Recensioni per
Di Ghiaccio e d'acciaio
di VanessaSpark

Questa storia ha ottenuto 944 recensioni.
Positive : 943
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
18/05/21, ore 10:52

Innanzitutto ancora complimenti per le tue descrizioni così accurate sia di paesaggi che di ambienti. Devo ammettere che in questo capitolo ho provato una leggerissima solidarietà per Baelish, nelle sgrinfie della povera pazzoide Lysa...ma in fondo sappiamo che tutto è stato da lui calcolato e voluto, quindi alla fin fine presumo che le mattane della promessa sposa possano finire sotto la dicitura di "rischi del mestiere". La povera Sansa è caduta dalla padella alla brace per certi aspetti: non solo non viene accolta con il minimo segno di affetto da parte della zia (certo, lei scusa la cosa pensando che voglia mantenere la copertura anche davanti ai servitori, giustamente...ma noi lettori sappiamo perfettamente che così non è, non del tutto almeno, perchè sappiamo bene che a Lysa della nipote non importa un accidenti. Altrimenti avrebbe potuto mostrasi affettuosa anche come matrigna, no?) ma appena arrivata, dopo un viaggio del genere viene pure costretta a fare tardi a una festa di matrimonio dove oltretutto viene pure completamente ignorata (forse è un bene, comunque) e a sopportare le strxxxxate di Lysa e del cugino. Ho visto poco di questa parte nella serie tv ma ricordo un bambino particolarment antipatico, seppure non per colpa sua ma della madre che lo straviziava. Finalmente la festa finisce, Sansa può ritirarsi a riposare nella propria stanza...tutto bene? Naturalmente no, perchè si deve sorbire pure gli effetti sonori della "passione" della zia. e qui mi sono chiesta: visto che il castello non sarà stato piccolissimo, le due stanze erano vicine? Perchè sennò verrebbe da dire: ma chi altro li ha sentiti?! XD Devo poi ammettere che quando ho letto "basta" e "per carità" dopo gli apprezzamenti di Lysa di primo acchito non avevo capito che fossero pensieri di Sansa e ho pensato che fosse il "povero" Petyr! XD solo a me possono capitare certe cose....
Comunque Sansa essendo una donna educata sa che deve cercare di pensare agli aspetti positivi della cosa e la fatto che queste persone son, in fondo, le uniche che l'hanno aiutata. Come diceva quel proverbio? Dagli amici mi guardi Iddio.....ecco.
Complimenti ancora e alla prossi,a!

Recensore Master
18/05/21, ore 10:05

Buongiorno Vanessa, che dire di questo capitolo se non che è notevole, una perfetta prosecuzione di quanto letto in quello precedente.
Questa volta nuovamente siamo riusciti a immergerci nei pensieri, e soprattutto nel sentire, di Sansa, la quale è arrivata finalmente nel castello della zia dove, forse, si era figurata di esservi accolta in ben altra maniera. Invece, per tutto il capitolo, avvertiamo la sensazione di disagio e di abbandono provata da Sansa, anche perché Lord Baelish è intento a seguire sua zia Lysa in ogni suo desiderio, anche se propriamente Sansa potrebbe arrivare a pensare che i suoi voleri fossero ben altri. Ma, per come ha conosciuto Lord Baelish, egli è un uomo enigmatico, che non mostra il suo reale pensiero e si adatta alle situazioni per fare poi in modo di girarle a suo vantaggio. Ora è il momento di andare incontro a qualsiasi desiderio della sua futura sposa, che lo coglie di sorpresa palesando di volerlo sposare subito, la sera stessa del suo arrivo a Nido dell’Aquila. Lui ovviamente fa buon viso a cattivo gioco, ma Sansa si accorge della sua titubanza, subito mistificata in gioia nel convolare a nozze con quella donna che tanto si è prodigata per lui, e che tanto ha fatto. E qui le mie orecchie si sono drizzate quando Lysa ha parlato di Jon, dei Lannister, di sua sorella ecc… poiché io non ho letto i libri ma ho solo visto la serie tv e forse mi sono persa qualche passaggio circa il personaggio contorto di Lysa.
Comunque la serata passa, con una Sansa che si sente come invisibile agli occhi degli altri, e questo dovrebbe tranquillizzarla, ma essere invisibile anche allo sguardo di Petyr forse, non se lo aspettava in questa maniera. Fa anche la conoscenza, durante la serata preparata per il matrimonio, con suo cugino, il signore della Valle, anche se è poco più di un bambino, capriccioso e immaturo dai comportamenti che tiene, e a cui ha assistito suo malgrado, che le lasciano più di un pensiero vagare per la sua mente. E quello che lei, nella sua mente, definisce cattiveria, avendola appellata con il nominativo di figlia “bastarda” di Baelish, non è che uno degli atteggiamenti messi in scena da quel ragazzino troppo simile alla madre.
Mi è piaciuto, poi, tutto il riflettere, conseguente alla sensazione sgradevole provata da Sansa al sentire quella parola associata a lei, facendole tornare in mente la figura del fratellastro Jon, a cui mai lei ha attribuito quel termine che reputa dispregiativo. La sensazione di inadeguatezza, che ha provato fin dal momento in cui è giunta al castello, si sta protraendo durante la notte, che vede il coronamento della passione di Lysa per Petyr, con quel suo comportamento molto sopra le righe, per una Lady della sua importanza e di cui non sembra importarle un granché, ora che l’oggetto del suo desiderio è ben saldo fra le sue mani.
Un altro intrigante capitolo che si è aperto con quel “si va in scena” e che ha rispettato le aspettative che un simile inizio aveva, con quel che ne è scaturito. Al prossimo appuntamento.

