Ciao!
Approfitto dello scambio de “Il Giardino” per recensire un altro capitolo di questa raccolta, la quale aveva già suscitato il mio interesse.
Che Gaara, prima della sua epifania, sia stato intrattabile, è cosa ben nota. Tuttavia, immaginarsi i livelli di odiosità cui una persona del genere, già di per sé detestabile, possa giungere appena sveglia non è impresa da poco XD
Scherzi a parte, la drabble, lungi dal farmi ridere, mi ha anzi messo addosso un po’ di tristezza. Perché l’immensa solitudine di Gaara emerge anche in un momento semplice e quotidiano quale può essere la prima colazione. Che, fra le mani, tenga una tazza di caffé o una bomba di sabbia pronta ad esplodere, l’effetto rimane comunque il medesimo: gli altri lo temono, e non lo vogliono intorno. Prova ne é il sospiro di sollievo che esce dalla bocca di Temari e Kankuro (che però non biasimo affatto, poveretti).
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Dopo aver interrotto la recensione causa bisogno impellente (XD), mi sovviene che, forse, il momento da te descritto sia ambientato dopo la succitata “epifania”: se così fosse, il tutto sarebbe ironicamente giocato, appunto, sul “prima” e “dopo” e la faccenda non avrebbe nulla di drammatico! Mannaggia a me e alla mia mania di vedere tragedie dappertutto!
Qualunque sia l’interpretazione esatta, comunque, tu sei stata brava: non è da tutti dar adito a simili viaggi mentali in sole 100 parole! :) |