Recensioni per
Vingt-cinq décembre
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
15/04/21, ore 11:17

Altro piccolo gioiello di scrittura meraviglioso. Per me che ho adorato ogni singola atmosfera di IF, ritrovarle tutte qui in poche righe è stata una bellissima emozione. Una riflessione, necessariamente in solitudine, dove Oscar comprende che tutto ciò che è divenuta è esattamente quanto voleva e quanto alla fine era giusto fosse. I suoi figli, il suo compagno di una vita, una casa e una missione (l'insegnamento ai bambini e ai filosofi ribelli...) sono ormai l'essenza di sé. Senza più nessun SE... Come sempre sublime il nostro amato André che le regala la possibilità di fermarsi a pensare a tutto questo e a giungere a questa conclusione. Brava!!!!

Recensore Junior
03/01/21, ore 11:01

Ero sicura che avrei trovato molte pubblicazioni che avrebbero celebrato il compleanno di Oscar per poi leggerle tutte con tempo e calma, invece ho avuto modo di constatare il contrario.
Non ve ne sono state molte ma questa tua “piccola” storia riempie, soddisfacendolo proprio tutto, il significato di una giornata così speciale ed importante.
Lo stile del lavoro è impeccabile, direi notevole, mai stucchevole seppur carico di dolcezza, uno scritto che certamente ha il pregio di veicolare emozioni.
È anche il ritratto della perfezione, è la contemplazione estatica della felicità più completa, è il dono che racchiude il concetto della centralità di famiglia, non necessariamente intesa come “di sangue” ma proprio allargata ed estesa.
È la contestualizzazione dell'amore che sublima se stesso. L'amore è ciò che unisce questi due personaggi, non un amore irreale e stereotipato, ma reso vivo e reale.
Complimenti, credo che leggerò altre tue pubblicazioni.

Recensore Veterano
30/12/20, ore 21:03

“Era festa dovunque: in ogni chiesa, in ogni casa: intorno al ceppo, lassù; innanzi a un Presepe, laggiù; noti volti tra ignoti riuniti in lieta cena; eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori... E le vie delle città grandi e piccole, dei villaggi, dei borghi alpestri o marini, eran deserte nella rigida notte. E mi pareva di andar frettoloso per quelle vie, da questa casa a quella, per godere della raccolta festa degli altri; mi trattenevo un poco in ognuna, poi auguravo:

  • Buon Natale - e sparivo... ero già entrato, inavvertitamente, nel sonno e sognavo.
Luigi Pirandello, Sogno di Natale.

Uno scritto che è in sé un Presepe vivente - Natale in casa Grandier - ma dove il tepore del risveglio nel grande letto - in un giorno non qualunque, che è rappresentazione del sogno divenuto ormai mai  banale realtà - e quel rimestio lento e caldo d’amore fanno d’André un “re” certamente molto poco “eduardiano”.
È un “regno” felice il suo, dove anche al bue e all’asinello è riconosciuta dignità. Non il luogo ideale e divino del non dolore, ma quello che conserva tutta la sua umanità e che, quel dolore, lo abbraccia.
Osservati da un virtualissimo buco della serratura e filtrati dalle mille finestre del tempo, i protagonisti non recitano più in controcanto con se stessi e la propria solitudine.
Non c’è più nulla da aggiustare e ricomporre, si è affrancanti dalla necessità di convincersi e convincere che il Presepio è bello. 
Il sogno è adesso lì nelle mani, tangibile e pieno nel tocco delle dita che sfiorano sfrontate quello che hanno trovato da tempo e che gli appartiene da sempre.
La “nuttata” non “ha da passare” perché ormai, e non me ne vogliano i due grandi maestri dell’Umorismo, il sorriso, per loro, si è  finalmente tramutato in riso.
Niente di più perfetto sarebbe mai potuto scaturire da quel capolavoro che è If e che resta, a mio avviso, il tributo più alto alla vita e tutti i suoi splendori, totalità delle sue miserie compresa.

Ti ringrazio dunque per il “frammento” che ricompone lo specchio, dai contorni smussati e addolciti, una carezza gentile di cui se ne sentiva il desiderio.

