Ciao bacinaru!
Tra le attività da svolgere sicuramente durante la quarantena c’è vedere film e penso che recupererò quello di Operazione Uncle in settimana, ma nel frattempo mi dirigo in una zona per il momento più confortevole, The Witcher. Il momento che hai scelto di raccontare appartiene alla vita quotidiana, ma ci offre l’opportunità per vedere il lato più gentile e umano di Geralt di Rivia. Abituato com’è a vivere in solitudine e isolato, a uccidere mostri, non è avvezzo a occuparsi di una terza persona, però sente di doverlo fare perché Geralt non è solo uno strigo disincantato e scorbutico. È qualcosa di più – un buon amico, per esempio, e Jaskier se n’è reso conto.
Di Jaskier mi piace la sua lettura ic: hai sottolineato il fatto che spesso le sue arti compositive si mescolano con quelle amatorie generando situazioni imbarazzanti (che tra l’altro qui nasconde, nicchiando), situazione che sono altamente canoniche e che generano, tra l’altro, tutta la timeline con Ciri; qui usi il medesimo espediente del marito geloso per azzopparlo (poverino) e per dimostrare che si può essere scorbutici come Geralt e accorgersi se un amico sta male. Questo leggerissimo hurt/comfort riesce a rendere perfettamente sia il carattere dello strigo che obbliga l'altro a fermarsi che quello più impudente e sfacciato del bardo, che neanche si era reso conto di stare così male o, comunque, proseguiva il viaggio tranquillamente. Hai fatto ciò sfruttando alcuni elementi come il cavallo: Geralt deve essere davvero preoccupato se sceglie di cedere la propria amatissima cavalcatura a Jaskier e, in effetti, un peggioramento delle condizioni di Jaskier potrebbe costringerli a doversi poi fermare per un tempo ancora più lungo.
La gestione del personaggio di Geralt è curata nel dettaglio dai gesti decisi e dalle battute spicce e secche, proprie di un uomo d’azione che non si vuole perdere in chiacchiere e che forse è anche in imbarazzo nel dover curare chicchessia, denotando un’altra volta quel suo essere IC nella storia, quel suo essere a posto solo mentre uccide mostri e meno, per esempio, in una corte reale, laddove Jaskier invece si trova perfettamente a suo agio. Devo confessarti che mi sono divertita molto leggendo di quando prende come fosse un insulto quel “tenerone” che è una chiara provocazione del bardo. Come ti dicevo anche nella scorsa recensione, studiandolo da vicino e vivendo con lui Jaskier ha capito com’è veramente l’amico e anche quanto sotto la scorza e l’atteggiamento scostante dello strigo ci sia decisamente qualcosa di più. E quel qualcosa io credo che qui tu l’abbia mostrato in questa storia molto ben scritta e piacevolissima da leggere. Non nego che leggerei volentieri altro di tuo su questo fandom, mi piace molto come gestisci i personaggi ^^.
Un caro saluto,
Buonanotte o buongiorno,
Shilyss |