Cara Npc!
Ho finito di lavorare mezz’ora fa e mi sono subito buttata (finalmente, è il caso di dirlo) su una lettura piacevole e immersiva come questa. È davvero un bel capitolo, anche se mi dispiace un po’ averlo letto: davvero sono arrivata all’ultimo aggiornamento? Sigh! Ma bando alle ciance: Tazandil ha un ruolo molto circoscritto in questo capitolo ed è ancora alle prese con la sua battaglia, ma il resto è tutto per le donne. Hinistel, Krystel, Jaylha e, naturalmente, la bambina non ancora nata, ma decisa a essere protagonista, in qualche modo, del sogno in cui la veggente è rimasta intrappolata e si è fatta intrappolare in nome di una conoscenza necessaria. Naturale che Krystel sia in una posizione di difesa, ma anche di comprensione. Da un lato c’è la strega che, razionalmente, capisce i tentativi magici dell’altra ed esce allo scoperto, guarda in faccia l’avversaria, se vogliamo chiamarla così.
Dall’altro c’è una donna che vive in una terra ai margini con gli umani e che ha la sua indipendenza ed è consapevole della propria alterità, ma anche dei pregiudizi che gli altri Elfi nutrono verso di lei, così atipica rispetto a loro e rispetto ai drow. Non desidera essere giudicata, percepisce il sospetto dell’altra e giustamente anticipa delle domande. Mi piace molto e rifletterò anche in futuro su un comportamento di Krystel molto interessante e maturo. Pur ribadendo che Jaylha è sua figlia, non la percepisce come una sua diramazione, come fanno spesso molte madri. È consapevole della sua duplice natura e capisce anche le ragioni di Hinistel, sebbene le interpreti con acutezza, individuandone anche gli aspetti più spiacevoli (non è una curiosità fine a sé stessa, quella della veggente; effettivamente vuole controllarla).
È interessante anche come il sogno, influenzato dai sospetti reciproci delle due donne, sfoci in un incubo che consente a Hinistel di parlare più apertamente alla strega e di stabilire un piccolo punto di incontro, cosa non facile per due donne così diverse. Stilisticamente, ho adorato il modo in cui hai costruito il sogno, partendo dalla logica delle frasi e degli eventi al mutamento dello spazio in base al punto del sogno in cui si è, con oggetti che naturalmente mentre sogniamo piazziamo all’improvviso in un determinato punto, ma anche per quello che hai scritto riguardo agli spazi che per i bambini sono deformati anche nella realtà – l’ho trovata una cosa meravigliosamente vera. Scrivere dei sogni così non era facile ed è stata una lettura immersiva e bellissima, che spero di proseguire presto (al massimo, però, mi consolerò con le altre storie da te scritte, dato che mi manca ancora questo mondo e quell’altro!)
Un abbraccio e tanti, tanti complimenti,
Shilyss |