Soni qui da cinque minuti buoni con un pensiero che mi gira nella testa, anzi due.
Voglio essere quella goccia.
Voglio leccare quella goccia.
Perché alla fine si tratta di quello.
Dare/avere, adorare/essere adorati.
E non si sa chi stia meglio peggio, a conti
fatti.
Certo, chi si espone con l'onestà dei sentimenti, chi mette le carte le carte in tavola, anche solo con se stesso, sa che rischia, rischia forte, si gioca il cuore, si gioca un pezzetto di sé.
D'altra parte, chi è oggetto, a sua volta è anche soggetto e spesso non sa fronteggiare l'amore, l'adorazione, la passione, perché non si ha mai una visione chiara di sé stessi, ed è facile trovarsi a chiedersi se si è davvero meritevoli, e quanto tempo passerà prima che l'altro si accorga che non diamo all'altezza delle sue aspettative.
Qui ci parli di Elio, delle sue insicurezze, dei suoi dubbi, un'infinità di domande che si pone su Oliver e a cui vorrebbe dare risposta attraverso quella minuscola goccia di sudore, quasi fosse un estratto, una sintesi di lui e della sua essenza più profonda.
Non si tratta più nemmeno solo di lui, ma di quelli che sono stati prima di lui, e che in lui si racchiudono, che lo compongono.
Perché Elio è talmente "in là" che non gli basta ciò che vede, vuole le cellule, il DNA, vuole la materia fisica e psichica che È Oliver.
Ed è bellissimo. È un abbraccio di ampio respiro, una comunione totale.
Ovviamente, anche qui, noi non sappiamo cosa ci sia oltre la pelle, l'osso, le meningi di Oliver, noi vediamo solo quella goccia di sudore, quell'atteggiamento spensierato e un po' superficiale, di chi sta solo passando un'estate... Però, però... Io mi interrogo molto su cosa si celi dietro quel suo modo di fare.
Dietro quella bellezza da Muvi Star. Dietro al suo fare distaccato.
E non posso fare a meno di domandarmi se non sia proprio lui quello più spaventato dall'idea di poter essere lui, alla fine, a schiantarsi a terra come quella goccia.
Una goccia di sudore nell'estate della vita. |