I chiaroscuri che usi su John non smetteranno mai di affascinarmi, mi catturano completamente, mi si chiude la gola ogni volta che mi trovo a leggere della sua rigidità - che per lui non è una scelta, ma l'unico modo di sopravvivere-, mi sobbalza il cuore un petto ogni volta che lo descrivi sensibile ai sentimenti nonostante tutto.
Davvero, ancora mi chiedo come tu faccia a scrivere un John così perfetto.
Ho amato tutto di questa storia, TUTTO.
Della prima parte mi ha colpito tantissimo l'introspezione di Dean.
È una sequenza meravigliosa, che mette in luce come Dean a 14 anni sia perfettamente in grado di leggere i toni di suo padre, il linguaggio del suo corpo, il sottinteso delle sue frasi. Se penso a cosa significa in termini di crescita piango da qui all'infinito. ç_ç
Mi è piaciuto e mi ha fatto male allo stesso tempo ritrovare tra le righe -ma neanche poi tanto-, quello stoicismo che lo caratterizza da adulto e ho amato con tutto il cuore quei brevissimi istanti in cui Dean scorge il barlumi di un sentimento in suo padre.
Giuro è tutto troppo bello e mi fa tutto troppo male!
Della seconda parte, ecco, vorrei avere la coerenza necessaria a spiegare esattamente come questa scena abbia scavato profondamente dentro di me -tanto che stanotte penso anche di averla risognata-, perché la parte in cui John controlla le ferite di suo figlio, consapevole di esserne lui la causa per giunta, è una roba che mi riempie di talmente tante emozioni aggrovigliate che non so neanch'io come districarle.
È una scena bellissima, tenera e pungente allo stesso tempo, con un sapore dolceamaro che mi fa girare la testa. E quel senso di colpa che aleggia nell'aria e ricade su entrambi rende meravigliosa l'interpretazione che hi dato della solitudine, di questi due universi che ogni tanto entrano in contatto, ma non riescono a rimanere vicini a lungo, e il conforto di quegli istanti e veramente effimero, ma allo stesso tempo potentissimo e racchiude in sé l'essenza del loro vissuto.
Questa è la recensione peggiore che abbia mai scritto, non sono lucida! ^^
Adesso che ho illustrato in modo così contorto tutto quello che mi hai fatto provare con questa OS, parliamo un attimo della parte puramente stilistica e di quanto sono belli alcuni passaggi:
Qualsiasi sia la verità, quella finestra è già stata chiusa prima che lui possa capire.
L'efficacia di usare la parola finestra!. L'ho vista, ti giuro, negli occhi di John.
E’ uno scostarsi impercettibile, ma non abbastanza impercettibile perché suo padre non se ne accorga.
Si parla di un intuito che associo sempre a John, come cacciatore, ex-soldato e padre. Tu l'hai reso alla perfezione. E aggiungo anche che per questo tipo di scene ho un soft spot: compare uno sciame di farfalle nella mia pancia solo a pensarci. ^_^
ma papà ha fatto finta così tante volte di bersi i suoi sto bene, è tutto a posto che spera che si accontenti.
Piango. Ancora una volta hai colpito nel segno con una tale naturalezza che inizialmente quasi non ho sentito dolore, quasi.
mentre l’altra mano finisce fra i suoi capelli per un po’. A quel gesto, Dean chiude gli occhi e deve utilizzare tutto il suo autocontrollo per sopprimere un nodo alla gola.
Ecco qui accenni ad un altro dei miei numerosi kink, Dean ragazzino touch starved mi uccide, MI UCCIDE. E ne voglio ancora... ç_ç
“Va bene. Me lo merito, papà”
Colpita e affondata. Ciao.
Ed è tutto. John sbarra gli occhi a quelle parole, ma è solo un istante. Il suo sguardo si tinge appena di quella punta di tenerezza che raramente rivolge ai suoi figli, mentre la sua mano va sulla guancia del ragazzino per un momento per poi scivolare in una breve carezza – non una stretta – sulla sua spalla.
Ma la bellezza di questa sequenza? Credo che se John avesse reagito diversamente dopo il "Me lo merito" di Dean mi sarei messa a ululare di dolore. ç_ç
I servizi sociali. E questa frase:
Sono momenti che cavalcano l’onda di un’esistenza in preda alla follia come la loro, un’esistenza che per non perdersi si racconta nella sua agenda. E poi ci sono momenti come quello, momenti in cui è solo un ragazzino spaventato e il peso di una guerra di cui sono artefici e vittime preme sulla loro schiena.
Perché per Dean il più grande spauracchio sono i servizi sociale che possono allontanarlo allo stesso tempo da suo padre e da Sam, e la famiglia per lui è già al primo posto. John qui per la prima volta si comporta da padre, toglie il peso dalle spalle del figli e in sostanza gli dice "Ci penso io." L'ho adorato. E lasciami dire che la parte dove parli di quegli istanti che caratterizzano la loro vita e una delle cose più poetiche mai lette.
Fa attenzione a non fare nessun movimento brusco, a non fare più niente che possa spaventarlo, mentre l’avvolge fra le sue braccia.
Ecco, già ho un debole per gli abbracci, non ti dico che effetto mi ha fatto questa scena in cui John lo prende in braccio! Credo tra l'altro che sia la prima volta che la trovo in una storia, ed è stato bellissimo, compresa la parte in Dean s'indigna! Ce lo vedo proprio, è adorabile! ^^
La parte finale mi è piaciuta tutta. Ogni parola.
Il fatto che Dean riesca ad aprirsi con suo padre e parlare, la capacità di John di leggere tutte e sue pose e l'allusione al fatto che normalmente suo figlio non dice.
È una sequenza meravigliosamente intensa, bellissima da leggere che non riesco a togliermi dalla mente.
“Ha più bisogno di te”
Qui mi soffermo nuovamente, perché in sostanza John sta dicendo a Dean che la sua vita conta di più. La vita di Dean è più importante della sua, e lui la rapporta al prendersi cura di Sam, ma io ho la sensazione che questa frase sia già il seme di quello che poi lo porterà a sacrificarsi per lui. Nasconde tantissime cose questa piccola frase, e esprime un'autoconsapevolezza che su John diventa dolorosa e bellissima.
Insomma, che devo dire.
Per me questa storia è stata un capolavoro e rientra di diritto nella triade delle mie preferite.
Grazie per queste emozioni.
Un abbraccio, Joy. |