Recensioni per
Io chiedo perdono
di fedegelmi

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/02/22, ore 14:59

Ciao cara,
finalmente è arrivato il momento di poter tirare un sospiro di sollievo, sebbene mi rattrista un po' il fatto che la storia sia già conclusa. Ma era inevitabile.
L'ansia non ha fatto altro che accompagnarmi dall'inizio della storia e la sua "compagnia" è durata fino alla fine. Onestamente, sono lieta del fatto che l'incubo di Eva si sia concluso (l'affetto dei familiari è molto rilevante in queste circostanze così delicate: ahimè, esistono donne che non hanno questa fortuna e si ritrovano completamente da sole), tuttavia - non è un rimprovero o una critica, sia chiaro, non mi permetterei - avrei avuto molta più soddisfazione nel sapere che Paolo avesse avuto la stessa tortura psicologica che ha inferto finora a quella povera disgraziata.
Per il resto, sei stata davvero grande. Spero di poter continuare a leggere altre tue storie.
Un abbraccio e ancora complimenti.

Recensore Veterano
06/02/22, ore 12:29

Ciao bella,
ho atteso da giorni questo nuovo capitolo, ma n'è valsa la pena. Il "problema" (ma lo immaginerai) è che è terminato proprio sul più bello. Se si può definire così, visto che stiamo parlando di una storia drammatica.
Non ci sono parole, credimi. Questa storia è alquanto dolorosa per essere commentata con delicatezza. Si riesce ad avvertire il senso di angoscia, inquietudine di Eva, passo dopo passo.
E quanta rabbia che ho provato verso Paolo, ma avrei scommesso qualsiasi cifra che avrebbe reagito con lo stesso sadismo narcisista di sentirsi Dio in persona, per poter decidere sulla sorte di Eva (anche "limitandosi" a farla spaventare, privandole ogni forma di dignità).
Mi preparo al peggio.
Bravissima.
Un abbraccio.

Recensore Veterano
27/01/22, ore 11:45

Ciao,
scusa il ritardo (anche se di un solo giorno).
Mamma mia, questo sì che è un capitolo da leggere con il cuore pesante, nonostante il tuo avvertimento. L'avviso è una cosa, ritrovarsi a leggere le righe è un'altra.
Ansia e apprensione da ogni parte, nessuna via di fuga (come la nostra povera protagonista). Ad aumentare queste sensazioni - lo so che lo dico sempre, perdonami - è il fatto che tu ti sia ispirata ad un evento realmente accaduto.
Non ho parole e non voglio trovarle per queste bestie che si dilettano a distruggere un animo debole "pezzo dopo pezzo", come hai scritto tu.
BRAVISSIMA!
Alla prossima, cara.
Un abbraccio.

Recensore Veterano
17/01/22, ore 16:57

Ciao cara,
potrei recensire questo capitolo con una sola parola: ANSIA! tuttavia, meriti molto di più.
Qui si avverte più fortemente il senso di manipolazione e il colpevolizzare la vittima, nella speranza di piegarla, spezzarla anche con l'uso di frasi umilianti come "devo darti una lezione", "eri felice quando ti insegnavo le buone maniere".
Da un lato non mi sorprendo più di tanto perché, purtroppo, queste oscenità esistono ancora. Dall'altro lato, non smetterò mai di sorprendermi per la gratuita cattiveria delle persone.
Non so come si evolverà la tua storia, ma mi auguro un finale positivo (sono molto sensibile, eheheheheh). Ad ogni modo, so che mi sorprenderai.
Un abbraccio e continua così.

P.S. Scusami per il ritardo :*

Recensore Veterano
08/01/22, ore 17:46

Ciao,
finalmente hai pubblicato il secondo capitolo :D
Ahimè, immaginavo che dalla prima parte in poi ne avrei viste di difficoltà riguardo Eva, ma mi rendo conto che il suo incubo sia appena cominciato. Vuoi un mio parere a riguardo, qualora mi fossi trovata in una situazione simile (che Dio non voglia, non un'altra volta)? Purtroppo, in questi casi è inutile che noi donne proviamo a giocare la carta della diplomazia e usare il dialogo. Quando c'è di mezzo una situazione simile, è meglio andarsene e basta, senza dare nessuna spiegazione. Qualcuno potrebbe anche pensare che sia una scelta "codarda", ma quando c'è in gioco la propria incolumità, il termine "codardia" va e andrebbe eliminato del tutto.
Bravissima! Sei riuscita a farmi immaginare ed immedesimare nel personaggio, nella sua ansia, angoscia e un briciolo di coraggio.
Alla prossima.

Recensore Veterano
28/12/21, ore 16:44

Ciao.
Mi sono imbattuta in questa storia per caso e, dopo aver letto le prime righe, non sono riuscita a fermarmi.
Azzardata come idea il fatto di voler sfruttare (nel senso buono del termine) una storia di cronaca realmente accaduta, ma ho fiducia che sarai in grado di sorprendermi.
Ammetto di essere stata in apprensione per tutto il tempo, per non parlare della parte finale.
C'è da dire, ad ogni modo, che è una decisione coraggiosa la tua anche il fatto di voler affrontare un tema molto delicato che, purtroppo, è accaduto (e, ahimè, continua ad accadere) nelle mura domestiche anche e soprattutto durante quest'era storica. Di per sé la violenza sulle donne è un contesto molto triste e complicato, ma vogliamo parlare di quante poverette hanno sofferto durante i primi tempi di pandemia, vedendosi costrette ancora di più a vivere forzatamente in una "gabbia" che non può più essere definita casa?
Detto questo (scusa se mi sono prolungata), spero di poter leggere il seguito il prima possibile. Solo un piccolo consiglio: dopo la virgola, la congiunzione "e" è meglio non metterla, poiché è un errore (o metti l'una o l'altra, salvo in rari casi).
Un abbraccio e alla prossima.
Giulia