Ciao!
Quant'è bella la tua Hermione! Dico davvero: per tutta la flash mi ha dato un senso di meraviglia e di tenerezza che non potevo lasciare per me e quindi eccomi qua a darti il mio parere su questa adorabilissima storia.
Mi è piaciuto come tu abbia accompagnato il piacere della lettura, che è una cosa ordinaria rispetto al mondo di Harry Potter, con dei momenti in cui Hermione si scopre, senza saperlo, senza potersi nominare, una strega. Per ogni episodio di magia involontaria c'è questo ritorno alla lettura e ai libri che riporta lei a una dimensione di ancoraggio, di salvezza e di stabilità e permette a noi di inquadrarla nella sua doppia natura di Nata Babbana. Credo sia stata una scelta azzeccatissima da parte tua, soprattutto data la decisione di scrivere un racconto della lunghezza di una flashfic. Data la brevità della storia, non avresti avuto l'opportunità di approfondire troppo il legame che intercorre tra la sua vena magica e quella babbana, quindi l'unico mezzo in tuo potere era sfruttare al meglio lo spazio a disposizione e riorganizzare entrambi gli elementi in una composizione fluida e organica, senza intoppi, che suonasse il più naturale possibile. A mio avviso ci sei riuscita benissimo e hai fatto davvero un ottimo lavoro.
Nel primo momento posso davvero immaginarla con l'espressione testarda e infastidita che quasi sfida la maestra a dirle come ci è finito, allora, il gesso sulla sua mano se non volando. La maestra le si contrappone sia in qualità di adulta che di babbana e la sua spiegazione banale sulla fantasia ingannevole di conseguenza assume, per chi conosce l'opera e il contesto, una doppia caratterizzazione di ingenuità, ma anche di presunzione. Quella è una persona che non sa nulla della magia e quindi non la considera nei propri parametri per spiegare il mondo, ma non ha nemmeno la delicatezza di assecondare una bambina di cinque anni che ai suoi occhi ha la sola colpa di avere un'immaginazione un po' troppo fervida. Le tarpa le ali con l'autorità che le viene dal ruolo e dall'età, ma Hermione non apprezza la risposta che le viene data e nello spazio sicuro della propria casa non fa che alimentare quella fantasia - che nel suo caso fantasia non è - attraverso i libri di fiabe, che non stanno lì a dirle la differenza tra vero e falso, ma che anche le trasmettono l'idea, potente, che le cose esistono finché ci credi, finché sei disposta a dar loro credito.
Nella seconda situazione Hermione chiaramente comincia a farsi un paio di domande in più su quello che le accade a seconda delle proprie emozioni, ma il suo atteggiamento, ancora una volta in contrasto con quello degli adulti, è di curiosità e non di paura. La fantasia continua ad essere una sua alleata, nonostante l'accusa ricevuta due anni prima. Stavolta però il timore manifestato dai genitori è più destabilizzante della saccezza della maestra. Di sicuro influisce il fatto che venga dalle due persone più importanti a quel punto della sua vita: un conto è che ti vengano negati i sogni dagli inseganti, tutt'altro è che accada con la tua famiglia, l'ideale luogo di sicurezza e protezione a cui chiaramente anche lei si aggrappa. Tra l'altro, il fatto che la situazione allarmante abbia riguardato il volo mi ha fatto riflettere su una cosa: mi piace pensare che questo tuo missing moment spieghi la scarsissima attitudine che Hermione dimostra durante le lezioni di Volo. Il rifiuto del suo potere, di quello specifico potere, da parte dei genitori può essere stata un'esperienza traumatica al punto da impedirle di approcciare alla materia con totale serenità e con il solito spirito che le vediamo indosso per ogni altra disciplina. Di certo è il primo momento in cui non si sente al sicuro nell'avere solo domande, nell'alimentare la propria curiosità per il gusto di farlo, e vorrebbe una risposta, ma non sa dove cercarla perché le mancano la geografia della domanda, e quindi non sa prendere le misure. A tal proposito: "aveva capito senza rendersene conto che ogni domanda aveva un luogo prima ancora che una risposta" è la miglior frase che io abbia mai letto in una FF. Sarà che vengo dalla lettura di Così per sempre di C.Valerio, in cui questo concetto c'è, anche riferito ad altro, ed è magnifico, ma veramente mi hai conquistata così, sono commossa. Se avessi chiuso la flash qui, l'avrei giudicata una scelta perfetta. Non che andando avanti non sia bella, intendiamoci! E' che era bella anche lì, ecco! (Suona meglio nella mia testa. Ti giuro che non è una critica, né un insulto!)
