Marti! Ma come devo fare con te?!
Non riesco a stare al passo con tutti i capolavori che sforni - ora, persino nella Ted/Andromeda ti sei cimentata!
Tra l'altro, da quando mi è capitata in "Scrivimi", questa coppia l'ho rivalutata tantissimo e mi sta piacendo sempre più, perciò non potevo assolutamente perdermi la tua versione.
Come sempre, le tue storie si presentano come una meraviglia per gli occhi: basta davvero posare lo sguardo sulla pagina per tirare un immediato sospiro soddisfatto. Persino la citazione in apertura è azzeccatissima (da ex-classicista, non posso non apprezzare!): è una citazione che getta immediatamente i toni "tragici" del personaggio di Andromeda. Ecco, vedi, per me, la giovane Black è proprio un personaggio intrinsecamente, essenzialmente tragico, nel senso di figura femminile complessa e dilaniata, una sorta di Antigone persa tra le ragioni del cuore e ...beh, tormentata da ragioni di "stirpe".
Insomma, questo per dire che mi piace come tu riesca a gettare i toni della storia già dalla citazione e le prime righe - tra l'altro, vorrei dire che quel "Lo ami in segreto, in pillole di tempo racchiuse in mani stanche" è pura poesia.
Si percepisce un certo ritmo, in quell'inizio, enfatizzato da quell'anaforico "lo ami, Ted", un ritmo rapido, scandito da quei brani introspettivi che si alternano a destra e sinistra, che gettano un po' le basi degli episodi veri e propri.
Quei brani raccontano di attimi rubati in segretezza, di nomi che pesano (che lei si "trascina come un'onta" - ho amato, qui, la ripresa di quei toni tragici già richiamati in apertura), di amori ingabbiati nel petto e che consumano, di ritorni e riconferme.
Mi piacciono i momenti che hai scelto di raccontare, i piccoli addii che si sono dovuti scambiare; mi piace come Andromeda rifletta - in un certo senso, anticipi - lo scontro con i genitori e le sorelle (ancor più delle reazioni dei genitori, ho adorato come tu abbia sottolineato la somiglianza tra il sul viso e quello di Bellatrix, quell' "abbastanza simili da sovrapporsi, così diversi da divergere", e il silenzio di Narcissa, che è anche, paradossalmente, ciò che arriva di più ad Andromeda).
Infine, condivido assolutamente con te l'idea di un'Andromeda a pezzi, che ritrova l'unità e l'integrità esclusivamente fra le braccia di Ted - è proprio così che li immagino anche io (Ted che la accoglie, sempre, e le restituisce un'identità: è attraverso di lui che dice addio a tutto ciò che è stata e abbraccia la "nuova Andromeda"). Sei stata bravissima, soprattutto nella scena finale, a rendere con ogni parola questa dinamica tra i due. Credo anche che "le cicatrici" (quanto mi piace che tu le abbia intese in modo ambivalente, sia come cicatrici positive che negative!) siano state inserite in maniera ottima, proprio nella parte in cui risaltano e spiccano di più.
Veramente, ancora una volta, sei stata bravissima (ma di che mi sorprendo, ormai?).
Giunta qui, ho capito che potrei leggere di chiunque, se trattato da te.
Un bacione, a presto! |