Recensioni per
Cambia o muori, ricordi?
di Nina Ninetta

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
04/06/20, ore 23:11
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Butterfly Effect" di _Vintage_ [1/3]

Carissima Nina, finalmente eccomi qui a recensire la tua storia - spero di non essere troppo in ritardo.
La premessa è che come sempre riesce a catapultare il lettore in una realtà che sembra essere così plastica d'apparire reale. Questa volta, tuttavia, la cosa è resa ancora più realistica dall'incredibile lavoro descrittivo che hai fatto, che trovo oltre che preciso anche accurato e affascinante: ci descrivi una Napoli all'insegna degli anni Novanta, con le sue caratteristiche più squisite e peculiari, sottolineando non solamente l'aspetto puramente negativo, ma anche l'alone nostalgico e malinconico ch'è tipico del Mezzogiorno, con i suoi contorni più folcloristici.
A questa tua notevole e incredibile descrizione - davvero i miei complimenti - si affianca una protagonista dai connotati decisamente particolari: Annalucia è una tipa sui generis, decisamente un carattere forte e deciso, forse anche troppo. Si presenta subito come una donna sicura di sè e consapevole di ogni cosa che fa, perfino nella scena in cui descrivi i baffi di Giuseppe - che ho trovato davvero molto d'effetto proprio perché ricalca il modo con cui nota ogni singolo particolare. Tuttavia, proprio per via di questa personalità prorompente e titanica, la tua protagonista appare sin da subito come una persona stizzita, cinica e forse anche un po' scorbutica. Lo dico proprio francamente: ho apprezzato moltissimo questo tuo modo di delinearla, mi sono stancata di tutte queste protagoniste brave, belle e buone! xD
Annalucia mi piace proprio per via di questo suo caratteraccio: per me è sempre sinonimo d'un notevole spessore emotivo, cosa che mi è piaciuta un sacco.
La storia, ovviamente, non mi sarei mai aspettata che cominciasse già in maniera così tragica: la morte di Rosa e Alberto giunge come un fulmine a ciel sereno e la cosa grave è che non si comprende la gravità della situazione fino a quando non si legge di quel piano -1 che lascia subito intuire il peggio. 
Anche qui descrivi le situazioni in maniera così reale da far impallidire tutti: le emozioni sembrano come dipinte sui tuoi protagonisti, in particolar modo di Assunta quando la chiama "la mia bambina". E' davvero straziante come scena, perché rende perfettamente l'idea di una morte orribile e ingiustificata, una morte a cui una signora così non potrebbe mai abituarsi - e chi d'altronde ci riuscirebbe?
La reazione di Annalucia, al contrario, appare come una di quelle tante persone che forse non è neanche riuscita a razionalizzare bene quanto accaduto, salvo poi preoccuparsi quando comprende che tutti sono convinti che sarà lei a prendersi cura del piccolo Samuele.
Anche qui, la sua reazione mi è piaciuta molto: non l'hai resa un banale stereotipo che accetta passivamente la situazione, ma addirittura gliela fai rifiutare, lasciandola ferma sulle sue decisioni al punto da litigare con Giuseppe, il quale si dimostra più deciso e a tratti anche inquieto del modo di fare di sua moglie, arrivandola addirittura a minacciarla.
Non vedo l'ora di sapere come continuerà, a presto!

Ever/Vintage
 

Recensore Master
16/02/20, ore 10:53
Cap. 1:

Seconda classificata al contest "L'enigma dell'Uroboro"


Stile: 9/10
Lo stile mi è piaciuto molto. È l’abito su misura per i personaggi, l’ambiente e l’atmosfera della storia perché ne riflette l’essenza. Ho apprezzato in particolare i dialoghi, tutti riuscitissimi, capaci di comunicare molto più di quanto espresso in senso letterale. Anche le espressioni in dialetto mi sono piaciute — nonostante non spasimi per il napoletano, il che dovrebbe essere un ottimo feedback per uno scrittore! — perché aiutano chi legge a calarsi ulteriormente nel contesto della storia e a dare ulteriore spessore ai personaggi, le ho trovate tutte molto azzeccate. Stesso discorso per le descrizioni, altrettanto efficaci.
 

