Ciao Joy…che meraviglia! Sono talmente legata e ancora sinceramente “ammaccata” dal finale della serie, da quei due cacciatori, provati, invecchiati che erano ormai un po’ “parte di me” (invecchiata con loro) che ritrovarli qui, giovani, all’inizio…è una bella emozione! Di quelle che fanno ricordare chi erano, chi sono diventati e da dove sono partiti. Perché alla fine sono partiti da John. Da quell’uomo devastato da un dolore troppo grande da portare che, forse per sentirne meno il peso, non ha fatto che cercarne e produrne di nuovo, di “altro”. E questa visita a Stanford è uno di quei momenti in cui soffre. Per i suoi figli. Per entrambi, anche se per ragioni diverse. John soffre nel dover rivolgersi a Sammy che ha fatto le sue scelte, che non comprendono la famiglia. John soffre in quel ricorrere a lui con la paura che, se le cose non dovessero andare bene, perderà entrambi. Perché se Sam scoprirà il cadavere di Dean al fondo di quell’anfratto, John morirà due volte: per aver perso Dean e per aver ritrovato Sam. Un Sam che non lo perdonerà, che gli vomiterà addosso tutto ciò che si è tenuto dentro. Ciò che lo ha obbligato ad andarsene scegliendo una vita lontana da mostri, da propositi di vendetta, da creature dai nomi più disparati ma, soprattutto…lontano da lui. Perché Sam sa le insidie che può nascondere la notte ma suo padre…è un insidia ben peggiore di qualsiasi creatura. E mi piace sempre come riesci a descrivere in una frase il loro rapporto: E se da una parte Sam lo ama, per la determinazione che s'impone nel salvare vite, dall'altra lo odia, perché dei rischi che corre suo fratello, lui ne è la causa diretta.
E’ perfetta! Racchiude gli elementi di quella relazione complicata, piena di chiaroscuri, così come il silenzio, l’unica cosa ad unirli. Perché in realtà…l’unico “collante” vero resta Dean. E allora, agire insieme, ritrovarsi insieme “per Dean”, rende forse le cose meno difficili. E forse aiuta Sam a essere meno prevenuto e severo con John.
Sam comprende che suo padre non è affatto il freddo soldato che vuole far credere di essere. Tanto che a Sam sembra aver finalmente trovato risposta alla sua eterna domanda.
“Come riesci ad essere sempre così distaccato, papà?”
“Non lo sono.”
Perché John non lo è, perché John ha paura di perdere Dean…esattamente come Sam.
Un’altra frase che la trovo veramente “focus” è questa Perché nella famiglia Winchester, constata amaramente Sam, il problema non è solo sopravvivere alle ferite, ma anche e soprattutto trovare il modo di pagarne le cure. Sembra quasi messa lì, come “riempitivo” di un momento in ospedale, una “classica” diagnosi, con tanto di particolari sull’intervento da effettuare che, vista la giovane età, sappiamo essere ahimè, solo la prima delle tante che verranno…e invece no…è un frase potente, perché fa percepire la precarietà della loro vita. Ed è Sam a pensarci. Sam che da quella precarietà ha voluto distaccarsi…perché Dean potrebbe stare anche peggio, necessitare di cure più costose e bisogna sempre augurarsi che le tessere sanitarie fasulle di papà funzionino! Ed è probabilmente una di quelle ragioni che hanno portato Sam a sperare in un futuro migliore, con un lavoro “vero”, una casa “vera” e il diritto di poter andare al pronto soccorso senza affidarsi a una...telefonata!
Mi è piaciuto come descrivi l’esser combattuto di Sam tra quei ricordi che lo “inchiodano” a un ruolo infantile, sempre apparentemente “bisognoso” di approvazione, anche quando non la vorrebbe, non saebbe sua intenzione chiederla, contrapposta alla consapevolezza che invece, senza di lui, quei due che vogliono sempre fare i “Rambo” della situazione, in realtà hanno sofferto all'inverosimile. A Sam, la sua famiglia, sembra più fragile. Nel viso stanco e invecchiato di suo padre, in quelle spalle che tremano di Dean, in quel fratello che, a metà tra il cosciente e l’incosciente, ringrazia di essere caduto in quella buca…perché quella buca gli ha riportato Sammy. Perché Dean riesce a sopportare il dolore fisico, il Dean che racconti ,come quello maturo ,ma il dolore dell’anima, quello che ti attanaglia il cuore, il senso di perdita, di abbandono, di colpa…no…Dean per riavere Sammy…sarebbe disposto a procurarsi anche tutte le ossa rotte, comprese quelle minuscole, delle quali nessuno ricorda nome e posizione! Quindi la buca che lo ha inghiottito, chw avrebbe potuto essere la sua umida tomba fangosa: una vera fortuna!
Ambientazione che mi intenerisce il cuore, perché l’ inizio di un viaggio non sa mai dove ti porterà e, in questo caso, ciò che intuisco, la dolce speranza di Sam di una vita migliore e la speranza di Dean di risolverla…trovando “Occhi Gialli”…lascia anche una leggera nota di amarezza. Per chi, come noi, abbiamo proseguito a viaggiare con loro, vedendo i capelli di Sam allungarsi e le occhiaie di Dean farsi più profonde.
Infine, nota di merito, a quello stile netto, “secco”, essenziale, incisivo che mi cattura sempre ma anche capace di essre evocativo, ad es. nell'accurata descrizione del salvataggio di Dean, usando termini appropriati e mai ripetitivi per descrivere azioni e vissuti. E, a proposito di vissuti, finale dolcissimo, con quella mano sui capelli di Sam...perchè non solo Dean ha contato i giorni di separazione...non solo Dean.
Grazie Joy per questo “spaccato di vita Winchester”...pre-Winchester!
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Alla prossima! |