2° Classificata al contest "Let's Cliché!" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP - IL BAR DEL SOLE DI JURIAKA
- Grammatica e stile: 9.5/10
Grammaticalmente ho notato dei piccoli errori, frutto soprattutto della battitura e forse anche un po’ dovuto all’impaginazione, comunque sia nulla di serio da compromettere la lettura:
[…] ma perché, i domanda Atsumu […] Errore di battitura, si. -0.10
[…] ‘’quello più grande all’angolo! Sì, esatto proprio quello! […] Mancano gli apici finali. -0.10
[…] strapparsi la pelle di dosso a morsi.. […] Presenza della doppia interpunzione, ma è un evidente errore di battitura. -0.10
[…] Potrebbe scalare l’everest […] il nome proprio del monte si scrive con la maiuscola. -0.10
[…] laurearsi in astrofisica e per poi essere […] La congiunzione e, in questo, deve essere omessa per via di quel per che introduce la proposizione finale. -0.10
Lo stile, invece, è magnifico. Sebbene si tratti di una storia dalla trama semplice, hai usato dei termini davvero perfetti per indicare le sensazioni, le descrizioni, che sono puntuali e mai banale. Le sequenze narrative, quelle dialogate e persino i pensieri fuori campo presentano un adattamento perfettamente in linea con lo svolgimento della storia, non appesantiscono la lettura e rendono tutto molto fluido. Ma la cosa più interessante dal punto di vista stilistico, ciò che mi ha colpita di più, è stata la precisione con cui hai scelto di introdurre i vari incisi, con i pensieri dei protagonisti che prendono vita all’interno della storia, il vocicchiare delle persone del bar, infine il narratore che ogni tanto fa capolino da questi incisi per giocare un po’ al gioco degli equivoci. A volte il loro utilizzo può in qualche modo compromettere la lettura, ma in questo caso è stato semplicissimo seguire il filo del discorso senza perdersi all’interno di essi.
Bravissima!
- Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Ci sono talmente tante cose che vorrei dire, che penso comincerò dalla più banale. E davvero, quello che sto scrivendo lo penso, quando dico che secondo me nessuno delinea Hinata meglio di te, nessuno. È PERFETTO: è il nostro amatissimo pel di carota sorridente e raggiante, e persino in questa storia possiede un IC davvero spaventoso, al limite dell’iperrealismo. Più leggevo e più mi sembrava di trovarmi all’interno del bar del sole, come una piccola mosca che si gode lo spettacolo in un piccolo angolo appartato.
E Shouyou in questa storia mostra tante cose, è adorabilmente impacciato eppure rimane sempre fedele a sé stesso, per non parlare del lungo discorso sulle poche cose che lui non può cambiare, che mi ha stretto il cuore in una morsa letale: non c’è fuga, non c’è talento, non c’è fatica che possa competere con la morte, con l’ineluttabilità del destino, e ho apprezzato moltissimo l’idea che tu possa aver introdotto un argomento così profondo in una storia così leggere. Insomma, è qualcosa che dà molto da pensare, e soprattutto fa sì che Hinata mostri l’aspetto più umano di sé, quello che lo rende “uguale” agli altri.
E frutto di questo pensiero ragionato è sicuramente il tuo Atsumu, il quale appare anch’egli di un IC perfetto. Anzi, se possibile Atsumu è anche più IC d’Hinata stesso, con quella sua ambivalenza di pensiero che lo porta ad essere contemporaneamente preda e predatore, salvo poi fare la fine di quello che si concede più facilmente ad una gaffe che ad un’uscita trionfale – quando inciampa sono tipo morta in due dalle risate.
Hai descritto un quadretto magnifico, prestando attenzione ai particolari, alle emozioni più piccole e le hai rese via via sempre più grandi, giganti: ho adorato il contrasto tra Atsumu che non crede nell’amore a prima vista e Shouyou che, al contrario, ci ha sempre creduto. È stato come vedere le due facce della medaglia, in un turbinio di sensazioni, sentimenti che descrivi e scopri un po’ per volta.
Un grandissimo lavoro, complimenti.
- Utilizzo del cliché: 15/15
Puntualissimo, non v’è che dire. Ovviamente non poteva che essere pieno punteggio, visto il modo con cui hai trattato l’argomento e, soprattutto, come l’hai sviluppato. L’ambivalenza dei due filoni di pensiero, Shouyou che crede all’amore a prima vista e che vive quest’emozione come qualcosa di assurdamente positivo – le farfalle nello stomaco, quel suo oh! così meravigliosamente spontaneo, gli usignoli nella testa, la terra che trema –; dall’altro lato, invece, Atsumu, che non ci crede e che vive questa esperienza quasi come se fosse qualcosa di traumatico, di “non bello”: […]è uno sciame di vespe, quello, altro che farfalle![…] Direi che questa rappresenta senz’altro la frase che più sintetizza questo pensiero, l’incredulità che fa percepire l’innamoramento come qualcosa di negativo, d’impossibile.
Tu, d’altronde, fai molto di più che descrivere semplicemente il momento. Continui ad analizzare la loro relazione, fatta di sguardi, di piccoli gesti, come Shouyou che si accorge che Atsumu non ha messo lo zucchero nel caffè, oppure Atsumu che comprende subito come Hinata stia soffrendo. Insomma, è subito amore, ma non avviene tutto in maniera frenetica, ti prendi il tuo tempo per descrivere in maniera precisa ogni momento, ogni sfumatura – e da entrambi i punti di vista.
È questo che fa l’amore a prima vista: vuoi parlare, ma ti ritrovi a farti mille domande su cosa sia giusto dire, a volte dici cose senza senso e mentalmente bestemmi fin quando ne hai la forza, ogni tanto sbagli, poi riprendi il filo e ricominci. E tu hai descritto tutto questo con una sagacia davvero ben sfruttata.
Bravissima anche qui.
- Gradimento personale: 5/5
Una storia molto bella, sentimentale e fluffosa. Ormai penso che tu sappia come io prediliga l’angst nella sua forma più pura, ma ogni tanto non mi dispiace godermi un po’ di sano sentimentalismo privo di dolore, frustrazione e impotenza. La tua storia, pur nella sua semplicità, apre il cuore e lo fa in punta di piedi, senza esser pretenziosa o altro.
È un modo di guardare alla vita con due paia d’occhi diversi, quelli di Atsumu e di Shouyou, che vedono il susseguirsi degli eventi in maniera del tutto opposta: chi dei due avrà ragione? Forse entrambi, o forse nessuno.
Lasciami poi dilungare due secondi su Kageyama, dicendoti che sei proprio una cattiva persona, perché lo sai, lo hai sempre saputo che quando parli di quell’alzatore sclerotico il mio cuore crolla a pezzi! Perciò ammetto che, forse, hai introdotto una piccolissima porzione angst solo per me, per darmi una stoccata come a scherma!
Per non parlare poi della frase: […]Kageyama. “Adorabile un cazzo'', pensa Atsumu.[…] Lì sono tipo morta per due secondi e rinata.
Davvero una storia incredibile, mi è piaciuta tantissimo.
Totale: 39.5/40 |