  • Il maresciallo Pontini li stava attendendo con altri due carabinieri in borghese all’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli. Non ebbe neanche bisogno delle presentazioni ufficiali per capire che fossero i parenti meridionali di Alberto Quaglia. Avevano l’aria frastornata e un corno rosso come portachiavi
    Lo stile è prevalentemente semplice nella forma, eppure sul piano contenutistico suggerisce tutta una serie di significati in poche righe. È l’aspetto che ho preferito.Ci sono alcune immagini che mi hanno colpita per la loro forza espressiva, come “Le grida di Assunta riecheggiarono nell’obitorio simili a bombe in un paese abbandonato” — benché, non volermene a male, creda che Assunta sia il nome più brutto del creato —, stesso discorso per le descrizioni dei quadri di Friedrich, per i forti rimandi sensoriali a sapori, odori, suoni della città, del mare e dei personaggi stessi. Credo tu abbia saputo amalgamare bene introspezione, descrizioni e dialoghi, dando a ciascuno il giusto  peso e il giusto respiro, senza mai annoiare. In particolare mi complimento per i dialoghi di Andrea, perché riescono tutti a comunicarci di volta in volta una nuova sfumatura del personaggio, sia nel modo in cui si approccia alla vita che ad Annalucia — geniale quel “Io sono figlio unico”! Non ti ho dato il massimo perché in alcuni punti il testo non scorreva in maniera fluida come al solito. In particolare ti segnalo questo periodo. “Qualcosa in lei si era spezzato in quei giorni, sebbene non avesse mai avuto un rapporto idilliaco con la cognata, troppo diverse per andare oltre l’educazione e il rispetto tipico dei parenti, la sua morte l’aveva sconvolta.”: non è chiaro cosa intendi dire (non andavano d’accordo e il loro rapporto si limitava soltanto ai convenzionali “buongiorno/buonasera”?), ti suggerisco di rivederlo nella sua interezza, soprattutto nella parte che ho messo in corsivo. In ogni caso complimenti, in particolare per l’efficace uso dello show don’t tell!



    Titolo: 4/5  
    Il titolo mi è piaciuto parecchio, complimenti. Non ti ho dato il massimo perché a primo impatto non mi ha trasmesso la stessa forza che mi ha comunicato a fine lettura. Quel “ricordi?” crea sì un’ulteriore sfumatura di significato, tingendo l’intero titolo di una malinconia lontana e soffusa che si riallaccia alla storia di Annalucia e Andrea, ma penso che se non ci fosse attirerebbe più lettori. Io per gusto personale avrei preferito infatti un semplice “Cambia o muori”: secco, diretto, senza sconti, perfetto per comunicare il dramma di due protagonisti che vedono un’unica strada per sopravvivere e al tempo stesso un invito a leggere per saperne di più. Ad ogni modo l’ho comunque apprezzato, lo reputo decisamente pertinente alla storia.



    Caratterizzazione personaggi: 15/15
    Splendida, non ho assolutamente nulla da ridire. Ogni personaggio è ben soppesato e presentato, dai protagonisti alle figure più marginali come il bidello Mario o la coppia Franco e Assunta — come non citare quest’ultima mentre invoca San Gennaro col rosario tra le mani? Ognuno di loro è realistico nei propri pregi e difetti, nelle azioni e nelle intenzioni, a prescindere dal grado soggettivo di simpatia/antipatia che si può provare nei loro confronti. Per me i protagonisti di questa storia sono tre. Annalucia, Andrea e Napoli, perciò spenderò due parole anche sulla città.  Napoli fa da sfondo alle vicende, ma sembra viva (e morta) a sua volta, come una persona in carne e ossa. Ne hai rappresentato la bellezza e la bruttezza con pennellate precise, creando un effetto climax che investe l’intera storia. In questo ha giocato a tuo favore la scelta delle immagini stilistiche, tutte molto rappresentative nella loro sincerità disarmante e nell’assenza di fronzoli.
    Annalucia è un personaggio a tutto tondo di cui poco a poco impariamo a conoscere non solo la realtà quotidiana, ma anche l’interiorità. L’ho apprezzata sotto ogni punto di vista: è vera in ogni suo pensiero, gesto e parola. Sono questi i tipi di personaggi che preferisco, quelli che tramite le righe riescono a comunicare la vita reale, quelli che si fanno amare e odiare per quanto sono ben ideati. Lei è senz’altro degna di spessore. La sua visione della vita e del mondo in generale emergono chiaramente dal testo. Annalucia è una donna perspicace, apparentemente fragile, eppure così forte da lasciare senza fiato. Da lettrice ho assistito alla sua crescita e alla sua maturazione di una nuova consapevolezza di sé col sorriso, perché Annalucia, seppur inizialmente indecisa sul da farsi, non ha mai rinnegato le proprie scelte ed è sempre stata estremamente sincera con se stessa: sapeva di non volere un figlio, sapeva che il suo amore per il marito era finito, eppure non è scappata da queste scomode verità, rifugiandosi in illusioni o ripensamenti. Annalucia è andata avanti, ha lasciato Napoli, il marito, Samuele e persino Andrea per trovare la propria strada, dimostrando grande amore e fiducia prima di tutto verso se stessa. Ho trovato il suo personaggio estremamente riuscito. 
    Andrea è il co-protagonista della storia, ma per certi versi il vero, unico protagonista. Un ragazzo appena maggiorenne, apparentemente il classico pischello che fa ridere e nulla più. Invece bastano poche battute e descrizioni per capire che c’è molto di più. Agli occhi di Annalucia lui è “diverso”, a tratti senza tempo, capace di sembrare al tempo stesso l’adolescente che è — quando le si dichiara — e un uomo, dotato di un acuto spirito d’osservazione, di una maturità e di un’empatia spiazzanti — «Perché ti piace questo pittore? È triste, parla di morte.» è solo un esempio che cito, ma ci sarebbe da citare quasi tutto quello che dice, perché sei riuscita a mostrarci nitidamente le sue innumerevoli sfaccettature attraverso ogni battuta, senza che Annalucia lo mettesse comunque in ombra. Andrea si prende il proprio spazio di co-protagonista con forza. È l’unico che sembra in grado di ascoltare e di voler capire Annalucia fino in fondo, nonostante la distanza sociale, l’età e tutti gli altri ostacoli. Anche il rovesciamento di ruoli mi ha sorpreso. Andrea è l’alunno problematico, Annalucia l’insegnante, eppure alla fine dei conti vediamo che è l’insegnante a beneficiare maggiormente dell’aiuto dell’alunno, a dimostrazione del fatto che si può imparare sempre qualcosa da chiunque. Ti faccio tanti complimenti anche per lo sviluppo della coppia. Non è facile dare voce a una simile realtà in maniera credibile, evitando noiosi cliché e le solite banalità, eppure ci sei riuscita benissimo. Una caratterizzazione coi fiocchi sotto ogni punto di vista!



