Prima Recensione Premio per il contest "Ignotus - Indovina chi? (Edizione Deluxe"
Ciao, finalmente attacco con le recensioni premio e ho deciso proprio d'iniziare dalla storia che mi hai segnalato.
Questa è una storia particolare, a partire dal titolo e dalla sua composizione stilistica e strutturale.
Innanzitutto, l'ho trovata perfetta nella sua forma per esternare il periodo storico - dovrebbe essere più o meno quello, se sbaglio scusami - in cui è immersa. Lo stile mi ha ricordato le ballate medievali - non solo per il titolo che riprende la prima strofa del componimento e che subito mi ha trasmesso comunque quella realtà - sia per il modo in cui questa strofa, che per assonanza si ripete, scandisce la ripartizione del testo, sia per il paragrafo finale, che ha il sapore della voce di un menestrello che avverte il suo pubblico di aver appena ascoltato una storia imperitura, di dubbia origine, rimasta sepolta e segreta nel tempo. Mi piace pensare che il menestrello sia proprio il tempo e che gli unici spettatori possibili siamo noi lettori. C'è quindi una sorta di abbattimento della "quarta parete" se così vogliamo, perché questo narratore non parla a un pubblico interno alla storia, ma esterno... non so se ha senso quello che ho appena detto, ma comunque.
A tal proposito, penso che la figura retorica sia stata usata davvero alla perfezione: è protagonista, sintetizza e dà il ritmo del paragrafo di cui è apripista. Confesso che se non avessi aggiunto nelle note il riferimento a Dante - shame on me - non lo avrei notato, ma anche questo non fa che arricchire la cura con cui imbastisci le tue storie. Inoltre il riferimento ai sommi poeti onorati nella Divina Commedia dona al quartetto della tua storia un luce rifulgente, come se in qualche modo ne esaltasse la saggezza e la gloria, come in una sorta di parallelismo.
Per quanto riguarda la prima persona, mi piace l'idea che hai avanzato nelle note - sul fatto di "cristallizzare nel tempo" questi eventi, renderli immortali - e il contrasto con il dettaglio che questa relazione tra Godric e Corinna sia rimasta segreta, imbrigliata tra le maglie del tempo e ben nascosta non fa che creare un bellissimo effetto.
Nonostante il resto della storia non presenti altri chiasmi evidenti, ho percepito nel primo paragrafo una sorta di musicalità, dettata anche dalle frase più breve e dall'uso dell'asindeto molto caratterizzante, da cui il secondo, il terzo e le prime due righe del pezzo finale si distaccano, assumendo un ritmo più narrativo, più semplice, meno "sul pezzo" per certi versi. Non so se è un effetto voluto, ma devo ammettere che la musicalità del primo pezzo mi ha davvero ricordato una ballata, e mi dispiace che un po' si sia andata a perdere nelle altre due, dove il tono da narratore ha preso il sopravvento.
Un'altra cosa che ho notato si trova sempre nei tre chiasmi che scandiscono il testo: da una parte abbiamo la "spada" di Godrci che lui utilizza praticamente per affrontare ogni tipo di soluzione; dall'altra troviamo "la mente", "la lingua" e "il corpo" di Corinna (nella mia testa è Priscilla, sorry) come per evidenziare il grande camaleontismo di questo personaggio. Da una parte Godric, uomo da saldi e "stolidi" principi, dall'altra Priscilla che sa che la persona saggia deve saper adattarsi alle situazioni, mettere in campo doti differenti a seconda... Ma io ho visto anche un evidenziare non solo di due comportamenti diversi ma anche di due personalità agli antipodi, che in certo senso mostrano una faccia diversa dalla loro controparte comportamentale, quanto meno Corinna: Godric è un uomo dalla scorza dura e dall'indomito coraggio, preda dell'orgoglio e cieco davanti alla furia; Corinna invece è più fragile, e questa sua capacità di "cambiare" ha un prezzo secondo me, perché non sempre la cosa giusta, la cosa saggia, è anche quella che ci fa star bene. Essere saggi vuol dire vivere portando un grande peso sulle spalle, ricoprire un ruolo importante con saggezza vuol dire a volte trascurare la parte più egoista e personale di noi. E in questo caso, è stata la figlia, la parte sentimentale e amorosa con Godric.
Altra cosa, sempre legata ai tre chiasmi, e quella sorta di intreccio, che non posso definire climax, ma è proprio un contorcersi delle personalità dei due.
