Recensioni per
Every time your hand fits in mine
di Fuuma

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/12/20, ore 14:48

Sono pessima? Sono pessima, in modo insindacabile. È che contavo di fare un bel giro di recensioni natalizie, con tanto di oh-oh-oh inquietanti, ma niente, non ce la faccio ad essere puntuale! Quindi niente, questa e altre sono diventate le recensioni di Santo Stefano :')
Dunque, su consiglio di un certo qualcuno ho deciso di iniziare da questa shot, e non me ne sono assolutamente pentita. Faccio una piccola premessa, così, perché sai che tanto alla mia logorrea non si scappa: sono davvero felice di aver scoperto questa coppia, oltre che il film in sé, che mi ha intrattenuta davvero moltissimo – tra l'altro dopo una giornata campale che ricorderò a vita, in cui avevo davvero bisogno di staccare un attimo. E quindi ti ringrazio per avermi introdotta a questo mondo e avermi regalato un paio d'ore di spensieratezza&delirio via chat, oltre che il tempo per cui mi ha intrattenuta la lettura di questa shot. Fai finta che abbia scritto questa frase in una lingua umana.
Comunque, è sempre bello condividere le passioni e ciò che piace, e mi ha fatto piacere rimanere coinvolta dal tuo entusiasmo per questi due pezzi de sorchi gentiluomini d'altri tempi ♥


DETTO QUESTO, TORNIAMO ALLA SHOT.
C'è una cosa che ammiro moltissimo del tuo modo di scrivere, e che no nricordo sinceramente se ti ho già detto, ma repetita iuvant: ogni cosa che esce dalla tua penna/tastiera ha il potere di risultare fresca e originale, non importa quanto una situazione sia "già vista", come il classico "appeso" (ogni riferimento è puramente casuale). Grazie alla tua enorme padronanza dello stile e della lingua italiana, riesci a modellare le frasi in modo tale da dare subito un'impressione di nuovo e accattivante – tramite le parole scelte, il loro suono, la loro disposizione. È evidente sin dalla frase d'apertura: suoni secchi e rapidi, frasi spezzate, scelta di parole che richiama guerra e animali in lotta. Show, don't tell? Eccolo qua! Siamo già dentro l'azione, accanto a Napoleon e Il'ja (perdonami, lo scriverò così per deformazione professionale çç), già partecipi dei loro pensieri e della situazione a dir poco precaria in cui si ritrovano.
E va bene che il caro Napoleon ha una considerevole stazza, ma sappiamo benissimo che Il'ja è una stampella allucinante e quindi, nella tragicità della situazione, io un pochino ho ridacchiato ad immaginarmi questo colosso d'uomo penzoloni tipo elefante sul filo della ragnatela. *badum-tss* In tutto ciò, ho amato le descrizioni crude della sofferenza e dolore fisico di Napoleon (sadica? Naaah), perché rendono ben chiaro quanto stia sopportando pur di non lasciar andare il compagno, e delineano fermamente i contorni della sua ferrea volontà di non mollarlo. Adoro quando viene sottolineato in questo modo quanto qualcuno sia disposto a spingersi oltre i propri limiti per chi ama. Sono una persona semplice, datemi sofferenza struggente e sarò felice!

In tutta questa situazione di certo non romantica, il delicato tema portante delle dita intrecciate accompagna meravigliosamente la storia, dal momento in cui ancorarsi l'uno all'altro è "semplice" questione di vita o di morte, a quello in cui è invece del tutto superfluo, assolutamente non necessario – eppure, lo è al contempo, lo è per due persone unite indissolubilmente al di là delle missioni e del dovere. Ed è lì, che sta la vera àncora, e il vero legame ♥
Mi è poi piaciuto molto il fatto che tu abbia voluto inserire una menzione a Gaby, tramite quelle rose che, sì, le si addicono perfettamente! E ho adorato il modo in cui quei due Polli (posso ribattezzarli così?) battibeccano, esattamente come nel film, ma con quel pizzico di complicità in più che rende il tutto ancor più godibile. E per finire, amo il modo in cui fai parlare Il'ja, quel "puoi ricordare da solo" mi ha steso e non so nemmeno perché, ha semplicemente un tempismo comico perfetto, senza nemmeno voler essere tale, ed è proprio ciò che direbbe in questa situazione, tanto per fare lo sfottò a Napoleon :')
La conclusione? Soavemente perfetta, come le loro dita intrecciate, e adesso se mi dai il permesso vado ad annegare anch'io nella morfina, ché la sensazione a fine lettura è stata quella, ed è un fatto assolutamente positivo :D

Ah, che dire, mi hai presa per la gola: sono una grandissima fan del fluff post-situazione-ai-limiti-della-morte-con-pure-qualche-acciacco-fisico, quindi non avrei potuto iniziare da storia migliore per inaugurare questa coppia.
E niente, io adesso chiudo prima che mi arrivi la postale, e posso solo dirti che tornerò
Nel frattempo, ti auguro buone Feste e tutto il meglio per il nuovo anno!
Un abbraccio,