    Sviluppo del tema: 5/5
    Mi è piaciuto moltissimo come hai interpretato il tema del contest. La situazione iniziale è quella di un cambiamento improvviso che stravolge in negativo la vita della protagonista — la morte di Rosa e Alberto, che provoca l’arrivo di Samuele e la crisi matrimoniale con Giuseppe —, mentre quella finale invece ci parla di un cambiamento in positivo. Le parole di Andrea sono estremamente significative: «Lui ha scelto la sua vita, perché non puoi scegliere la tua? Cambia o muori, ricordi?» è la sintesi perfetta non solo della tua storia, ma anche dello sviluppo del tema. Annalucia vive una vita che non le appartiene, con un figlio non cercato e non voluto, un marito che non ama più. È morta dentro, e le serve una rinascita. L’unico che sembra volerla capire è un ragazzo appena maggiorenne, Andrea, che sorprendentemente la sa ascoltare meglio di chiunque altro, meglio di un adulto o di un familiare. È grazie a lui che Annalucia decide di prendere in mano la propria vita e di cercare la propria felicità, ma la spinta verso il cambiamento parte prima di tutto da se stessa, un aspetto che ho apprezzato tanto. Nel momento in cui in sogno Annalucia varca l’abbazia nel querceto lo fa senza paura, sorridendo, perché “Morire è come nascere: solo un cambiamento”.  Il concetto di rinascita non solo è l’aspetto associato all’Uroboro che preferisco, ma anche quello che ritengo più complesso da trattare senza scadere nel banale. Per me hai fatto qualcosa di superbo, con una resa toccante e coinvolgente. 



