Ciao, cara! ♥
Eccomi qui per l'ABC del Giardino e avrei voluto passare in qualcosa di più recente, ma avevo già recensito le one shot successive così sono dovuta tornare indietro, spero che tu pubblichi qualcosa al più presto *-*
Comunque, non posso che essere soddisfatta per l'ennesima volta, è un altro racconto sui fratelli Winchester, hai usato (e sai usare) la narrazione in terza persona dove con scene frammentarie ci mostri il tempo che passa, i personaggi possono crescere ma ciò che sono rimane e Dean e Sam ne sono una prova concreta.
Ho adorato tutto, dal tuo stile pulito che permette di cogliere ogni minima sfumatura di questi personaggi, alle tematiche che spesso affronti, il titolo è una scelta più che azzeccata perché è davvero così: un giorno Sam capirà e alla fine infatti abbandona quel senso di fragilità che forse gli apparteneva da piccolo, quando ancora poteva permettersi di essere "egoista".
Diciamo che non è una situazione facile, Sam nella prima scena aveva sette anni ed è normale che un bambino della sua età possa avere determinati bisogni, e Dean cerca di colmarli come può, ma è evidente che non basta, che le frasi rassicuranti di quest'ultimo sono un modo per non ferire il fratellino più piccolo, che adorabilmente pensa di essere grande "adesso".
Sam sente la mancanza della madre deceduta, e di un padre che non fa il padre, è chiaro. Dean ha cercato di prendere il posto di quest'ultimo però la verità è che anche lui ha bisogno delle stesse esigenze di Sam, solo che la differenza è che Dean mette al primo posto il benessere di suo fratello, come ha sempre fatto.
Mi hanno toccato un sacco di momenti a dire la verità, spero di non dimenticare niente, ma il primo è stato sicuramente quando Dean pensa che Sam sa mettere a suo agio gli altri, ed è da lì che capisce che quest'ultimo se la caverà da solo, ecco... Si comprende tanto come Dean ci tenga al fratello, mi fa un sacco tenerezza perché dietro al suo carattere c'è una marea di fragilità.
Perché il padre non va mai a prendere a scuola Sam, oppure rimboccargli le coperte? Sono quei gesti che per quanto possono essere piccoli hanno un forte impatto nella crescita, Sam è un bambino ed è la voce della verità, senza filtri sussurra che vorrebbe avere un'altra famiglia e sono quelle considerazioni ingenue che forse hanno fatto tutti, ed è un personaggio molto credibile con le proprie paure e debolezze. Come d'altronde è pure Dean.
“Anche io avrei voluto che papà ti desse in adozione, ma vedi, hai ragione: la vita è ingiusta” -> ecco, questa frase è stata una mazzata emotiva ma no, non ti è bastato e quando Sam aggiunge che vorrebbe anche Dean in questa ipotetica famiglia migliore io sono morta dentro, l'angst un giorno mi farà definitivamente fuori, me lo sento xD.
E Dean gli vuole così bene che dice che avrebbe desiderato che Sam fosse stato dato in adozione, mamma mia, non riesco nemmeno a commentare questa sua affermazione, fa troppo male al cuore.
E ho trovato molto bello e significativo come in ogni scena ci fosse uno sviluppo di Sam, ovviamente lui rimane segnato dalle mancanze della vita, tanto che a un certo punto afferma a Dean una frase molto potente, ovvero quando gli dice che aveva smesso di chiedere al padre perché ogni volta che lo faceva Dean ne era distrutto.
Non ho visto il Re leone II, quindi non avevo colto la citazione, ma mi è piaciuto molto come hai saputo rappresentare la figura di Dean e quella di Sam; sono due fratelli con i propri contrasti, in un certo periodo si sono pure persi, non sempre si capiscono e com'è normale che sia si scontrano, Dean poi lo ammetto... E' il personaggio che mi è entrato più a cuore. Ho trovato toccante l'ultimo dialogo, hai scritto un'altra storia che mi ha catturata quindi brava davvero. Alla prossima.
Shakana |