Recensore Veterano
17/05/21, ore 23:09

Pazza del mio cuore. Fammelo dire: ho amato tutto. Fammi dire un’altra cosa: TANANANA! È arrivata Arya!
Ok, ricominciamo: devo partire già con i complimenti perché questo capitolo è bellissimo e ricchissimo – levissimo. A parte cavolate, ci ho trovato dentro delle riflessioni che mi hanno letteralmente spaccata a metà. Lo sai che di solito ne leggo più alla volta, ma quando ce n’è uno come questo devo per forza fermarmi, capire, parlarne, sviscerare, cercare di dire tutto quello che voglio dire perché è tantissimo. Non so perché mi abbia attraversata così, ma ci sono alcune frasi che davvero mi hanno aperta a metà, un po’ come la spada di Sandor con Beric. La prima è questa: “C'era una certa somiglianza fra lui e quel cazzo di maiale: la vita di entrambi consisteva nell'essere grati per gli avanzi degli altri”. Non so cosa dire, non so come raccontare il dolore che questa frase mi ha letteralmente rovesciato addosso. Può essere anche una metafora utilizzata di frequente, quella degli avanzi, ma in questo contesto, pensando a Sandor, pensando a Lydia, ha tutto un sapore così aspro che me lo posso sentire sulla lingua. Sento tutta la sua amarezza, il suo rammarico, una vita costellata di scelte sbagliate che arriva a presentare il conto non solo una volta ma continuamente, ogni volta che il pensiero si trova a vagare e non costringersi nei soliti binari, quelli che servono per rimanere vivo, per non pensare. Perché anche mentre fa sesso quei pensieri non lo lasciano andare: anche di fronte a Lydia, al suo corpo accogliente, al suo viso attraente, le ombre riescono a scivolare dentro e a togliere ogni luce, risucchiandola fino a spegnerla del tutto – a spegnere il desiderio, anche quello più umano, gretto e carnale. Il discorso di lei… mamma mia, il discorso di lei. Devo confessarti che mi sono commossa: non so se sono gli ormoni, la tua bravura, un argomento che davvero tocca le corde più profonde e delicate del mio cuore o un pericoloso mix di tutte queste cose, ma un po’ gli occhietti si sono fatti lucidi. Lucida com’è anche la sua analisi di quelle sensazioni, di come la morte di suo marito abbia lasciato un vuoto a perdere, incolmabile, con cui si può soltanto convivere, di cui si può soltanto accettare passivamente l’esistenza. Perché “non è facile riempire il vuoto lasciato da quelli che sanno riempire i vuoti”. Più la rileggo e più questa frase mi strazia, te lo giuro. Lo so che qua c’è una ship Sansan di base ma io Lydia non riesco a non amarla, perché è così vera e pura, limpida. A volte dice le cose che penso e che vorrei dire – e so che tutta questa meraviglia deriva dal tuo altrettanto meraviglioso modo di pensare, analizzare e capire il mondo e l’animo umano, per quanto sia fastidiosamente frastagliato. Ed è giusto che quello che c’è fra loro due non sia destinato a durare perché i buchi di Sandor, quelli che proprio trapanano fin dentro le viscere e le svuotano di tutto, li ha fatti solo una persona e solo quella persona li puoi riempire. La stessa persona che ha una sciarpa d’avorio e la regala e nessuno poi può più toccarla – non può provare a toglierle il suo odore, non può appropriarsene, non può sostituire il collo sottile e bianco, i lunghi capelli fulvi. Lo so, sto sclerando ma ti giuro, lo ripeto, questo capitolo mi ha davvero trapassata da parte a parte. Soprattutto perché è stato nominato Jaime: Jaime è tornato, Sansa è la sua sposa, può riempire il suo letto ma non i suoi buchi. Arya è lì, ignara: Arya che vuole ucciderlo, vendicarsi, perché la vendetta deve riempire i suoi. È tutto un gioco di pieni e di vuoti, di parole e pensieri che affondano e riemergono, ricordi che bruciano, come quella ferita, come la voglia di uccidere suo fratello, come quella spada infuocata che lo impaurisce, lo ferisce ma non lo uccide. Come il ragazzino a cui ha tolto la vita, per ordine del re – ora si rende conto che è una giustificazione farlocca, che dà fastidio solo a sentirla ma quelle ha dovuto raccontarsi per tutta la vita, per sopravvivere alle sue stesse azioni. È il dovere, nulla più. Ma quanto può giustificare il dovere? Quanto può acquietare la coscienza?
Scusa se mi sono fermata solo a questo sclero da pazza-bis totalmente random; il capitolo è davvero bellissimo anche nel resto della narrazione: i dialoghi sono impeccabili, come sempre, così come lo è stata la descrizione del loro combattimento, dei dubbi che si sono insinuati in lui, di quell’addio che sa di arrivederci, della rabbia di Arya, di quella rinascita che è mossa da mani “superiori”. Mi ha colpito moltissimo che, nonostante la sorpresa e lo stupore, Sandor sia così intenzionato a non sapere niente di loro da non volere sapere nemmeno come un tipo che dovrebbe essere dissanguato a terra, sia vivo e vegeto di fronte a lui. Un annichilimento totale, una voglia di anestetizzarsi dalla sensazione benefica e salvifica della spada tra le mani, dell’adrenalina sui nervi, della voglia di combattere.
Ok, ti lascio perché sto veramente sorpassando ogni soglia di decenza. Grazie, grazie davvero.
Un abbraccio grande

