Recensioni per
Non sarà Amore e Psiche
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 69 recensioni.
Positive : 69
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/08/19, ore 02:40

Un capitolo ricco, non solo di pensieri ma anche delle prime battute dei due dopo il primo incontro.
La sorpresa dell'esserselo trovato come compagno di stanza ha lasciato il posto all'incredulitá della semplicità di vivere con lui e del rendersi conto che cercare di trovare compromessi per far andare tutto per il meglio non è poi così faticoso.
E la prima "discussione" se così vogliamo chiamarla finita con John che esce dalla stanza dopo aver detto: "io ti trovo fantastico. Semplicemente fantastico e ti convincerò che sei fottutamente eccezionale, a costo prenderti a pugni per fartelo entrare in testa." È così tanto da John questa frase, la amo!

Sherlock che si ritrova a cercare di capire quello che è accaduto, Sherlock che rimane ogni volta sorpreso di quanto John sembri fatto apposta per lui, perché qualsiasi cosa dice, qualsiasi cosa faccia per lui è qualcosa di unico e straordinario.

John che sembra riuscire a scalfire senza fatica ogni sua difesa, ogni muro che ha eretto, con pazienza certosina, da quando Victor se n'è andato. E forse anche prima, del resto eliminato Victor non aveva altri rapporti.

John riesce a scombussolargli il cuore in maniera differente da Victor, più totalizzante. È un'altra faccia dell'amore questa, non più un amore fraterno ma l'amore per un compagno, romantico, sensuale.

Perché John non è solo intellettualmente attraente per Sherlock, lo è anche fisicamente, e Sherlock vuole conoscere tutto di John ne ha la necessità.

L'idea del ritratto e il modo in cui hai inserito Mike, è molto bella.

Il nostro Cupido Johnlock ha scagliato la sua freccia anche questa volta. Una spintarella nella direzione giusta.

Ed ecco che John sa.
E lo dice chiaramente, dimostrando un certo acume nel capire.
Sherlock si sente con le spalle al muro e fugge, ma stiamo parlando di John Watson, e di certo se John vuole una cosa non si fermerà davanti a nulla, nemmeno se dovesse inseguirlo per tutta Cambridge.

Al prossimo capitolo, e come sempre congratulazioni!

Recensore Master
23/08/19, ore 16:55
Cap. 2:

Ciao!
Sono super felice di essere riuscita a recuperarmi in tempi decente il secondo capitolo, anche perché io penso di amare già tutto ciò e il risvolto che la situazione a piega. Ho apprezzato tanto l'introspezione su Sherlock, sia per quanto riguarda la questione "rapporti" con altre persone, che la questione "sesso". Riguardo quest'ultimo, Sherlock non è esattamente l'ultimo degli scemi, nel senso che sa come funziona e tutto, ma ovviamente non ha mai avuto un'esperienza diretta, e pensa che non potrà averne perché nessuno lo vuole (mi verrebbe voglia di abbracciarlo, è troppo tenero e insicuro). Per il resto, uno come lui, anche da bambino, non poteva che essere particolare: intelligente, sveglio ed estremamente curioso, forse anche troppo per gli altri. Poco inserito, con pochi amici, però allo stesso tempo sa di non essere un "santo", non è del tipo: "Io sono bravo e buono e sono gli altri ad e essere cattivi", perché anche lui, come abbiamo visto, sbaglia modo di approcciarsi e comportarsi, ed è giusto e naturale. E' un essere umano, tra l'altro è pure molto giovane, col carattere poi è ovvio che abbia degli scontri con gli altri. E poi c'è tutta la parte in cui riflette su John che mi ha fatto sciogliere, perché pensa addirittura che sia pazzo per avere il coraggio di approcciarsi a lui. Cioè, non proprio pazzo, ma sicuramente capisce che non è come gli altri. Lo giuro, ha troppo del tenero questa cosa. Mentre poi Sherlock si trova nella sua camera a rimediare, arriva la notizia che mi ha fatto letteralmente sparare coriandoli: John diventerà il suo nuovo compagno di stanza.........oh Sherlock, non te lo aspettavi vero? No, direi di no, infatti mette subito in chiaro le regole per una civile convivenza. John però non mi pare tanto intimorito. Tutta questa scena ha avuto un non so che di mistico, forse perché Sherlock è così cotto che diventa isterico senza accorgersene. E' TROPPO IC, SAPPILO.
E nulla, per oggi ho avuto il mio sclero quotidiano. Non vedo l'ora di andare avanti, a presto <3

Nao

Recensore Master
22/08/19, ore 20:21
Cap. 2:

Ed eccomi, con la mia solita calma serafica, a questo secondo capitolo.
Amo il modo in cui ci permetti di "leggere" i pensieri di Sherlock.
Non troviamo molti dialoghi in questo capitolo, ma questo ci permette a capire le paure di Sherlock e le sue incertezze.
Come le sue elucubrazioni mentali per cercare di capire perché uno come John, anzi proprio John, abbia deciso scientemente di parlare con lui, del fatto che per John Sherlock non sia invisibile questa e senz'altro una cosa che lui fatica a comprendere.
E anzi, trova un'unica soluzione a questo fatto. John dev'essere pazzo. Mi è sfuggita una risata quando l'ho letto. Certo, si rende conto che in realtà non lo è, ma non riesce comunque a credere possibile essere "visto" da lui.
E poi ecco che mentre sta pensando, ancora una volta, alla situazione, una sorpresa, qualcosa che lo terrorizza ma che comunque è un sogno che si avvera. John Watson è stato assegnato nella sua stanza, dividerà con lui i giorni e le notti.
È terrorizzato, impossibile non vederlo, è divorato dalla paura, ma anche dalla felicità.
E John che "ribatte" colpo su colpo spiazzando totalmente il giovane investigatore.