E comunque, piccola parentesi ironica: se la mia ipotetica figlia si librasse in aria che nemmeno Linda Blair ne L'Esorcista, o le Winx, per rimanere in tema di fate, io non mi sarei limitata a buttare via bacchetta e ali. Non so cosa avrei fatto, ma in un certo senso, nonostante il trauma involontariamente inferto a Hermione, ammiro la compostezza con cui hanno agito loro! Mia figlia vola in un univeso in cui gli X-men non esistono: io come minimo e senza alcuna logica abbandono la casa. O la figlia, perché sono una brutta persona.
L'incontro con McGranitt è bellissimo! Finalmente Hermione può dare un nome a quello che le succede e a quello che è. Mi è piaciuto il modo in cui la professoressa debba intervenire proprio sui significati delle parole per tranquillizzare tutti, soprattutto i genitori, che al discorso delle domande e dei loro luoghi non sono ancora arrivati. Per Hermione è una conferma di quello che già aveva compreso e una nuova sfida, un nuovo sprone per alimentare le domande, per farle crescere in quantità e per essere ancora più curiosa e, come dirà nel dialogo, ancora più libera. Certo, ne è destabilizzata per qualche giorno, ma poi la sua risposta - l'unica risposta univoca e sempre valida che sembra esserci in questo racconto - sono di nuovo i libri: vuole scoprire di più, vuole imparare a farsi le domande giuste e a darsi tutte le riposte possibili a cui può arrivare a pensare. I libri per lei sono da sempre un passaggio e un luogo speciali, diretti verso il suo mondo che è diverso da quello di tutti gli altri, ma non solo perché lei è una strega e gli altri no: ho trovato qui l'idea che lei sia una persona singola, un individuo a sé stante con la propria mente e le proprie inclinazioni e attitudini. Chiunque le abbia negato le verità del suo mondo prima di quel momento non ha fatto altro che compiere una violenza nei suoi confronti in qualità di persona, al di là di tutto quello che lei ha e che gli altri non hanno. Traggo questa interpretazione anche dalle precisazioni di Minerva, che distingue diverso da brutto e speciale da migliore. Dal punto di vista di lettori e lettrici di Harry Potter è chiaro che per noi, soprattutto i primi due libri, siano stati un sogno ad occhi aperti perché ci sarebbe piaciuto essere come loro, avere a disposizione la magia di cui fruiamo solo nelle storie, e per questo essere migliori di come siamo senza, ma per un personaggio a cui accade veramente di scoprirsi mago/strega ha senso che lo consideri semplicemente come quello che è, che diventi normale come per noi lo è essere "babban*". Ed è questo che Hermione comprende: che va bene così com'è e che è sempre andata bene così com'era nonostante tutto quello che può aver subito prima di capire di essere già entrata nel suo mondo tanto tempo fa, come una persona libera, grazie ai suoi libri. E' un messaggio bellissimo.
Scrivo ancora due parole più generali e poi ti lascio. Questa flash mi è piaciuta molto anche perché ho apprezzato questo sguardo su Hermione bambina prima degli undici anni. Purtroppo di lei e della sua famiglia sappiamo pochissimo, anche, a volte, a scapito del senso generale di quello che le accade (estati intere passate alla Tana senza un contatto con i genitori per me resteranno sempre uno dei più grandi misteri della saga). Trovare qui un piccolo viaggio introspettivo nella mente e nella vita di questa bimba mi ha intenerita molto. E' stata una lettura davvero piacevole e gradita: un tassello mancante nella narrazione potteriana di cui si comprende il bisogno solo quando si ha l'occasione di incontrarlo. Sono stata proprio contenta di aver spulciato la sezione cercando Hermione!
Che altro dire? Grazie mille per aver scritto di lei e per averci regalato questa kidfic, che è però anche un grande inno alla lettura e questo fa sempre bene. Ottimo lavoro!
Un abbraccio,
Menade Danzante |