Ecco un'altra bellissima rivelazione.
Ho sempre amato e sempre amerò le storie in cui i pensieri, i dubbi, le paure, la rabbia e poi la consapevolezza dei nostri bros , vengono messe a confronto.
Dean: con il suo istinto, il suo "agisci prima, poi pensa", il suo voler lasciare tutto il lavoro al senso primordiale che lo fa prevalere sul più violento dei mali. Il rancore. Che adesso è rivolto tutto verso la sua unica ragione di vita, la sua missione, la sua ancora al rimanere umano. Suo fratello, il suo Sammy.
Grida Dean il suo malcontento verso quel fratello che lo ha abbandonato per una donna , un cane e quella parvenza di vita normale. Grida a causa di quello che lui vede come un tradimento, l'annullamento di una vita di sacrifici. Lo svilimento di quel sacrificio infernale.
Sam: che di rimando gli grida contro le ragioni di quel "tradimento", di quell' "abbandono". E confessa che ciò che lo ha spinto, che lo ha costretto a voltare pagina, è stato puro dolore, assurda disperazione e non l'aver visto la possibilità di una vita più facile e felice. Senza Dean, confessa, nulla è facile. Niente è felice.
Ma come ogni cosa, come in ogni discussione occorre un ago della bilancia, occorre un giudice super partes. Ed ecco Garth. E' lui l'ago, è lui il giudice che media tra i due, che riporta equilibrio e lucidità nel momento esatto in cui Sam e Dean stanno per passare alla storia.
Come nelle storie più appassionanti , è sempre il meno sospetto a salvare la situazione. A salvare l'eroe o...gli eroi.
Afred salva Batman e Robin....
Jimmy salva Superman e Lois ....
Garth salva Dean e Sam..
E lo fa lasciando che loro imparino e facciano loro la potenza dell'arma più importante, più potente. La forza di un abbraccio.
Quella forza che ti rimette in piedi, ti fa stare dritto, ti riscalda, ti rinforza, ti rincuora, ti riporta in vita.
E non ha bisogno di tante parole. Al massimo di un accorato "Vieni qui!"
Stoia bellissima, bellissimo messaggio!
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