Davvero molto interessante questa tua storia e molto interessante il modo in cui hai deciso di raccontarla.

Al prossimo capitolo ❤️

Recensore Junior
22/08/19, ore 17:30
Cap. 2:

Eccomi di ritorno, con calma lascerò un pensiero ad ogni capitolo, perché sono corposi e c’è molto da dire, e anche perché la storia mi piace veramente tanto e merita che io faccia le cose per bene.
 
Vorrei innanzitutto aggiungere due parole riguardo la madre di Sherlock. Proprio questa mattina mi sono ritrovata a discutere su dei personaggi di un telefilm che vivono una situazione simile a questa da te proposta. Se un genitore è apprensivo, iperprotettivo e crede che il figlio sia rimasto fermo all’età di cinque anni senza crescere, dimostra una completa mancanza di fiducia nel ragazzo. Quest’ultimo a sua volta comincerà a non credere nelle proprie capacità diventando altamente insicuro. L’insicurezza di Sherlock non riguarda la propria intelligenza e le abilità nello studio, e nelle varie arti che pratica, quanto piuttosto nell’interazione con gli altri e la sfera emotiva. Mi sembra che il concetto sia spiegato in maniera limpida.
 
C’è un accenno sul metodo che Sherlock adotta per conservare nella memoria dei dati. Una piccola casa sull’albero, quasi pare ridicola di fronte all’imponente palazzo con infinite stanze che costruirà successivamente. Mi incuriosisce questa scelta della casetta sull’albero, non so se è casuale o ragionata, ma mi suggerisce l’idea di un luogo sicuro e appartato, nel quale il bambino può pensare in tranquillità e può essere quello che è, in totale libertà. Ancora una volta questo sembra avere a che fare col non sentirsi abbastanza. I genitori lo definiscono “troppo” in una delle frasi più dure e meglio riuscite del capitolo. E il piccolo Holmes è ferito da ogni definizione, perché quasi sicuramente ha provato ad adattarsi, a modificarsi per piacere ai suoi cari, senza però ottenere risultati. Questa è un po’ la storia infinita che caratterizza i genitori e i figli: se chiederai ai giovani ti risponderanno “io mi impegno” e se domanderai a quegli altri ti diranno “non fanno nulla”, e si, sto un po' generalizzando.
 
In questo quadro comincia ad essermi più chiara l’importanza di Victor, il quale è l’unico che ha prestato interesse a Sherlock e a non giudicare i suoi comportamenti. Credo che vivendo assieme fin da piccolissimi si siano semplicemente abituati a loro stessi. Un rapporto simile a quello che sviluppano due fratelli, quasi senza scelta. Perché Holmes ha trovato John e l’ha scelto. Un fratello te lo ritrovi accanto e basta, non puoi effettuare una cernita. La differenza tra Victor e Mycroft probabilmente è solo una maggiore empatia e un’educazione differente. Escluderei l’intelligenza, poiché non credo che il differente modo di concepire i rapporti umani abbia a che vedere con il quoziente intellettivo.
 
Per la faccenda di Sebastian Wilkes, il nocciolo della questione è a mio parere in “anche lui provava dei sentimenti”. Sherlock sa di aver sbagliato, di aver agito per vendetta (si sarebbe meritato anche di peggio quel Wilkes!), ma non è cattivo per natura, sta solo rispondendo ad un’offesa.
Qualche volta ho letto di azioni del genere non ben giustificate, come se Holmes vada in giro a dedurre totalmente a caso, come se non possa trattenersi dal dire il vero, e dato che la gente commette errori di continuo, alla fine si ritrova lui ad offendere gli altri. Assurdo. Scritto come l’hai fatto tu, invece, la situazione è completamente ribaltata: non c’entra nessun attacco improvviso di logorrea, è vero che Sherlock con un solo sguardo già ha capito cento cose, ma le dice solo se è utile farlo; nel caso specifico si difende e si prende una rivincita.
Tra l’altro Sherlock valuta bene anche con che tecnica prevalere sull’altro. Non lo prende a pugni perché sarebbe espulso e perché non sortirebbe nessun effetto, al contrario di certe parole avvelenate.
 
Questo Sherlock Holmes conosce i sentimenti, e conosce se pure in maniera teorica il sesso. Non ha paura di queste cose, e le vive e le dimostra, non le reprime. Non ancora per lo meno. Sarà per il fatto che ha solo vent’anni? In ogni caso è più bello così. Non dà l’aria di essere un tonto inesperto e algido. Certo, lui vede le cose in maniera particolare, è abituato a calcolare, scandagliare, catalogare. Vive di logica e ragionamenti. Ha provato a razionalizzare anche quello che prova nei confronti di John, prima considerando sia una cotta e poi un innamoramento. Questo però non sminuisce affatto la sincerità e la pienezza delle proprie emozioni.
 
