Oddio, Soul…
ODDIOOOOO!!!!
Quanto sono in ritardo!
So che mi manca ancora altro di tuo da recensire – tipo, per fare un esempio, l’ultimo capitolo della minilong su Bess ^^”””” – ma da qualche parte dovrò pur cominciare… no?
Ecco, diciamo che questa storia su Ethan che arriva in Brasile è quella che ho letto da meno tempo (escludendo quella su Domi *___*), e che mi ha dato da pensare anche dopo averla letta.
Perché, beh, sai perfettamente che sono molto affezionata ai tuoi bimbi e Ethan ha un posto speciale nel mio cuore, anche se è un personaggio molto complesso – e forse è anche per questo che lo adoro, perché non so mai esattamente cosa aspettarmi da lui, a dirla tutta!
Ebbene, qui lo vediamo alle prese con il suo passato e finalmente conosciamo meglio la sua famiglia rimasta in Brasile, anche se non tutta – e per fortuna, aggiungerei, ci mancava soltanto incrociare il dinosauro e saremmo stati a posto -___-”
Cooomunque… ecco, Ethan ha saputo sorprendermi anche questa volta: non mi aspettavo minimamente che sarebbe tornato proprio nella sua vecchia casa, mettendo in qualche modo da parte il suo enorme orgoglio, anche se solo momentaneamente e in apparenza, visto poi come sono andate le cose.
Insomma, okay, sapevamo che sarebbe partito in Brasile dopo quell’incontro con Bess, l’ha detto anche a lei, però non avevamo idea di dove sarebbe andato a finire. Da uno come lui, abituato ad arrangiarsi e a trovare una soluzione anche nelle situazioni più complicate, mi aspettavo che andasse a cercare rifugio da qualche altra parte. Pensavo che avrebbe subito cercato qualche attività – legale o meno – capace di sostentarlo, che avrebbe dormito sotto i ponti pur di non elemosinare una branda nella sua vecchia casa.
Invece eccolo, pronto a riabbracciare il passato, anche se il passato non era dello stesso avviso e l’ha respinto senza alcuna pietà.
O meglio, quello che era il suo vero passato, perché la sorella che l’ha accolto lui non l’ha nemmeno conosciuta e si era pure dimenticato della sua esistenza, se mai ne fosse stato realmente a conoscenza.
E questa ragazza, Ofelia, ha chiaramente il carattere di sua madre, perché per tutto il tempo ha assunto un atteggiamento sottomesso, calmo nonostante le cose si stessero mettendo male sotto diversi punti di vista, e questo sicuramente non la accomuna a Ethan o a Lilia.
Già, Lilia credo sia proprio Ethan al femminile, ahahahahahah! Insomma, che caratterino ha la ragazza!
Ma andiamo con ordine: tante cose sono cambiate, Ethan si è ritrovato a notarlo, anche se in apparenza tutto sembrava essere come sempre.
Intanto, il dino si è estinto, anche se probabilmente è durato fin troppo, visto tutto il male che ha fatto a questa povera famiglia.
Ethan non potrebbe esserne più contento, anche se a quanto pare Ofelia non la pensa allo stesso modo; lei è convinta che gli debba rispetto perché è pur sempre suo padre, che sia costretta a volergli bene nonostante tutto e che non possa parlare male di lui perché era loro padre e perché è morto e dei morti non si può sparlare.
Classiche idee radicate in molte culture e che diverse persone, purtroppo, non riescono a uscire da queste concezioni, a costo di soffrire e subire qualsiasi tipo di abuso, fisico o psicologico che sia.
Ma ovviamente qui si parla degli anni Novanta e di una famiglia brasiliana piuttosto povera, quindi è ancora più plausibile, contando che comunque i fatti peggiori sono successi almeno un decennio prima, se non di più.
Quindi è tutto molto plausibile, così com’è comprensibile che esistano donne, invece, come Lilia, che hanno un carattere talmente forte e determinato da sfidare chiunque pur di farsi valere.
E Lilia si è proprio comportata come la padrona di casa, colei che prende ogni decisione e a cui chiedere “il permesso” anche solo per far entrare qualcuno tra quelle mura.
Questo si è capito fin da quando Ofelia ha visto Ethan e non sapeva assolutamente come comportarsi, dicendogli che avrebbe deciso Lilia cosa fare, e questo fa intuire molte delle dinamiche che esistono in quella casa.
È come se, influenzate da quello che hanno passato per via del dino, non riescano a scrollarsi di dosso e a fare a meno di vivere in un certo sistema familiare secondo cui una persona decide per tutti e gli altri eseguono. Sicuramente non lo fanno apposta, ma hanno vissuto dei traumi e delle esperienze terrificanti che le hanno proprio portate a comportarsi così in automatico.
E viene da sé che la persona con il carattere più forte sia quella che poi prende quella posizione di comando.
E forse, se Lilia non si comportasse così, sarebbero perse e spaesate, anche se la madre sta male e sicuramente molte dinamiche non le sono neanche chiare.
A proposito di questa povera donna, oddio, il fatto che stia male è assolutamente comprensibile; quando la vita ti ferisce nel profondo e tu non hai neanche la forza morale per risollevarti, sicuramente c’è una grande parte anche psicologica che ti porta a stare sempre peggio e a buttarti giù.