Recensore Junior
17/05/21, ore 15:03

Ciao Vanessa Spark! Ma che bel capitolo che ci hai donato! La tua storia l'ho già aggiunta tra le preferite. Ma una curiosità, la ragazza con il cosplay di Sansa sei davvero tu?? Cioè se sì complimentoni, sei la sosia di Angelina Jolie, e penso che tu sarai fiera di essere uguale ad una donna bellissima come lei! Dopo averti detto che sei una gran figa oltre che una scrittrice davvero in gamba passo alla storia. Molto simile all'incontro avvenuto nei libri, adoro sempre di più l'educazione di Sansa. Poi un'altra cosa, nella storia originale Lady Lysa sa davvero che sotto il finto nome di Aleyne Stone si nasconde Sansa Stark. Lo saprà anche qui e finge di non saperlo o ne è completamente ignara?? Un bacio e a presto! Dragonlips

Recensore Veterano
17/05/21, ore 12:26

Capitolo bellissimo!
Non vedo l'ora sia lunedì per andare avanti!
Bravissima come sempre ❤️
Baci
Mis!

Recensore Veterano
15/05/21, ore 15:06

Ciao ciccia mia!
Finalmente, riesco ad arrivare in pari con le recensioni e i capitoli che ho letto. Visto che sei una spoilerona (si scherza, tvb) i miei pensieri te li metterò tutti qui, anche se #tusai, nonostante il tuo spoiler, non ho idea della piega che prenderà la storia e questo mi mette una super elettricità addosso! Mi piace moltissimo la tua caratterizzazione, te l’ho detto mille volte, ma queste ultime due introspezioni – quella di Jaime e quella di Sansa – le ho trovate perfette. Anche lo Sterminatore di Re è deluso, è impaurito, è nervoso. Il suo non volerla incontrare prima delle nozze, non riuscirle a dire una parola, il cercare lo sguardo di Cercei sempre e soprattutto la sua seconda prima volta. Mi ha sempre affascinato l’idea che per quanto Jaime venga descritto come un uomo bellissimo, abbia amato sempre e solo Cercei e si sia dato sempre e solo a lei. Potenzialmente, avrebbe potuto avere molte donne ma anche lì, di fronte alla bellezza d’alabastro di Sansa, nonostante la trovi terribilmente attraente, non può che pensare a come tutto il suo modo di amare sia tarato su Cercei e il suo corpo. Specularmente, i pensieri di Sansa leggono questo quando lui la imbarazza facendo scivolare i suoi occhi su di lei. Mi sono fermata molto a pensare mentre leggevo e ho provato ad immedesimarmi in lei: la vergogna per il proprio corpo, per la propria nudità, che è insita nell’essere umano – in me, in primis – e pensare ai suoi quattordici anni, alla presenza di un uomo che non ha mai conosciuto prima, che è passato da estraneo a sconosciuto in un tempo brevissimo e vuoto, vuoto della loro conoscenza, deve essere stato devastante. Lei è sempre compita, ligia al dovere, granitica: qua, però, crolla perché tutte le paure da quando ha messo piede ad Approdo del Re, si realizzano. Lei non sa chi sia Jaime, non sa se dentro di sé ha la vena sadica del figlio e, soprattutto, non può non fare un paragone con la sua amante e la madre dei suoi figli, la donna la cui bellezza Sansa ha sempre ammirato e a cui ha sempre ambito. Ed è terribile pensarlo, pensare di essere lì, nuda, per la tua prima volta, di fronte ad un marito sconosciuto ed essere al contempo messa sotto esame e messa a confronto con una donna di una bellezza di una tempra disarmante. Infatti, ha paura di essere brutta, di essere stupida, di essere una ragazzina del Nord non adatta ad essere una Lannister. I capitoli con i doppi POV mi piacciono tantissimo perché rendono ben chiaro quanto il non detto e il silenzio siano fonte di incomprensione, di fraintendimenti, di pensieri che deviano da quelli dell’altro e li anticipano senza avere ragione. In questo, poi, questo aspetto si evidenzia più che mai: sono entrambi impauriti dal silenzio dell'altro e allo stesso tempo entrambi incapaci di provare a contrastarlo.
Detto ciò, non vedo l’ora di sapere come svilupperai ancora queste vicende, che pieghe farai prendere a questo intrico così complesso e che prende più sempre strade che sono solo tue e io che io, sul serio, adoro. Ma sai già.
Un abbraccio grande mio cuor, a presto!