Si tratta di prospettive. È questo il senso della citazione di questa volta, giusto?
Mi hanno insegnato che un quadro si esprime in due dimensioni. Le sculture per “viverle” abbiamo bisogno di tre dimensioni, e infine l’architettura ha bisogno anche della quarta dimensione, ovvero il tempo. Eppure questa mi è sempre sembrata una definizione assai riduttiva, e decisamente a sfavore di arti che non sono l’architettura.
Siamo tutti complicati e unici a nostro modo, Sherlock non fa eccezione. Per trovare un senso al proprio caos (quello interno si rispecchia all’esterno nelle condizioni in cui versa la camera nel dormitorio dell’università) bisognerebbe guardarsi, o trovare qualcuno che ci guardi, da un’angolazione differente. E qui arriverà John per il quale non è invisibile e che anzi come preannunciato probabilmente è già cotto a sua volta.
 
Di Watson non ho ancora detto nulla. Sappiamo poco al momento di lui, se non le cose di base come il fatto che pratica sport e un accenno alla famiglia nel capitolo precedente. Qui compare casualmente a condividere la camera con Holmes. Eppure la faccenda mi puzza. La stanza “sarebbe stata esclusivamente sua, salvo cause di forza maggiore”, non è che John ha reso volutamente inagibile la propria per finire a stare dal moro? Azzardo ipotesi.
Il povero Sherlock, immaginando di poter rimanere scottato da questa convivenza, perché lui è preso dall’altro e pensa di non poter essere ricambiato nemmeno per sbaglio, per non soffrire si chiude a riccio. Si mostra freddo e distaccato, mentre nei suoi pensieri vorrebbe dire l’opposto.
 
Io non so davvero cosa ci sia a fare l’avviso sul sito che vieta di chiedere solo di aggiornare. Sicuramente non l’hanno messo lì per me, che non riesco mai a contenermi e spero di non creare troppo disturbo. Ma con racconti come questo quasi ci sarebbe da fare un copia e incolla di tutto e dire “bellissimo” a ogni fine rigo.
A prestissimo,
K.

Nuovo recensore
21/08/19, ore 23:14

Eccomi finalmente, mi dispiace per il ritardo! Come ti ho già detto, leggo le ff prima di andare a dormire e poi ho troppo sonno per scrivere una recensione di senso compiuto... Ma lasciamo stare. Ti dirò la verità, quando ho visto che ci sarebbe stato il giallo ho pensato "mah, spezzerà il discorso sentimentale, la storia fra loro, la suspance?" E invece no no e no, innanzitutto è intrigante, poi introduce anche Mycroft o meglio la sua presenza fisica, perché ne abbiamo solo letto nei ricordi di Sherlock, e ciliegina sulla torta il riferimento al quadro è geniale! Poi, a volte mi scordo che qui si parla pur sempre di Sherlock Holmes, che è il giallo per eccellenza. Anche se molte ff sono bellissime senza casi da risolvere, nei libri canonici sono quelli il fulcro della trama! Nel frattempo si possono osservare i rapporti fra i personaggi ma in parte assai minore rispetto alle ff che cercano di soddisfare questa mancanza per fortuna! Scusa il panegirico, volevo solo dire che il giallo per me ci sta benissimo ed è anche funzionale allo sviluppo della loro storia, da una marcia in più! Mi piace anche che sottolinei l'intelligenza di John... Spesso sminuita... Che è anche uno dei motivi per cui Sherlock lo ama tanto come giustamente fai notare! Bene bene aspetto gli sviluppi... Che i nostri si sciolgano... Intanto intravedo i primi cambiamenti in Sherlock! Anche se non commento subito io leggo appena posso! Ora ho sforato l'orario limite quindi buonanotte 😘

Recensore Master
21/08/19, ore 18:00

Ciao Koa, finalmente riesco a leggere questo nuovo capitolo e a recensirlo immediatamente. Questa parte è completamente incentrata sul primo caso che Sherlock risolve insieme a John e devo dire che l'hai articolata benissimo, dosando introspezione, azione e giallo, il tutto con un pizzico di romanticismo. Sulla parte gialla non ho assolutamente nulla da dire, penso che tu l'abbia architettata in modo impeccabile.
Mi piace moltissimo la presenza costante e taciturna di Mycroft, che pesa su Sherlock come una zavorra, e ancor più quella di Lestrade, che è meravigliosamente IC e già lo amo. Me lo immagino, questo giovane yarder, che mette da parte l'orgoglio per affidarsi ad un ragazzo di nemmeno vent'anni, di cui si fida ciecamente e che ammira moltissimo.
Come sempre apprezzo davvero tanto quando scavi nel passato di Sherlock, in questo caso nella sua infanzia ma anche nel rapporto con Victor. E ho adorato la tua auto citazione in cui affermi che lui e Victor erano uno il prolungamento dell'altro. Stupendo. Ho adorato.
Eppure John è diverso da Trevor, lui è una persona socievole, che ha degli amici, che fa cose normali, da ragazzo della sua età, è il più bello della scuola, il più forte giocatore di rugby e l'idolo delle ragazze. Eppure è lì con lui, la prima persona con cui si ritrova a condividere un caso e che scopre essere esattamente sulla sua stessa lunghezza d'onda. John è intelligente, capisce i ragionamenti di Sherlock e si premura di fare le giuste domande. Il giovane Holmes non può certo restare indifferente di fronte a tutto questo e infatti scopre di amarlo ancora di più. Di amarlo adesso come non mai, di non aver in effetti mai amato nessuno come lui e che vorrebbe fare quello che stanno facendo in questo momento per tutta la vita. Loro due, insieme contro il resto del mondo.
John gli dà forza, sicurezza, e non lo fa sentire solo, anche durante l'alterco con Mycroft. Per un ragazzo come Sherlock, che afferma di non comprendere le persone, John dev'essere davvero un miracolo, così come i momenti meravigliosi che stanno vivendo e che a Sherlock sembrano degni del più romantico dei film, anche con un morto ammazzato da analizzare, anzi, forse proprio per quello.
Bellissimo capitolo, questa storia continua a piacermi moltissimo, John è meraviglioso e Sherlock non si può non amare.
Io già ci sto disegnando su, ti avverto! XD
Ultimo appunto. Ottima scelta per l'opera d'arte, è perfetta per un delitto in vasca da bagno, cosa che mi ricorda vagamente anche il film di Sherlock Holmes con RDJ, non so se è casuale come cosa, in ogni caso, approvo in pieno.
Complimenti per tutto e al prossimo aggiornamento ^^
Bacioni