-Light-

Recensore Master
17/11/20, ore 16:32

Carissima Fuuma,
imperdonabile come lo sarebbe probabilmente una Miryel che non passa da troppo, oggi mi dedico a te e, sinceramente, se dovessi fare un elenco delle cose che mi sono mancate delle tue storie, famo notte come si dice dalle mie parti. Ma, prima fra tutti, mi è mancata la tua mano delicata e la tua struttura stilistica che sempre, ogni volta, mi conquista. È un po' come guardare lo scheletro di un essere umano e vedere ogni osso al proprio posto. Vederlo scansionato e percepirne la coerenza.
Mi perdo sempre tantissimo a leggere i dettagli del tuo stile, e credimi quando ti dico che vorrei staccarti le falangi perché sei brava davvero (e ho minacciato davvero poche persone di staccare loro le falangi, quindi magari ogni tanto sentiti pure onorata di questo, ingrata è_é).

Sono certa, poi, che l'impatto finale così piacevole sia anche dato dalla passione che metti nello scrivere questi personaggi, che sembrano dirigerti come dei maestri d'orchestra, e le differenze tra di loro sono come quando la musica cambia improvvisamente di tono nella stessa frase musicale, ma che è un equilibrio di note. Lo so, oggi è la giornata dei paragoni assurdi, non mi odiare ma mi lascio andare e tiro fuori 'ste cose XD
Napoleon e Illya sono in grado di creare un equilibrio pazzesco nelle tue scene (e quando c'è Gaby il caos si introfola all'interno di quel cerchio creando nuove magie), e questa qui è una prova di determinazione: Napoleon sarà pure ridotto a un cencio, tra costole rotte e un polmone forato, ma a volte la psicologia fa da effetto placebo e ci convince che, qualcosa di davvero grave e doloroso, forse non lo è così tanto – e, a volte, succede anche il contrario, ma non è il caso della spia più elegante d'Inghilterra. L'immagine di lui, sotto la pioggia che infierisce su quella situazione già tragica, che Napoleon col suo modo di fare sembra quasi voler convincere noi e Illya che non è poi così irrisolvibile, con il russo che penzola e che tiene saldo tra quella mano decisa, su cui ha catalizzato tutte le sue forze per non lasciarlo andare, mi ha colpita. Sì, perché è semplice immaginare un cielo grigio, il tetto stile gotico francese e una mano che ne stringe un'altra, ma è difficile descriverlo quasi come fosse un quadro impressionista, dove l'acqua porta via il sangue e lo fa scolare dal tetto, dove il cielo è una tavolozza di sfumature di grigio (NON FARE BATTUTE A RIGUARDO è_é) e dove gli occhi brillano e attendono che quel momento di stallo passi, dove tra la salvezza e il fallimento prevalga la prima.
E tu dici che avresti potuto chiudere a Parigi, sul tetto, ma la verità è che le protagoniste di questo breve, troppo breve shot, sono le mani e dovevi dar loro motivo di non separarsi più, di potersi trovare ancora e ancora.
Che sia per un salvataggio o per un motivo futile come il bisogno di sentirle strette tra loro, c'è una consapevolezza.
In più, siccome io poi mi lascio andare a pensieri tutti miei e quindi sopportami, sono rimasta molto colpita dalla parte in cui Napoleon conta le volte in cui è sfuggito alla morte, come se non desse troppa importanza a quest'ultima dando lei l'appuntamento alla prossima volta; invece quando è delle volte di Illya, che si parla, le cose cambiano. Diventano "salvataggi", forse occasioni, forse destino e si pone davanti la cruda e triste possibilità che forse non potranno salvarsi per sempre.
Insomma, questa scena in ospedale ci voleva, per chiudere il cerchio, per un parallelismo tra le mani strette che ho trovato poetico.
Mi piace sempre farmi il bagno nella tua prosa, e mi rimprovero da sola di non passare quanto vorrei, ma rimedierò ♥ Ti mando un bacetto in barba a Conte e non ti libererai di meh *risata doppia satanica* **
Miry

Recensore Master
22/08/20, ore 19:16

Ciao!
Ormai avrai capito che il mio scopo è riuscire a recuperare tutto ciò che hai scritto su questi due (e ok, se vuole metterci lo zampino anche Gaby possiamo dire loro tre, ma quello che importa è che ci siano loro due). Possibilmente prima di finire di recuperare i film Marvel, così poi posso dedicarmi anche a tutto il resto.
Eppure, se già avevo amato moltissimo le altre tue storie su di loro, questa mi ha completamente conquistata, in maniera inappellabile, proprio. È bellissima, ed è bellissima sotto ogni punto di vista.
Ho apprezzato immensamente il tuo approccio stilistico: la tua è una prosa quasi chirurgica, dove ogni frase, ogni immagine è essenziale alla resa narrativa ed emotiva della storia. Ogni parola ti si incide in testa in maniera estremamente chiara, in maniera quasi essenziale: sono immagini ricche e dense di spunti, immagini “fisiche", ma al tempo stesso sono immagini in un certo senso essenziali alla narrazione. Non so se riesco a spiegarmi, ma il modo quasi sinestetico con cui disegni alcune immagini (le risate che si suicidano, i sorrisi nati storti e morti, le urla che incrinano i timpani…) non solo descrivono cosa sta succedendo, ma riescono anche, in maniera agilissima ed essenziale, a rendere il tono emotivo della storia, a dire come le cose stanno succedendo. È uno stile che è essenziale alla narrazione, e niente, probabilmente non riesco a spiegarmi come vorrei (e ti chiedo scusa), ma l'ho amato davvero moltissimo.