Alla prossima, 
Minaoscarandre 

Recensore Junior
30/12/20, ore 12:55

Buongiorno Capo Rouge, non mi sarei mai aspettata di trovare una storia così bella per ricordare un giorno speciale per noi fan di Oscar e André. Mi stupisco sempre come una bambina alla tua capacità di sorprendermi ogni volta con un nuovo tuo scritto e ad ogni lettura. Una meravigliosa piccola storia davvero. Brava!
In altre circostanze ricevere uno spoiler mi avrebbe fatto perdere completamente la pazienza, stavolta no, perché, pur essendo, anni indietro, ancora nei palazzi della gelida Russia, ciò che ho letto mi ha fatto sognare e mi ha donato speranza.
Meraviglioso André come padre, come marito, come innamorato e non ultimo come “padrone” della sua nuova casa, lui è del resto ineguagliabile. Ora la loro casa è quindi in un altro paese, in Toscana, non voglio sapere oltre per non rovinarmi la sorpresa, non so come si è arrivati qui, nella loro nuova vita, però in fondo casa è dove il cuore batte all'unisono con l'altro, è dove i nostri figli cresceranno al sicuro e con amore.
L'amore di Oscar e André è tutto nelle meravigliose parole che tu hai scritto, si può camminare per il mondo ma la sola direzione possibile è quella che si raggiunge con accanto la persona che si ama. Tu questo concetto lo hai spiegato in maniera esemplare e da brividi,
Grazie per questo altro “intimo” e sontuoso regalo.
Buon Anno e a presto.
Lena.
P.S. grazie infinite anche per le repliche ai miei commenti.

Recensore Veterano
28/12/20, ore 12:52

Allora, per qualche istante ho ripercorso le strade di Paris che tanto ho amato, e ho ritrovato il coraggio del soldato​ Camille Bertinou.
Venticinque dicembre 1793… 1793… quarantuno miglia a sud di Livourne, Toscana…
Per scrivere d'amore non bisogna solo scrivere parole d'amore, bisogna conoscerlo, viverlo, sentirlo l'amore. E io l'ho sentito l'amore di lui…
Tutto ciò che è accaduto loro, tutta la sofferenza che hanno dovuto affrontare, tutti gli ostacoli che hanno dovuto superare, tutto è servito affinché potessero essere insieme lì​ Oscar e André. A volte per riavere ciò che si è perduto, bisogna perderlo e perdersi, e ferirsi e ferire. È ciò che è accaduto ad Oscar e André, è ciò che vorremmo fosse accaduto, vederli finalmente insieme.
Regalare il tempo, la solitudine per poter pensare a se stessi, per essere un po' egoisti, un uomo innamorato può pensare ad un simile dono. Una donna innamorata riempe quella solitudine con il pensiero di lui, non ne assapora l'assenza aspetta solo che il tempo passi in fretta per poter riassaporare la sua presenza. E Oscar cerca André nel suo vagare solitario, nell'attesa che il tempo trascorra in fretta.
La lettura delle "Metamorfosi" richiama alla mente ciò che è accaduto ad Oscar, perché ora lei sa che la solitudine non è il posto migliore dove rifugiarsi. Perché sa che essere con André è l'unico posto dove vuole stare.
Il vero regalo di André è essere insieme, perché, a volte, il silenzio parla d'amore.
È stato bello ritrovarli in questi giorni di festa, è stato bello ritrovare il loro amore.
Sicuramente tu, sai scrivere d'amore.

Recensore Junior
27/12/20, ore 15:33

È stato con vero piacere che ho letto questa piccolo frammento,come lo hai definito tu, che mi fa ben sperare per ciò che accadrà nell'altra storia. Ritrovarli in salvo, vederli vivi e felici dove il generale sperava che andassero mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo.
Non è un giorno qualsiasi quello che tu racconti, è il compleanno di Oscar, un giorno speciale. Molte cose sono cambiate nella loro vita, sono in un paese che non è la Francia e che per loro ora vuol dire sicurezza e la possibilità di vivere insieme alla luce del giorno. Si amano, finalmente, con la loro piccola famiglia che li circonda, è bellissimo quel costante richiamo alle mani che parlano di diverse forme di amore; quello di Oscar e André che sono genitori, e quello che unisce Oscar e André. Immagino, dopo aver letto Paris, che non è stato facile arrivare a quel venticinque dicembre, sono sicura che non si sono mai arresi Oscar e André, nonostante tutto, nonostante tutte le persone buone o cattive che fossero, che hanno tentato di allontanarli per sempre. Penso a ciò che mi aspetta nell'altra storia, dove i nemici per ora non mancano.
È bellissimo saperli uniti e semplicemente felici. Quale donna non vorrebbe avere alla fine di una giornata oziosa e un po' noiosa, un uomo come André da scartare come vero regalo!
Questo "frammento" non ha fatto che aumentare la voglia di continuare a leggere l'altra storia, perché qualunque cosa tu abbia riservato loro, questo frammento che ci hai donato mi ha fatto intravedere la magia che li ha sempre uniti.
Ortensia🌹