Recensore Veterano
21/08/19, ore 13:23

Ciao Koa!
Non so perché, ma ho come l'impressione che la stesura di questo capitolo sia stata più difficile del solito! Scrivere di gialli, indagini, cercando di risultare convincente e descrivendo una scena del crimine, con prove, sospettati e deduzioni deve essere un'impresa.
Tu ci sei riuscita, e in particolare ho adorato come John intervenisse parlando sempre a proposito. Mi è piaciuta molto la trovata del telefono, il fatto che l'assistente poteva giustamente chiamarlo invece che venire fino a casa della vittima per avvisarla. John non è intelligente come Sherlock (e chi lo è, in fondo?) però si vede che è acuto e promettente. E poi è modesto e discreto, e questo mi piace. Non per niente ho apprezzato molto il fatto che sottolinei di non essere ancora un medico, quando è in ginocchio di fronte al cadavere. Sarà che ho conosciuto studenti che si sentivano già dei primari...
Mi è piaciuta anche l'interpretazione di Mycroft, credo proprio che in una riga hai riassunto la sua essenza: Mycroft è geniale ma troppo pigro per unire i puntini. Esatto, non avrei saputo dirlo meglio.
Lestrade che tira fuori il suo diligente taccuino per spiegare loro i dettagli fa quasi tenerezza. Cioè, lui è normale, poveretto, solo che si trova circondato da dei geni che lo fanno apparire come un idiota, ma non è idiota ahah
Il gatto come testimone oculare è fantastico! Ci avrei scommesso che fosse lui, è una stranezza che si addice molto a Sherlock e sono curiosa di vedere se e come lo interrogherà (se riesci a inventarti un qualche stratagemma ti faccio i complimenti fin d'ora!).
Niente, anche questo capitolo mi è piaciuto, è scritto benissimo e molto dettagliato! A questo punto sono curiosa di sapere chi è l'assassino (potrebbe anche essere l'insospettabile governante cinquantenne!).
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Ecate

Recensore Master
20/08/19, ore 22:15

Dopo essere tornata a casa inizio con recensire questa storia. L'ho iniziata da un po' e seguo con interesse gli aggiornamenti, e adesso riesco a commentarla.
L'inizio già incuriosisce e ci mette subìto in sintonia con Sherlock. Ho trovato molto bella la parte in cui analizza il suo amare stare al centro dell'attenzione da bambino e di come la cosa sia cambiata ora. Lui è un giovane, intelligentissimo, studente. Bullizzato da giovani imbecilli che non capiscono il fatto che, se davvero lui volesse, non potrebbero fare i bulli per molto.
L'attrazione verso il giovane Watson è evidente, la bellezza di Sherlock è che non mente a sé stesso. Analizza da lontano quel ragazzo così brillante, così bello, così perfetto. Così diverso da sé. Convinto che potrà continuare a osservarlo e analizzarlo al sicuro dalla sua postazione. Ma John lo sorprende, una cosa in cui - bisogna ammettere - sembra avere un certo talento. Si avvicina e, senza tanti giri di parole, gli dice che lui lo vede benissimo.
"Di sicuro, invisibile, non lo sei per me." forse questa frase racchiude tutto quello di cui Sherlock ha bisogno.

Con calma arriverò anche negli altri capitoli 😂 che da quello che ho letto sono uno più bello dell'altro, non che avessi dubbi in proposito.

Giusto un'ultima cosa, Amore e Psiche è uno dei miei miti greci preferiti, non so quanto la cosa c'entrerà con la storia (anche se questa storia "non sarà Amore e Psiche" 😂) ma volevo renderti partecipe.