E poi, ci sono i personaggi, che ogni volta confermi di saper muovere in maniera assolutamente mirabile. E, per quanto mi riguarda, potrei non stancarmi mai di leggere tue storie dal punto di vista di Napoleon. Perché la sua voce è sottile e ironica anche nei momenti più impensati (davvero, solo lui potrebbe preoccuparsi di una camicia rovinata mentre sia lui che Illya rischiano di morire, o tenere il conto della sua partita contro la morte). Eppure non è mai un punto di vista stupido, non è mai la spalla comica che serve ad alleggerire la tensione della situazione. Perché il suo sguardo è acutissumo, riesce a cogliere tutte le sfumature delle situazioni, e, soprattutto, riesce a vedere Illya come pochi altri.
Non lo so, questa storia è stata davvero capace di commuovermi moltissimo.
La tenacia con cui Napoleon non ha smesso di stringere la mano di Illya (di tenerlo a sé, e allo stesso tempo di aggrapparsi a lui) è qualcosa di fantastico, che proprio di scava nel cuore. Sarà che una delle immagini che ho più vivide di Peril è proprio il suo pugno chiuso, vuoto, quando rischia di perdere il controllo, ma ora sapere che quella mano non è da sola, e che che c'è Napoleon pronto a tenerla sempre stretta, sempre, è stupenda.
Sei riuscita a scrivere una storia che mi ha stretto il cuore dall'angoscia, per poi farmi sciogliere su quel finale stupendo. Sarà che questo è esattamente il grado di H/C che mi manda fuori di testa, ma vedere Napoleon e Illya assieme, in ospedale, e quel sorriso timido, e quel preferisco la tua vita e le loro mani ancora intrecciate sono una cosa assolutamente meravigliosa.

Ho trovato poi perfetta anche tutta l'atmosfera dell’inseguimento: non è che il punto di partenza, ma l'ho trovata molto ben costruita e del tutto coerente con le atmosfere del film, al punto da sembrare quasi una scena presa proprio da lì.

Insomma, la storia mi è piaciuta davvero davvero tanto *.*

Recensore Veterano
20/08/20, ore 12:03

Carissima,

Tu sai che io, lento pede lento pede, mi scorrerò la tua intera bibliografia su questi due (più uno opzionale XD), vero? Nel mentre, spero di non risultare una lettrice particolarmente molesta,  nonostante tenda un pochettino a  divagare e a dilungarmi a caso sui dettagli  che catturino la mia attenzione o su quei massimi sistemi su cui sarebbe a volte il caso di risparmiarsi discettazioni non richieste. Nel caso, fammi sapere ed  aggiusterò il tiro, tomorrow and tomorrow and tomorrow…

Nel frattempo, però, inizio a sdilinquirmi sulle tue scelte stilistiche quanto all’articolazione interna, alla focalizzazione, ed allo stile della prosa. Sono tutti elementi che, in una concomitanza assolutamente coerente, contribuiscono a creare un pezzo di grande efficacia – e leggere pezzi di grande efficacia è uno di quei piaceri, ahimè sempre più rari, per cui continuo  a bazzicare su questo archivio. (Dunque, nota a margine, ma d’importanza prioritaria: grazie! <3)

Una struttura che, in quello che ho letto fino  ad ora di tuo, è stata in un certo senso ricorrente (due su tre conta!), è quella della divisione in due parti, ciascuna coerente per unità di tempo, di luogo e d’azione. Questa articolazione dialettica, in una one-shot, a me piace moltissimo, sia perché mantiene sezioni definite appunto secondo le unità classiche – al buon vecchio Aristotele, sarà deformazione professionale, ma io non so resistere –;  sia perché la dialettica tra un prima e un poi, tra una  premessa ed una conclusione, un antefatto ed un esito, almeno per una lettrice come me,   amante di connessioni e strutture, crea un effetto di maggiore impatto nel veicolare il tono, l’umore, il contenuto emotivo e concettuale di ciascuna parte, per simmetria o per contrasto. Crea, movimento, la dialettica strutturale; dà un senso dell’evoluzione, del progredire di una situazione o di un ragionamento – il che, combinato ad un’esecuzione impeccabile come la tua, è intrinsecamente soddisfacente. Ancora più soddisfacente qui, perché le due parti hanno una sorta di staticità plastica, con quel dinamismo interno che i volumoni di storia dell’arte del liceo attribuivano a certi intarsi, certi bassorilievi, e che io sto iniziando a capire con quasi vent’anni di ritardo – perché, a onor del vero, ho sempre snobbato una materia che richiedesse di guardare le figure. Divago. XD Dicevo della plasticità interna delle sezioni. È vero, e credo che sia la parola più adatta tra  quelle  che mi vengono in mente.

