Gentile Flitwick,
con questa tua gradevole e delicata one shot, sei riuscita a creare uno spaccato che ci mostra un personaggio passato piutttosto in sordina nella storia che tutti conosciamo, per averlo visto solo in compagnia dei suoi famigliari, ma senza entrare nel merito della sua persona. Madame Royale, la principessa Marie Therese filatrata attraverso lo sguardo di un personaggio completamente inventato, che però ben si inserisce nel contesto da te creato. Hai voluto esplorare la solitudine alla quale la principessa è stata costretta, dopo essere stata divisa dai suoi genitori, e averne conseguentemente appreso della morte, e poi anche da suo fratello, di cui più nulla poteva essere a conoscenza, le restano solo i ricordi della sua voce, udita nei cortili della prigione prima che tutto diventasse silenzio. Silenzio al quale era stata condannata insieme ad una solitudine immensa e gravosa da sopportare. Però in questo clima le hai concesso di fare la conoscenza con un ragazzino, il quale è niente meno nel tuo immaginario creativo, che il figlio di Oscar e André, affidato alle cure di Alain dopo la loro morte avvenuta nel 1789. Alain che, anche in questa occasione, non smentisce il suo carattere burbero, nei modi con cui si rapporta con il ragazzo, e il suo modo di atteggiarsi nei confronti di ciò che gli sta intorno.
Un ragazzino anche lui solo, ma gentile e determinato come lo erano stati i suoi genitori. Il dover assolvere a quello che per lui è quasi un obbligo, come quello di parlare con la prigioniera reale, si rivela per entrambi un intermezzo per stemperare momentaneamente le loro angosce, una boccata di aria pura in tutto quel turbinare di eventi che tanto dolore avevano portato, non solo alla famiglia reale, alla quale erano stati ascritti tutti i problemi del Paese, quanto alla popolazione che aveva sperato in quella Rivoluzione che avrebbe dovuto cambiare e migliorare le condizioni degli uomini e delle donne, permettendo loro di scrivere un futuro di ampio respiro.
Un frangente nel quale abbiamo potuto apprezzare la forza di carattere della giovane principessa, che rimane tale anche in prigionia, ancorché umiliata e offesa, ma che trova nel parlare del giovane Charles quel qualcosa per alleggerire il suo animo tormentato e greve.
Veramente uno scritto intriso di dolcezza e malinconia per un tempo perduto che mai tornerà, ma che, attraverso le parole che potranno scambiarsi i due giovani, avrà l’opportunità di riemergere dalle cupe ombre che il periodo storico ha calato su di lui, per mezzo di ricordi e annedoti, riportando forse un poco di serenità, soprattutto nella vita della principessa.
Complimenti per la scrittura e anche per l’inventiva di aver rappresentato il personaggio di Madame Royale donandole spessore e avvicinandola così al lettore. Un caro saluto. |