Recensore Master
18/08/19, ore 20:45

Buonasera <3
Lo so, avrei anche l'altra storia da finire (e difatti la concluderò, alla fine mi mancano solo tre capitoli), ma era da ieri che ero troppo curiosa di cominciare quest'AU. In realtà ero incuriosita già da quando avevi iniziato a pubblicarla, quindi eccomi qui. Per farti capire quanto mi sia piaciuta, ti dico che ero stesa a letto che leggevo, poi mi sono alzata e ho detto: "Devo recensirla adesso, è troppo bella". E infatti, non ho atteso oltre. Amo le storie scolastiche o comunque in contesto universitario. La cosa bella delle tue AU è che i personaggi sono sempre loro, così riconoscibili. Sherlock in versione studente è esattamente come lo immaginerei. Un genio, bravo nella chimica, nella scherma e nel violino, tuttavia un genio incompreso. Pare non esserci nessuno in grado di capirlo fino in fondo, eccetto per Victor. Lui non comparirà fisicamente, ma io già amo l'idea che sia un amico così speciale per Sherlock, l'amico che lo incoraggia a vivere la sua vita senza ascoltare nessuno. Vuole fare il consulente investigativo, ma nessuno pare prenderlo sul serio, Victor invece sì, anche se adesso è lontano, sono sicura che è un sostegno costante. Cosa più importante, Sherlock sa di essere gay, o per meglio dire, a lui le etichette non piacciono (e in questo sono d'accordo), ma sa che certamente le ragazze non gli interessano. Poi non ha neanche mai avuto una storia, l'unica cosa che si avvicinava all'amore era l'affetto per Victor, che è come un fratello, ma non solo. Sherlock si dimostra sprezzante verso l'amore, quando chiaramente cerca di nascondere la paura di un rifiuto. E chi è il soggetto dei suoi pensieri? Ovviamente John Figo Watson, di cui mi sono innamorata già in questa versione da giocatore di rugby. Il come hai parlato della cotta di Sherlock per lui è stato molto delicato, mi è piaciuto tanto, perché alla fine si parla del vero primo amore, esperienza bellissima quanto fragile.
John, ripeto, lo amo. Credo abbia fatto prendere un mezzo infarto a Sherlock quando gli ha parlato e si è tolto la maglietta, così, come se fosse a casa sua xD
E' diventato timido e super impacciato davanti a lui. Mi ha fatto tenerezza il suo sentirsi invisibile. E quando John gli ha detto che per lui di certo non è invisibile, mi sono sciolta. Certo che è cotto, si vede, e sono curiosa di capire il come quest'innamoramento è arrivato. Con queste storie io divento euforica come una ragazzina, non vedo l'ora di poter andare avanti <3
A presto **

Nao

Recensore Junior
17/08/19, ore 17:27

Ho letto questi primi capitoli di un fiato e sto adorando la storia in tutti i suoi aspetti.
I capitoli sono lunghi, questo si, ma capisco anche che tradurre in fic il cervello di Sherly sia molto difficile.
Spero le cose si muovano presto, io adoro questa coppia anche per il mio infinito amore per John, che tu hai rappresentato con questo scattante mediano, estremamente attivo e sicuro. Forse solo con Sherlock si innervosisce e, dio, adoro tutto!
Al prossimo capitolo, allora
-Jo

Recensore Master
16/08/19, ore 16:04

"Di solito lui correva per inseguire: un ladro, un assassino, un’idea. [...] Fuggiva arrabbiandosi, strepitando o arrampicandosi su un albero. Delle volte anche sugli specchi."
Buon pomeriggio tesoro. Arrivo in ritardo causa Ferragosto con suocera, scusami. Come già sai mi piace leggere e recensire con calma, soprattutto se il capitolo è ricco e ci sono tante cose da dire, nel tuo caso sempre. ;)
Ho iniziato citando quel passaggio che ho trovato davvero bellissimo, fluido e calzante, perfetto per accompagnarci nella corsa a perdifiato di Sherlock.
Mi è piaciuto molto il fatto che John sia perfettamente tranquillo, uno volta che lo raggiunge, come se non fosse stato affatto sconvolto dall'essere ritratto seminudo dal suo coinquilino. Anziché parlare di quello, la conversazione finisce sui difetti del ritratto, quasi che non fosse rilevante il motivo di quel disegno. Mi ha stupito molto questa cosa. E da lì Sherlock pare non riuscire più a fermarsi, iniziando a parlare, confessando ciò che davvero pensa di John. Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui l'ha letto in profondità, perché effettivamente ora sta iniziando a conoscerlo davvero e si rende conto che i sentimenti che prima provava per lui non erano affatto profondi come quelli che sta iniziando a provare adesso, erano dati più che altro da un attrazione fisica, dalla conoscenza del lato più superficiale del bel giocatore di rugby, mentre ora Sherlock ha iniziato a scoprirne le piccole manie, i difetti e le abitudini più semplici, innamorandosene ogni giorno di più. Sherlock ha capito che c'è molto più della prorompente sensualità e dei modi gentili in John Watson, ora sa che anche lui ha rapporti difficili con la sua famiglia, anzi, forse la sua situazione è peggiore di quella di Sherlock, che almeno ha Mycroft, nonostante tutto. Sa che c'è una fame d'azione e adrenalina che in qualche modo nutre con lo sport, così come lui fa con i casi da risolvere. E gli dice anche questo, lasciando John completamente scombussolato ma al contempo portandolo ad ammettere che sì, ha ragione, che in fin dei conti non è lui il cavaliere dell'armatura splendente che deve salvare Sherlock, forse devono farlo a vicenda, perché alla luce di tutto ciò loro due sono uguali.
E Holmes per poco non scoppia di felicità a questa nuova consapevolezza, se non fosse che il telefono squilla ed è proprio un caso.
A questo punto è diventato tutto ancora più bello, sono stata troppo felice quando Sherlock gli ha chiesto di andare con lui.
Ciò che ho amato più di tutto, e mi pare anche superfluo sottolinearlo ma lo faccio lo stesso, è il modo in cui Sherlock si rende conto di amare ciò che in John le altre persone non riescono ad apprezzare o a comprendere, esattamente come John fa con lui. Anche in questo sono uguali e a tal proposito approvo in pieno la scelta dell'opera d'arte e il significato che hai accostato a questo capitolo. Solo John e Sherlock riescono a scorgere ed amare la meraviglia che si cela nell'altro, in quelle caratteristiche che nessuno pare scorgere e di cui, nei rari casi in cui vengono viste, le persone
rimangono più sconvolte che ammirate.
Ho sorriso molto per il sarcasmo di John nei confronti di Mycroft, questo modo di fare lo rende sempre molto IC, perché sappiamo bene che ironia e sarcasmo sono armi che nella serie non smette mai di usare.
Ora sono davvero curiosa di scoprire come vorrai portare avanti il caso, da quello che ho letto su fb penso che nel prossimo capitolo ti concentrerai sulla parte gialla e non vedo l'ora di veder collaborare questi due, finalmente! *__*
Insomma, bel capitolo, complimenti per tutto.
Spero di non aver dimenticato niente, ho un mal di testa tremendo, se mi dovesse venire in mente qualcos'altro correggo. Anzi, scusa se non è scritta benissimo, non sono al meglio ma spero che il concetto base sia chiaro: mi sta piacendo sempre di più questa tua storia!
Un abbraccio
S.