E qui la transizione ad un paio di considerazioni sul punto di vista è quasi naturale. Credo di averti già detto, a seguito di una delle mie precedenti letture, di quanto abbia ammirato e trovato godibile la tua maestria nel catturare il tono di questo film, il sottile equilibrio con cui mantieni  il filo di quel senso dell’umorismo che tanto ho amato, come un sottotono costante – anche in circostanze estreme come quell di cui qui –  che lasci emergere sempre al momento giusto, nella misura giusta. Ed ho l’impressione che il punto di vista di Napoleon si presti particolarmente bene a camminare su questo filo – magari con Illya sarebbe anche fattibile, ché è ironico anche lui, ma è anche tanto russo e renderebbe facile lasciarsi andare ad un tono da sinfonia di Šostakovič prima di subito. Perché Napoleon è assolutamente uno che, con due costole rotte e possibilmente una perforazione polmonare, penserebbe alla camicia rovinata – da fashion victim, ormai perlopiù da poltrona, approvo senza riserve e con tanti scuoricinamenti! Ride sputando sangue e con un dolore cane, quest’uomo, tra un urlo e l’altro; come si può non volergli bene? Pensa alle gargolle di Notre Dame, mentre  il compare penzola da un tetto di Parigi e lui prende fuoco nemico, da buon ladro d’arte che si rispetti. Basterebbe questo a farmi amare il suo punto di vista. Ma nel caso specifico – tornando a ruota sulla plasticità statica di cui ti dicevo – il punto di vista di Napoleon, nel presentare la tensione di una scena che è e rimane uno scorcio di una scena d’azione, crea un bilanciamento perfetto, matematico, con il lato introspettivo, tenendo alto il ritmo e la tensione.

E qui la tua prosa aiuta ed è in perfetta sintonia col resto. Sembra di sentirla, la pioggia battente, coll’eco della sventagliata di proiettili, nel ritmo delle frasi, nelle parole che cadono e che pesano, nel significato e fonicamente – grasse gocce incazzate e traditrici è di un’efficacia e di una bellezza! Merita anche una menzione d’onore quell’ idiotica che fa una comparsata senza passare però inosservato: aggettivo raro, quasi barocco nel  suo grecismo – no, non è  un anglicismo – , è uno di quei dettagli che mi sono balzati agli occhi come assolutamente giusti, piccoli e perfetti.

Giro di frase che, per qualche ragione profonda su cui il mio analista amerebbe soffermarsi se solo gli dessi la soddisfazione, mi è rimasta nel cuore: … la paura dietro all’indifferenza di chi ha sempre un piano di riserva. È Napoleon, dietro gli abiti di design, l’arte, e l’indole da cowboy tirato a lucido (Illya non ha torto, nossignora). Ma è anche una massima immensamente generale; relatable, come dicono gli anglosassoni, almeno per chi ama avere mille piani di riserva ed un paio di assi nella manica, nella pochette e pure nei pantaloni, ché non si sa mai.

Comunque, tanto amore anche per Gaby, ché in due righe per interposta persona risplende e fa sorridere di soddisfazione, perché  è una donna efficiente e le si vuole bene a priori.

Ancora una volta mi sono un pochettino dilungata e ti prego di scusarmi per il papiro. Ma  è stato davvero un assoluto piacere. E spero sinceramente che “alla prossima” non suoni come una minaccia! <3

Recensore Master
31/07/20, ore 12:08

Ciao!
 
Questa cosa che fino a qualche mese fa ignoravo totalmente sezioni che non fossero Harry Potter è stata deleteria: avete scritto delle meraviglie su questi due (e tre – non temere, a tempo debito arriverò anche là!) e io ho rischiato di perderle per strada. Sono imperdonabile, me ne rendo conto, ma spero che l’amore sconfinato per Peril possa valere da attenuante (?).
Ad ogni modo ieri mi sono riguardata il film e poi precipitata a leggere, e, davvero, che meraviglie! Volevo partire a lasciare recensioni seguendo un qualche ordine cronologico, ma questa è, per ora, la mia preferita, quindi incomincio da qui.
 
Innanzitutto ho amato il tuo stile dalla prima all’ultima parola e in ogni storia che finora ho letto. Non so come ci riesci, ma ogni frase ha un’incisività impressionante tratteggiata con poche parole ma sempre così graffianti e perfette per cogliere ogni singolo dettaglio della scena che stai costruendo. Non c’è una parola di troppo o una fuori posto, e sono scelte con tanta cura che ognuna riesce ad amplificare la narrazione e si arriva alla fine del racconto con la sensazione di aver letto molto di più, su loro due. È uno stile che arriva dritto al punto, e lo fa con tanta eleganza e maestria che certe frasi me le sono letta più e più volte per gustarmele al meglio ed essere sicura di aver colto ogni minima sfumatura. Davvero, da logorroica patologica che dice sempre troppo posso solo stringerti la mano per complimentarmi con te: se c’è qualcosa che mi fa perdere la testa come pochi sono gli stili così efficaci nella brevità (che non è tanto questione di usare poche parole, ma proprio una brevità a livello concettuale, con immenso lavoro di limatura alle spalle per riuscire a lasciare solo il necessario e farlo risplendere).
 
