TERZO POSTO, CON UN TOTALE DI 44,5/50
L’Ultimo Crociato, di alessandroago_94
Grammatica e Stile: 8,5/10
Capitolo 1:
“hanno scelto curare” – “hanno scelto di curare”
“lo è anche il lavoro e il dovere” – “lo sono anche…” serve il plurale
“giunsero inaspettatamente” – “giungono”, la narrazione è al presente
“ci consegnano a ciascuno” – “consegnano a ciascuno di noi”, infatti “ci” e “a ciascuno” sono entrambi complementi di termine e costituiscono una ripetizione di significato
“E’ qui in pace” – “È qui in pace”, la E necessita l’accento, non l’apostrofo
Capitolo 2:
“al Andalus” – “al-Andalus”
“mezz’ombra” – “penombra”, il termine da te scelto è da usarsi solo nell’ambito del giardinaggio
“E’ solo ciò che ho scelto” – “È solo…” come sopra
“E’ preambolo” – come sopra
“io sorriso amaramente” – “io sorrido”
“Manco riesco a scinderla…” – “Nemmeno”, manco è troppo colloquiale
“a mio fianco” – “al mio fianco”
Capitolo 3:
“La maggior parte degli uomini… l’hanno già fatto” – “l’ha già fatto”, parte è il soggetto ed è singolare.
Passando allo stile, come ben sai il tuo modo di narrare mi è sempre piaciuto moltissimo. Anche questa volta hai deciso di puntare sulla semplicità, sia in termini di descrizioni che di lessico e lunghezza delle frasi, scelta corretta visto lo stato sociale del protagonista, che è solamente un soldato di umili origini. Tuttavia, con lo scorrere del tempo e della vita del protagonista la situazione è cambiata, e i termini più specifici non si sono rivolti solo all’ambito militare, ma anche religioso (sia cristiano che, nella prima metà del terzo capitolo, musulmano: mi è piaciuto che tu non abbia usato solo i soliti termini “mainstream”!).
Le frasi non hanno mai una lunghezza eccessiva, come detto, e si rivelano così molto adatte all’introduzione dello stile dialogato che caratterizzerà i primi due capitoli; come accennato, ho trovato i dialoghi molto realistici, in linea con le mentalità simili ma ugualmente differenti dei tuoi due protagonisti: li hai resi perfettamente un elemento funzionale alla caratterizzazione, svolgendo quindi un ottimo lavoro. Le descrizioni dell’ambiente e delle situazioni, invece, almeno inizialmente non sono molto approfondite, ma è possibile cogliere tutti i dettagli necessari per la caratterizzazione degli ambienti; mi è piaciuto molto l’utilizzo che hai fatto delle domande (retoriche o no) durante le fasi più introspettive, che lasciano trasparire tutta l’inesperienza del protagonista nell’affrontare situazioni di guerra: le nuove uniformi, le armi, i movimenti della maggior parte dell’esercito descritta come molto più arrancante, il non sapere come saranno gli infedeli… tutte queste descrizioni mirate puntano a far capire al lettore in quale direzione è destinata a scorrere la trama.
Un discorso a parte meritano le mirate descrizioni delle battaglie, in cui tutto è come dev’essere: le immagini scorrono veloci, l’adrenalina assale i combattenti e non c’è più spazio per i pensieri, si fa di tutto per aver salva la vita. A mio parere hai reso queste sensazioni perfettamente, quasi confondendo anche il lettore stesso ma non facendogli mai perdere di vista la situazione del protagonista, permettendo quasi di immedesimarsi in lui. La descrizione della scena finale del secondo capitolo è davvero molto forte, ha un grande impatto sul lettore, davvero.
In conclusione, la veste stilistica della tua storia mi è decisamente piaciuta: forse avrei preferito trovare alcune frasi più lunghe o strutturate, sai che sono un amante delle descrizioni approfondite, ma il modo in cui hai sviscerato i pensieri del tuo protagonista è stato molto coinvolgente. Solamente la grammatica è stata un po’ imprecisa, ma ugualmente complimenti!
