Undicesimo classificato (parimerito)
DakotaDeveraux/ D a k o t a
Al di là del cielo
Tot: 44.5/50
Stile: 10.5/15
Lo stile in cui è scritta questa storia è molto interessante: leggendola, mi è subito venuto in mente Joyce e il flusso di coscienza, fatto che, personalmente, trovo un po’ un’arma a doppio taglio. Da un lato, è una tecnica narrativa molto intima, che ti permette di indagare al massimo l’introspezione dei personaggi, permettendo in un certo senso al lettore di entrare “nella testa” di questi ultimi. Ma, dall’altra parte, il rischio di questo stile è quello di snaturare le frasi, facendole perdere di significato. Questa lettura ha causato in me entrambe le sensazioni: sono stata sia vicinissima a Richard sia ho faticato a seguirne i pensieri, a causa di molte frasi “inconcludenti”. Secondo me, quello che un po’ è mancato in questa lettura è l’equilibrio: la scelta di usare il flusso di coscienza è sicuramente vincente, ma sarebbe stato meglio mediarla, mettendo una “briglia” ai pensieri fuori controllo di Rich perché, come scrivevo prima, spesso ho avuto la sensazione che le frasi non avessero un senso proprio, forse complice anche la lunghezza veramente eccessiva di alcune di esse (come esempio ti porto il primo paragrafo, che è costituito dalla frase introduttiva e poi un singolo lunghissimo periodo).
Per quanto riguarda i refusi, posso dirne di averne trovati pochissimi e solamente dopo un’attenta rilettura. In ogni modo, sperando di esserti utile, te li elenco.
In primo luogo, per due volte, dopo delle frasi tra parentesi, non hai concluso il periodo con un punto fermo, che invece avrebbe dovuto esserci. L’altro refuso che ho riscontrato è un errore di concordanza: «lei ha i capelli rossi, gli occhi castani e non assomiglia Grace e non gli chiede il suo cuore e un amore che Rich comunque non potrebbe mai dargli». Poiché la frase è riferita alla compagna di Richard, avrebbe dovuto essere “non potrebbe mai darle”.
Non sono presenti ulteriori refusi: la storia è molto curata e si vede. Ho poi apprezzato molto la ripetizione di quel «ma Bristol è ancora casa sua», che mi ha trasmesso un piacevole mix di inquietudine e malinconia, catturando definitivamente la mia attenzione.
Un ultimo appunto che mi sento di farti è che ho trovato un po’ eccessivo l’uso dei trattini: il più delle volte servono a spezzare il discorso e a riprenderlo nel rigo successivo, ma trovo che tu ne abbia fatto un uso un po’ eccessivo, rendendo la lettura eccessivamente frammentaria.
Originalità: 10/10
Faccio una doverosa premessa: è almeno un annetto che non vado a curiosare nel Fandom di Skins e, anche prima di questa lunga pausa, ho letto veramente poche storie sulla terza generazione che, chissà perché, è quella che mi ha sempre incuriosita di meno. Però, ripescando tra le storie che ricordo di aver letto su questa coppia, non ne ricordo nessuna che abbiano trattato del rapporto tra Richard e Grace dopo la (terribile) morte di quest’ultima.
Non me la sono sentita di non darti il punteggio pieno, riguardo questo parametro: sebbene sia abbastanza certa di aver letto altri racconti (di altri Fandom) che trattassero la tematica di una relazione troncata dalla dipartita di un personaggio, comunque è la prima volta che leggo qualcosa del genere riferito all’universo di Skins.
Ha contribuito ad alzare la valutazione dell’originalità anche lo stile con cui hai narrato la vicenda che, sebbene non posso dire che mi sia piaciuto al 100% (per essere puntigliosi, direi che mi è piaciuto circa al 65%), ha sicuramente reso il tutto molto peculiare. Questa è sicuramente una di quelle storie che, leggendole, si fanno ricordare, con pregi e difetti annessi.
Gradimento personale: 9/10
Questa storia è stata una piacevole conclusione di questo contest: la fatica di riguardare quinta e sesta stagione di Skins è stata, a mio parere, pienamente ricompensata. È stata una lettura che mi ha catturata fin dalle prime righe e mi ha tenuta stretta fino alla tristissima, ma inevitabile, conclusione, coinvolgendomi pienamente e permettendomi di entrare dentro i personaggi, seguendone ogni ragionamento e ogni pensiero.
Questa storia ha, a mio parere, solamente un difetto: lo stile in cui è scritta. Come avevo spiegato nel parametro dedicato, l’uso del flusso di coscienza è stato un’arma a doppio taglio. Mi ha ferita, lasciandomi sconvolta e sanguinante, quando ho dovuto riflettere sull’originalità, perché non avevo mai letto qualcosa di simile in una fanfiction.
Ma, nel momento in cui ho dovuto tirare le somme, cercando di capire quanto la tua storia mi fosse piaciuta, è stata un’arma che ti ha leggermente graffiata. Perdonami la metafora, cerco di spiegarmi meglio. A livello di trama, non c’è che dire, è una fanfiction estremamente piacevole da leggere ma, spesso e volentieri, ho dovuto rileggere più volte alcune frasi perché non capivo dove volessero andare a parare, il tutto risultava un po’ “dispersivo”.
Nel complesso, comunque la storia mi è piaciuta molto e, l’osservazione che ti ho mosso sopra, rimane solamente un neo in una lettura che certamente ricorderò con piacere.
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
A costo di risultare ripetitiva: lo stile della storia, in questo parametro, è sicuramente stato determinante. Ma, questa volta, in maniera assolutamente e inequivocabilmente positiva. È stato estremamente facile vedere con gli occhi di Rich, pensare con la sua testa, vivere i suoi ricordi: ogni frase, ogni parola che usi, permette al lettore di immedesimarsi nel protagonista, rendendo la lettura molto personale, creando una sorta di “unione” tra il lettore e Richard.
Per questo motivo, ritengo che la caratterizzazione di Rich sia estremamente valida e, per rispondere alla domanda che hai scritto nelle tue note a fine storia, no, non l’ho trovato minimamente OOC, semmai il contrario. Il tuo Rich è estremamente simile al personaggio della serie tv, sebbene sia chiaramente maturato (ma, d’altronde, farlo ragionare come un diciassettenne sarebbe stato una stonatura in una storia così bella).
Grace è un personaggio più marginale, viva per lo più tra i pensieri di Rich, prima di comparire nella scena finale. Secondo me è anche lei molto riuscita e, sinceramente, la sua apparizione finale l’ho semplicemente adorata: hai reso benissimo quella distanza incolmabile tra i due, lei bloccata per sempre nei suoi sedici anni di vita, lui costretto ad andare avanti, ad innamorarsi di un’altra, sebbene in una maniera diversa. La frase conclusiva, poi, mi ha fatto venire i brividi.
Ti ringrazio per questa storia, è stata davvero una conclusione meravigliosa per questo contest.
Utilizzo del genere Angst: 5/5
La storia è inequivocabilmente Angst, dall’inizio alla fine. Ti assegno più che volentieri il punteggio pieno. |