Recensore Veterano
16/08/19, ore 14:38

Eccomi, eccomi, eccomi!
Allora, questo capitolo mi è piaciuto da morire e mi è piaciuto il modo in cui ti sei pienamente collegata alla serie tv, ossia al principale tema delle indagini condotte da Sherlock e John. È stato davvero soddisfacente leggere quel "vieni con me?" , "come prego?" perché ti sei inserita nel cuore della serie tv in modo discreto ma davvero ben riuscito.
Stupendo è stato anche il monologo di Sherlock, ti è venuto meravigliosamente e mi sembrava che fosse proprio Sherlock a parlare, con quel suo tono di voce basso e pacato, ma al tempo stesso nervoso e veloce. John come sempre ha reagito in maniera diplomatica, con una calma che in pochi potrebbero vantare. E anche qui si capisce quanto sia perfetto per Sherlock e quanto lo stimi. Lo capiamo anche dal telefilm, dai vari "eccezionale" che John gli rivolge dopo che ascolta le sue geniali deduzioni, e sono stata contenta di leggerli anche qui, perché noto che stai cercando di mantenere quanta più continuità possibile con la serie, e ci stai riuscendo! Non riesco nemmeno a immaginarli giovanotti, tanto sono identici agli originali.
Ciliegina finale è Mycroft, deliziosamente pungente e sarcastico, che alla fine intuisce i sentimenti del fratellino per John. Adesso voglio proprio vedere come sarà il confronto tra i due e come reagirà Sherlock.
John comunque mi è piaciuto particolarmente in questo capitolo. Sia perché all'inizio non ha aggredito Sherlock con domande scomode relative al disegno, per non metterlo in imbarazzo, sia perché è riuscito a mettere a tacere quella lingua biforcuta di Mycroft, e diciamolo, non è da tutti. Direi che la cotta di Sherlock sia perfino peggiorata ed è bello come lui si renda conto che il suo non era un vero e proprio amore, ma solo un'attrazione spicciola, in confronto a ciò che prova ora che l'ha conosciuto davvero.
Complimenti, ribadisco che la storia è bellissima.
Alla prossima,
Ecate

Recensore Master
12/08/19, ore 16:03

Eccomi qui! Come sai ho letto appena hai aggiornato ma ci sono talmente tante cose da dire che ho aspettato di avere un po' di tranquillità per recensire con calma.
Inizio col ribadire che ADORO l'AU che hai creato, è perfetto secondo me e i personaggi ci si adattano in modo impressionante.
Si vede tantissimo che molto di ciò che descrivi ti appartiene, hai donato una parte di te a Sherlock e gli calza benissimo, è come conoscerti un po' di più ad ogni capitolo e non può che farmi piacere.
Ovviamente so bene che non è totalmente una tua proiezione ma alcune cose che dice o che prova, e che emergono dall'introspezione, mi fanno pensare inevitabilmente a te.
Per quanto riguarda John, qui finalmente iniziamo a conoscerlo e capirlo un po' di più.
Spero di ricordarmi tutto quello che ho da dire perché sono davvero tante le cose su cui ci sarebbe da soffermarsi.

