Ehi ^^
Da grande fan delle omegaverse, quando ieri sera ho trovato la tua storia mi sono fiondata subito a leggerla elettrizzata. Devo dire che l’eccitazione è stata smorzata mentre leggevo il primo capitolo introduttivo, che francamente mi ha un po’ annoiata. In realtà ho dato la colpa alla lunga giornata di studio e alla mia stanchezza, così ho messo da parte la storia per leggerla il giorno dopo durante la pausa studio. Cosa che ho appena fatto, anche se purtroppo la sensazione della sera prima si è solo confermata.
Non sono qui per demoralizzarti, o per dirti che la tua storia fa schifo. È tutto il contrario. Spero che tu non prenda quello che sto dicendo come un attacco o un tentativo gratuito di cattiveria. Ho intenzioni buone.
Per ora ho letto solo il prologo e il primo capitoli, se sono qui è per evidenziarti delle criticità nel tuo stile narrativo che sono sicura tu possa migliorare. C’è il potenziale, questo è certo, ma secondo me lo stai “sprecando” alla ricerca di uno stile virtuoso ottocentesco che risulta anacronistico e… pesante.
Pesante è esattamente la parola che userei per descrivere la sensazione che mi ha lasciato questo capitolo. Forse perché è quasi tutto descrittivo e introspettivo. Non che sia un male, ma bisogna saperlo fare davvero bene senza cadere, appunto, nel pesante.
Tu fai giri immensi per spiegare qualcosa di semplice che può essere detto con meno parole. Certe frasi risultano del tutto superflue, al punto che nella lettura suonano davvero male.
Un esempio:
Estrema quantità di acqua calda aveva alzato così tanto vapore da invadere un intera stanza. La luce emessa dalle lampadine era ostacolata da questo vapore il quale aveva reso il loro bagliore decisamente minimo. Al centro della stanza, guardando attorno era addirittura impossibile vedere le sue pareti.
Evidenzi qualcosa di scontato (l’acqua calda viene causata dal vapore) e comunque allunghi inutilmente. Senza contare che per farlo hai costruito due frasi macchinose, specialmente la prima che diventa perfino cacofonica. C’erano altri modi per spiegare lo stesso concetto in modo più immediato e scorrevole:
«Il vapore smorzava le luci nella stanza e rendeva invisibile le sue pareti»
Oppure, se proprio vogliamo specificare che è stata dell’acqua a causare il vapore:
«Dall’acqua calda si era alzato talmente tanto vapore da smorzare le luci delle lampadine e nascondere le pareti della stanza.»
In entrambi i casi si riesce a riassumere tre frasi in uno, dando lo stesso significato e riuscendo a essere anche più immediati.
Un errore un po’ ingenuo è credere che un testo lungo e pieno di descrizioni sia migliore di un testo breve e più diretto. Non tutte le descrizioni sono necessarie, né fare mille giochi di parole rende un testo più piacevole (spesso è il contrario). Il testo deve essere fluido e spontaneo. Questo tuo stile risulta quasi contraffatto, così costruito da non essere scorrevole. Lo so che è brutta da ammettere, ma in più punti mi sono trovata a saltare parti di testo perché avevo la sensazione che si usassero troppe parole per descrivere niente.
La descrizione del villaggio poteva starci. Ma anche lì fin dalla prima frase è troppo arzigogolata, quasi scoraggiante. Ed è un peccato, perché tra le righe si legge qualcosa di importante: questa società umana si divide in branchi; si tratta di un villaggio povero, guidato da un capo che ha deposto il precedente con la violenza e ha sottomesso gli altri. Tutto questo rischia di perdersi.
La scena di sesso tra Sakura e Sasuke non mi è stata molto chiara. Non nel contenuto, ma non ho ben capito perché inserirla. Non ci dice nulla, forse solo che Sasuke è una persona fredda e non avvezza al contatto, ma una cosa del genere si capisce anche dopo quando segue Naruto.
Anche la parte con Naruto bambino: troppo lunga. Il testo è ridondante. Si ha proprio la sensazione di un voler allungare per dire più cose che non sono necessarie.
Vorrei fare anche altri due appunti:
Il primo riguarda le congiunzione relative. Per qualche motivo che mi sfugge, utilizzi solo i pronomi “i quali” e “cui”, mai il “che”. Nel vedere un po’ lo sforzo generale di tutto il testo di avere uno stile ricercato (che come ho detto invece risulta artificiale), immagino che tu preferisca “i quali” perché più altisonante.
Qualunque sia il motivo, ne stai abusando troppo.
L’italiano permette l’uso di che come congiunzione relativa sia per i soggetti che per i complementi oggetti, perciò ha poco senso non utilizzarlo. Soprattutto quando, rispetto a “i quali”, rende il testo più fluido e intuitivo. Il continuo usi di “i quali” è troppo ripetitivo, soprattutto quando la costruzione sintattica è, nel suo essere inutilmente complicata, ripetitiva.