    Gradimento personale: 10/10
    Hai ideato un rapporto di coppia non convenzionale con grande realismo, senza scadere nel banale, è una delle cose che mi sono piaciute di più. Annalucia si sente schiacciare dalle imposizioni sociali, sia interne che esterne alla sua vita privata, non ha possibilità di dialogo col marito, coi suoceri e nemmeno con l’amica Rita. Si sente sola, eppure non crolla. Mi è sembrata fragile e forte al tempo stesso, nel corso della storia la vediamo inizialmente spaesata, poi consapevole e sicura di sé alla fine. Nel bambino che piange in sogno non ho visto solo Samuele, ma anche la vecchia Annalucia, il cui pianto rappresenta il grido disperato nei confronti di una vita infelice, vita a cui la nuova Annalucia trova il coraggio di dire addio nel momento in entra nell’abbazia, affronta serenamente le proprie paure e se le lascia alle spalle. Annalucia non scappa, cambia vita senza appoggiarsi a nessuno, se non a se stessa. Tutto questo emerge chiaramente dal testo, con un personaggio estremamente convincente. Andrea è solo un aiuto, non la causa del suo cambiamento. Lo sviluppo della coppia mi ha sorpresa in positivo sotto ogni aspetto.  Nei momenti in cui Annalucia e Andrea interagiscono vedo solo due persone attratte l’una dall’altra, mi dimentico dei concetti di insegnante/alunno, dell’età, di tutto il resto — mi ha fatto tanta tenerezza Andrea con quel suo “Stasera il mondo è sottosopra!”, nel suo desiderio di vedere l’impossibile diventare possibile e gettare le convenzioni sociali alle ortiche. Non è facile ottenere questo effetto, rendere un rapporto del genere così convincente, quindi complimenti vivissimi. Un’altra cosa che ho preferito è che non hai scritto banalmente “Sembravano conoscersi da una vita, si capivano al volo”, ma hai espresso tutto questo tramite i gesti e le parole dei personaggi, dandogli un valore aggiunto, oltre che un tocco del tutto personale. Ho amato come Annalucia e Andrea risultassero al tempo stesso così fragili e forti, così diversi e così simili, nonché il fatto che si siano aiutati a vicenda ma che comunque ognuno abbia imboccato la propria strada in autonomia, lasciando libero l’altro. Il finale è splendido, davvero evocativo. Per certi versi è solo happy-ending, per altri open, perché lascia in sospeso il futuro dei protagonisti. In quel mix di malinconia e speranza con cui si chiude ho sentito il respiro del mare, il migliore amico di Annalucia, come ultimo suono, una cosa che mi ha quasi commossa. Complimenti. 



    Totale: 43/45

Recensore Junior
20/10/19, ore 17:16
Cap. 1:

Quinta Posizione (al contest "Una Macchia di Storia"): Cambia o Muori, Ricordi? - Nina Ninetta


Grammatica: 2,9 su 3

Il livello grammaticale è buono, c'è giusto qualche errore di battitura o di distrazione, per questo ho scelto di assegnare questo punteggio.

accettarsi invece di accertarsi” o ancora “al finestrino invece di dal finestrino

Mi è piaciuta la scelta, di inserire ogni tanto il dialetto napoletano, è in linea con la storia e l'ambientazione, in generale comunque a parte qualche errorino la grammatica risulta curata e fila liscia per tutta la storia.

Qualità della Trama: 3,5 su 4

La trama c'è, ha un filo conduttore di certo, dopo questa tragedia/evento improvviso la vita della protagonista viene sconvolta e da lì diventa interessante seguire tutta la vicenda e soprattutto scoprire la scelta finale di questa. Mi sarebbe piaciuto qualche pezzetto in più riguardante la vita casalinga di Annalucia e Giuseppe per comprendere anche meglio la situazione prima del fattaccio. In più risulta piuttosto evidente fin dall'inizio il coinvolgimento di Andrea dato che viene citato molto spesso dalla protagonista, ma fino ad un certo punto non si capiscono i sentimenti di lei verso questo, nemmeno in parte. In generale comunque la trama oggettivamente riguarda questa fase della vita di Annalucia e Giuseppe e mi ha alimentato un interesse tale da continuare piacevolmente a leggere fino alla fine.

Stile e Lessico: 3 su 5

Lo stile l'ho trovato a tratti troppo drammatico, ad esempio viene ribadito sempre che insegnare in un liceo di Napoli è tremendo (e non escludo che comunque possa essere così in quei tempi), o vengono spesso esaltati i sentimenti di Annalucia al massimo, non è un qualcosa di negativo se era questo l'effetto che cercavi di ottenere. Sicuramente è una storia in cui il lato positivo e negativo di Napoli viene messo a confronto, a volte sembra una forzatura nel senso che è il 1990 certo, ma questo continuo ribadire che c'è la malavita, ci sono le baby gang e sembra ci sia criminalità ovunque si ripete spesso, diciamo che a fine lettura fuoriescono più i lati negativi.
Comunque lo stile è scorrevole, narra in modo a volte appassionante le vicende in corso rendendole ancora più vere e tutto sommato non mi è dispiaciuto.

Originalità nell'inserimento del quadro: 2 su 5

Più che il quadro nel corso del testo viene citato il suo autore, Friedrich, il quadro compare soprattutto alla fine, ma gli è stato relegato poco spazio per me, giusto qualche riga in un sogno che Annalucia fa. Ho capito il collegamento tra Friedrich e Andrea che Annalucia nella sua mente compie, ma lo trovo un po' tirato, avrei preferito un qualcosa di più significativo per intrecciare il carattere del giovane e il modo in cui lei lo vede con l'arte o qualche riga in più, risulta quasi essere stato inserito per spingere sulla profondità di Andrea che traspare più dall'idea che Annalucia ha di lui che dal modo effettivo in cui lui si comporta.