Recensore Junior
26/12/20, ore 20:39

Eh però 😱!!! Con questa storia mi sono ritrovata a fare un bel passo avanti (quattro anni addirittura!) nell’altra tua storia che sto leggendo! Mi sono trovata catapultata nel futuro di If e della vita dei nostri amati. Che meraviglia 😻!
Il mini spoiler, non voluto, ha confermato i sospetti espressi nelle mie ultime recensioni alla tua magnifica storia, ha risollevato il mio animo abbattuto dalla forza degli eventi gonfiando anzi il mio cuore di speranza per una vita (perché ora lo so con certezza!!) che adesso non solo andrà avanti, ma che continuerà anche felice.
Non solo Oscar sopravvive alla sua malattia ma avrà due figli che si andranno ad aggiungere a quello che il destino ha regalato a lei e ad André. 
È stato molto bello vederli insieme, e felici, in una giornata doppiamente importante di significato per loro in particolare e poi anche per noi tutti.
Mi piace immaginarli così felici non solo per una sola giornata ma per il resto della vita che la tua storia, l’altra intendo, sta donando a loro.
Anzi questo è proprio un dono prezioso, un  piccolo ma grande racconto, bellissimo quello che André fa lei, la nostra Oscar, e alle persone che lavorano alla loro tenuta,  ed è meraviglioso quello che tu, cara autrice, fai a noi tutti che leggiamo le tue storie.
Lo sapevo che la terra di Toscana li avrebbe accolti e abbracciati, spero che con il tempo anche loro la riconosceranno come loro e che faranno di lei la loro vera casa. 
Ti ringrazio anche per le descrizioni bellissime di luoghi che immagino meravigliosi e che non ho mai visitato e che mi proiettano direttamente dentro questa “cornice” fantastica. 
Grazie di tutto e a presto.
Gattinapelosa 😻

Recensore Junior
26/12/20, ore 16:59

Carissima Capo Rouge, colgo anche io al volo l’opportunità per ringraziarti di questo inaspettato cadeau di Natale.
Le tue storie sono ambrosia, nettare divino, di cui i grandi cuori si nutrono. Un dono dicevo, parte di un regalo più grande che non ho ancora “scartato” e di cui non ho ancora goduto.
Mi tufferò con entusiasmo nelle pagine di If appena possibile, sicura di trovare il tesoro ricco di tutta l'umanità  di cui i tuoi scritti abbondano e di cui ne sono uno spaccato verosimile.
I tuoi sono racconti che sempre richiamano e attraggono, per l’appunto, umanità vera, in cui tutti ci ritroviamo nel bene e anche nel male, riconoscendo nei personaggi ogni parte di noi, anche quella meno bella, che ci perseguita e da cui forse non ci riesce di affrancarci. Per me è certamente così, ecco perché sono attratta dai tuoi scritti.
Questo racconto è in realtà ricco “solo” di positività e tanta bellezza perché è la quintessenza di André, un uomo dalla sensibilità eccezionale ed unica, inconfondibile e riconoscibile in quanto è lui e null’altro, cioè proprio l’uomo di cui tutte, negli anni, ci siamo innamorate. Un uomo meraviglioso che qui, nello specifico, regala alla sua donna la possibilità di rientrare in contatto con la vecchia se stessa e con quello che è diventata, in sostanza con quello che è sempre stata. Donna soldato certamente ma anche donna a tutto tondo di cui quel seno nudo che nutre la vita che ha generato ne è immagine inequivocabile e che parla da sola.
Tutto raccontato con la maestria di narrazione che ti contraddistingue.
Grazie ancora del bellissimo regalo.
Clotilde

