Recensioni per
L'Ultimo Sultano
di Asmodeus

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
03/03/21, ore 09:11

Recensione premio per il contest "Folclore d'Italia | Prima edizione" di _Vintage_ {1/2}

Carissimo Asmodeus, tu non hai idea di quanto sia stata felice di poter leggere una storia come questa, lo definirei quasi un segno del destino! *.*
Sono una grandissima appassionata del quadro storico della Reconquista, credo che sia una delle parentesi storiche più affascinanti di tutte l'Europa, per cui quando ho letto l'introduzione della tua storia mi sono tipo fiondata a leggere. E che dire, io non avrò mai abbastanza parole per descrivere in particolar modo la cura che hai avuto di questa storia. Premetto che, nonostante conosca Siviglia come le mie tasche, non ho mai avuto l'occasione di poter visitare Granada, né tantomeno l'Alhambra.
Eppure, nonostante questo, la tua storia è di una sequenza descrittiva davvero notevole, sono subito stata attratta dal tuo modo di delineare la grandezza di al-Andalus e soprattutto dall'accuratezza dei dettagli - sono fissata con le descrizioni, è un mio cruccio.
A ciò si aggiunge il genere da te scelto, l'introspettivo, altro fattore che fa accumulare punti ad una storia già di per sé incredibile: il vagabondare un po' spaesato, un po' frustrato dell'ultimo sultando, che s'evince anche sul piano emotivo; non solo vaga senza meta dal punto di vista fisico, ma si allontana con la mente in ricordi, ricordi che conservano ancora sensazioni moleste come il senso di colpa, il tradimento, il rimorso e forse anche il rimpianto. E più il sultano vaga, più i pensieri lo attaccano, come se gli stessero di spalle - il sovrano si gira e si rigira nella vana speranza di trovare il responsabile di quelle accuse. È una scena che mi ha colpita molto, che mi ha fatto riflettere sulla natura del tuo personaggio che sembra mangiato dalle ombre nonostante ci sia la Luna ad illuminarlo, Luna che in questo racconto appare più la messa in luce dei suoi crimini che la consigliera notturna a cui siamo soliti pensare. Generalmente nelle storie, infatti, l'astro notturno viene impiegato in maniera positiva, qui invece il sultano la immagina "beffarda": immagine apprezzatissima, che si stacca da un cliché piuttosto consumato, oserei dire.
Nel labirintico cogitare del tuo personaggio vi sono dei riferimenti chiari ed espliciti al suo passato, alle sue scelte, che contribuiscono a fornire un'immagine del sultano ricca e variegata, amalgamando le sequenze descrittive a quelle narrativa in maniera precisa e mai forzata - cosa non facile, visto che comunque vi è un preciso inquadramento storico.
Ma la cosa che ho amato in assoluto è stata quella vena malinconica che si fa più serrata negli ultimi versi, la creazione di un clima nostalgico e che gli appare ormai lontano, irragiungibile. Una sensazione che abbiamo provato tutti nella vita, quella mancanza dovuta a qualcosa che abbiamo avuto e che poi è andata persa. Tutto ciò conferisce un pathos davvero unico, ti faccio i miei complimenti perché si vede l'impegno e la cura che hai impiegato per scrivere questa storia.
In tutto questo, credo che la tua storia faccia molto riflettere su alcuni aspetti di cui tendiamo spesso a dimenticarci. Personalmente, da mezza filologa incallita, ho perso il conto di quante volte abbia letto il Cantare del Cid, la conquista di Valencia e tutte le mirabolanti imprese che facevano da sfondo ai Castigliani. Perciò lo ammetto, non mi sono mai messa nella condizione di trovarmi dalla parte araba, non ci ho mai pensato. Forse perché, semplicemente, tendiamo a guardare ciò che succede da un'ottica patriottica, senza renderci conto che sensazioni, emozioni, siano esse belle o brutte, toccano un po' tutti. È una svarionata colossale, me ne rendo conto, ma sono contenta che la tua storia abbia fatto emergere un punto di vista diverso, mi ha permesso d'immedesimarmi in un mondo che non ho mai sentito mio, e per questo, oltre a farti i miei complimenti, ti ringrazio.
A presto, bravissimo!

Recensore Junior
07/01/21, ore 20:10

Ciao.

