Quinta classificata al contest "Una storia per tre" indetto da Camilla19 sul forum di EFP:
Stile e lessico: 4,8/5
Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun tipo d’errore, o refuso o ripetizione, per cui ti faccio i miei complimenti per la cura e l’attenzione che hai messo nello scrivere questa storia.
Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere che ho apprezzato. Le tue frasi sono chiare e scorrevoli, presentate in una forma elegante che ne eleva la qualità, ma che non appesantisce lo scritto. Hai una buona padronanza della lingua italiana, che si rispecchia anche nell’impeccabile uso della punteggiatura. Hai un modo di scrivere davvero molto interessante ed evocativo, capace di coinvolgere il lettore nella tua storia e di dipingergli nella mente immagini vivide di ciò che accade. La predilezione per il punto fermo, rispetto a qualsiasi altro segno d’interpunzione, dona alla narrazione un ritmo disteso, che ben s’accorda con la situazione e l’atmosfera da te presentata: trattandosi di un ricordo della narratrice, è normale che non vi sia concitazione o ansia in ciò che viene raccontato, in quanto si tratta di eventi passati, alcuni dei quali la ragazza non ha neppure vissuto in prima persona. Ho, quindi, trovato il ritmo imposto alla narrazione molto funzionale alla stessa e coerente con quanto raccontato. Sei stato molto brava anche a creare un buon equilibrio tra narrazione e discorsi diretti, inserendo questi ultimi quando aveva senso farlo e curandone molto bene il realismo.
Per quanto riguarda il lessico, come già detto hai un’ottima padronanza della lingua italiana, che si riflette sulla ricca varietà di vocaboli da te usati e sull’utilizzo di termini ricercati, anche se non troppo desueti. L’azzeccata scelta degli aggettivi ti ha consentito di creare delle descrizioni efficaci e d’effetto, atte a far subito immedesimare il lettore nella tua storia e a creare immagini vivide e precise nella sua mente. Ci s’immerge facilmente nella tua storia e non è difficile immaginare luoghi e situazioni, che prendono vita anche grazie al fatto che descrivi utilizzando anche altri sensi che non siano la vista: ci sono odori, suoni, colori e sensazioni nella tua storia, e questo ha contribuito a non renderla piatta e a trasmettere con efficacia quanto descritto.
Trama: 9/10
La tua storia ci viene narrata attraverso un flashback e una ricostruzione degli eventi a opera della narratrice, Malka, che ci disvela pian piano il suo passato e, soprattutto, quello di sua nonna Maura. Ho apprezzato moltissimo il modo in cui hai deciso di costruire la storia e l’impostazione che le hai dato: il fatto di raccontare in prima persona degli eventi, che però non hanno come fulcro chi narra, è stata una scelta ben riuscita, che ha reso la tua storia dinamica e interessante e che ha rotto la linearità che altrimenti si sarebbe avuta, se avessi deciso di scrivere in terza persona o attraverso gli occhi di Maura. La trama è lineare e l’intreccio non è complesso, ma il modo in cui hai appunto strutturato la storia l’ha resa comunque particolare e interessante non tanto per la complessità degli eventi, quanto piuttosto appunto per il modo in cui essi vengono presentati. Sei riuscita a creare una storia molto ben fatta, coerente e senza “buchi di trama”: tutto si sussegue con congruenza, fluidità e senza forzature; non ci sono punti oscuri e non chiari e il lettore non rimane confuso, una volta terminato il tuo racconto, in quanto tutto viene disvelato e nulla è lasciato in ombra. La scelta di fare mistero dello scrigno da quando compare fino alla fine, poi, è stata ottima, perché crea quella suspense necessaria per non far calare l’attenzione del lettore a un punto della storia in cui ormai è quasi tutto detto. Grazie a quest’espediente, dunque, la narrazione acquisisce quel quid in più che la mantiene interessante e dinamica fino alla fine, senza annoiare o appesantire. Anche quando lo scrigno viene aperto e il contenuto svelato, non s’intuisce subito la natura della lista: Maura l’ha stilata dopo la fine della guerra, nel tentativo di cercare Ester? Oppure c’è dell’altro? Anche quest’espediente ha contribuito ad accendere la curiosità nel lettore e a spingerlo ad arrivare fino alla fine con trepidazione.