Recensore Master
25/12/20, ore 19:59

Cara Caporouge,
Lo avevi scritto e poi accantonato...
Avevi immaginato una tranquilla esistenza toscana per tutti loro...
Eppure alla fine tutto è finito in tragedia sulle righe di "If"... Perchè??!
Perché Martin è dovuto finire in fondo a quel fosso?!
Perché Oscar Gibril è andato ramingo nel mondo?!
Comunque... questo scritto è un' altra cosa ed è scritto con molta grazia.
Soprattutto è privo della cappa di tristezza opprimente che, sempre, ha reso dolorose le pagine elettroniche di "If".
Un grazie per questa lettura piacevole ed inattesa e ancora sinceri auguri di Buon Natale
Un affettuoso saluto

Recensore Master
25/12/20, ore 17:08

Buon Natale a te cara e tanti auguri alla nostra Oscar ed ovviamente a tutti coloro che seguono le tue' storie'. Era giusto che anche questa fosse qui ...insieme alle altre. È bello e confortante leggere , momenti felici e sereni di questa famglia, in questi giorni così ' tristi ' dovuti a questo tremendo periodo ...un abbraccio

Recensore Master
25/12/20, ore 16:07

Una nuova vita per entrambi e un bel quadro di intimità familiare; molto belle e convincenti le descrizioni dei paesaggi. Buon Natale.

Recensore Master
25/12/20, ore 12:24

Cara Capo Rouge, grazie per questo regalo di Natale che hai voluto fare ai lettori tutti indistintamente, sia per coloro che avevano seguito le tue storie e di conseguenza le conoscevano, che a coloro che comunque sarebbero rimasti avvinti dalle tue parole. Sei stata in grado di confezionare un autentico gioiellino, nel quale non ha importanza dove si trovino i personaggi e cosa facciano, l’importanza è il saperli insieme, vivi e più che mai legati da un filo che è stato intessuto in anni lontani e mai si è spezzato. La bellezza del brano, al di là delle suadenti e calorose descrizioni che la tua penna è stata in condizione di regalarci, è il concetto della centralità della famiglia, il loro volersi sentire tale, voler vivere a stretto contatto anche quando viene fatto, come regalo, in una giornata particolare come il Natale coincidente con il proprio compleanno, la possibilità di concedersi del tempo tutto per se stessi, per pensare a se stessi e accorgersi che se non si è insieme all’altro, in questo caso particolare, tutto perde di importanza, poiché sono loro insieme il fulcro della esistenza che si trovano a condividere. Come sempre riesci a coinvolgere il lettore, dalla prima all’ultima parola, che si immerge nel racconto facendolo suo. Tante cose ci sarebbero da dire, come per esempio l’essere genitori per André e Oscar, il suo essere madre amorevole, il suo stupore davanti ai piccoli grandi gesti messi in campo da ognuno dei suoi famigliari per rendere l’atmosfera della giornata ancor più avvolgente di quanto già non sia, il pensiero di André nei suoi confronti mettendola sempre al primo posto, ma ci saranno altre occasioni, oggi dobbiamo solo godere del racconto di una giornata speciale. Brava come sempre nel farci pervenire ogni più piccolo alito di sentimento che lega i tuoi personaggi, tutti, nessuno escluso. Grazie per questo regalo natalizio. Buone feste.

Recensore Master
24/12/20, ore 20:06

Quarantuno miglia a sud di Livourne.... che nostalgia! Mi torna in mente quando aspettavo con ansia gli aggiornamenti della bellissima " if" . Ci hai fatto un regalo meraviglioso ,un vero gioiello da leggere in questa vigilia di Natale un po' particolare.
 Grazie ! E un augurio sincero di Buon Natale a te  e famiglia, ti aspetto con " Pur".
lupin3 🌹🌹

Recensore Junior
24/12/20, ore 19:54

Comandante Rouge, vi trovo e vi trovo bene, in questo Natale sì originale.