Ma poi, i personaggi. Il punto di vista di Napoleon per narrare la storia è qualcosa di favoloso: è lui, punto. Ci sono tutta la sua sottile ironia che non lo abbandona nemmeno nei momenti più tragici, la sua raffinatezza (ogni riferimento al voler vendicare la sua povera camicia rovinata è stato esilarante e dannatamente IC), quella compostezza che cerca di mantenere anche mentre si trova sui tetti di Parigi con costole rotte, un polmone forato e Illya sospeso nel vuoto. Ogni singolo dettaglio del personaggio è curato minuziosamente: i capelli perfetti fino a poco prima, il desiderio di un aumento, i pensieri rivolti all’architettura della città – come se fossero ancora a Roma nelle loro identità fittizie (nota a parte: ho amato quando paragona Illya ai gargoyle di Notre-Dame che li sbeffeggiano) –, il tenere la conta delle volte che sopravvive e di quelle in cui lui e Peril si sono salvati la vita. In una parola, è perfetto. Sembrava davvero che fosse lui dal vivo a raccontarmi la missione, aggiungendoci a lato tutte le sue considerazioni e gli appunti. Ah, poi non avevo idea di quel dettaglio sul padre e le sue origini, per cui altro punto in più alla storia che me l’ha fatto scoprire. E Illya… lo semplicemente amato in tutto (oh, che novità! Però non ne avevo mai letto, prima, quindi ho saltellato tutta contenta nel vedere come ne avevi scritto ed eri riuscita a rendergli tanta giustizia e farmelo amare ancora di più). Anche per lui ho amato come hai saputo renderlo vivo sotto i miei occhi e ricreare esattamente il personaggio conosciuto nel film. E quel moto protettivo con cui si china su Napoleon per schermarlo dalla pioggia o poi si intrufola nel letto d’ospedale accanto a lui: Illya è abituato a non mostrare le emozioni, è sempre brusco e sfuggente («Nessuno mai detto questo. Nostra presenza qui è solo per missione, lo sai benissimo.» – l’ho adorato, qui!), eppure. Eppure quanta tenerezza c’è in quel sorriso timido e contento, nel bacio che sa di morfina e nell’ammissione finale che quello che vuole è la vita di Napoleon? Ah, io dico, come si fa a non amare tutti Peril?
Le loro interazioni, soprattutto nella scena finale, erano così realistiche da farmi domandare se, per caso, non fossero accadute in qualche scena tagliata (questa cosa che non esista un bacio tra loro nemmeno nelle scene tagliate mi aveva delusa tantissimo, quando l’ho visto per la prima volta: sono tanto canon, come coppia, che non potevano averci negato una cosa così importante. Ma a quanto pare sì, attenderemo sperando il sequel).
Menzione d’onore a Gaby che senza apparire in scena riesce comunque a lasciare traccia di sé con tutta la sua classe: prima li salva entrambi, e poi manda il mazzo di rose gialle.
 
Bene, non credo di aver detto tutto quello che c’era da dire, ma non so nemmeno se sono all’altezza di dirle, queste cose, perché tu hai scritto qualcosa di talmente bello che non posso arrivare io e ammazzarlo con una recensione ancora più sconclusionata. Però ho amato tutto, spero che questo si sia capito, perché è la cosa principale. Quindi, grazie di aver scritto questa fic, di loro, di avermi fatto svegliare da quella terribile pigrizia in cui mi rigiravo tutta tranquilla. Ho già messo le mani su tutto il resto, sta in lista, tu abbi fede che prima o poi arrivo.
E ancora complimenti, davvero, è una fic bellissima, credo che la riaprirò spesso per rileggermela!
 
A presto,
Maqry

Recensore Veterano
04/06/20, ore 14:48

Cara Fuuma, eccomi qua!
Che dire, una storia intensa sotto molti punti di vista. Ammetto che mi ha attirata già dal titolo, l'ho trovato poetico, connesso e allo stesso tempo in contrasto con la drammatica descrizione della one-shot.
E' una racconto breve ma è bastato per colpirmi veramente molto in positivo. Innanzitutto è scritto benissimo. Le descrizioni grafiche e crude trasmettono perfettamente le sensazioni di dolore dei personaggi mentre questi cercando disperatamente di resistere alla gravità, sotto la pioggia battente che rende la scena ancora più drammatica e riesce proprio a far calare il lettore nell'atmosfera.
Fortunatamente riescono ad avere la meglio sulla disperata situazione che rischiava di separali per sempre e si ritrovano in ospedale, malconci, ma consapevoli di averla scampata. Anche durante questa scena le descrizioni sono molto coinvolgenti, come per esempio le sensazioni attraverso le quali Napoleon capisce di essere sotto morfina e lo stordimento generale che tuttavia non gli impedisce di notare i dettagli della stanza e capire la situazione in cui si trova.
Ho amato come per tutto il racconto il richiamo alle loro mani unite ritorni sotto diverse forme. Prima nella disperata presa che ha evitato a Illya di precipitare, poi quando quest'ultimo rifiuta di lasciare la mano del suo salvatore, mentre lo protegge dalla pioggia, e infine in ospedale dove il tocco trasmette solo affetto e non più disperazione e incitamento a resistere. Insomma, mai titolo fu più azzeccato.
Ti faccia veramente i compimenti per questo racconto così coinvolgente e spero di tornare presto a leggere qualcosa di tuo!