La convivenza forzata diviene man mano una routine, John non è così fastidioso, anzi, è pulito, ordinato e discreto, talvolta anche gentile e Sherlock resta spiazzato da questa cosa, perché l'unico termine di paragone che ha, in quanto a dividere lo spazio vitale con qualcuno, è quello con suo fratello. Mi pare chiaro che come esperienza non sia nemmeno lontanamente simile a quella attuale, visto che Mycroft è quello che è (lo si ama comunque, eh) e non faceva che lamentarsi di lui e di tutto ciò che faceva.
Insomma, Sherlock si ritrova ad assecondare, senza sentirsi infastidito, le poche richieste di John, che vanno dal non fumare in camera al non girare nudo come se niente fosse. E mi pare ovvio che la seconda richiesta l'abbia fatta proprio perché il suo (((bellissimo, bianco e longilineo))) corpo non gli è indifferente. ;)
Come ti accennavo nel messaggio, mi è piaciuta moltissimo la scena in cui Sherlock prepara il tè e finalmente si guardano negli occhi. Il discorso di Sherlock, la rabbia e la delusione al pensiero che nemmeno John Watson riesca a capire qual è il problema, le ho trovate espresse molto, molto bene, d'altronde posso comprendere John, non è semplice leggere nella mente di Sherlock all'inizio, bisogna riuscire a decifrare il suo modo di pensare e di sentire, prima di poterlo conoscere davvero. Spesso si tende a dare per scontato che chi è convinto di non piacere agli altri non piaccia nemmeno a se stesso, invece nel caso di Sherlock non è così, lui sa di essere geniale, di bella presenza, ecc, però sa anche di non piacere agli altri e teme che anche il suo coinquilino finirà col non sopportarlo. A questo punto John ha fatto esattamente ciò che speravo, gli ha confessato quanto lo trovi fantastico e quanto vorrebbe essere suo amico. Mi è piaciuto il fatto che si sia infervorato, insomma, sappiamo quanto sia fomentino, quindi l'ho trovato molto da lui.
Così come Sherlock che è rimasto così per tutto il giorno, senza muoversi, a fissare il vuoto. Fantastico.
Ah! Ho apprezzato anche che John sia stato così sincero da non negare che sì, Sherlock ha dei difetti, ma non per questo vuole andarsene e anzi, vorrebbe tanto restare a vivere con lui.

Mi ha fatto piacere che tu abbia citato Il Barone Rampante, l'ho trovato molto pertinente, soprattutto per come l'hai accostato a Sherlock, quindi bravissima.
La seconda parte del capitolo vede Sherlock che tenta di scendere nuovamente da quell'albero, così come aveva fatto per Victor,ascoltando il richiamo dell'amore, un amore che ora, in forma diversa, sente per John.
Il disegno è bellissimo, davvero, complimenti all'autrice perché è davvero ben fatto, e se penso che in questa storia sia stato Sherlock a tracciare quei contorni non posso non trovarla una cosa estremamente erotica.
Quando si disegna qualcuno che si ama e si desidera ardentemente, tracciarne le linee del corpo è un po' come accarezzarlo, si può indugiare a guardarlo senza vergogna, si può immaginare ciò che in realtà non si è mai visto, insomma, capisco perché Sherlock si sia voluto cimentare in quest'opera d'arte. Opera che poi non gli piace più, perché non rende giustizia alla bellezza impareggiabile e unica di John e quindi via, nel secchio.
Ora, benedetto Mike Stamford! grazie al cielo il nostro cupido non ci delude nemmeno qui, lui lo dice a John, che il ritratto di cui tutti parlano e di cui nessuno conosce l'autore è stato fatto proprio del suo coinquilino.
Durante il breve confronto tra i due, al tavolo della mensa, ho trattenuto il respiro per tutto il tempo, curiosa di sapere che cosa John sapesse. Bellissima sorpresa il fatto che gli abbia spiattellare ogni cosa, senza peli sulla lingua.
E a questo punto Sherlock non può far altro che scappare, con John che però lo segue immediatamente. Oddio, sono troppo curiosa di sapere cosa accadrà ora! *__*
Mi sta piacendo talmente tanto il modo in cui stai gestendo questa storia che ho dovuto dirtelo a caldo, spero di aver fatto bene.
E spero di non aver dimenticato niente di quello che volevo dire!
La amo. Si sarà capito. Ti faccio tanti complimenti e aspetto con trepidazione il seguito! Sento che stanno arrivando cose belle...
Grazie per avermi fatto cambiare idea sugli AU anche stavolta :)
Bacioni
S.