Questo entra quasi in una comica contrapposizione nel non usare il nome dei protagonisti/soggetti. So che è un vizio che fa parte del fandom di Naruto chiamare i personaggi nelle fan fiction con il colore dei capelli, ma… no. Da persona che, ahimé, l’ha fatto, ti assicuro che è abbastanza esasperante. Ci sta una volta, ma non che se ne faccia uso frequente. Sicuramente è per non ripetere spesso lo stesso nome, ma è un po’ ironico quando invece non ti fai scrupoli a ripetere “i quali”.
Per quanto sia, sottolineare di chi siano i pensieri e le azioni è importante. Nella scena della vasca da bagno viene specificato che Naruto è il soggetto della scena dopo troppo tempo, tant’è che all’inizio il lettore devi tirare a indovinare per capire chi sia. Per dirti, io credevo che si trattasse di Sasuke.
Altro punto saliente, con i dialoghi si va a capo a ogni volta che si cambia parlante. Non vanno mai nella stessa linea.
Per essere più precisi, questo è sbagliato:
“Scappi, coraggioso da parte tua!”, lo aveva preso in giro uno di loro. “Tre contro uno, coraggiosi!”, gli aveva risposto a tono Naruto, con occhi freddi i quali però non congelarono alcuno, li scaldarono solo ancora di più. Uno di loro agì d’impulso: raccolse una pietra da terra e pensò bene di lanciargliela parallela al suo viso.
Questo è corretto:
“Scappi, coraggioso da parte tua!”, lo aveva preso in giro uno di loro.
“Tre contro uno, coraggiosi!”, gli aveva risposto a tono Naruto, con occhi freddi i quali però non congelarono alcuno, li scaldarono solo ancora di più.
Uno di loro agì d’impulso: raccolse una pietra da terra e pensò bene di lanciargliela parallela al suo viso. (…)
Tralasciando che “occhi freddi i quali però non congelarono alcuno” poteva tranquillamente essere reso: “con occhi freddi che non congelarono nessuno”. È un cambiamento minimo, ma sicuramente più piacevole. “Non congelarono alcuno” da un senso più aulico forse, ma non siamo nell’800.
Parlando dei dialoghi, mi è venuto in mente un altro punto che mi è sfuggito: un altro elemento che genere pesantezza nel suo stile sono i wall of text. Ogni tanto bisogna andare a capo per dare ritmo alla lettura, non solo nei dialoghi ma anche nelle descrizioni.
In generale, tutto avviene in un modo lento e trascinato che può scoraggiare la maggior parte dei lettori. Soprattutto perché i tuoi capitoli sono lunghi.
Tutto quello che è successo poteva essere detto con meno parole e in un modo che colpiva di più al cuore. Anche la scena in cui Naruto si trasforma che dovrebbe dare una scarica di adrenalina, è troppo costruita.
Alla fine della fiera anche io ho usato tante parole per dirti qualcosa che posso riassumere così: il tuo stile è troppo lento, ridondante e divagante. Usi termini poco usati forse nel tentativo di rendere il testo ricco e più “virtuoso”, ma così rischi di perdere di vista la trama e il ritmo narrativo, che è la cosa più importante. Una buona scrittura è semplice e diretta, capace di muoversi fluida tra scene diverse e dare immediata emozioni al lettore. I giochi di parole, le metafore e le parole più auliche funzionano solo se rispettano queste cose. Non tutti sono Tolkien e sicuramente nessuno può più essere Victor Hugo o Dostoevskij.
Stai attenta ai wall of text, soprattutto ricorda di andare a capo nei dialoghi (questa è davvero una regola grammaticale, quindi attenzione!) e immedesimati sempre nel lettore che non conosce la storia.
Non demoralizzarti. I miei sono consigli sentiti, perché tutti facciamo questi errori nella scrittura amatoriale. La prolissi è anche un mio difetto che da anni sto cercando di levigare (più che giri larghi, io ripetevo venti volte lo stesso concetto da prospettive diverse: una mazzata sui coglioni, in pratica) ed è per questo che sono qui. Le recensioni di persone che mi hanno bacchettata su queste cose (e altre) mi hanno sempre aiutata a migliorarmi. Vorrei che anche questa recensione sia vista come uno spunto per migliorare e lavorare sulle proprie criticità.
Continuerò la storia (domani, che ora devo studiare e ho già allungato troppo la mia pausa), farò un fioretto per i prossimi capitoli pubblicati ma spero davvero tu prenda i miei suggerimenti come spunto per migliorare.
La trama per ora è ancora da vedere davvero, dal primo capitolo non c’è molto che si può dire. Mi piacciono le omegaverse dove il lato “ferino” è più evidenziato, qui sono addirittura metamorfi, quindi non può che intrigarmi.
La bandierina è verde perché voglio essere motivazionale, non criticarti gratuitamente senza nessuna finalità.
Tu continua a scrivere, che niente dà più margine di miglioramento della pratica.
Hatta.
Ps. perdona eventuali errori di battitura. Lo spazietto offerto dal sito per scrivere la recensione è troppo minuscolo per i miei occhietti da talpa. (Recensione modificata il 26/01/2021 - 04:43 pm) |