La tua storia è abbastanza originale: ci presenti il contesto storico della Seconda Guerra Mondiale, mostrando le condizioni degli ebrei al tempo in maniera diretta e cruda. Di per sé, questo è un tema trito e ritrito, ma il modo in cui lo hai affrontato l’ha reso innovativo. Innanzitutto, ho molto apprezzato gli eventi descritti in questa storia: Maura che nasconde Ester, Carl che se ne infatua e che decide di perpetrare uno stupro che porta alla nascita di Malka, Ester che se ne va di casa e poi affida sua figlia alle cure di Maura quando capisce che la sua vita è segnata, Maura e Adam che si trasferiscono in America per sfuggire alle conseguenze della sconfitta della Germania. Hai presentato una serie di avvenimenti che hanno contribuito a portare alla luce le condizioni della Germania del tempo, ponendo l’accento non solo sulla situazione ebraica, ma anche su quella tedesca. Ho molto apprezzato che tu abbia inserito il dettaglio degli omosessuali che si nascondono: di solito, quando si pensa ai campi di concentramento e all’epurazione nazista, la mente va subito agli ebrei e ben di rado si ricorda che la persecuzione era anche ai danni di zingari, disabili, omosessuali, rei e traditori. Ecco, mi è piaciuto il fatto che tu abbia posto l’accento anche su quest’aspetto spesso dimenticato, cosa che non si legge quasi mai in storie del genere e che ha, quindi, reso la tua diversa dalle altre. Anche il modo in cui hai fatto interagire personaggi ed eventi e in cui hai costruito la storia ha contribuito a renderla innovativa rispetto alle altre del genere. In generale, pertanto, sei riuscita a rendere personale e interessante un argomento su cui si legge spesso.
IC/Caratterizzazione: 7,5/10
Il personaggio più caratterizzato dell’intera vicenda è la protagonista Maura. Essa è tratteggiata e dipinta attraverso gli occhi di Malka, che ci restituisce l’immagine di una donna forte, determinata e altruista, che s’impegna a combattere il regime nazista come può, nel suo caso nascondendo e salvando quante più donne possibile, come testimonia la lista che ha sempre conservato a mai lasciato, fino ai suoi ultimi giorni. La personalità di Maura è di spicco e facilmente intuibile, grazie alle descrizioni che ce ne tratteggiano inequivocabilmente la sua personalità, che emerge più dal suo agito che da altro; l’introspezione, infatti, è del tutto assente, per il fatto che a narrare della donna è un narratore non onnisciente, che quindi non può conoscerne i pensieri e le sensazioni. Sei stata comunque brava a far emergere l’interiorità di Maura attraverso dei dettagli, come le lacrime che bagnano la lista, segno di quanto la donna soffrisse per il destino delle ebree, oppure quando Malka la sente parlare con Adam di lei, o quando sottolinei il parere di Maura riguardo l’infatuazione di Carl. In modo indiretto, sei riuscita a porre l’accento anche sulla psicologia di Maura, cosa non facile da fare dato il punto di vista narrativo da te adottato. Con questo personaggio hai quindi fatto davvero un ottimo lavoro di caratterizzazione.
Gli altri personaggi presenti nel tuo racconto, invece, non sono molto caratterizzati e rimangono piuttosto sullo sfondo. Carl, Adam ed Ester sono quasi delle sagome, funzionali più alla narrazione che ad altro: ci delinei i tratti essenziali del loro carattere per darci un’idea superficiale della loro attitudine, ma non entri nel dettaglio. Di questi tre personaggi si sa ben poco e l’assenza di coinvolgimento emotivo della protagonista, quando narra, non aiuta il lettore a costruirsi un giudizio su di essi, i quali rimangono, pertanto, piuttosto anonimi e privi di spessore. Il fulcro della narrazione era, ovviamente, Maura, quindi comprendo la precisa scelta che hai fatto nel lasciare Adam, Carl ed Ester sullo sfondo, ma mi sarebbe comunque piaciuto leggere qualcosa in più di loro, cosa che avrebbe aiutato a inquadrarli meglio.