Recensore Master
15/05/21, ore 13:32
Cap. 10:

Ciao, eccomi di nuovo a proseguire la tua splendida storia e... non ricordo se questa scena è così intensa anche nel libro, ma ti dico subito che mi hai conquistata davvero con Cersei! Pensa che di solito la trovo antipatica, ovviamente non è un personaggio positivo, ma non è per quello, è per il fatto di non avere scrupoli per niente e nessuno... Però in questo capitolo tu mostri due caratteristiche importanti che spiegano il suo comportamento in tanti frangenti: Cersei è nata donna e avrebbe voluto non esserlo, si ritrova schiacciata in un mondo e in un ruolo che non le appartiene, costretta a sposarsi con uomini che non ama, a essere una pedina di scambio, sottovalutata dal padre (quando ritengo che Cersei, di tutta la sua famiglia, sarebbe stata la più adatta al comando). Ovviamente non è gentile e dolce con Sansa, mantiene sempre il suo ruolo di Regina e di Lannister, ma le spiega come stanno le cose, come dovrà comportarsi, cosa dovrà fare per essere accettata dai nobili e dal popolo. In sostanza, le dice cosa ha dovuto fare lei e questo è molto importante perché per la prima volta Cersei apre veramente il suo cuore a Sansa, anche se lo fa parlando in generale (ma Sansa capisce che sta parlando di lei). La seconda caratteristica che giustifica (almeno per me) tante malvagità di Cersei è l'amore per i suoi figli. Lei secondo me non immagina neanche quanto Joffrey sia del tutto folle e crudele, pensa solo che sia "difficile" e che Sansa dovrà compiacerlo per non farlo arrabbiare (anche se noi sappiamo che non è così). E anche lei, come Shae, dà un importante consiglio alla ragazza: non amare nessuno, altrimenti diventi fragile e vulnerabile. E questo è ciò che ha fatto Cersei e che spiega perché sia divenuta tanto fredda e spietata. L'unica eccezione è l'amore per i figli, per loro Cersei è disposta a tutto, anche a perdere se stessa.
E devo proprio citare la frase finale di Cersei, che mi ha colpita ancora di più alla luce della mia storia, specie delle ultime che anche tu hai letto: "Non amare nessuno Sansa, tranne i tuoi figli: in quel caso una donna non ha scelta". Ecco che, con questa semplice frase, Cersei con tutti i suoi delitti si dimostra, come già avevo scritto molte volte, infinitamente migliore di Judith, che uccide il suo. Da questo capitolo mi è venuto spontaneo pensare che, in realtà, Cersei sia molto più vicina a Lagertha che, appunto, a Judith... e mi hai fatto amare Cersei per la prima volta!
Un capitolo meraviglioso che mi ha emozionata tantissimo, anche perché mi ha riportato a momenti molto drammatici della mia storia e mi ha fatto vedere con occhi diversi il personaggio di Cersei. Complimenti, sei sempre più brava!
A presto!
Abby

