni come il rispetto della simmetria e l’avversione per gli specchi. Più oltre, il mistero si focalizza proprio su questa strana, inquietante, predominante fobia per le immagini che Gus vede negli specchi: che cosa vede? Uno spettro o un altro se stesso? Una voce gli parla, dallo specchio ovvero dalla sua stessa mente. E Gus non può fare a meno di ascoltare, e di elaborare un progetto folle...
I colpi di scena si susseguono: impariamo anzitutto che il fantomatico "Andrea" altri non è che lo stesso protagonista, di fatto talmente ossessionato dal suo doppio riflesso nello specchio da sentirlo come altro da sé: Andrea è colui che, da sempre, gli ruba la scena: nei rapporti con la madre, col suo insegnante privato di un tempo... Andrea salta fuori quando meno se lo aspetta, da qualunque oggetto in grado di "ospitare" ed evocare un riflesso: non solo lo specchio ma anche il cucchiaio della minestra o il pomello della porta. E tutti, da sempre, si rivolgono ad Andrea, come se Gus neanche esistesse...
Armato di una pistola carica "non di proiettili, ma di sofferenze", Gus si prepara a portare a termine il suo piano, compiendo un gesto che, nella sua follia, vorrebbe essere liberatorio.Entrando in seguito sulla scena del delitto insieme all’ispettore Banquo, ci renderemo conto che forse le cose stanno diversamente: ci verrà svelato in parte il mistero del doppio, ma molti elementi fanno pensare a un mistero ancora irrisolto: l’apparente freddezza e la fretta di Mrs. Lowe, quella busta macchiata di rosso e una mano che rapidamente cerca di asciugarsi, come a voler eliminare una traccia... e poi c’è il mistero legato a quella poesia, complessa e inquietante. Davvero, ci sarà da meditare ancora per un bel po’ perché il lettore arriva alla conclusione spiazzato, forse con più domande di prima, e questa conclusione aperta è l’ultimo colpo di scena di una storia davvero particolare, che si svolge come in un gioco di scatole cinesi.
Davvero ben articolata: personalmente, ammetto di aver trovato un po’ difficoltoso l'inizio, specie nella parte in cui si segue il flusso di coscienza del protagonista, ma si tratta qui di semplice gusto personale (non amo le narrazioni che procedono per "flussi di coscienza").
Mi rendo conto in ogni caso di come anche questa prima parte, volta a rimarcare le paranoie e dissociazioni del protagonista, è funzionale a quel che segue, e quel che segue è molto interessante e avvincente.
Una bella storia, in conclusione, per la quale ti faccio un grande in bocca al lupo per il contest!

Recensore Junior
24/10/18, ore 19:57
Cap. 1:

Storia densa di tensione. Mai visto il tema del doppio così preponderante. Non solo un'dualismo identitario tanto malato quanto estremo (una sorta di "Fight club" più intimistica e più tragico nel confronto col proprio doppio), ma c'è anche un manicheismo tra l'azione e l'inettitudine, tra Bene e Male. Le parti in corsivo sono veri e propri flussi di coscienza incontrollabili. Il colpo di scena, infine, sempre dietro l'angolo. Ho apprezzato molto anche il citazionismo letterario presente nella storia, e non alludo solo alla poesia di Pavese. Forse esagero, ma ci ho trovato molto Shakespeare (Montague è la versione inglese del cognome Montecchi, Banquo è il nome di un personaggio del "Macbeth" e Titus è il protagonista di una tragedia omonima). Veramente complimenti, racconti scritti con questa cura e costruiti con questa tensione ne ho trovato ben pochi.