Anche Malka non è caratterizzata quasi per nulla, nonostante sia lei a narrare la vicenda e quindi, da questo punto di vista, avresti potuto sbizzarrirti con l’introspezione. La ragazza, invece, ci narra i fatti in maniera piuttosto asettica e quasi scientifica, senza un vero e proprio coinvolgimento emotivo: non emergono mai i suoi pensieri o i suoi pareri, nel corso della narrazione, ma si limita a riportare i fatti così come sono accaduti, senza aggiungere niente di suo. Solo quando si trova a dover aprire lo scrigno della nonna e a esitare ci viene spiegato il suo tumulto interiore, ma è l’unico caso. Anche quando muore sua nonna, la persona più importante della sua vita, non viene fatta menzione dei sentimenti da lei provati o del dolore che ne è conseguito. Solo verso Maura si riesce a scorgere ammirazione e affetto, grazie però più a ciò che Malka ci racconta e fa passare di lei, piuttosto che a un’indagine introspettiva che, come già detto, è assente. Considerando che si tratta del narratore e che ha un legame molto stretto con la protagonista della storia, mi sarei aspettata un’analisi psicologica più approfondita per quanto riguarda Malka. La sua scarsa partecipazione emotiva, inoltre, contribuisce a far prendere le distanze dalle vicende anche al lettore, che non si sente quindi coinvolto negli eventi, come invece sarebbe accaduto con una maggiore introspezione della ragazza che narra i fatti.
Uso del pacchetto: 8/10
Gli elementi che dovevi utilizzare erano una vecchia signora, una guerra e un camino spento.
Per quanto riguarda la vecchia signora, non vi è ombra di dubbio sul fatto che tu abbia usato appieno questo elemento, poiché la protagonista assoluta e indiscussa di tutta la vicenda è Maura, la nonna della narratrice, che è appunto anziana. La storia ruota tutta intorno a lei e a ciò che ha fatto, quindi hai usato l’elemento in maniera magistrale.
Anche l’elemento della guerra è stato pienamente utilizzato, in quanto la storia è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e ciò che accade ai protagonisti, quello che vivono e le scelte che fanno sono strettamente legati al conflitto. La vita di Malka è stata segnata dalle sue origini ebraiche e da come queste venivano viste al tempo, così come lo è stato il destino di sua madre Ester e le scelte di vita di Maura e suo marito. La guerra, quindi, anche se presentata indirettamente, è marcatamente presente nel tuo racconto e ne segna ogni passaggio.
Il camino spento viene nominato solo all’inizio e viene detto che Ester non lo accendeva, nonostante il freddo rigido, per non farsi scoprire dai nazisti e proteggere, quindi, sua figlia. Il camino spento in quanto tale, tuttavia, non ha un ruolo attivo o centrale nella vicenda, quanto piuttosto ce l’ha, invece, il camino acceso, che sancisce il triste destino della madre di Malka e ne rappresenta la volontà di porre fine a una vita di fuga e paura. Il camino acceso, quindi, ha avuto un’importanza nettamente maggiore del camino spento, che era uno degli elementi che dovevi utilizzare e che non ho trovato d’impatto. Questo il motivo per cui il punteggio nella voce non è pieno.
Gradimento personale: 4/5
La tua storia mi è piaciuta. Hai parlato di un periodo storico che mi ha sempre appassionata e, in particolare, della parte inerente all’olocausto e alla persecuzione nazista che, pure, è di mio grande interesse, quindi già di per sé l’ambientazione della tua storia me l’ha fatta apprezzare. Inoltre, come già detto, il modo in cui hai costruito gli eventi e hai fatto interagire i personaggi, nonché la natura stessa di ciò che hai presentato, hanno contribuito a farmi apprezzare moltissimo questo tuo scritto. Maura è un personaggio che mi ha appassionata, ho ammirato la sua forza d’animo e la sua determinazione nell’aiutare a combattere quella che secondo lei era un’ingiustizia: è una donna forte, che non ha esitato a prendersi cura di una neonata depostale tra le braccia e che non ha avuto mai paura di affrontare il regime nazista con i mezzi a sua disposizione; ha cambiato vita quando è stato necessario farlo, senza scomporsi più di tanto e accettando anche quell’ennesima prova. È un personaggio che ha sempre affrontato la vita e le sue sfide a testa alta e che ne ha sempre saputo trarre qualcosa di buono. Ella ha personalità, carattere, tenacia e forza d’animo e mi è davvero piaciuto leggere delle sue vicende e scoprire quanto bene è riuscita a fare nell’ombra e in silenzio.
Bonus: +2
Il bonus che avevi a disposizione era il genere Malinconico e l’hai utilizzato, in quanto la protagonista ricorda sua nonna e ciò che ha fatto e ne parla con ammirazione e affetto, quindi la malinconia permea ogni parte della tua storia.
Punteggio totale: 35,3/42 |