Recensore Veterano
14/05/21, ore 19:47

Eccomi, di nuovo. Sono il tuo incubo. Parto dicendo che l’aestethic dello scorso capitolo è bellissimo e pure il buon Sandor lo è, chi lo avrebbe mai detto. Sei arrivata a scombinare ogni mio pensiero su GOT, a farmi rivalutare personaggi, situazioni ed intrecci. E lo hai fatto nel tuo particolarissimo modo, che ad ogni capitolo mi stupisce sempre di più. Ma tant’è. I POV di Sandor e Sansa adesso stridono come non mai: da una parte c’è una normalità quieta, una routine calma, un paese dalle strade fangose come fangosa sembra essere diventata la sua vita. Normalità e noia sono due facce della stessa medaglia, bisogna accettare la seconda per vivere la prima, sennò sembrerà tutto un gran pantano. E se a lui piace il suo nuovo giaciglio caldo, il cibo abbastanza buono, la pancia piena di vino, il resto è quasi sconfortate: si è incagliato in quella locanda che ha bisogno di cure, in mezzo alle chiacchiere infinite del garzone e dei sorrisi sempre pronti di Lydia. Quei sorrisi che quasi lo fanno sentire in colpa per i suoi modi bruschi, per il suo corpo che scansa i suoi baci. Ad Approdo del Re, invece, la vita di Sansa sembra un subbuglio infinito: forse lei vorrebbe fare cambio. Vorrebbe essere in quella locanda cenciosa, barattare quell’abito splendido confezionato per lei. Forse invidierebbe la vita di Lydia, il suo avere accanto Sandor tutto il giorno, il suo osservarlo di nascosto, una vita scandita da noia ma pure da facilità, da libertà. Lei invece è in trappola, una prigioniera non di nome ma sicuramente di fatto. Se Sandor è quieto, lei è l’opposto: deve stordirsi, per riuscire a sopravvivere. Ma anche quando il sonno la inghiotte, la sua mente le restituisce ciò che c’è di vero: la sua vita è un incubo. Anche da sveglia. Tutti e due si ritrovano a pensarsi, a far scivolare la mente più o meno consapevolmente uno all’altro, uno nella veglia, l’altra nei sogni, a chiedersi se sbagliano ad essere dove sono, se uno ha sbagliato a lasciarla e una a lasciarlo andare via, senza di lei. Forse la soluzione sarebbe essere insieme, perché lei dentro quel mantello si perde e con lui a fianco, spariscono i Lannister e i loro occhi vuoti, le imposizioni che le aggrovigliano lo stomaco. E a lui non basta il caldo, i sorrisi, il cibo e una donna che sa che lo vorrebbe: fa troppe domande, le ricorda lei, le ricorda che l’Uccellino non c’è. Può far male un Uccellino? Evidentemente sì. Soffrono entrambi in modi speculari e diversi, mangiati dai rimpianti. Ma se Sandor è forgiato dalla vita, Sansa si sta forgiando e tutto ciò che la sta avvincendo la stritola, la lascia senza respiro. Sa che non può amare Jaime Lannister: perché è un uomo troppo più grande di lei, perché è lo Sterminatore di Re, perché è in guerra con suo fratello e perché è un fratello a sua volta. Un fratello amato, amato in modo viscerale e malsano. Ed è lei che teme: lei che è la sua paura e la sua speranza. Lei che è inarrivabile regina, è punto di arrivo e punto di fine, è aspirazione e disgusto. La regina ama suo fratello: la bellissima, forte, fiera e indomabile regina che lei stessa vorrebbe essere un giorno. Perché lei dovrà sposare Jaime ma la regina non sposerà Loras Tyrell. La immagina dare ordini alle guardie di uccidere chiunque voglia avvicinarsi e questa sua vittoria, anche solo immaginaria e potenziale, la fa sentire più forte, la fa sentire di poter sgusciare dai dettami e dalle decisioni degli uomini. Se Cercei può farcela, un giorno potrà farcela anche lei. Ma Cercei non è più lucida perché l’uomo che ama le è stato portato via, proprio da lei. E la odia, la odia ma non la uccide, la odia ma ritrova in lei la bellezza con quella corona in testa, la corona delle donne Lannister. Sansa sarà bellissima andando lungo la navata e sposando Jaime. Lei dovrà stare a guardare. Per questo la odia. Ma ucciderla le ridarà Jaime? Può qualcuno ridarglielo? Forse la salva per questo, forse perché riconosce in lei una colpa che non ha, forse perché la riconosce vittima di meccanismi che molti anni prima hanno intrappolato anche lei, forse riconoscere il suo sincero dispiacere. La odia? Forse odia soltanto la sua stessa, triste, sorte. Questo è ciò che le rende diverse e allo stesso tempo identiche: belle, infelici, piegate ma non spezzate.
E che dire di Lydia? È così amabile che non mi riesce odiarla, che non riesco a biasimare Sandor che per acquietare i pensieri si ritrova a cercare il calore delle sue cosce, così diverse dal freddo del viso di Sansa, arrossato sotto la sua presa, quando si è illuso di poterla avere e di poterla portare via. Come sempre, che bellezza. E come ti ho detto, i tuoi capitoli mi lasciano con tanti pensieri su cui ragionare, su tanti aspetti da analizzare che sicuramente non riesco a racchiudere in queste poche righe ma che mi sbucano a volte mentre faccio altro, mentre riesumo un pensiero, una frase bellissima che mi salta all’orecchio per la sua musicalità o per la sua spietata schiettezza. Un po’ il riassunto di quello che sei tu!
A presto rossa mia, un abbraccio grande