La conquista araba della Spagna è un argomento molto affascinante e purtroppo misconosciuto. Tu hai saputo trattarlo con molta maestria. Scrivi davvero bene e hai reso bene la figura tragica del Sultano(figura storica altrettanto affascinante.)

Davvero una bella storia, complimenti.

Recensore Master
01/01/21, ore 15:59

L’ULTIMO SULTANO, DI ASMODEUS

Ciao Asmodeus e benvenuto, ti ringrazio per aver scelto di partecipare alla challenge!
Non avevo letto mai nulla di tuo, per cui mi ha fatto molto piacere averti come partecipante e vedere che ti sei messo alla prova con un genere che (a quanto posso vedere dal tuo profilo) non è tra quelli che prediligi come autore.
Prima di tutto vorrei complimentarmi per la grammatica, che ho trovato perfetta a parte un singolo errore di battitura (mancava la spaziatura dopo tre puntini di sospensione) che ovviamente non ha influito sulla scorrevolezza della lettura. Anche lo stile mi è piaciuto molto, in particolare l’ho trovato centratissimo dal punto di vista “ritmico”: il tono generale è pacato e ordinato, le riflessioni e le descrizioni si susseguono in un ordine perfettamente naturale, e poi all’improvviso, durante gli attacchi d’ira del sultano, anche lo stile si fa più concitato e caotico nel miglior modo possibile, mostrando sia gli avvenimenti per come essi stanno avvenendo realmente, sia il modo in cui il protagonista li percepisce. Per il modo in cui la storia è scritta trovo infatti che la terza persona a focalizzazione interna sia stata la miglior scelta possibile, che ti ha davvero permesso di entrare in profondità nei pensieri del protagonista senza per questo limitarti ai pensieri che un essere umano compie realisticamente (cosa che sarebbe stata necessaria con la prima persona), ma approfondendo il tutto in funzione narrativa. Ne sono un esempio perfetto i riferimenti storici, tra cui spicca la prigionia a cui Boabdil fu sottoposto da parte degli spagnoli: un uomo nella sua situazione non penserebbe mai in modo letterale “Ferdinando gli aveva promesso la libertà… moglie infedele del re”, ma grazie all’approccio stilistico nulla è sembrato forzato o fuori posto. Vorrei fare inoltre un plauso alle descrizioni, che sono state in grado di ricostruire la meraviglia e lo sfarzo dell’Alhambra, calandolo alla perfezione nel contesto storico grazie a un lessico generalmente medio, ma specifico quando necessario, il che denota il giusto livello di ricerca per un’originale storica. Il pacchetto “Oriente” da te scelto richiedeva infatti la presenza di una pietra preziosa, e i leoni d’alabastro della fontana emergono quasi al livello di coprotagonisti nella prima parte del racconto, quando sembra quasi che le voci che il sultano sente nella testa provengano da loro. Anche l’ambientazione notturna e le descrizioni ambientali hanno contribuito infatti a tratteggiare l’atmosfera tormentata della storia: la scelta non è originalissima, il monologo interiore con tanto di voci inesistenti che avviene durante le ore notturne è quasi un topos del genere storico/biografico romanzato, ma l’hai utilizzato molto bene, non facendolo pesare ma rendendolo una struttura portante della tua oneshot. Infine, anche se non c’entra, durante la lettura mi sono accorto più volte di quanto il tuo stile mi ricordasse il mio quando scrivo racconti di tematica simile, in particolare per quanto riguarda la struttura delle frasi. Così, tanto per dire XD
