VALUTAZIONE DI MYSTERY_KOOPA – Il teorema della decidibilità, di Gaia Bessie/Bessie B
PUNTEGGIO: 47,95/50
Grammatica e Stile: 9,7/10 (media tra 9,4/10 di g. e 10/10 di s.)
La grammatica è praticamente perfetta, ho trovato solamente due imprecisioni.
“dietro e spalle” – “dietro le spalle” -0,10
“che senso a rivederlo” – “che senso ha rivederlo” -0,50
Non ho trovato altri errori. Il punteggio è quindi 9,4/10.
Passando invece allo stile, non ci sono parole per descriverlo che si differenzino da “perfetto”, e potrei anche chiudere qui il commento. Perché la verità è che quando una storia è scritta così bene da far star male chi la legge per i contenuti trattati e per come li mostra, non serve dire nulla di più.
Ho sempre avuto un debole per le scritture ricche di subordinate, a tratti barocche, ma che al tempo stesso rimangono ordinate e armoniche, senza creare difficoltà nella comprensione del contenuto: la tua storia storia presenta tutte queste caratteristiche. Sei stata in grado di creare immagini evocative (anche quando rimane un forte contatto terreno, come in “Eppure, sulla pelle, l’odore del Barbarossa permane come lo strascico indesiderato di un ricordo.”, o anche “Alice ha l’anima sporca di biro”) e un momento dopo estremamente crude (le scene in cui descrivi il disturbo alimentare di Alice nei dettagli), passando per tutte le sfumature intermedie senza mai dare la sensazione di un distacco forzato. Tutto è estremamente fluido e connesso, naturale e spontaneo ma pensato al tempo stesso.
In contrasto con l’eleganza della prosa ci sono poi i dialoghi, secchi, ma al tempo stesso completi e realistici; non c’è mai la sensazione che manchi qualcosa, perché è tutto il resto a completarli, quel gioco di sguardi, sottintesi e atmosfere che le tue parole ci dipingono intorno, in tonalità grigie e nere che si colorano solo a tratti, con dettagli perfettamente inseriti: la mozzarella perlacea, i capelli di Finn, quel verde immaginario che emerge dal dipinto in bianco e nero.
Infine, anche il lessico è perfettamente adatto al registro scelto, sia per quanto riguarda la prosa, sia i dialoghi. SI sposa molto bene con le personalità dei personaggi. Corretto l’uso del corsivo per quanto riguarda le frasi in inglese: essendo solo spezzoni, una traduzione di tutto nelle note sarebbe anche stata superflua, secondo me. Infine, ho apprezzato anche l’utilizzo delle parentesi, l’ho trovato molto creativo.
In una parola sola, ripeto, è tutto perfetto.
Trama e Originalità: 10/10
Per quanto riguarda la trama, volevo innanzitutto complimentarmi con te per il perfetto utilizzo della canzone di cui hai scelto di inserire alcuni passaggi nel testo. Il messaggio è già molto chiaro, ma è palese come tu ci abbia costruito intorno un altro mondo, basato non solo sulle liriche della canzone, ma sul concetto di decidibilità che hai presentato già nel titolo.
Di storie basate su triangoli amorosi ne sono state scritte un’infinità, ma ho trovato in questa uno spunto incredibilmente originale, ovvero la completa separazione dell’attrazione fisica e di quella mentale da parte di Alice, che si ritrova così irrimediabilmente persa, oltre che tra tutte le altre incertezze della vita, anche tra Leo e Finn. I demoni e le dipendenze della ragazza sono raccontate in ordine apparentemente sparso, ma in realtà (credo) volutamente pensato per far vivere al lettore un climax che continua fino alla morte e al funerale della ragazza: si inizia con un accenna a un problema con il cibo di cui Leo è a conoscenza, anche se non interviene mai; poi si aggiunge un piatto di insalata di riso in più, e la pasta e tutto il resto; poi c’è la corsa, e il digiuno, pur di disperdere il maggior numero di calorie e vedersi sparire, e infine anche un accenno all’autolesionismo, forse non necessario, come aggiunta al carico emotivo, ma di impatto davvero distruttivo.