Recensore Veterano
14/05/21, ore 17:01

Rossa del mio cuor, visto che oggi è la giornata dedicata non potevo anche io non tornare qua e lasciarti il pensiero. Molte cose te le ho già accennate, perché sono andata un po’ più avanti a leggere, ma sai che ho bisogno dei miei tempi per dire tutto quello che vorrei e che sento. In primis, credo che Sansa sia uno dei personaggi con cui è più doloroso interfacciarsi in tante delle storie che ho letto nella mia vita, non solo qua su Efp. Non ho letto i libri di Martin, non posso fare un paragone e, sinceramente, nemmeno mi interessa. Perché per quanto questa sia una fanfiction e tu abbia attinto ai suoi personaggi, questa per me è la tua storia e questa è la tua Sansa. Si vede il modo in cui la ami, la culli, la “svisceri” ma non le risparmi nulla, non risparmi niente del tanto male che ha passato, della sua innocenza che – dopo tutto – continua a scontrarsi con i muri delle illusioni. Perché se è facile dirsi di non illudersi più, di non sperare, quando il mondo intorno è così nero da inghiottirti, sperare è l’unica cosa da fare. Gliel’ha detto pure Tyrion: si può sperare e il ritorno di Jaime, quando il matrimonio con Tyrion è ormai alle porte, non può portarla a fare altro. I Lannister pagano sempre i loro debiti, Jaime a Catelyn deve la sua vita. Non può non pensare Sansa a rivedere sua madre, quella che ha liberato il più importante degli ostaggi per lei, per riaverla, per sapere sane e a casa le sue figlie. L’amore delle madri mi sorprende sempre in un modo meraviglioso. E questo arriva a stridere così tanto, invece, con Tywin, con un padre-padrone, a cui tutti i Lannister – la bellissima Cercei, lo Sterminatore di Re, l’astuto Folletto – devono soccombere, senza rimedio. Non ho iniziato questa recensione scrivendo una sequela di lettere a caso dettate dallo shock solo perché lo avevo già letto e avevo visto di questa scelta – coraggiosissima! – ed improvvisa che tu hai fatto di dirottare su Jaime il matrimonio di Sansa, con tutto quello che questo potrebbe comportare a livello di trama, soprattutto per ciò che Cercei potrebbe fare a lei. Il suo sgomento, la sua paura, sono tangibili, sono reali. I suoi pensieri sono vividi e tu li descrivi con una dovizia e una sincerità che ogni volta ti segnalo perché ogni volta mi sconcertano! Sei bravissima, te lo dico con il cuore e lo sai. C’è un acume, una ricerca di dettagli, una schiettezza di pensieri che è invidiabile – e io lo faccio, ti invidio. E ti applaudo.
Credo di averlo già confessato in precedenza ma il POV di Tyrion è sicuramente il mio preferito: sei bravissima a muoverlo, mi hai fatta innamorare di nuovo di questo personaggio che la serie tv mi aveva malamente distrutto. Il tuo Tyrion è come l’ho sempre immaginato: intelligente, ironico, sarcastico, sagace. Sono pazza di lui. Ho amato l’immagine di quando Sansa si abbassa (ma non si inginocchia) di fronte a lui e lo supplica di sposarla: la sua sorpresa, la sua incredulità, che una giovane tanto bella e intelligente possa preferire lui, lui a Jaime, al fratello a cui tutti lo hanno sempre subordinato, rilegandolo al figlio storpio, quello a malapena tollerato. Ho amato il suo scambio di dialoghi con Joffrey nel primo capitolo (uno STACCE di proporzioni cosmiche) sia la conversazione con Jaime. C’è così tanta verità e saggezza nelle sue parole, c’è la consapevolezza di voler salvare Sansa che, come lei gli ha detto, non ama ma a cui tiene, che vorrebbe salvare, che vorrebbe riscattare da tutto il male che suo nipote, la sua famiglia hanno fatto a lei. E hanno fatto a Ned Stark. Però c’è la guerra e questa non fa sconti; per quanto il nome Lannister non sia tra i suoi preferiti, è comunque quello accompagnato al suo nome e non serve illudersi con favolette e promesse. Il massimo che può fare Jaime – per salvarla da Joffrey e da Cercei – è portarla a Castelgranito, trattarla degnamente come conviene ad una moglie e accettare di essere stato destituito, di aver perso una mano e di non aver nessuna possibilità di andare contro loro padre.
Il senso che mi hanno dato questi capitoli è di un’impotenza disarmante: quella della fragile ma granitica Sansa ma anche quella del fiero e bello Jaime, della regina dorata che Sansa ha sempre invidiato. L’unico che sembra riuscire a destreggiarsi al meglio è forse Tyrion, perché quando hai poco, devi arrangiarti a far diventare quel poco tanto e l’arte dell’adattamento è diventata il suo punto di forza – non avrebbe potuto sopravvivere in quella famiglia tanto a lungo, altrimenti. Un pensiero che ho trovato incommensurabilmente bello è questo: “Crescendo aveva fatto i conti con le domande generate da una flebile, inevitabile invidia: la vita era stata così ingiusta, così dispari nel distribuire i suoi doni.. ma adesso, vedere che anche lui poteva cadere, perdere, sanguinare, non gli procurava alcun senso di equità”. Mi ha fatta commuovere, giuro.
Sei fantastica, continuo a ripeterlo. I miei complimenti più grandi e qualche sclero random.
Un abbraccio grande

