Recensioni per
Spara, se non vuoi morire
di Soul Mancini
Recensione premio "Un minuscolo assaggio del mio mondo" 1/2 |
Recensione premio per aver vinto il premio speciale "Miglior storia fluff" ed essersi classificata al secondo posto al contest "La mia OTP in 500 parole": 3/4 |
Ciaao! Eccomi qui per lasciare la recensione premio per il terzo posto al Contest “Immergersi nell’immaginazione”. Cosa dire? Sono partita convinta di leggere qualcosa su Ethan, personaggio che mi hai presentato e che mi ha subito conquistata. Poi, casualmente, ho notato questa storia e il titolo (suggestivo) ha catturato subito la mia attenzione…non ce l’ho fatta a resistere! È una storia malinconica, triste. Sei riuscita a trasmettere una drammaticità fortissima con una semplicità pazzesca, vediamo e viviamo tutta questa situazione attraverso gli occhi innocenti di un bambino, di Tahir. Nonostante il testo non sia scritto in prima persona, la realtà è comunque filtrata dalla sua mente, da ciò che pensa, da ciò che gli hanno insegnato. Mi ha colpita tantissimo il particolare del colore rosso, che in qualche modo si sostituisce al nostro verde-speranza, e il momento in cui lui si chiede come si scriverà mai questa parola che gli hanno inculcato a forza. L'ultima frase, è perfetta. Chiude il discorso in maniera impeccabile, mantenendo fino alla fine questa atmosfera surreale (dal nostro punto di vista di persone "privilegiate"). |
I Posto |
Ciao Soul! ^-^ |
Cara Soul, mi hai sorpreso con questa storia, non me l'aspettavo proprio! |
Ciao :-) |
Soul, eccomi! |
Carissima, cosa posso dire? Prima di tutto in bocca al lupo per il contest, penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro hai scritto una storia realistica e attuale, che sarebbe tale anche se parlasse di soldati adulti. Il fatto che tratti di soldati bambini fa riflettere ancora di più. |
Tesoro! Hai fatto benissimo a scrivere questa storia, perché credo sia una delle migliori che hai postato, per quanto breve. Hai trattato molto bene una tematica molto difficile, come questa dei bambini-soldato, trasmettendo le emozioni del bambino protagonista e permettendo di entrare in empatia con lui. Deve sparare perché glielo hanno ordinato, e gli hanno detto che se non lo fa morirà, ma in cuor suo è ancora un bambino, che vorrebbe giocare e a cui piace guardare il suo coetaneo mentre disegna. Non dovrebbe esistere una realtà simile: i bambini dovrebbero essere bambini e basta, non mandati al massacro per un credo "superiore". E a pensarci mi vergogno di credere in qualcosa, sinceramente. |