Recensioni per
skin for the devil
di mughetto nella neve

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
29/12/23, ore 13:19

TESORO È STUPENDA
Ho amato ogni parola di questa ff, scrivi davvero benissimo!! Ora mi vado a leggere le altre tue fanfiction eheh
Non conoscevo questa festa o la figura del careto, devo ammettere che, nonostante io ami tutto ciò che è legato al carnevale, so davvero poco dei carnevali fuori dall'Italia. Hai avuto un'idea magnifica, l'atmosfera stravagante e un po' grottesca della festa conferisce un'aria interessantissima alla storia!
Passando ai personaggi, li hai caratterizzati troppo bene! Mi è sempre piaciuta la dinamica di Inghilterra e Portogallo e l'hai resa perfettamente~
Fossi stato in Arthur sarei caduta ai piedi di Miguel al primo secondo perché- DAI! Posso solo immaginarmi tutta la sua bellezzitudine.
Ora me la salvo tra i preferiti💅

Recensore Veterano
09/06/22, ore 21:15

Parto con un generico “CAPOLAVORO”, commento di rito perché è una storia fantastica e non trovo altre parole per descriverla. Una fic originale, non solo per la pairing, ma anche per la tematica trattata che è tutto fuorché ovvia per la festa di Carnevale. Ho imparato un sacco di cose di cui non ero assolutamente a conoscenza, quindi già solo per questo meriti punti extra.

Entrando nel dettaglio, ho apprezzato molto la narrazione che si apre concentrandosi su una scena sola, anticipando il titolo della fic. (Ha un che di cinematografico, come se fossero titoli di testa, ottima scelta.) Il cane che si chiama Fado è un bel omaggio alla cultura musicale portoghese, e sinceramente ci sta anche come nome per un animale! Ho trovato molto opportuna anche la differenza tra lo studiare sui libri e il lato pratico della ricerca - Arthur penso sia più incline a operare nelle biblioteche, piuttosto che trovarsi catapultato in una cultura diversa dalla sua, e questo distacco lo hai descritto bene in tutta l'opera. 

L'introduzione di Miguel è divertentissima e super IC per entrambi, aggiunto anche il fatto che anche Fado ha una sua parte nella storia (e fa bene a non fidarsi di Arthur, sì sì.) La schiettezza del loro primo battibecco è molto carina, i dialoghi ben scritti rendono la narrazione fluida senza compromettere la parte più introspettiva di Arthur. Anche i loro caratteri sono ben delineati, Portogallo ha un fascino tutto suo come paese, e nelle risposte di Miguel lo hai dimostrato. 

Hai descritto molto bene anche la mentalità da paesello rispetto ad una persona che proviene dalla città  (in questo caso persino di un'altra nazione, quindi il divario è più evidente) - forse è la cosa che ho preferito di tutta la fic! Le vecchiettine che si preoccupano di Arthur è dolcissimo 😭 e ovviamente attira anche l'attenzione degli altri, quindi c'è del mistero da entrambe le parti.

Non so come sono le altre fic che hanno presentato al contest, ma sicuramente tu hai centrato pienamente il tema carnevalesco, non tanto (solo) il lato del divertimento, ma le sue basi legate alla religione che oggigiorno penso siano dimenticate dai più. Il flirting inizialmente implicito di Miguel è una ciliegina sulla torta, e va a pari passo con la rivelazione finale. Che poi, oltre a far cedere Arthur al desiderio, prova anche che il careto è effettivamente spaventoso, quindi Arthur se lo meritava tutto - così impara ad essere meno testardo la prossima volta.

Come sempre mi ripeto, ma fa niente! Questa storia è davvero bellissima e ti ringrazio anche per aver scritto una PortEng, purtroppo sottovalutata nonostante i legami storici 💔 spero di leggere altre tue fic su di loro perché la qualità è davvero ottima! (E di qualsiasi altra rare pairing, a dire il vero 😈)

Alla prossima fic!

P.S. Ho notato adesso che hai taggato OOC, ma i personaggi mi sembrano in character? 

Recensore Veterano
01/04/22, ore 23:40

Buonasera :)
Finalmente riesco a lasciare una recensione, era da giorni che volevo farlo!
Comunque, che bella questa shot! Prima di tutto: è scritta veramente bene e la lettura scorre che è una meraviglia dall’inizio alla fine. Dirò la verità, l’ho letta più volte proprio perché ci sono dei passaggi che mi sono davvero molto piaciuti. Ho apprezzato molto l’inizio, il momento in cui Arthur viaggia con questo sconosciuto portoghese in un furgoncino che preferisce parlare con il suo cane che con il povero inglese. Questo primo passaggio mi ha ricordato molto l’incipit di un film e mi riferisco anche alla sua struttura, la prima scena di introduzione del protagonista e poi, ecco che arriva il titolo. Può essere solo un dettaglio, ma l’ho trovato molto originale e anche d’effetto. Ah e visto che siamo in tema di originalità: onore al professor Vargas (secondo me deve essere divertente averlo come professore) e ai suoi metodi non convenzionali che senza starci troppo a pensare manda il suo studente a studiare fino a Podence! E l’ambientazione a Podence è stupenda e la tradizione dei caretos è veramente affascinante e a tratti inquietante. O forse dico che è inquietante perché leggendo dal punto di vista di Arthur si avverte il suo crescente turbamento. Fatto sta che tutto a Podence sembri ruotare intorno a questa misteriosa figura che sembra essere onnipresente: nelle strade durante il Carnevale e i murales, che risultano quasi minacciosi. Più cresce la tensione di Arthur e più Podence e il careto si caricano di mistero, fino a quando non si raggiunge il climax proprio durante l’evento principale del Carnevale. Mi è piaciuto molto il modo in cui Arthur e Miguel si sono rapportati: Arthur all’inizio è proprio super sospettoso e rigido mentre Miguel è molto più rilassato di lui e ho sinceramente apprezzato il modo in cui lo punzecchia, soprattutto quando gli spiega (anche se non ce n’era di bisogno, perché Arthur ci tiene un sacco a far sapere che le cose le sa) la funzione catartica del Carnevale.
Lo dico in totale onestà, è stata una lettura molto piacevole e ho anche imparato qualcosa di nuovo sulle tradizioni portoghesi e questa cosa mi fa davvero molto piacere! Complimenti davvero per la storia.
Ciao ciao!

