Recensioni per
La morte è la curva della strada
di blackjessamine
Basta, è giunto il momento: per quanto mi dispiaccia, eccomi qui, a commentare questo ultimo capitolo, cercando di raccapezzarmi tra angst e ammirazione sconfinata nei tuoi confronti. |
Ed eccomi qui, a leggere l'ultimo capitolo di questa raccolta stupenda, che avrà sempre un posto speciale nei miei ricordi. |
Ciao! Eccomi finalmente a terminare questa splendida raccolta: devo dire che ci vuole un mood adatto per farlo, perchè inevitabilmente al termine del percorso il cuore mi si stringe. Sì, anche se l'immagine finale è su James e Lily. Parto dal dirti che ho apprezzato molto la "cicrolarità" tra inizio e fine: nel primissimo frammento james aspettava Lily, ora - dopo aver illustrato tanti altri personaggi e incontri - torni a parlare di loro e mostrarceli insieme mentre si tengono per mano. |
Eccomi arrivata a quest'ultimo capitolo. |
A morte é a curva da estrada, Cara Blackjessamine, Confesso che sono giorni che mi ripromettevo di ritagliarmi il giusto tempo per scriverti con la dovuta calma. Perché, come annunciato, sono passata a leggerti; e l’ho fatto con un piacere che è andato ben al di là delle aspettative. Pessoa, in tutte le sue penne, è una moltitudine di autori che amo molto. Così come amo le storie meditative, ritagli in prosa più di concetto che d’azione, benché raramente mi capiti di imbattermi in lavori di questo tipo – dunque, ti ringrazio con particolare calore di averne scritto uno tanto bello. La morte, in letteratura, poi, è un canto di sirena. E la morte per i morti è altrettanto interessante da raccontare dell’effetto che la morte ha sui vivi; è tanto più insolita, del resto, con le ovvie celebri eccezioni. Il tono onirico e quasi astratto, tra il sogno e la meditazione, per cui hai optato, è una scelta giusta, la scelta giusta, assolutamente, come lo sono le scelte perfette e necessarie. Ti lascio, dunque, un pensiero complessivo qui sul capitolo finale perché si addice bene ad una storia sulla fine, sul post-fine. Come il nastro continuo di un paio di binari che, prima o poi, arriveranno in stazione, non voglio spezzettare questa aggraziata strada ferrata che hai tracciato e scorre quasi quieta, un novello Lete che, in luogo dell’oblio, infonde una strana quiete, un dolce distacco non scevro di rimpianto, del peso di un rimorso, una vergogna (ah, Peter!). Ed è un fiume carsico, questo tuo lavoro, che accompagna in parallelo, sotterraneo, la cronologia dei fatti tra la fine della prima e della seconda guerra contro Voldemort che abbiamo seguito lungo il filo della vita di Harry. Come un fiume carsico, ci mostri, ci lasci esplorare le parti che contano, accompagnando i primi passi ed i passi importanti di chi segue i binari. C’è un senso di fluire e di continuità – tra la vita e la morte, tra le esistenze di quelli che si incontrano, lungo questa strada ferrata su cui non ci si può perdere. C’è soprattutto un senso di quiete – non sempre di pace, non necessariamente, né di serenità; ma quasi di riposo, ché in fondo questa morte è un eterno riposo passeggiando. C’è un sentimento di distacco sottile, lirico, come un velo, in questi defunti, d’un camminare comunque, lasciandosi l’orizzonte alle spalle; senza dimenticare, ma con la certezza ché alla fine tutti quelli che si sono lasciati ci ritroveranno lungo la strada o a destinazione. Hai tinto l’ineluttabilità della morte di una pacata speranza, di una dolcezza che non ha bisogno di slanci di fervore. L’essenzialità della costruzione e della tua prosa tratteggia alla perfezione ogni capitolo, essenziale, incisivo, in una serie di piccole acquaforti tematiche, dove ogni linea conta ed è il risvolto di un’immagine in negativo. Ogni giro di frase è limato, curato, detto come non potrebbe essere stato detto altrimenti; il risultato è una prosa poetica – per merito tuo, non solo del Pessoa di fondo – in ogni parola è nel suo luogo naturale, ogni verso risuona. È tutto immensamente delicato e profondamente toccante. È tutto verità, lungo questo tuo cammino.
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Io vorrei iniziare la recensione per bene, ma questa volta non posso avvantaggiarmi nemmeno dei Nargilli, affinché la scrivano al posto mio, dato che sono a loro volta commossi e con gli occhi appannati… Non so se sia un record, sicuramente è un grandissimo merito (sono difficili da commuovere, mi dicono). |
Ero curiosa di scoprire come avresti concluso questa raccolta che è stata sempre emozionante, delicata e curata in modo dettagliato ed incredibile dalla prima all'ultima parola. |
Cara Blackjessamine, |