Recensioni per
Drive to despair
di OneNight

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/11/19, ore 09:58
Cap. 1:

E vabbè, ma allora!
Il gotico ti piace proprio! ;)
Adoro questa drabble, come tutte le altre che hai scritto, del resto.
Abbiamo sempre un post Reichenbach, tutto vissuto dal pov di Sherlock.
Si percepisce tutto il suo amore per John, il suo rimorso per avergli mentito, manipolato e abbandonato, anche se per il suo bene.
Teme che le sue menzogne lo feriranno più del proiettile evitato.
E la cosa più triste è che le sue previsioni si avvereranno, che John si rifarà una volta per non morire anch'egli, che si perderanno, che la loro occasione è ormai passata senza che loro l'abbiano colta.
Piango.
E tu sei bravissima, davvero.
È tutto meravigliosamente allegorico.
Grazie per questa piccola perla.
Bacioni
S.

Recensore Master
28/09/19, ore 10:33
Cap. 3:

Ciao, domando scusa per il ritardo ma il computer mi sta facendo impazzire di recente e infatti ti sto recensendo dal cellulare (cosa che non amo affatto). Ci tenevo però a lasciarti le solite due o tre impressioni perché le tue drabble sono un qualcosa di speciale e che amo profondamente. Questa in particolare lascia delle stupende sensazioni addosso, il che è atipico per una storia ambientata dopo Reichenbach. Dove di solito c'è dolore e sofferenza senza via d'uscita. Anche qui c'è. Ovviamente perché il periodo è quello, ma questo finale positivo rende la lettura molto più leggera. Molto più lieve e piacevole.

È John a raccontare, non è un mistero e in questo la scrittura è piuttosto palese. Non è una drabble criptica. John ha sofferto e se n'è andato e qui ritorna. In sostanza la trama è questa. Interessante è il fatto che al centro di tutto c'è la casa. Il 221b di Baker Street che prima, quando Sherlock era morto, era un luogo freddo e inospitale dove John non voleva stare. Ma che ora è caldo e accogliente. John ci si sente a casa. Come dicevo, leggere questa storia mi ha lasciato stupende sensazioni addosso. Quelle di un uomo che si ritrova di nuovo a casa, da chi ama, dopo tanta sofferenza.

È stata una bella lettura, come sempre.
Koa

Recensore Junior
23/09/19, ore 23:18
Cap. 3:

Ciao.
Lo sai che ho una fissa particolare per l'essere a casa, per il sentirsi a casa.
Non serve molto. Solo essere assieme.
È come un raggio di luce che taglia la polvere.
Bellissima. Come sempre riesci a trasmettere un'infinità di emozioni in pochissime parole. Una poesia.

Un abbraccio.
L.

Recensore Master
23/09/19, ore 22:14
Cap. 3:

