Ciao cara, eccomi qui per l’ABC del Giardino, purtroppo i miei tempi sono un po’ lenti, ma ci tenevo a dedicare la giusta attenzione a questa storia — visto che ha per protagonista uno dei miei personaggi preferiti del mondo creato da Shonda.
Partendo dal titolo, devo dire che l’ho trovato assolutamente perfetto sia per parlare di Amelia in generale — tenendo in considerazione il suo background e la scelta di assumere quella posizione prima degli interventi chirurgici — che, soprattutto, per narrare di quel momento in particolare in cui la nostra dottoressa apparentemente invincibile si ritrova dall’altro lato della barricata ed è normale che si senta spaventata e che si rifugi in quella posizione per poter riuscire a sperare che l’intervento abbia l’esito sperato. Ho trovato la storia molto credibile, mi è piaciuto in particolare l’aspetto legato a questa contraddizione apparente tra l’essere un medico, e quindi una persona di scienza, e l’essere comunque scaramantico, anche se poi ognuno di loro lo è in modo differente e personale. L’accenno a Derek e a quel suo rituale che abbiamo visto innumerevoli volte durante le prime serie di Grey’s Anatomy è stato un vero colpo la cuore, perché non ho problemi ad ammettere che io mi sono disamorata quasi totalmente dello show dopo che Derek è morto, c’erano ancora tante, troppe, storie che lui si meritava di vivere e una di queste era il continuare a lavorare giorno dopo giorno accanto alla sorellina che aveva tentato invano di proteggere a partire dal dannato giorno in cui il loro padre era stato ucciso. Amy e Derek sono così diversi, in apparenza, eppure così simili: intelligenti, sensibili, testardi… mi piace pensare che Amy saprà essere un genitore simile a Derek e che racconterà gli aneddoti della loro infanzia sia a Zola, Bailey ed Ellis, che al suo piccolo appena nato.
La storia è breve, eppure sei riuscita a farmi vivere emozioni contrastanti e meravigliose: dall’ansia di Amelia, al supporto di Maggie, alla sicurezza in sé che ha Tom (adoro il dettaglio dei Beach Boys, che mio padre ha sempre ascoltato quando ero piccola) e, soprattutto, alle insicurezze di Amy, che non sa se questo tumore l’ha cambiata, rendendola quella che è stata negli ultimi anni e ha paura di non riconoscersi quando l’avrà tolto. Amy è un personaggio complicato e ricco di sfaccettature e tu l’hai davvero resa benissimo in questa storia, riuscendo a evidenziare tutte le sfumature del suo carattere attraverso l’utilizzo di uno stile diretto, che va dritto al punto.
Mi piacerebbe leggere altre tue storie nell’universo di Grey’s, che non frequento da troppo tempo.
A presto,
Francy |