La trama si articola in due parti, segnalate anche dall’impaginazione: la riflessione tormentata del sultano e il suo attacco d’ira e la realizzazione della fine di Granada. A questo proposito ho trovato molto interessante l’utilizzo del prompt proposto, perché in un certo senso gli hai dato un duplice significato: Boabdil non è davvero prigioniero, anche se in passato lo è stato, e non è nemmeno in pericolo, visto che ha la possibilità di salvare sé stesso e la città dalla distruzione negoziando la pace con gli spagnoli. Tuttavia, l’incertezza per la loro sorte riesce comunque ad essere l’elemento principale della storia proprio grazie al modo in cui l’hai scritta, e mi sono davvero sentito interessato ad approfondire la psicologia del personaggio ben oltre il primo livello interpretativo (che è già di per sé molto approfondito) proposto nel racconto, andando anche a consultare altre fonti per saperne i retroscena non esplicati nelle note: per me, questo è il vero indicatore del successo di un racconto storico di qualsiasi tipo, e non posso che farti i miei più grandi complimenti per essere riuscito a esporre così bene il contesto della caduta di Granada. Sarà perché la Reconquista è sempre stata uno degli scenari storici che mi hanno interessato maggiormente, ma il tuo racconto mi ha preso dopo pochissime righe e mi ha tenuto incollato allo schermo fino alla fine, anche quando ormai il ritmo narrativo si era dilatato in vista della fine, che in questo caso coincide anche con quella del sultanato di Al-Andalus. L’ultima frase ne è indicativa e l’ho trovata adeguata e in linea con le atmosfere precedenti: sì, è un’aggiunta “esterna” come significato, ma dal punto di vista della forma è perfettamente integrata alla parte precedente.
Come detto precedentemente, la trama è strettamente legata ai pensieri del protagonista, che sono il vero motore delle azioni compiute da lui e da ogni personaggio secondario: in particolar modo vorrei citare la figura del servo, che ho visto come portavoce del sultano, ma come unico intermediario tra l’interiorità del protagonista e il mondo esterno, di cui lui sta perdendo consapevolezza. L’ho apprezzato molto. A mio parere, la lunga sequenza riflessiva iniziale è la parte della storia in cui più emerge la caratterizzazione che hai deciso di attribuire a Boabdil: ne tratti la situazione passata e presente, dando l’impressione di una persona che in una situazione meno estrema e nel pieno delle proprie facoltà mentali sarebbe stata salda nei propri principi e saggia nelle scelte da compiere, ma che allo stesso tempo è tormentata da demoni interiori sempre più pressanti, come quello religioso, l’odio profondo verso i due sovrani di Castiglia e Aragona o il tradimento, che diventa un vero e proprio leitmotiv ricorrente lungo l’intero racconto. Nella seconda parte della storia, simbolicamente introdotta dallo spegnimento delle braci, una volta superata la crisi maggiore è il momento in cui la personalità naturale che già era intuibile in precedenza emerge, ma in una veste inedita, ammansita e sommessa. È come se l’uccidere i propri demoni (anche qui simbolicamente, tramite lo strappo degli ornamenti e la purificazione nella fontana decorata) avesse ucciso anche la sua parte più determinata e combattiva, lasciando spazio solo alla rassegnazione e ad una rinnovata consapevolezza dell’inevitabilità della fine. Ho adorato però l’originalità con cui hai trattato l’argomento, non seguendo i canoni della lotta ai demoni interiori: Boabdil non si uccide, non distrugge fisicamente una parte di sé, ma la seppellisce sotto alla ragione che non era stata in grado, fino a quel momento, di bilanciarla.
In conclusione ti rinnovo i miei complimenti, la storia mi è piaciuta molto e sono certo che in futuro leggerò con piacere altri tuoi racconti. Alla prossima!
mystery_koopa