Una drabble, questa, che lascia un sapore di buono, di rassicurante, di un nuovo inizio dopo il drammatico e straziante (per John e per noi) “volo” del consulting dal tetto del Bart’s.
Ed il 221b ridiventa “casa”, il luogo in cui trovare rifugio, in cui cercare di togliersi la maschera per essere se stessi, senza più coperture, senza più la paura di fraintendimenti e di mosse sbagliate.
Molto suggestivo dal punto di vista descrittivo, l’inizio con cui ci fai entrare, rivolgendoti efficacemente agli occhi della mente, nel salotto silenzioso di Baker Street, coperto di polvere ma illuminato da un raggio di sole che diventa un presagio consolatorio e che getta un ponte, sia pur fragile, verso il futuro.
Quell’atmosfera in cui la polvere diventa quasi un personaggio ben distinto, in cui la luce del giorno accende la speranza, mi ricorda la scena vista in TEH, in cui John, tornato, dopo due anni, a far partecipe la signora Hudson della novità riguardante la sua vita, entra nell’appartamento che aveva condiviso con Sh che crede morto e sepolto.
E la prima cosa che vede è proprio la polvere, una polvere quasi dorata e dotata di vita propria che evoca malinconicamente un mondo che si è fermato, quasi fosse stato racchiuso in una sfera di cristallo, come scrivi tu, poeticamente.
Dunque un mondo fragile, che potrebbe andare in mille pezzi al minimo urto, ma splendido e ricco di tanti ricordi di un’era irripetibile.
Il POV di John ci accompagna in questo suo ritorno al 221b, molto probabilmente senza più Mary e le sue bugie tra i piedi.
Ma, quello che cogliamo, soprattutto noi johlocker, con un moto di gioia è che con chi l’accompagna è proprio Sh, il cui sorriso, per lui, ha lo stesso potere del raggio di sole sulla scrivania.
Addirittura diventa un elemento magico che ridà vita alla loro casa e, soprattutto, al cuore di John.
Il suggestivo ritorno dei nostri due a Baker Street tu l’hai immaginato proprio come avrei voluto vederlo io nelle Serie dei Mofftiss: invece, nella S3 ci hanno intristito con uno Sh solo e disorientato nell’appartamento in questione, nella S4, poi, addirittura reso quasi folle dall’abuso di stupefacenti, visto in TLD, e pesto e sconfitto in TFP. Ma il ritorno al 221b, che m’immaginavo e che avrei preferito vedere, è proprio quello che tu ritrai con poche ma preziose parole.
Un mondo intero nella tua splendida drabble, un ritrovare una strada che si credeva perduta per sempre. Complimenti.

Recensore Junior
23/09/19, ore 21:53
Cap. 3:

Perché è l'unico mondo realmente esistente. Tutto il resto è incubo.
Bella. Intensissima. Adoro il tuo talento.
Grazie 💖
MRS

Recensore Master
23/09/19, ore 21:32
Cap. 3:

È perfettamente "casa" perfettissimamente "casa" loro due, insieme ancora. Sempre insieme. Basterebbe questo per farci felici! Loro due che aprono il loro cuore e capiscono...
Davvero bella e dolce ❤️

Recensore Master
18/02/19, ore 16:26
Cap. 2:

Eccomi di nuovo e questa devo ammettere che mi è piaciuta davvero, ma davvero tanto. Anzitutto ho subito notato l'associazione con la drabble su Magnussen dell'altra storia e capisco la connessione tra le due cose, parlando anche quella di occhi, ma in un modo diverso. Là c'era il punto di vista di John, qui è quello di Sherlock e i momenti della storia sono diversi. Presumibilmente si può pensare che ci troviamo dopo il ritorno di Sherlock. Ho apprezzato la tua decisione di intervallare questioni più leggere ad altre invece più angst e "pesanti" da un punto di vista emotivo. La trovo una scelta indovinata, specie perché la precedente in questo senso è molto importante e tosta da digerire. Qui invece ci vai sul leggero, molto leggero. Sherlock è tornato e si rende conto che non soltanto non si è dimenticato di quel "noi" (e qui ho adorato il riferimento alla drabble precedente in cui Sherlock si domanda se ci sarà mai un "noi" tra lui e John), ma che John non è felice con lei. Lei la nomini appena e mai per nome, ma sappiamo già tutto. Conosciamo ogni cosa e capiamo che per John è diverso e che con Mary si è accontentato perché era meglio della solitudine o del soffrire da soli. Tutto era meglio di quello. Nella serie in questo senso c'è poca speranza, ma qui ce ne dai invece. Tornano insieme, si ritrovano e sono felici. Lo intuiamo da questi occhi che fanno da collante, da filone narrativo e che da tristi diventano brillanti e carichi d'amore. Gli occhi dicono tutto e quelli di John, a Sherlock, dicono tantissimo.