Recensore Junior
28/03/22, ore 20:29

Faccio un po’ fatica con le recensioni in generale, ma questa storia merita affetto, quindi m’impegnerò per scrivere un commento completo.
Partiamo col dire che i personaggi sono veramente in character, Roma lo vedo proprio bene come un prof universitario di storia o antropologia decisamente sopra le righe. Purtroppo non ho mai letto nulla sul personaggio di Portogallo, ma non mi è difficile immaginarlo come uno che vive un po’ alla giornata e non si pone troppe domande. E ovviamente questo cozza col carattere di Arthur che, beh… è sempre Arthur.
Ma la cosa che ho trovato più interessante è proprio la differenza nell’approccio che entrambi hanno nei confronti della festa: Arthur vuole un progetto facile, che faccia colpo, e sul quale intavolare un discorso accademico e questo lo porta a vedere la tradizione di Podence con iniziale distacco; Miguel, al contrario, seppur manchi di cultura in senso accademico vive la tradizione dall’interno e ne vive appieno i ritmi convulsi e primitivi. Miguel, in sostanza, incarna in qualche modo lo spirito del Carnevale e il suo fascino pagano, e ho trovato interessantissimo questo binomio tra lui e Arthur.
Per concludere, sappi che amo il tuo stile: scorrevole, asciutto, non si perde in fronzoli o in prosa viola e sopratutto non lascia il lettore miope.
Che dire, posso solo sperare di imparare qualcosa.
Nariko_koi

Recensore Master
28/03/22, ore 16:42

Penso di essere molto arrugginita con le recensioni.
Non ne faccio molte, e soprattutto di solito mi tengo le mie opinioni per me, ma una porteng mi ha spiazzato. Sai benissimo come io sia una fruk-stan fino alla morte, ma questo non significa che non possa apprezzare cose che escano dal mio personale binario di preferenze e leggerle con un certo gusto e soddisfazione. Quindi bando alle ciance, diamoci dentro.

Iniziamo subito col botto, o meglio, quello che potrebbe sembrare un rapimento. Arthur sembra proprio quello che da bambino era una creatura selvatica ma che non appena entra nell'età adulta si ostina a cercare di passare come un ripulito. Sommato a un Roma che non ha problemi a mandare i suoi studenti per fratte, tutto fa pensare a un inizio di un sordido, e appassionante, thriller. Insomma, il cane è un chiaro simbolismo (?)
Arthur sembra già essere pentito di tutto, ma probabilmente l'amore per i cfu lo fa rimanere ben ancorato alle sue intenzioni. Insomma, Miquel è sospetto da morire! Uno come fa a fidarsi di uno splendido portoghese che fa due lavori, possibilmente in nero e molto probabilmente senza camicia?
La sua ignoranza sulle sue stesse origini, però, è credibile. Raramente ci si interroga sulle proprie radici, se ci si è nati sopra.
Il careto rimane una figura costante per tutta la storia. Prima come un cartonato sullo sfondo, che però lentamente si avvicina alla mente di Arthur per poi presentarsi minaccioso proprio davanti a lui, una sorta di perverso simbolismo su come lo stesso Arthur si senta interiormente. Mi è piaciuto molto questo progressivo avvicinarsi e il riconoscere, da parte di Arthur, la sua presenza.
Con lo svolgersi della festa finalmente si vede un Arthur coinvolto, a sua insaputa, in una tradizione dalla quale sembrava voler rimanere distaccato. La sua rigidità e separazione dall'evento viene ben rappresentata dal suo approccio accademico, quale viene abbandonato non appena ripone la sua macchina fotografica. Alla fine Arthur viene coinvolto, fisicamente e mentalmente, in una cosa nuova. E ok che Miquel giusto quello aspettava per far partire il limone più pianificato della serata, ma è interessante come un'usanza locale possa mutare in una chiara rappresentazione di mentalità e quasi psicologia.

Non saprei che altro dire. Ho apprezzato moltissimo la storia, questo è vero. Non è una fruk, grave pecca, ma è un uguale lavoro di qualità. Essendo poi a conoscenza di tutto il backstage per vederla alla luce del sole, non posso altro che concludere con ulteriori complimenti per averla scritta.