È interessante come lo Spirito scenda in maniera diversa sulle persone: c’è chi considera “breve” uno scritto delicato e complesso, strutturato, in cui i riferimenti all’anime si intrecciano ad altre vostre storie, si incontrano e creano un mondo (e tanto di cappello); e c’è chi si sente disturbato dall’aver voi pubblicato uno scritto, ma anche incuriosito (bontà sua!) e mentre il Natale dovrebbe invitare ai buoni sentimenti ecco che non si trova la contestualizzazione, nonostante il testo, nello spazio, sia ben localizzato (forse “quarantuno miglia a sud di Livourne” o in altro momento “sotto Pont Marie” sono riferimenti troppo complessi, bisognosi di un retroterra, ma magari “nel cuore di Parigi” potrebbe aiutare a capire almeno quali sono stati gli eventi pregressi e dove si sono svolti) e nel tempo (per comprendere la morte di Camille Bertinou bisogna essere dentro PARIS e magari dentro IF, e conoscere Voltaire e Romanov è un onore e un privilegio, ma sta’ tranquilla, si capisce alla grande il post Rivoluzione francese, anche perché "1793" di per sé dovrebbe essere una spia).
Però, forse in ritardo, ho avuto un’illuminazione: “mancanza di contestualizzazione” perché in un luogo dedicato a Lady Oscar non tutti sanno quand’è il compleanno di Oscar. Ecco, cos’era. Vergogna, Capo: avresti dovuto mettere un avviso. Una cosa tipo Campanile quando parla di Manzoni che scrive per i posteri e imita le sue lettere: “Caro padre, volevo informarvi sulla salute di Giulia Beccaria, che come sapete è mia madre…”, sottolineare l’ovvio, insomma.

Ma anch’io vorrei dirvi che Oscar e André sono tali: tali come ce li descrive e ci permette di immaginarceli la Ikeda, intendo, in un lieto fine per loro, e filtrati dalla sensibilità di chi scrive e fa gli auguri di Natale a suo modo, modo colorato, dolce, comandante Rouge.
E, pensate voi, per mandare un po’ di auguri a chi per questi mesi mi ha fatto compagnia son rientrato a casa di Oscar ed André, e ad una persona in particolare non ho neanche trovato il coraggio di farlo (scusatemi la divagazione decontestualizzata, lei capirà) – e ritrovo ciò che ho lasciato nel bene e nel male, la vostra serietà leggera, comandante, ma forse ritrovo anche l'invidia, gran brutto peccato, Dante ne sa qualcosa, ma per chi non lo maneggia...
Perché un conto è dire banalità tipo “Ci metto tutto il mio cuore, quando scrivo di getto e in fretta senza rileggere”, un conto è saper scrivere e donarlo agli altri. O forse no, son troppo duro. La mancanza di buon gusto, ecco, quella ritrovo. Naturalmente parlo in generale.

Come vedete, lo Spirito natalizio della bontà poco serve anche in questo mio caratteraccio amante dell’intelligenza e dell’umiltà – e dire che per la mia rabbia enorme servirebbero giganti.

Ma, comandante, che succede? Va bene che fare il cavaliere è il mio mestiere, ma qui finisce che dimentico la storia, mi scordo di dirvi quanto invece è stato bello il regalo di André, il donare ad altri la possibilità di trascorrere il Natale con i propri cari- e ad Oscar quella di trascorrerlo “senza far nulla”, bontà sua!, conosco donne che lo avrebbero idolatrato, altre che lo avrebbero ammazzato - possibilità che quest’anno, per personali motivi, sento importante nella sua realtà, non mera convenzione.

E poi, icché l’è? Mi fo sfuggire di’ divvi grazie per l’omaggio alle mie terre? Peccato non c’abbiate messo la ‘oca ‘ola ‘olla ‘cannuccia ‘orta, accasa mia si dice!

Comandante, voi mi piacete, ma questo è irrilevante al momento: è la storia che mi piace. E la tempistica. Ho sempre l’illusione che gli anniversari siano una rinascita.

Chiedo infine perdono per la recensione zoppicante e divangante: io, recensioni, non ne so scrivere, o forse le so scrivere troppo bene, ed in entrambi i casi c'è un difetto.

Ed è stappando un Bordeaux ad ora non consona, ma questo ho in casa, che brindo alla vostra salute, solitario, alla salute di Ovidio, e a tutte le ragazze (mi scusino i maschi, abbiate pazienza) di questo luogo, alcune fin troppo intriganti per ‘sto povero scribacchino, votato all’adorazione, che non tiene il passo e umilmente saluta.

Devoti omaggi,

Sacrogral

Nuovo recensore
24/12/20, ore 18:51

Grazie per questa chicca!! Come tanti altri lettori, sarò sempre felice di leggere qualche nuovo frammento sfuggito dalla bellissima storia ambientata 41 miglia a sud di Livorno!! Buon Natale e tanti auguri di Selene feste, ciao