"Sicura, debole, dura" per Goderic, "volubile, affilata, fragile" Corinna, che secondo me vanno proprio a confermare quello che qui sopra ho detto. La personalità netta contro quella camaleontica, "volubile" gli dona un'interpretazione più ambigua, che mi piace. L'uomo debole, cieco contro la donna dalla mente e la lingua affilata. L'animo duro contro una donna fragile, nonostante tutto, consumata.
Passando alla caratterizzazione, devo dire che ho trovato molto caricata quella di Godrci. Non è edulcorata, non ne dai una rappresentazione cavalleresca, posata, "gentile", ma ne mostri il lato più "crudo", più affine alla natura più realistica del medioevo, sfruttando il periodo anche attraverso piccoli dettagli, ma che per me sono importantissimi e attualissimi, purtroppo.
Primo fra tutti la questione del matrimonio: "per orgoglio non si è mai voluta far chiamare moglie". Godric non capisce, per lui che la ama, la rispetta certo, ma la desidera e ha una mentalità dura, sicura, "limitata" dall'orgoglio e dalla sua virilità (la spada è emblema di ciò), il rifiuto al matrimonio di Corinna è una questione di orgoglio. Ma secondo me, c'è molto di più. E qui mi vado a imbarcare in terreni sabbiosi, pieni di sabbie mobili, e farlo con te che invece ne sai più una del diavolo è proprio follia, ma io la dirò comunque sta cosa, perché io sono come Godric, vado dritta come un treno nella mia natura imbecille.
Allora quello che penso è che il rifiuto di Corinna sia legato al suo volersi affermare come donna. E purtroppo, all'epoca (e qui sta la castroneria) una donna sposata diventava proprietà del marito, e ogni sua conquista un merito di lui; quel poco di prestigio, circondato comunque sempre da maldicenze, che le donne si potevano conquistare era strettamente legato alla loro "inviolabilità". Le donne colte, le donne con dei poteri, dovevano essere anche donne nubili, uniche ereditarie della loro famiglia, donne votate alla conoscenza e agli affari politici, e pur sempre di ruolo secondario rispetto agli uomini.
Ecco perché tutta questa storia mi ha dato un forte senso di ingiustizia. Corinna, per affermarsi nella "carriera" ha dovuto rinunciare ai suoi sentimenti, la sua arma è la lingua, e quella lingua viene sottovalutata persino dal suo amante, che le "permette" di provare a usare armi "meno fatali" quasi con incertezza.
Come ti dicevo, la caratterizzazione di Godric dipinge un uomo focoso, un po' rozzo, dall'indole irascibile e orgogliosa, che dimostra un animo appassionato, ma una fermezza dura che lo rendono comunque un uomo "limitato", posso dirlo? Il suo amore per Corinna attenua i suoi eccessi, ma non c'è mai piena comprensione dell'altra, e il rapporto non è mai del tutto alla pari (vedi quando le dice "non è un gioco"). La sua visione del mondo è netta, il suo modo di far fronte ai diversi eventi sempre lo stesso. Godric sopprime la razionalità con il cieco coraggio e il fuoco dell'ardore.
Credo di aver già parlato di Corinna attraverso i chiasmi e il particolare del matrimonio, voglio soltanto aggiungere che hai creato in poche righe una bellissima relazione, dai tratti dolce-amari, complessa, dove rispetto si mischia al desiderio, dove l'orgoglio cela fragilità da ambo i lati (vedi il finale con Godric che si dispera per la figlia e si spezza davanti alla verità calma enunciata da Corinna, dove il suo ardore non può nulla e davanti a quelle parole "è me che dovrei uccidere" si mostra anche lui mortale), e mi è piaciuto moltissimo vedere interagire due personalità così diverse, mai del tutto allineate, eppure appassionate, che condividono l'amore per la scuola, per l'altro e per la figlia, che hanno dato anima e corpo per i loro progetti, che hanno speso il loro amore, sacrificandolo e rimpiangendolo, e nella solitudine delle loro stanze si sono mostrati in tutti i loro difetti e le loro fragilità. E il dolore, per le scelte che entrambi hanno preso, sempre covato, sempre controllato, è infine esploso.
Attraverso questa breve storia sei riuscita a trasmettere un quadro storico sociale davvero complesso e sfaccettato, ma non solo, hai veicolato tutto attraverso sentimenti puramente umani, quali il desiderio, la passione, l'arguzia, l'orgoglio, la "virilità", la rabbia, la dolcezza e non per ultima anche l'afflizione, l'impotenza di due grandi personaggi davanti alla cosa più comune: l'amore.
Davvero molto bella, complimenti.
A presto! (Recensione modificata il 09/02/2021 - 03:42 pm) |