Caro Evil!
Da un lato sono emozionata di intraprendere questa nuova saga – che si preannuncia parecchio succosa – quasi in contemporanea con la scrittura, dall’altro sono contrita perché ti lascio questa recensione con un ritardo spaventoso – non odiarmi troppo, please. Ma andiamo al capitolo. È tutto estremamente naturale e ricordo molto molto bene la scena della scorsa storia. Nel senso che mi sono ritrovata nello stesso universo gli Skywalker e i Kree ma tutto era perfettamente integrato. Gli Skywalker non nascono sul pero, ma devono le loro capacità alla madre di Anakin, fuggita dai Kree per difendere il figlio. Intento a cui riesce, sì, ma alla maniera dei miti antichi. Nel tentativo di evitare che Anakin possa essere un futuro distruttore, lo salva, spianandogli la strada proprio per quel destino da cui cerca di allontanarlo. Un destino amaramente ineluttabile.
Per il momento, Vers e Yon non hanno trovato il bambino, ma hanno solo provocato la morte di Shmi. Vers ha dubbi sulla sua dipartita, avrebbe voluto salvarla o impedire che morisse, Yon liquida tutto molto in fretta, ma siamo esattamente nel punto in cui le loro vite prendono una piega diversa, perché Anakin lo ha visto e pretenderà vendetta, un giorno. Di più, quella vendetta è il modo in cui Sidious riesce a ottenere l’attenzione del bambino, che scappa dai Kree, ma non dal suo destino. Almeno per il momento. Sono saltata sulla sedia quando il bambino ha rievocato “un certo Han Solo che deve trovare” e ti faccio i miei complimenti perché il capitolo è molto fluido non solo per lo stile, che trovo sempre molto curato, ma anche per il modo in cui presenti le scene; è facile immergersi e immaginarle, vederle mentre si legge. Anche il modo in cui hai scelto di connettere i due mondi appare naturale e non forzato, frutto di uno studio attento che pone l’accento su Vers/Carol Danvers, qui colpevole di aver ucciso la madre di Anakin, qui ancora fedelmente legata a Yon (spero che gli farai fare una fine più dignitosa di quella che abbiamo visto, tra l’altro).
E quando un buono commette qualcosa di sbagliato, quando uccide un’innocente o, semplicemente, uccide una madre di fronte al figlio, con cosa dovrà convivere, poi, quando lo scoprirà? Insomma, non solo azione, ma anche un fiume di introspezione. E mi scuso nuovamente per essere passata con un tale ritardo, ma il problema di quando ti recensisco è che mi piace lasciare tutte le mie impressioni, sempre favorevoli, sui tuoi crossover intricati e coinvolgenti.
P.S.
So che hai visto Army of Dead. Io leggerei molto, molto, molto volentieri qualcosa di tuo su quel mondo, la butto in caciarissima.
Shilyss (che vive fuori dal tempo, manco lavorasse alla TVA) |