Recensore Master
31/05/20, ore 16:23

Molto ben fatta l'ambientazione sia in generale che nei particolari, questo lo si può notare quando scrivi della pioggia in generale sia quando ti fermi a far notare come i sempre perfetti capelli di Napoleon cadano adesso sul davanti a causa di essi diventando solo un altro problema.
Quello che però credo renda al meglio il dramma della situazione è l'urlo cacciato da Napleon che descrivi nelle prime righe, perchè rende perfettamente l'idea del dolore provato e improvviso nel sorreggere un peso che mette a dura prova i suoi muscoli come quello di Illya.
Si sente bene il colpo secco a cui i muscoli devono essere stati sottoposti, provocando in Napoleon il dolore che gli ha causato quel verso sgraziato.
Punto di forza di Napoleon sembra essere rimanere fedele alla sua natura superficiale, preoccupandosi anche in momenti come questi di cose superficiali come la sua camicia o probabilmente è proprio perchè riesce a concentrasi su cose superflue che riesce a sostenere situazioni critiche.
Altro particolare che fa capire la drammaticità della situazione, sopratutto dovuta alla fatica di Napoleon a cui le forze stanno venendo meno è il fiato che gli sta venendo meno. Fa capire quanto sia vicino a mollare se perfino respirare è uno sforzo troppo grande, ancor meno aiutano le costole rotte e altre ferite minori.
E' ammirevole come in tutto questo riesca a resistere, dando possibilità all'altro di mettersi finalmente al sicuro nonostante un braccio rotto.
Mentre è divertente la frase di Napoleon "...cerca di processare..." perchè credo che nemmeno lui ci creda di esserci riuscito a tenerlo, ma sopratutto credo stia cercando di processare tutto il dolore che li deve star arrivando addosso ora che l'adrenalina nel suo corpo comincerà a scendere.
Il successivo scambio di battute in ospedale dimostra quanto siano abituati a lavorare insieme.
(Recensione modificata il 31/05/2020 - 04:25 pm)

Recensore Veterano
25/03/20, ore 11:21

Eccomi! Finalmente giunta dopo l’ennesima battaglia contro le notifiche mancanti. Sono vittoriosa
Dunque inizio col dire che il tuo stile è uno dei miei preferiti. Ha quel che di “fisico” se capisci quello che intendo. Vieni trascinato sul posto, senti la pioggia, il sangue, il dolore
“giura – giura! – che se gli hanno rovinato anche la camicia”
Ecco questa frase mi ha letteralmente uccisa, credo di aver riso per cinque minuti abbandonanti. Anche perché me lo immaginavo con un pugno al cielo, mezzo stecchito e dolorante, a borbottare da solo nel buio.
In merito appunto alla comicità, il passaggio da momenti cupi e densi di dolore a momenti comici rende il tutto molto scorrevole e ti lascia attaccato al testo domandandoti cosa succederà.
Le interazioni tra Napoleon e Peril sono molto IC. Toccanti, commoventi, ma allo stesso tempo esilaranti
“Preferisci un cesto di frutta?”
Fantastico! Sono contenta di averti trovato, continuerò a seguire i tuoi lavori!! Brava

Recensore Master
24/03/20, ore 13:37

L'ho visto! Ce l'ho fatta! *Si auto applaude fieramente*
Ho solo una parola da dire: Napoleon *-* <3 <3 <3 <3
E vabbbbbbeeeeeeeeeeeeene, c'avevi ragione tu: dovevo assolutamente vederlo.
Il bello è stato che, visto che questa storia l'avevo già letta prima, qualche giorno fa, per tutto il tempo della visione del film non facevo altro che ripensarci e dire "cavolo, ecco il riferimento al salvarsi la vita a vicenda", "ehi, Napoleon è... esattamente, ora capisco perché ci teneva tanto alla camicia", "altro che meccanico, sicuramente Gaby ha stile, capisco perché il tocco di rose gialle è suo. Inoltre il colore giallo non significa ʻgelosiaʼ?". Solo una cosa non ho capito nel film, ed è stata la tua storia a chiarirmela: come diavolo lo chiama Napoleon a Illya. L'avrà detto almeno tre volte nel film, ma non lo capivoXD
Cioè, alla fine il film doveva servire per meglio capire la tua fic, ma è stata la tua fic a spiegarmi il filmXD