Insomma, a ben pensarci lei che prospettive ha mai avuto? Picchiata e maltrattata dal marito (e chissà quanto è andata avanti questa cosa, in fondo Ethan non può sapere cosa sia successo anche dopo la sua partenza), usata come macchina sforna-figli, annichilita e avvilita sotto ogni punto di vista, non ha sicuramente mai creduto di poter cambiare le cose. E sicuramente ha sofferto moltissimo anche per la partenza dei suoi figli, così come per la morte di uno di loro.
Una situazione che definire tragica è un eufemismo…
Ed ecco che arriviamo al confronto tra Ethan e Lilia, che sicuramente mi ha fatto riflettere moltissimo; se da un lato la ragazza è incazzata nera con lui perché è scappato, abbandonando la famiglia e andando in cerca della “bella vita”, e posso capirla, dall’altro non può nemmeno biasimarlo. Lui era un bambino, davvero troppo piccolo per capire la portata di quel viaggio e di quell’allontanamento, come può fargliene una colpa?
D’altro canto, lei penserà anche che poteva tornare prima, una volta conscio di cosa fosse successo, almeno per assicurarsi che tutti stessero bene e per provare a salvarli. Ed è comprensibile che si sia sentita come una ruota di scorta, ritrovandosi il fratello ultraventenne che torna a casa solo perché non sa dove diamine andare e si ricorda della famiglia solo quando la sua “bella vita” si sgretola…
Però lei non può sapere tante cose e, così come lui non può capire come hanno vissuto loro in Brasile, lei non può capire cosa Ethan abbia passato a Los Angeles tra i casini di Davi, la costante sensazione di dover fuggire da un momento all’altro e di non appartenere davvero a nessun luogo, la tragedia di Ives e i problemi con l’alcol…
Insomma, per non parlare delle difficoltà e i traumi affettivi che entrambi hanno vissuto.
Si somigliano molto più di quanto siano disposti ad ammettere – anche nell’orgoglio sono spiccicati – e, secondo me, devono solo cercare di calmarsi e capire come aiutarsi a vicenda.
Non è colpa di Ethan se è scappato quando era piccolissimo, forse se ci fosse qualcuno su cui puntare il dito, potrebbe essere Davi o comunque i fratelli più grandi, che erano già più consapevoli di cosa stavano facendo – anche se comunque non erano persone adulte, ovviamente.
Insomma, ora a Lilia viene spontaneo dare delle colpe perché ce l’ha con il mondo intero e ha perfettamente ragione, ma non può vivere costantemente nel rancore, perché non le fa bene e di sicuro non la aiuterà, specialmente se se la prende con chi non ha una colpa effettiva in tutta questa situazione.
Certamente se non fosse esistito quell’essere immondo che ha generato tanta violenza e sofferenza nella loro famiglia, niente di tutto questo sarebbe successo.
Mi è piaciuto come hai saputo gestire il confronto tra i due e hai fatto risaltare un concetto importante come “la ragione non sta da nessuna delle due parti”, e questo è veramente qualcosa di bellissimo e per cui ti ammiro molto. Non è semplice gestire certe situazioni, rendendole anche credibili e plausibili, se adattate nella vita di chi legge.
Mentre mi immergevo nei dialoghi tra questi due, ho rivisto le dinamiche di molte discussioni che quotidianamente accadono tra le persone, soprattutto quando sono due testardi e orgogliosi a scontrarsi.
E alla fine Ethan si è dovuto arrendere al fatto che, almeno per il momento, Lilia non lo vuole tra i piedi e non gli permetterà di vedere la madre. Lui ha detto che non si arrenderà, ma ora sono proprio curiosa di sapere come andranno le cose. Alla fine riuscirà a farsi valere? O meglio, lui e la sorella riusciranno a costruire un rapporto vagamente civile, ad ascoltarsi e a mettere da parte un po’ d’orgoglio?
Chissà, la vedo molto difficile, visti i soggetti in questione XD
Soul, sei riuscita a creare un’altra storia intensa e piena di spunti di riflessione, mi ha coinvolto molto e mi ha portato ancora una volta nel mondo distrutto di questi tuoi OC, dove non c’è mai una volta in cui non si respiri pura e semplice sofferenza.
Ethan è sempre più solo, ma certamente con i suoi atteggiamenti non si aiuta, anche se è pure comprensibile che non sappia come comportarsi e come affrontare le cose. Nessuno gli ha mai insegnato a vivere e a interagire con gli altri, nessuno gli ha mai davvero fatto capire quanto sia importante amare e ricevere amore, perché quando qualcuno ci ha provato – vedi Ives, o il mio Ethan XD – lui non ha mai saputo come gestire quei momenti e ha finito per diventare sempre più di ghiaccio.
Mi dispiace un sacco per lui, come sempre mi ha fatto stare male leggere di quanta sofferenza ci sia intorno e dentro di lui, viene voglia di abbracciarlo! Ma so che non accetterebbe mai un contatto del genere, ahahahahahahahahah!
Complimenti Soul, e grazie per averci svelato ancora una volta qualcosa in più su questo tuo meraviglioso universo; quando c’è qualche novità da leggere su Ives&Ethan&co., io sono sempre troppo felice e non vedo l’ora di leggere *_____*
Alla prossima e, fammi un favore, manda un abbraccio a Ethan e digli di accettarlo e di non indinosaurirsi troppo (?) XD ♥ |