Trama e Sviluppo del Pacchetto: 14/15
Senza dubbio, anche se non originalissima, la trama della tua storia è stata abbastanza lunga e complessa, ma ugualmente inerente al contest. Il tuo pacchetto, infatti, prevedeva che la vicenda fosse incentrata sì sull’aspetto ucronico della riunificazione dell’Impero, ma in particolar modo sullo scontro in un contesto alternativo tra Cristianesimo e Islam: senza dubbio, questo è stato l’aspetto centrale della tua storia: hai fatto in modo che l’Impero riconquistasse la Terrasanta, cosa accaduta anche nella storia reale ma che non si concretizzò mai veramente a causa della maggior forza delle potenze islamiche stanziate in Egitto rispetto ai Regni Crociati. Nella tua storia, un Impero unito ha certamente avuto un maggior numero di risorse, e i risultati sono evidenti, ma proprio a causa della mancata organizzazione di una fallimentare spedizione militare che va a modificare la perfettamente costruita situazione di partenza, molto presto esso crollerà.
Questa scelta che hai fatto prendere al giovane principe Enrico Porfirogenito ricalca molti combattimenti avvenuti anche durante la realtà: egli, completamente inesperto d’armi, in cerca di gloria indice una nuova crociata, causando la distruzione completa del suo esercito e l’invasione musulmana dell’Europa intera. In questo scenario, hai fatto muovere molto bene le vicende personali del tuo protagonista, che hai reso non solo un personaggio simbolico attraverso tre fasi diverse della sua vita, ma anche uno strumento di cui ti sei servito per approfondire lo scenario dell’ucronia e le condizioni di vita delle persone in essa presenti.
L’inizio, ambientato durante la vita quotidiana dei membri degli ordini cavallereschi di stanza a Gerusalemme (meta privilegiata da ogni pellegrino dell’epoca in quanto in territorio “sicuro”), mostra perfettamente la situazione per la quale Enrico causerà tutto il resto, ovvero la mancanza di conoscenza da parte dei Cristiani di tutto ciò situato oltre il confine che avrebbero dovuto invadere! La scena nella chiesa con il cavaliere-sacerdote è molto significativa, secondo me, perché mostra un rapporto più interiore (ne è un lampante esempio la bellissima frase “Troppe persone poi fanno chiasso e distolgono l’attenzione dal vero fulcro dell’esistenza”) che Bruno ha con la religione rispetto a quello degli altri cavalieri, e che farà in modo che successivamente la sua caratterizzazione non vada a perdersi (ne parlo dopo). Anche il piano d’invasione e le varie battaglie sono descritti in modo accurato, ma mai troppo ricco di dettagli che potrebbero distrarre il lettore dalla trama; la vittoria iniziale è solo apparente, e non può che tramutarsi in sconfitta… tanto che la scena finale del secondo capitolo mi è giunta abbastanza attesa, ma non così! Ero sicuro che Bruno non sarebbe morto, essendoci ancora una parte piuttosto lunga della storia da leggere, però… è stata sorprendente la soluzione da te scelta, senza dubbio! L’influenza che questo “spartiacque della vita del protagonista” ha avuto sulla trama e sulla caratterizzazione è stata immensa, tanto che, sarò sincero, la partecipazione di Bruno all’ultima parte dell’invasione non mi ha convinto del tutto: sì, ne spieghi le varie ragioni e tutto il resto, ma il fatto che non si senta ancora integrato non mi fa capire il vero motivo per cui sia partito, anche perché viene detto “Magonza è stata occupata da tre anni… si saranno tutti convertiti”. Ecco, questa frase non mi è stata molto chiara, perché è vero che le conversioni sono state fatte con la forza, ma è impossibile che siano diventate “effettive” e che quindi la mentalità degli abitanti tedeschi sia già cambiata! La riflessione sul fatto che voglia ritornare a casa, e che si lega perfettamente al finale, è solo successiva, e non mi spiega completamente le parti precedenti. Come in molte delle tue storie (ricordo l’epopea di Siegfried il Vichingo conquistatore d’Europa!) nell’ultimo capitolo la prospettiva cambia completamente, e il finale resta aperto… in questo, hai fatto un’ottima scelta, in quanto il numero degli Islamici è compensato dal vantaggio ambientale dei Cristiani di Danimarca. Che dire, perfettamente in linea con l’aspetto più epico della narrazione, complimenti!