Recensore Master
27/12/20, ore 12:03

Ciao Asmodeus, passo di qui visto che la storia partecipa alla sfida di Soul. Ne approfitto per augurarti delle buone feste e un splendido inizio anno nuovo! ^^
Waaah, è stata una lettura molto coinvolgente! Le descrizioni sono fantastiche, sono molto vivide ed era come se stessi vedendo veramente il palazzo, le fontane e tutto il resto!! *-*
Trovo che hai fatto uno splendido lavoro con il prompt! Ambientare la storia di notte, con i pensieri tormentati del Sultano è decisamente stata una scelta più che ottima, bravo!!
Dopotutto, se di notte non si dorme, la mente inizia a pensare e tormenta in modi diversi. Quindi hai descritto una situazione molto reale e umana.
Oltretutto ho trovato molto interessante i fatti storici che hai narrato, non sono stati per nulla noiosi! Ancora tanti complimenti per l'ottimo lavoro che hai svolto con questa storia! ^^
Alla prossima!!

P.S. Piccola parentesi che non c'entra nulla: comunque, avevi ragione... ho visto in un batter d'occhio tutte e 4 le stagione di Skam Italia xD

Recensore Master
07/12/20, ore 08:33

Ciao^^
ho un magnifico ricordo dell'Alhambra e direi che la tua storia l'ha fatto emergere in modo assolutamente vivido dalle nebbie della mia memoria.
Ho rivisto la fontana dei leoni, le trine di alabastro, le colonne eleganti e ogni parte di quella meravigliosa dimora.
Hai svolto molto bene anche il prompt assegnato, ovvero "notte".
È proprio di notte, infatti, che i pensieri prendono corsi strani e quasi mai piacevoli, è col buio che vecchi ricordi, timori e rimorsi si presentano a esigere il loro prezzo.
La luce della luna dà a tutto un tono mortifero e privo di colore e così sembra accadere alla splendida dimora, che sotto quel lucore biancastro è già un sepolcro, più che un palazzo.
Più della realtà, in questa notte funesta vediamo incubiu e deliri, mentre un'epoca tramonta e un'altra sopraggiungerà con l'alba.
Complimenti, hai fatto del sultano una figura shakespeariana, drammatica e ammantata di una grandezza che non viene meno neppure all'imminenza della disfatta.

Recensore Master
04/12/20, ore 22:37

Carissimo, già in "The last goodbye" c'era il presagio, l'incombere della notte. Qui invece la notte interamente si dispiega, attraversando le suggestioni dell'incubo, del ricordo, dell'irrequietezza della coscienza... così, ben si potrebbe dire che hai svolto il mio prompt in ben due storie. In questa, per l'appunto, vediamo la notte fare il suo corso, farsi veicolo di visioni - veri e propri sogni ad occhi aperti, o meglio incubi terrifici, e poi ancora diventare voce scaturita dalla stessa oscurità, forse dalla coscienza...
Non ho mai visitato l'Ahlambra ma è proprio così che la immagino: una polla di acqua che segna il ritmo in una notte che ha lo spessore del velluto. Colori prevalenti, il madreperla e l'azzurro scuro, perché una notte così non potrebbe essere mai nera...
O forse mi sbaglio, perché in fondo cos'è mai la notte se non la dilatazione della nostra coscienza? Quando tutto è silenzio, ecco le voci interne farsi sentire, fare rumore. Quando ogni cosa intorno si attutisce e sfumano i contorni, prendono corpo le visioni. E qui abbiamo visioni di sangue che aprono e chiudono il racconto, voci che incalzano e, in fondo, una decisione da prendere. Immagino il sultano aggirarsi, quasi scivolare nelle sue silenziose pantofole su un pavimento di mosaici dai meravigliosi colori, accanto a questi leoni di alabastro e al gorgoglio di acque limpide, e poi ancora a pareti traforate come merletti, le mashrabiyya di cui ci parli nella storia. Incalzato dai suoi tormenti, il Sultano pare quasi aggirarsi nei meandri della propria mente, fino a raggiungere l'apice dell'angoscia e poi arrendersi. E una volta che la resa è data, sopraggiunge la pace. Il gioiello di Granada in cambio del resto del mondo. Il conforto ricercato nella presenza di Allah, la cui presenza è percepita simile a una grande ala sotto a cui rifugiarsi.
Il bello di questa storia è che non solo immerge completamente in un'atmosfera magica, da "Mille e una notte", raccontandoci un frammento di Medio Oriente in Europa; racconta anche del caleidoscopio di colori, sensazioni, timori, angosce irrazionali, amore struggente per la bellezza che c'è nella nostra mente. E se l'Ahlambra fosse il paesaggio interiore dell'uomo, il carillon dell'anima, con tutte le sue struggenti musiche e faticose malinconie?
Il racconto termina con la pace della decisione presa. Qualsiasi siano le conseguenze, essere riusciti finalmente a trovare una soluzione è qualcosa che distende i nervi sotto la luce della luna: credo sia un'esperienza comune a tutti, e questo è il lato più "universale" della tua storia: racconta in fondo di un processo decisionale, del pro e i contro, dell'attraversare il bosco fitto delle paure. E questo è un po' il percorso che riguarda comuni mortali e Sultani, uomini appartenenti a una cultura di splendori lontani e contemporanei. Per poi scoprire che è vero, come dicevano i nostri vecchi, che la notte porta consiglio.

Recensore Master
02/12/20, ore 06:52

Buongiorno,
a quel punto non restava molto altro da fare, i sultani islamici di Al Andalus si erano giocati tutto.
Appunto anche perché i tradimenti erano frequenti, ma non solo... ormai i sovrani spagnoli erano più che mai decisi a riunificare la penisola.
In verità è come se avessi percepito arreso questo sultano, come se la resa l'avesse già accettata da tempo in cuor suo.