Nuovo recensore
14/05/21, ore 09:25

Buon giorno.
Solo oggi sono riuscita a mettermi in pari con le letture.
Che posso dirti, ormai non mi stupisco più, mi pare pure di ripetermi.
Voglio provare a lasciare una recensione migliore delle ultime, più completa.
per cominciare vorrei dire che la storia, intendo proprio la trama, non ha subito deterioramento da quando la stai gestendo in autonomia, anzi.
Il capitolo su Petyr Baelish è scritto davvero bene, lui ne esce una figura enigmatica pur essendo mostrato dall'interno, questo perché enigmatica è la sua natura, così come ce la presenti.
Il modo in cui sti sta avvicinando a Sansa, o sarebbe meglio dire sta spingendo Sansa ad avvicinarsi a lui, è davvero sottile e ben gestito. non è facile mostrare le azioni passive che nasconodono una sottile attività, in questo tu sei bravissima e questo non può che dirmi che tu, in questa storia, ci stai dentro totalmente.
Il capitolo di Sandor per me è dolcissimo.
E' dolce il modo in cui si approccia ad Arya, la ragione per cui lo fa, il suo imbarazzo, quasi adolescenziale, quando si scopre colto sul fatto a sognare la ragazza che gli piace.
Ci sono degli equilibri strani in questo capitolo, quasi ribaltati, volti ad umanizzare una figura come quella del Mastino, che altrimenti resterebbe schiacciata nella retorica dell'uomo grande, grosso e cattivo.
Lui in realtà è molto vulnerabile, forse ancor di più, proprio perché per tutta la vita si è precluso un certo tipo di sentimenti, quindi è del tutto impreparato e indifeso dell'affrontarli.
Arya sta sul filo trall'insopportabile e il divertente. Il suo personaggio esce bene con quello di Sandor, sono quasi un involontario duo comico, il che è davvero interessante in una storia così cupa e violenta per il resto del tempo. Trovo che dia spessore ed autenticità al testo.
Questo capitolo poi è un quadro.
Ci porti in giro per la Valle e ce la mostri. io l'ho vista, l'ho vista meglio che nella serie televisiva, nove si vede ben poco. ogni scorcio, montagna, ruscello, albero.
Mi piace questo tuo dare i nomi alle cose, le rende reali, ci mostra le conoscenze di Sansa e quello che invece ignora, e ci si rende conto anche come, le sue riflessioni, si stiano facendo più serie un po' alla volta.
poi però ecco che esce la ragazzina che vuole fare una buona impressone alla zia e non avere l'aspetto di una scappata di casa!
Mi piace molto, perché sta crescendo un po' alla volta, come è normale che sia.
Ora, detto così pare tutto semplice, in realtà credo che non sia affatto facile bilanciare tutti questi elementi.
la psicologia di un personaggio in evoluzione non deve essere uno scherzo, altrimenti lo farebbero tutti.
Come sempre si denota una grande conoscenza, sensibilità e talento.

Recensore Junior
12/05/21, ore 21:16

Bellissimo capitolo. Pieno di dettagli evocativi. Complimenti.
Al prossimo capitolo :*