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 8,5/10
I personaggi della tua storia sono stati caratterizzati molto bene, senza dubbio! Contrariamente ad altre storie, qui il protagonista ha decisamente un ruolo predominante sia come sviluppo che come spazio nella trama, dato che tutto è raccontato dal suo punto di vista. Bruno mi è piaciuto perché è stato un personaggio dinamico, la cui mentalità è sempre cambiata molto lentamente, e non all’improvviso come pare succedere tra la fine del secondo e, soprattutto, l’inizio del terzo capitolo. Sinceramente ci sono rimasto piuttosto confuso, non perché non fosse possibile, erano passati moltissimi anni, ma la Fede di Bruno era molto grande e soprattutto credo che avresti “mostrato” al lettore i passaggi intermedi che avevano portato a questo! Infatti, procedendo con la lettura, tutto è ritornato sui binari più plausibili: non credo che Bruno avesse finto, ha provato ad associare le sue precedenti credenze a quelle nuove ma era tutto un altro mondo, come dimostra anche il pensiero nei confronti del figlio, che resta pur sempre uno “degli altri”. Mi sono piaciute molto anche le sue riflessioni precedenti, grazie alle quali assume la consapevolezza che l’impresa del Porfirogenito sia solo destinata a fallire, vedendo sia il proprio esercito debole, sia l’ambiente e i nemici farsi sempre più ostili. Non mi è piaciuto invece Michele: sì, il rapporto tra i due è stato sviscerato abbastanza bene, anche se forse è un po’ troppo “moderno” e non completamente in linea con un Ordine Monastico (seppur militare) del Medioevo, ma prendendolo in considerazione da solo mi è sembrato un po’ vuoto, sarò sincero. Avere un altro personaggio con una caratterizzazione completa sarebbe stato un bonus in più per l’intera storia, tenendo conto del fatto che nell’ultimo capitolo il figlio di Bruno dimostra solo una certa incertezza che in gioventù era stata tipica anche del padre, ma non molto altro. In ogni caso il protagonista è stato in grado di attirare la mia attenzione, e la storia per questo non mi è stata indifferente!
Titolo: 4,5/5
Questo titolo mi ha subito catturato, in quanto sembra veramente preso dagli scaffali di una libreria: è un classico titolo da racconto epico, a metà tra storia e leggenda, e il fatto che fosse associato a un racconto ucronico mi ha subito fatto immaginare gli scenari in cui la tua storia sarebbe stata ambientata. Durante il racconto, però, sarò sincero quest’impressione è un po’ venuta meno, mi dicevo “è vero, tutti gli altri sono stati uccisi e quindi teoricamente l’ultimo è lui, però…” e invece, come accade quasi sempre con le tue storie, il finale ha completamente ribaltato tutte le prospettive, proiettando Bruno nella leggenda. Alla fine, il titolo non mi è risultato appropriato, ma di più! Forse non è originalissimo, ma sicuramente ha avuto un grande impatto.
Gradimento personale: 9/10
Questa storia, come avrai intuito precedentemente, mi è molto piaciuta: il fatto che sia interamente narrata dal punto di vista del protagonista mi ha permesso come lettore di sentirmi vicino a lui, alle sue scelte e alle sue azioni, e di temere più volte per la sua sorte. Tuttavia, il finale epico è stato la giusta conclusione della vicenda, in linea con la piega che avevi dato al racconto. Solamente lo stile non è riuscito a coinvolgermi del tutto, ma, che dire, se non grandi complimenti! |