Come approfondirò nel parametro relativo al gradimento personale, perché ho trovato più giusto parlarne meglio lì, ho apprezzato la scelta di non narrare il momento esatto della morte di Alice, nonostante l’interruzione un po’ brusca che ciò ha causato nell’equilibrio della storia (come è anche giusto che sia, da un certo punto di vista). Inoltre, ci terrei a complimentarmi per la frase finale, che è stata davvero d’effetto, così come l’intera scena dalla visita di Leo alla tomba bianca, che ha perfettamente raggiunto il suo obiettivo di far sentire il lettore esattamente come la foto di Alice: sdegnoso, verso questi continui ritorni utili forse solo a lenire la mancanza e il senso di colpa, ma interessato a tutto ciò che succede a chi è ancora in vita, e alla domanda senza risposta per cui la protagonista è arrivata a morire. Anche qui, tutto perfetto.
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Anche da questo punto di vista, non trovo nulla da criticare, mi hai completamente convinto. Alice è una personalità difficilissima da tratteggiare, da racchiudere in qualsiasi descrizione che non sia “è tutto e il contrario di tutto”. Come tu stessa hai espresso nel bellissimo titolo, di cui parlerò meglio nel parametro apposito, il problema per lei è tutto lì, non sa prendere una scelta. Non per indecisione, ma proprio per mancanza di mezzi, perché non sempre nella vita si sa cosa si vuole, e talvolta non si sa nemmeno come arrivare a capirlo. Leo dice di non essere disposto a condividere Alice con Finn, ma la verità è che, allo stesso modo in cui lei non vuole rinunciare a nessuno dei due, non li vorrebbe nemmeno insieme, perché tutto ciò che le resta è sempre e comunque il vuoto, quello che precede i sentimenti e quello che li segue, ancor più desolante del primo. E poi ci sono loro, Leo e Finn: il primo che ha desiderato solo dimenticarla, ma è stato in grado solamente di ignorarla, lasciandola a morire sola, e poi è sempre tornato alla sua tomba, come se non fosse mai accaduto nulla, come Alice avesse fatto un incidente d’auto e lui non si fosse rassegnato della perdita. L’irlandese, invece, è stato disposto a tutto pur di starle vicino: si è fatto calpestare quando lei ne aveva bisogno, l’ha attesa dietro a porte chiuse, l’ha guardata stare tra le braccia di Leo, capendo che quell’incredibile disequilibrio era l’unico equilibrio in cui la ragazza che amava potesse vivere. Ma da solo lui non sarebbe mai bastato, quasi come se fosse comparso per sbaglio, lì a Firenze, e altrettanto per sbaglio fosse completamente sparito dopo la fine. Perché Finn è stato l’unico ad essersi veramente rassegnato per qualcosa, ovvero la morte di Alice.
Lascio un breve cenno anche per i personaggi secondari, in particolar modo la madre di Alice e la sua coinquilina, Paola, che nelle loro brevi apparizioni hanno lasciato il segno al punto giusto, facendosi notare ma non influendo mai veramente nella vicenda principale, in cui Alice si è trascinata a fondo insieme ai suoi disegni, pur avendoci provato, anche se forse non al massimo delle loro possibilità.