Adesso, posso recensire come si deve. *Dice con fierezza*
Allora, prima cosa: adoro che la storia sia scritta dal punto di vista di Napoleon. Se non si è capito, l'ho amato alla follia. La sua sfacciata arroganza, la sua calma, l'espressione elegante di chi ha tutto sotto controllo e non si scompone mai, il narcisismo del playboy, ma anche il fascino (e l’attenzione di non rovinare) che ha per le cose belle e, soprattutto, verso Illya... ecco, non credo basti a definirlo, non ci sono parole per dire come mi è apparso, so solo che ho riso ogni volta che parlava o si muoveva. Adoro i personaggi come lui, è lui è il re di questi personaggi. Altra cosa: credo che averti letto prima mi abbia influenzato, perché non ho fatto altro che shippare questi due dall'inizio alla fine. Pensavo addirittura che lo scopo del film fosse quello di far shippare alla gente questi due. Non potrebbe esserci coppia più canon.
Comunque, stavo dicendo, sì, il narratore. Sei stata bravissima... ma che dico, perfetta, nel calarti all'interno del POV di Napoleon. Il lessico, ma anche e soprattutto il tono narrativo e la focalizzazione e la scelta di alcune frasi di contesto sono state costruite ad hoc per il personaggio. Hai fatto un lavoro impeccabile.
Ho poi adorato alla follia la retrospezione che sei riuscita a dare anche a Napoleon: nel film si scopre di più sul passato di Illya, sui suoi difficili trascorsi, la famiglia, l’onore… ma poco si sa invece del perché Napoleon sia stato, prima ancora che spia, un ladro. L’idea che il suo narcisismo e la cura per sé e le cose nasca dal fatto che abbia passato l’infanzia in una condizione di povertà ed emarginazione lo ha reso, oltre che bellissimo e affascinante, più profondo, più complesso. E io amo i personaggi dannati e complessi. Grazie per avermelo reso ancora più irresistibile, davvero grazie, come se fosse abbastanza già prima *^*
Avevo già apprezzato il personaggio grazie alla tua fic, poi ho apprezzato la fic grazie al personaggio, perché la tua storia gli dà viva alla grande. Già da questa frase, che io ho adorato alla follia, due volte:
"L’ha sentito quel suono, così sgraziato da essere irritante, e si rifiuta di accettarlo come proprio, così come rifiuta di lasciare la presa alla mano che stringe e che lentamente lo sta trascinando giù dal tetto." -> Il verbo rifiuta ha una potenza immensa in questo punto. Credo che esprima al meglio un tratto di Napoleon: Napoleon è una spia, obbligato a esserlo, ma non perde la sua indipendenza, e soprattutto non si fa mai usare dagli altri. O almeno questa è la sensazione che ho avuto. E' come se ogni suo tratto, il suo modo di fare, non facessero altro che gridare "faccio la spia perché lo voglio io, e soprattutto perché è figo". Inoltre Napoleon non si scompone mai come ho detto, e l'idea di perdere il controllo semplicemente è contro la sua natura, e ne rifiuta anche l'idea, anche davanti all'evidenza.
Altra cosa che lo distingue è la testardaggine: se Napoleon decide di dover salvare Illya, Napoleon lo salva. Una testardaggine che dimostra anche quando non può fare a meno di parlare, il che denota anche la troppa sicurezza con cui agisce. Mi piace davvero tanto questo continuo contrasto tra sicurezza/dramma. Ho sentito viva la scena, visiva, realistica, ma soprattutto stratificata, come se stessi guardando il tutto da una prospettiva privilegiata. Il riferimento al suo corpo mastodontico, che è comunque la prima cosa che Napoleon nota nel film su di lui, ma che nella tua fic assume, a tratti, un connotato più “erotico” posso dire? Di apprezzamento anche da parte di Napoleon, nonostante la battuta sulle presunte colpe. E poi, il riferimento all’architettura, come se stessero ancora recitando le parti del commerciante d’arte e dell’architetto. *-*
Credo che incornicerò alcune delle espressioni che hai usato, come il sorriso che nasce storto, nasce morto, la risata che si suicida tra le labbra di Napoleon. Napoleon non può fare a meno di mostrarsi sicuro di sé, arrogante, sfottente verso il pericolo e la situazione drammatica, mentre dentro di lui tutto ciò che c'è è la volontà disperata di non mollare la presa, di non perdere il suo compagno. La paura incrina leggermente i suoi modi narcisisti, lo rendono più umano, ma se posso dire ancora più affascinante.
E poi c’è Illya, che da bravo supersoldato della Madre russa ha imparato a inghiottire il dolore in silenzio, ha respingere persino le leggi umane e si issa sul cornicione col braccio rotto. Senza un lamento, al contrario di Napoleon (ed è perfettamente IC soprattutto perché mi ricorda la scena in cui si libera del peso della motocicletta e la scaglia, senza un suono, ancora intontito dal dolore, il suo corpo sembra agire con la sola forza di volontà).
Anche il sorriso, timido e contento, è perfettamente il tipico sorriso da Illya. Un sorriso raro, sfuggente, che tende a celare e che mostra tutta la sua sensibilità, ma soprattutto tutto il suo bisogno di affetto, di contatto umano. Illya che si mostra pragmatico e schietto anche quando dice, quasi privo di emozioni “Cowboy, lascia presa”. Un nomignolo che beffeggia Napoleon ma che in qualche modo vuole rassicurarlo, quasi a dirgli “non m’incazzo se lo fai, va bene”.
E poi, vabbè, che altro dire? La seconda parte è piena di fluff, di tenerezza, ma anche di eleganza, ironia, è densa delle loro personalità. E se nel primo pezzo sono i pensieri di Napoleon a farla da padrone, in questa seconda parte sono le battute che si scambiano a prolungare la visione del film. Complimenti.
Mi è piaciuta poi anche la conta, come ti avevo accennato all’inizio, il riferimento all’intento di volere un aumento, la cura per gli abiti, la parlata di Illya e… niente, la inserisco tra le preferite. Ho detto tutto.
(Appunto per il futuro: mai recensire una storia a caldo dopo aver visto l'opera d'origine. Più che una recensione, altrimenti, esce fuori uno sclero)
Ho trovato due refusi. E poi mi suona strano il termine “idiotico” o qualcosa del genere. Esiste?
Illya scrolle le spalle
«Preferisco tuo silenzio.» borbotta il russo, ma le labbra si posano a quelle di Napoleon
Mi faccio i complimenti per aver visto il film: Grazie Nirvana, hai fatto un’ottima scelta. E sì, bellissima one-shot. E’ stata una lettura bellissima, emozionante, densa e sorprendente perché mi ha regalato tanti piccoli dettagli, tante piccole perle di talento e passione. Sono la mia droga.
A presto!

