Pur non conoscendo le due storie che citi e in mezzo a cui si inserisce questa OS, la cosa non risulta di nessun impedimento.
I personaggi sono descritti veramente bene, con i loro alti e bassi ma sopratutto il lato emotivo di entrambi viene esplorato ma sopratutto spiegato veramente bene.
Per far iniziare questo viaggio nel passato di Vargas non potevi scegliere che inizio migliore della camera da letto dei genitori, sopratutto considerando che a quell'epoca lui aveva cinque anni.
Il letto di mamma è da sempre la fortezza contro ogni paura, come chiunque avrà passato molti momenti in quella stanza magari brevi ma ricchi di significato. Il fatto che la tragedialo abbia colpito così giovane credo che abbia portato quei ricordi a cristallizzarsi nella sua memoria, piuttosto che a diluirsi sotto il peso di nuovi ricordi legati a quel posto.
Ricordi cristallizzati che portavano con se tutto il dolore di quel momento, comprendo come Vargas non volesse affrontare quella stanza. La sua reazione è senz'altro comprensibile, mentre su Callisto non saprei dire se abbia agito bene o male sul momento...avendo letto il finale posso dire che ha fatto bene ma sul posto non saprei. Scuotere una persona può aiutarla, ma al contempo portare anche a reazioni imprevedibili. C'era una certa dose di rischio secondo me, anche se lui lo conosceva bene la situazione poteva cmq degenerare.
Nel mentre è stata divertente la parte con il pipistrello, adatta ad alleggerire la situazione ma anche per introdurre improvvisamente il luogo che si trovano davanti.
Su Callisto...è sicuramente una persona affidabile, tuttavia mi lascia l'impressione di qualcuno che ama prendere le cose superficialmente e senza serietà. Un'esempio è la corona che fa roteare tra le dita.
Da l'impressione che ovunque si rechi si lascia alle spalle un qualche guaio, da cui dovrà essere prontamente aiutato.
Mentre davvero toccante è stata la comparsa del fantasma della sorella e le parole che si rivolgono. Secondo me hai fatto un ottima scelta optare per un linguaggio più personale con lei che lo chiama moccioso, piuttosto che cercare di puntare sulla solennità del momento. Se da viva lo chiamava in quel modo, non c'è motivo che cambi il suo comportamento da morta. In più si capisce meglio quanto fossero vicini.
Mi ha lasciato solo dubbioso la sicurezza con cui Callisto afferma che il libro sia nella nicchia che trova. Non ha chiesto cosa fosse o proposto di darci un'occhiata, ha affermato che il libero era lì.
In generale una storia scritta molto bene, capace di trasmettere più che bene le emozioni dei personaggi al lettore. |