Fusione tra trama e quadro: 1,5 su 3

Il quadro non è una parte integrante della storia per me, anzi dopo averla riletta diverse volte mi costringo a pensare al quadro inserito all'interno per questo criterio di valutazione, perché non è uno dei primi elementi a cui si ripensa una volta finita la lettura. E' stato inserito come un sogno che ha un suo senso, è vero, perché ricollega Annalucia alla libertà e ad Andrea, ma come scritto sopra l'ho trovata una fusione e un inserimento sbrigativo.

Gradimento Personale: 3 su 8

Per me il lato più negativo della storia è Annalucia, la protagonista, non sono riuscita a farmela piacere per tutta la durata della storia, il modo in cui si comporta se poteva essere giustificato all'inizio è diventato ingiustificato successivamente. Si lamenta del marito, ma non prova ad avvicinarsi a lui nel modo in cui lui vorrebbe e soprattutto non comprende che lui ha perso una sorella e anche per lui è accaduto un evento tragico. L'ho trovata egoista, è una donna matura, ma sembra comportarsi come una quindicenne, anche nei confronti dei suoceri sembra avere un atteggiamento schivo e disinteressato. Mi è piaciuto che anche lei in una breve frase lo riconosca, ma non cambia il fatto che continui a comportarsi come se esistesse solo lei, il suo lavoro e i suoi sentimenti.
La comprendo ovviamente perché se una persona sceglie di non volere figli è libera di non averne e nessuno glielo può imporre, ma il suo modo di reagire pochi giorni dopo la morte della cognata per la notizia dell'affidamento, davanti ai nonni del bimbo, tra l'altro, non l'ho apprezzato.
Gli altri personaggi per me non sono particolarmente caratterizzati, avrei desiderato più informazioni su Giuseppe o Andrea.
Diciamo che ci si concentra soprattutto su Annalucia facendo perdere spessore agli altri che sembrano quasi macchiette a confronto.

Punti extra: 1 su 2

Hai inserito la frase, ma l'ho trovato un inserimento sbrigativo giustificato fino ad un certo punto, non era mai stato detto prima che ad Annalucia piacesse segnarsi le frasi dei libri letti e la frase sbuca fuori all'improvviso, non è un pezzo del testo che risalta o assume un senso preciso per me.

Recensore Master
26/09/19, ore 21:43
Cap. 1:

Ciao Nina,
eccomi qui a leggere la tua ultimissima fatica. Peeeerò... mica tanto simpatica, questa Annalucia. Un po' arida e criticona, ne ha praticamente per tutti e c'è da chiedersi come faccia il povero Giuseppe a sopportarla... la mancanza di istinto materno è in realtà comune a molte donne, c'è chi avverte a un certo punto della vita questo richiamo insopprimibile, c'è chi vive la maternità come la gioiosa evoluzione di un rapporto a due, c'è chi invece diventa "madre" in altre forme: di una missione, di un progetto, di una vita di studi e ricerca... ma Annalucia sembra piuttosto madre del proprio angolino tranquillo, della propria comfort zone. Il mare sullo sfondo, la sua vita lavorativa. E' molto intellettuale, Annalucia, filtra tutto attraverso la ragione, anche i rapporti con i suoi studenti: mi fa pensare che abbia un po' paura dei suoi stessi sentimenti (e c'è un nome, quello di Andrea De Simone, che ricorre un po' troppo spesso^^). Secondo me ne vedremo delle belle, grazie all'arrivo inatteso di quel "nipote del marito" che in realtà è anche suo. Intanto, il capitolo si chiude lasciano il lettore con la voglia di saperne di più. Bellissima l'ambientazione anni '90, io c'ero e mi ricordo benissimo fatti e atmosfere. A presto!

Recensore Master
24/09/19, ore 07:09
Cap. 1:

Buongiorno.
Un capitolo bellissimo, mi hai saputo far emozionare, poi adoro le atmosfere fine millennio, o comunque non Duemila, ecco xD
Come sai adoro la Storia ma non mi piace il tempo recente, poiché l'ho vissuto e so come è xD colpa della mia fame di conoscenza.
Il bimbo è ancora vivo, per fortuna!
E questa coppia mi piace, davvero.
Sono proprio curioso di proseguire nella lettura :)