Recensore Junior
12/08/19, ore 14:48

Effettivamente la lunghezza c'è, ma non è un problema quando si tratta di capitoli di questo tipo. 
Ben rivista, e così presto! Cavalca l'onda dell'ispirazione finché puoi, si sente davvero la passione che ci metti dentro. Mi fa piacere anche vederti così industriosa, soprattutto considerando che ciò che pubblichi non è banale tantomeno ovvio o prevedibile, mi sembravi un pò meno fiduciosa del solito in principio, sono felice di essermi sbagliata. 
Tornando al capitolo. Sí, bello lungo, ma me lo sono letta con calma per godermelo il più possibile. È stato bello vedere lo stadio iniziale di coinquilini che conosciamo bene, e l'abituarsi, per Sherlock, alla nuova vicinanza di John, o meglio, di una persona gentile e carina, che non lo infastidisce, non lo tormenta, ma anzi, gli fa persino il tè. E ho gioito di tutto cuore quando, finalmente, Sherlock ha fatto un passo verso John e glielo ha preparato lui, il tè. La conversazione che ne è subito seguita ci ha mostrato il lato più intimo ed essenziale di Sherlock: decisamente autoconsapevole, ma sfiduciato da ciò che potrebbe trovare ai piedi dell'albero. Mi riallaccio al parallelismo che hai costruito con uno degli autori che amo di più nel panorama italiano, tra l'altro; forse la differenza di concezioni letterarie del nostro mondo rispetto a quello inglese (ma neanche poi tanto eh, però sono sempre stata abituata, sbagliando, a pensarli separati) mi ha disorientata all'inizio; ma leggendo mi hai mostrato una lettura a cui non avevo pensato e che mi è molto piaciuta. Ed è anche una similitudine che riassume in poche parole cose che ci vuole una serie intera a chiarire: Sherlock ha solo bisogno di qualcuno che non si fermi alle apparenze e lo tiri giù dall'albero. Victor, che non vediamo ma che è una presenza fortissima qui, ci era riuscito con una semplicità infantile; John avrà un pò di più da lavorare, perché proprio Victor ha lasciato tracce indelebili in Sherlock. Oltre alle sue, ovviamente, ci sono le tracce di sua madre e di Mycroft, che apprezzo in questa versione, lungi dall'essere il fratello geniale che non sbaglia mai, anzi. 
Tuttavia, tracce a parte, Sherlock sa bene cosa vuole, sa che è innamorato perso di John, sa che lo desidera in tutti i modi possibili ed immaginabili (il sospensorio e il pallone da rugby troppo grandi sono veri tocchi di classe), sa che quello che provava per Victor era altrettanto forte ma neanche lontanamente paragonabile, quello che non sa è che John, quasi sicuramente, prova lo stesso per lui. 
Mike Stanford è l'anello di congiunzione tra questi due, lo è sempre stato e sempre lo sarà, che si tratti di presentarli o di trovare un bel disegno nella pattumiera, semplicemente perché è un buon osservatore, come nota Sherlock stesso, e vede cose che agli altri sfuggono. Hai ragione riguardo alla fanart, me ne sono innamorata anche io, Sherlock è decisamente troppo severo con sé stesso. Mike in certi momenti è un gran pettegolo, ma si ritrova ad essere provvidenziale. Se non altro risparmia giorni, settimane e forse mesi di dubbi e viaggi mentali. E a John, posso dedurre, che l'idea di questo tipo di ammirazione non dispiace per nulla. Se solo Sherlock notasse certi particolari: la sua nudità che mette in imbarazzo John; il fatto che sapesse ancor prima di intavolare il ragionamento sul ritratto, e che non ne fosse per nulla turbato; la premura con cui l'ha medicato dopo l'incontro di boxe; ma lui no, lui ha paura (però è comprensibile) e se la da a gambe. Mi è anche molto piaciuto come hai deciso di chiudere il capitolo: mi hai lasciato la suspance, che come dice Dan Brown è la promessa di ciò che avverrà, ma non mi hai lasciata lì a rodermi sulla possibile reazione di John. E nonostante so che John corra dietro al fuggitivo Sherlock, sono ancora piena di curiosità su cosa succederà. 
Mi sto molto appassionando, si sarà intuito. Ti lascio ancora i miei apprezzamenti e spero di rivederti e rileggerti presto!

Recensore Veterano
11/08/19, ore 13:58

Eccomi qui, sei davvero un fulmine, e mi fai piacere che hai questa carica perché la storia è bellissima e sempre più avvincente.
Mi è piaciuto sia il paragone con il Barone Rampante, libro che ho letto e che ritengo davvero troppo sottovalutato, sia, ovviamente, la storia del disegno. Sono rimasta a dir poco di stucco quando John alla fine gli ha detto di conoscere la verità. Non oso immaginare l'imbarazzo di Sherlock, il timore e tutto il resto. Roba da seppellirsi, anche perché lui è prevenuto, è convinto che John sia etero o comunque crede di non avere speranze con lui, senza contare che teme anche di perderlo come amico. E invece... Il fatto che John lo abbia inseguito mi rassicura e mi fa ben sperare <3
Poi John è cotto, ora sì che mi è evidente. Sia per il modo in cui ha reagito di fronte a Sherlock nudo, sia per le parole di conforto che ha avuto, per non dire quel "fantastico" pronunciato con tanto imbarazzo e rossore.
E Sherlock, il mitico genio della deduzione, non l'ha notato. È talmente convinto di essere odiato dalla gente che non vede le cose evidenti. Ma in fin dei conti tutti i geni si perdono nei bicchieri d'acqua. Sguazzano nei rebus, risolvono l'irrisolvibile ma quando si tratta dell'ovvietà, si perdono... O almeno questo è quello che ho notato io frequentando certe persone.
Quella regina di Mycroft mi è sempre stato particolarmente simpatico, e qui vale lo stesso. Io pure penso sempre a mangiare, posso dire con gioia e onore di avere qualcosa in comune con uno dei fratelli Holmes xD
Ultima cosa, questa frase mi ha fatto davvero ridere "Oh, Sherlock adorava essere migliore di Murray. Chiunque fosse questo Murray era stato tanto stupido da farsi detestare da John Watson. Povero patetico Murray".
A presto e al prossimo aggiornamento, mi raccomando continua così!
Ecate