Recensore Master
11/05/21, ore 22:19

Mia cara Vanessa, devo ammettere che con questo capitolo ti sei superata nelle descrizioni ambientali e trovo che il tuo saper narrare per immagini sia veramente notevole. Forse questo è uno dei passaggi, dove le ambientazioni rubano la scena agli stessi personaggi, ma che servono a farci comprendere e a farci, forse, capire le azioni che verranno svolte in quei luoghi che, con tanta passione, ci hai descritto, poiché ho la sensazione che tanta accuratezza abbia il compito di rendere più appetibile tutto ciò che avverrà.
Mi sono letteralmente lasciata prendere per mano e, tramite la tua magica penna, che vorrei che ogni tanto mi prestassi per riuscire anche io a scrivere come fai tu incantando il lettore e avvincedolo, ho pututo compiere il viaggio attraverso la Porta Insanguinata, con il suo aspetto greve e maestoso per poi raggiungere la Valle e la sua natura lussureggiante, fino a giungere finalmente, dopo un percorso che mi ha fatto rimanere in sospeso per timore di poter davvero precipitare nel nulla, a Nido dell’Aquila, il cui nome già racconta della sua inaccessibilità.
Sansa è rimasta affascinata da tutto ciò che i suoi occhi avevano la possibilità di contemplare e le sue orecchie di poter sentire. Un intero nuovo mondo si stava aprendo di fronte al suo sguardo. Il viaggio era stato stancante e durante tutto il tragitto pochi sono stati gli scambi tra lei e Lord Baelish, ma ogni cosa che lui le ha rivelato aveva un suo preciso fine, poiché dal poco che ha imparato a conoscere Petyr, egli non parla mai se non a ragion veduta e forse per saggiare il suo grado di attenzione e di preparazione per il gioco di cui le aveva accennato e poi più parlato. L’impressione che Sansa vuole fare a sua zia, che non vede da tempo, è la migliore possibile in quella situazione. La cosa che la lascia perplessa, ma ancora una volta fa buon viso a cattivo gioco, è il sentirsi appellare come figlia di Lord Baelish, il quale a tempo debito, la rassicura, dicendole che gli occhi e le orecchie dei Lannister possono raggiungerla ovunque, ma se lei è sotto una falsa identità più arduo sarà trovarla. Ora che sono giunti all’ambita meta, e che Sansa pensa già che potrebbe piacerle quella sistemazione lontana dalla troppa vita sperimentata ad Approdo del re, ecco che Lord Baelish la riporta alla nuova realtà che dovranno vivere con quella frase: “si va in scena”, dopo averle sussurrato le parole all’orecchio, come qualcuno che ha un segreto non ancora da svelare ma solo da far percepire.
Narrazione veramente stupefacente. Sei sicura di non essere una scrittrice consumata?
Ti aspetto al prossimo appuntamento. Un caro saluto e a presto!

Recensore Veterano
11/05/21, ore 21:50

Finalmente sono riuscita a recuperare il capitolo!
E che dire? Ne è valsa davvero la pena! Ho adorato la descrizione della valle, per un secondo mi è parso di essere sotto le mie amate Dolomiti.
Ora non vedo l' ora di sapere come la "cara" zia Lysa accoglierà Sansa, e come Ditocorto giocherà le sue carte!
Aspetto con tantissima attesta il prossimo capitolo.
Tanti complimenti davvero!
Un caro saluto
Mis!

Recensore Junior
11/05/21, ore 20:18

Eccomi eccomi.
Presente alla lettura del capitolo (nemmeno per il testamento di mia nonna accorrerei così!)
Orbene, questo capitolo è un piccolo pezzetto da antologia, nel senso più positivo possibile, da prendere ad esempio sul "come fare una descrizione".
Mi sono immerso nei luoghi da te raccontati, pareva una guida di lonely planet!
Ad un certo punto ho dimenticato che è un luogo immaginario e mi era venuta voglia di andarci davvero.
Trall'altro, come hai giustamente scritto, il capitolo è pure piuttosto lungo, eppure non mi è davvero riuscito di annoiarmi.
Anzi, se fossi andata avanti avrei continuato a leggere con piacere.
Non preoccuparti, non deve per forza succedere sempre qualcosa, la bellezza della storia traspare anche da questo, anzi, è proprio data anche da questi tuo capitoli più lenti.
Inoltre boh, sarà un mio trip, ma io sono riuscito a cogliere spunti interessanti sia di Petyr che di Sansa, anche all'interno di questo capitolo, sia per quanto riguarda il loro sviluppo, sia sul loro avvicinamento😱
E quella scena finale, quel modo che ha lui di avvicinarla, quell'Andiamo in scena...
A DO RO!!!
Ti aspetto settimana prossima.
Baci baci

Recensore Junior
10/05/21, ore 22:14

Che dire.....avrei divorato altri 3 capitoli basati sulla descrizione di questi paesaggi da favola! Ho infatti riletto alcuni passaggi un paio di volte per inoltrarmi virtualmente nella valle con maggior trasporto, non volendo tralasciare alcun dettaglio...quindi grazie, grazie per avermi permesso di partecipare al viaggio, é come se fossi stata lì.
Ci sono alcune frasi, nei vari capitoli, che mi sono rimaste particolarmente impresse e che ho sottolineato; in questo si tratta delle parole finali pronunciate da Lord Baelish: quel " Si va in scena" rappresenta la quintessenza della personalità di Dito Corto...per me non avresti potuto scegliere espressione migliore (e di estrema sintesi) per definirlo.
Bravissima
A domenica sera 😉😘