Utilizzo del pacchetto: (4. Win back your love) 9/10
Genere/i – Angst, Drammatico: Il genere angst è decisamente il principale all’interno del racconto: hai dedicato spazi ampi della narrazione al racconto molto sentito e interiorizzato del dolore della protagonista e delle sue manifestazioni fisiche. Anche il genere drammatico è stato sviluppato molto bene, soprattutto nella parte finale del racconto, in cui descrivi le reazioni di Leo e Finn alla morte di Alice. 3/3
Oggetto – Biglietto: Ho molto apprezzato il fatto che il prompt sia stato ripreso due volte all’interno della storia, e in particolare il parallelismo che con ciò, secondo me, hai voluto tracciare: Alice non vede il primo biglietto di Leo così come non ha mai colto veramente i suoi segnali, e ha ignorato il secondo come entrambi, in momenti diversi, non avevano considerato i reciproci sentimenti. Complimenti! 2/2
Prompt – 2: Uno dei personaggi ha tradito l’altro, fisicamente (anche solo un bacio): ora fa di tutto per cercare di farsi perdonare): Essendo il centro della storia un disequilibrato triangolo amoroso, direi che il prompt, in linea di massima, è stato rispettato. Ho apprezzato soprattutto che il momento in cui Alice chieda disperatamente il perdono di Leonardo sia risultato essere uno dei climax emotivi della storia, e che si sia definitivamente chiuso con l’abbandono del passato, simboleggiato dal lancio dei disegni nell’Arno. Tuttavia, non sono convinto sull’interpretazione di un’indicazione specifica, ovvero il “fare di tutto”: sarà perché Alice ha capito di non poter insistere oltre già da quel singolo incontro con Leo, ma a parte le telefonate senza risposta precedenti non ho colto questa sfumatura. In ogni caso, il prompt è stato posto al centro della trama e ben sviluppato. 4/5
Titolo: 5/5
Il titolo mi è piaciuto molto. L’espediente di prendere il nome di una legge tratta da una scienza e di applicarla nelle dinamiche che intercorrono tra i personaggi non è originalissimo, ma riesce sempre a incuriosirmi, soprattutto se ben applicato come in questo caso. Il fatto che il teorema stesso sia quasi responsabile dell’incontro dei protagonisti in università, poi, è stato un tocco in più che mi ha colpito positivamente. Il tema della decidibilità in sé è stato affrontato molto bene, secondo me, grazie soprattutto alle riflessioni di Alice riguardanti le certezze, nella matematica come nella vita. Ed è stato proprio questo bisogno insoddisfatto di certezze, che non ha mai avuto alcuna possibilità di prendere il sopravvento sulle irrazionalità della vita, a portarla a tutte le azioni e scelte che le hanno fatto del male.
Gradimento: 4,25/5
Immagino che anche tu sia al corrente di quanto è stato difficile, per me, leggere questa storia. Ti dico la verità, più volte ho dovuto interrompere per qualche minuto la lettura per potermi riprendere e andare avanti. Se ciò sia positivo o negativo, dipende da ciò che il racconto si proponeva di trasmettere.
Per la maggior parte della narrazione ho trovato la storia vera, cruda ed estremamente vivida, sia nelle rappresentazioni emotive, sia in quelle grafiche, e ne sono stato profondamente coinvolto. A prescindere dalle mie reazioni soggettive, l’ho trovata bellissima fin quasi alla conclusione. Come tu stessa hai detto nelle note il finale è volutamente complicato e fumoso, e forse proprio per questo non mi ha convinto del tutto. Non ho segnalato questo aspetto nel parametro della trama perché trovo che obiettivamente non ci siano problemi relativi a salti temporali o buchi, ma soggettivamente mi sento che sia mancato qualcosa nell’ultima parte, come un ponte che la collegasse alle vicende raccontate precedentemente (e non intendo una descrizione della morte della protagonista o simili, ma proprio un collegamento “emotivo”, anche se questa sensazione di distacco ha reso molto bene la situazione di una morte improvvisa). La scena finale di per sé, l’ho invece trovata perfetta. In conclusione ti rinnovo i miei complimenti e ripeto, questa storia mi ha messo molto in difficoltà da una prospettiva personale, e per questo mi scuso se l’analisi di alcuni punti si è distanziata molto dalla tua interpretazione del racconto. Io ho semplicemente dato la mia. |