Credo... una delle tue drabble che mi è piaciuta di più. C'è espressività, un filo conduttore e romanticismo. Tutto perfetto e tutto splendido, ovviamente.
Koa

Recensore Master
18/02/19, ore 16:20
Cap. 1:

Ciao, ho pensato di passare subito e leggere anche queste qui che sono soltanto due e posso farlo già oggi pomeriggio (prima che io debba recuperarle nel prossimo millennio...). Devo dire che mi piace già l'dea di base ovvero una raccolta incentrata sulla finta morte di Sherlock, ma visto dal suo: "punto di vista". Di solito è John quello più approfondito dei due. Perché sul salto e sull'incapacità di gestirsi, da parte di John, dopo il tuffo dal Barts di Sherlock sono stati scritti fiumi di parole, letteralmente. Trovare invece un qualcosa che sia incentrato soltanto su Sherlock e su quanto è accaduto a lui, da un punto di vista emotivo e non solo, è ancora una rarità e questo dopo tutti questi anni. Quindi trovo la raccolta originale, così come questa prima drabble ma di questo non mi stupisco date le cose che scrivi. Insomma, l'idea che hai avuto per la prima drabble mi piace e spero proseguirai su questa linea.

Non so come tu faccia ad arrivare ai temi generali delle tue drabble, ma il titolo mi farebbe presumere che tu ti serva di prompt e che da questi poi ci devi costruire sopra un qualcosa. Se così non fosse, l'idea di associare una cattedrale alle bugie che Sherlock è stato costretto a dire a John, è un arrivarci in modo contorto. Perché l'immediata associazione che faccio io e col mio modo di ragionare, che è ovviamente diverso dal tuo, sarebbe più sul "castello di bugie" (sempre se proprio vogliamo vederla in modo figurato). La cattedrale in quanto tale mi dà un'idea si sacralità e immortalità che può c'entrare con il voler santificare la propria bugia, il ritenerla sacra per un bene superiore ovvero salvare la vita di John. Ma è un'interpretazione della quale non sono affatto sicura, sono più per il credere che tu abbia usato un prompt e che da lì tu sia partita per costruire questa bellissima storia.

Comunque sia, è scritta benissimo. Riesci sempre a scavare nella psiche e nelle emozioni dei tuoi protagonisti (sia questo Sherlock o John) in modo egregio e molto preciso. Sempre con una notevole proprietà di linguaggio e una varietà stilistica che rende ogni tuo scritto davvero ottimo.

Sono felice d'averla recuperata, ora vado a leggere e recensire la prossima.
Koa

Recensore Master
17/12/18, ore 00:23
Cap. 2:

I pensieri che scorrono e fissano attimi di dolore e d'incomprensione appartengono al POV di Sh e già questo ti fa meritare dei complimenti perché l'impegno che ti sei assunta é difficile, vista la complessità del sentire del consulting.
Comunque si percepisce chiaramente che gli angoli e le asperità del suo carattere sono stati smussati dalle esperienze drammatiche che si possono riassumere in quel rifiuto rabbioso di John di considerare il ritorno dalla finta morte come una nuova possibilità di ricostruire qualcosa di nuovo. E tu, suggestivamente, annoti il colore particolare dello sguardo di John che ha avvolto Sh al suo ritorno e precisamente nero come la morte, buio come la notte. Così il consulting ha compreso la profonda disperazione in cui il suo "conduttore di luce" era precipitato, prima di fronte a quello che credeva essere il cadavere del suo coinquilino, poi alla scoperta della clamorosa finzione che era stato il "volo" dal tetto del Bart's.
Molto suggestivo quel trascolorare che ci fai cogliere relativamente agli occhi di John che cambiano colore, virando verso il consueto blu, solo quando si riflettono in quelli di Sh. Ed é così che quest'ultimo coglie la verità: John l'ha sempre atteso, sperando inconsciamente in quel miracolo chiesto di fronte alla muta lapide nera.
Il nero ed il buio svaniscono, John torna a guardare Sh con lo sguardo limpido della speranza. Speranza di un futuro insieme, davvero "loro due contro il resto del mondo'.
I tuoi diventano versi che racchiudono tutto il dolore e tutto l'amore del mondo, davvero.
Bravissima.