Recensore Master
15/03/20, ore 15:56

Questa fanfic è molto più difficile da recensire. Non so nemmeno da dove cominciare. Dall'incipit, che l'ho amato, l'ho trovato così curato, incisivo, perfetto, così poche parole per dire tutto e dirlo così dannatamente bene! Non so come fai, ma quello che normalmente per altri sarebbe un paragrafo spiegone, da te diventa uno svolazzo stilistico, poche parole e voilà, come i piatti degli chef più rinomati: minuscoli ma così ben pensati! Oppure potrei continuare con la caratterizzazione di Napoleon! Non solo è perfetta ma mi ha fatto ridere così tanto! E Napoleon che rifiuta il proprio urlo perché sgraziato: così adorabile, mi ha ucciso quel commento o tutti gli altri sulla camicia e il vestito! E i dialoghi di Peril: perfetti anche quelli. Sono mesi che non rivedo il film e davvero non so come tu fai, i miei più grandi complimenti, ma hai un modo di entrare dentro questi due, di muoverli come se tu li conoscessi meglio di loro stessi, come se il film fosse solo una musica e tu ne hai decifrato il motivetto e lo ripeti e lo suoni a tuo piacimento. La scena in ospedale l'ho adorata dall'inizio alla fine: dolce, divertente... Ho amato il commento di Peril sulla vita di Napoleon e i pensieri di Napoleon sui conteggi contro la morte e con Peril. E per concludere, questa frase, perché ho deciso che ne sceglievo solo una altrimenti questo commento sarebbe stato un copia incolla inutile di questa fanfic incredibile e stupenda. "Americani è come loro giocattoli: non affidabili." Qui mi hai proprio uccisa dal ridere. Amo il tuo Illya.

Recensore Veterano
14/03/20, ore 17:35

Con questa shot hai centrato perfettamente ciò che volevo leggere. Anzi, hai fatto anche di meglio. Adoro l'hurt/comfort e me ne hai dato dei bellissimi momenti e tutti tutti perfettamente IC, il che ha solo contribuito alla perfezione del tutto. Come sempre adoro i dialoghi che imbastisci tra i personaggi, sono così LORO che davvero non saprei descriverli in altro modo. Il fatto che Napoleon sia ironico persino nella sua testa mentre è sul punto di forarsi un polmone per lo sforzo eccessivo sulle costole rotte è perfetto, così come è perfetto che Illya cerchi di prendersi alla fine tutto il merito, perchè in qualche modo questi due si amano ma allo stesso tempo sono sempre in competizione tra di loro, anche se con il passare degli anni mi immagino questa competizione diventare più un gioco, qualcosa che faccia parte della loro quotidianità. E soprattutto mi ha fatto ridere il fatto che Napoleon tenga il punteggio non solo con la morte, ma anche con Illya, altro dettaglio che ho trovato benissimo in carattere considerando il fatto che canonicamente Napoleon è un giocatore d'azzardo patologico. La fine è poi dolcissima. Illya, sotto tutta quella forza bruta da agente del KGB, nasconde una tenerezza inifinita e quindi ce lo vedo benissimo ad accoccolarsi con Napoleon sul letto d'ospedale. Come ti dicevo già sul gruppo, la fic è bellissima e l'ho adorata. Grazie mille per averla scritta! Spero di poterne leggere presto qualcun altra! Alla prossima, Baci.