Recensore Junior
14/12/18, ore 22:30
Cap. 2:

Riesci a dare voce al loro dolore così come al loro amore. Angst e dolcezza si fondono in un tutt'uno inscindibile, così come accade nella vita.
Non mi stancherò mai di leggerti.
❤️

Recensore Veterano
14/12/18, ore 21:55
Cap. 2:

Che cosa bellissima che hai scritto😍😍.
Volevo mettere qui la frase che più mi è piaciuta ma in realtà mi sono piaciute tantissimo tutte❤️❤️ loro si appartengono, da sempre, per sempre. Avranno un loro lieto fine, ❤️.
Bravissima,tesoro😘😘😘😘

Recensore Veterano
12/12/18, ore 10:00
Cap. 1:

😭😭😭😭 Povero il mio Sherlock 💔💔💔.
Piccolo,dolce e meraviglioso Sherlock. Come potrebbe non perdonarti? Come si può non perdonare questo gesto così pieno di amore incondizionato e di immenso sacrificio? Andrà bene ❤️
Tu però così mi spezzi il cuore, ora vado a cercare il mio peluche e me lo abbraccio forte per riprendermi😭😭😭

Recensore Master
21/11/18, ore 17:14
Cap. 1:

Già la parola "Cattedrale" mi evoca spazi immensi,
complesse strutture, silenzio, apparenza, senso di stupore di fronte a
qualcosa di grande, bellezza. Concetti, secondo me, e scusa se mi allargo troppo, ma la lettura di questo tuo bel pezzo m'ispira
molto, che sono perfettamente sovrapponibili a quella storia infinita e
meravigliosa che è la Johnlock. Infatti le "complesse strutture" potrebbero essere quelle della mente
grandiosa di Sh, in tutte le sue, articolate potenzialità deduttive; potrebbero
anche essere rappresentative dell'apparente mitezza di John, il cui vissuto, invece, presenta meandri e
luoghi sconosciuti. Il "silenzio", reciproco, è quello che non ha permesso alla
loro storia d'amore di esprimersi alla luce del sole, soffocata da un cumulo di "non detto" e di "non
fatto". L' "apparenza", secondo me, corrisponde all'abbagliante presenza fisica di Shche, invece, nasconde una fragilità emotiva ed un grande desiderio d'amare edi essere amato. Il "senso di stupore" mi richiama alla mente l'ammirazione, sempre espressa da John, di fronte alle strabilianti deduzioni di Sh ed al suo fascino indubbio. Ma il "senso di stupore” può essere anche attribuibile al consulting, messo a nudo nelle sue emozioni e nell’esistenza del cuore proprio a causa del marasma, assolutamente a lui sconosciuto, d’energia e d’impulsi vitali che John ha portato con sé al 221b.
Fai usare a Sh quel termine, “cattedrale”, per indicare il cumulo di menzogne che ha seppellito un'epoca
mitica, quella della condivisione d’esperienze pericolose ma stimolanti, e la scoperta di un sentimento che aspettava solo di poter essere definito con sincerità, senza reticenze e paure, superando la logica del “Caring is not an advantage”.
In questa tua fic, lasci fluire ciò che il cuore detta a Sh, solo e lontano, dopo il tragico “volo” dal tetto del Bart’s.
La certezza che Holmes ha di aver fatto la cosa giusta, si rifugia nella luce netta e vivida della razionalità: ha finto il suicidio per salvare John e le persone più care. Ma il suo animo è tormentato dal dubbio che la persona di cui lui è indubbiamente innamorato, non riesca a capire e ad accettare le ragioni del suo clamoroso gesto e della sua tragica finzione.
E il suo volo dal Bart’s lo fai diventare quello che comunque abbiamo avuto modo di vedere nella S3 e, soprattutto, nella S4, cioè un tuffo nella disperazione di aver così concluso scientemente un’epoca.
Sh ha già il terribile sospetto che John non accetti ciò che ha dovuto soffrire in modo totalmente gratuito e d inutile. La sua mente, non raffinata e speciale come quella di Holmes, molto probabilmente non sarà in grado di capire e di accettare. Questa è la disperazione di Sh, il suo tormento.
Un viaggio, il tuo, nel profondo di un’anima, nel dolore di una situazione ineluttabile. Brava.
(Recensione modificata il 21/11/2018 - 05:14 pm)