III
TERZO POSTO, CON UN TOTALE DI 42,4/44
Gaia Bessie/BessieB, con “Quel che va bene per Parigi”
Grammatica: -0,60
“va bene” – “val bene” -0,10
“Quel che va bene a Parigi” – il titolo inserito nel testo in fase di pubblicazione è diverso da quello dello specchietto -0,50
Stile: 9,5/10
Come accade ogni volta che mi accingo alla lettura di una delle tue storie, lo stile mi ha colpito, coinvolgendomi fin da subito nel mondo della narrazione. L’utilizzo che hai fatto della seconda persona è stato molto intelligente, soprattutto considerando il protagonista scelto: con la prima persona, infatti, avresti forzatamente dovuto svelare qualche dettaglio personale su di lui (dovendo in questo modo scegliere quale sviluppare tra le teorie sull’identità della Maschera di ferro), mentre con la terza avresti rischiato di risultare un po’ troppo impersonale. Così, invece, trovo che sia stato raggiunto il corretto equilibrio tra la componente introspettiva e quella di attinenza storica.
L’aspetto ad avermi maggiormente convinto è l’utilizzo della punteggiatura, che ho trovato sempre sul pezzo: non solo è grammaticalmente corretta e varia, ma ti aiuta anche nella creazione di rimandi e parallelismi che donano significati aggiuntivi alle singole frasi.
Partendo dall’inizio, però, ho trovato subito una frase che non mi ha convinto, proprio dal punto di vista del significato: come può il protagonista aver imparato le seconda lezione, quella sulla maschera di tessuto, quando aveva ancora diritto a un’istruzione, ovvero prima della prigionia? La prima lezione ha senso nella sua collocazione temporale, in quanto derivata dall’esperienza, ma la seconda dev’essere senz’altro successiva all’imposizione della maschera. Procedendo, ho apprezzato il richiamo alla celebre frase di Enrico IV, che hai poi reinterpretato anche nel titolo (ne tratterò più approfonditamente nel parametro apposito), così come il riferimento alla Bastiglia nel mese di luglio, che rimanda inevitabilmente il lettore al pensiero della successiva Rivoluzione.
Questa frase, poi, mi è piaciuta da morire: “La ragion di stato non deve obnubilare lo stato della ragione”. È volutamente complicata, sia per l’utilizzo di un verbo insolito, sia per la particolare costruzione a chiasmo, ma resta ugualmente comprensibile e anzi, il suo significato è ottimamente completato dalla frase successiva, che ne è quasi una giustificazione. Non sono invece convintissimo del climax della penultima riga (avresti potuto fare a meno di allungarlo con l’utilizzo del trattino, secondo me, ma è giusto un parere). La chiusura, infine, è stata estremamente d’impatto.
Anche il lessico mi ha convinto: il registro è sostanzialmente medio-alto, coerentemente con l’origine sicuramente aristocratica del personaggio, e impreziosito da alcuni termini più particolari.
Non assegno il punteggio pieno soltanto per le piccole imprecisioni sopra riportate, ma ti confermi come sempre a ottimi livelli di scrittura.
Trama, Originalità, Contestualizzazione e Sviluppo dei personaggi: 20/20
Anche e soprattutto per quanto riguarda questo parametro non ho nulla da dire, è tutto ottimo! C’è un elemento della tua drabble che accomuna i parametri qui valutati, ovvero la scelta di adottare la Maschera di ferro come protagonista senza svelarne l’identità. So che, professionalmente, hai svolto ricerche a riguardo, e (ovviamente fuori contest) devo dire che si è notato: non era affatto facile rimanere in quel limbo tra la verità storica e l’interpretazione personale (per quanto vengano da fonti autorevoli e abbiano prove a confermarle, le teorie sull’identità del prigioniero misterioso rimangono sempre e comunque mere supposizioni), ma ci sei riuscita alla perfezione, caratterizzando in modo estremamente umano il tuo protagonista senza però togliergli di dosso quell’alone di mistero che lo contraddistingue. L’originalità della tua scelta sta anche in questo, nel non aver voluto dare a tutti i costi un’interpretazione unica alla vicenda (cosa che, nell’ambito della narrativa, nessuno ti avrebbe impedito di fare). A proposito dell’umanità del protagonista, inoltre, vorrei sottolineare il gesto di contare i secondi, nel vano tentativo di far passare il tempo più velocemente, e nell’impossibilità di sostenere questo impegno per più di due minuti: una nullità, in confronto ai decenni di prigionia, ma comunque insostenibile per una mente così provata dalla solitudine e dal continuo silenzio. Narrativamente, infine, non ci sono errori se non quello già segnalato nel parametro stilistico: l’intreccio è costruito in modo coerente e razionale, ripercorrendo il passato del narratore e il presente del regno di Francia. Complimenti!
Titolo: 4,75/5
Come ho già accennato in precedenza, questo titolo mi è piaciuto davvero molto. Prima di tutto è presente nel testo in modo pertinente; in secondo luogo è tratto da una famosa citazione storica, rivisitata in modo da rappresentare alla perfezione il contenuto della tua drabble. Ho infatti infinitamente apprezzato il gioco di parole tra l’inserimento della frase nel testo a indicare ciò che si è disposti a fare pur di arrivare a Parigi (sul trono di Francia), e quello nel titolo, dove indica invece ciò che va bene per Parigi (ovvero ciò che chi governa è disposto a fare pur di mantenere il potere, riferendosi quindi alla prigionia della Maschera di ferro). Il titolo è in grado di attrarre il lettore: nonostante rimani immediatamente al contesto, ovvero la monarchia francese, non è però chiaro fin da subito il ruolo della parola Parigi (in cui è personificata la monarchia), e questo inizialmente dà un po’ di confusione per chi se lo trova davanti. A lettura terminata tuttavia, come detto prima, il titolo diventa chiarissimo in tutte le sue sfumature di significato.
Gradimento personale: 4,75/5
Come avrai sicuramente colto in precedenza, la drabble mi è piaciuta molto in tutti i suoi diversi aspetti. Oltre che storicamente e formalmente corretta, infatti, riesce ad essere approfondita il giusto, secondo quanto si era proposta all’inizio: non dare un’identità alla Maschera di ferro, ma esprimere riflessione valide qualunque questa identità fosse. Ti ringrazio inoltre per avermi dato lo spunto a documentarmi sulla vicenda, nonostante avessi visto il celebre film più volte non l’avevo mai fatto, e ho scoperto dettagli davvero molto interessanti sulla Storia francese seicentesca (di cui conoscevo solo i passaggi più famosi).
Non assegno il punteggio pieno perché, secondo me, la drabble manca di un po’ di mordente, di presa sul lettore: la sottrazione è minima, in quanto sei stata molto brava a catturare la mia attenzione, ma contrariamente ad altre volte non mi hai coinvolto fino in fondo. Complimenti comunque per la scelta interessantissima del contesto e per la resa così dettagliata!
Bonus – Prompt (2/2) + Sottogenere (2/2): 4/4
Prompt: L’elemento “lacrime” è stato ben inserito all’interno della storia, segnando l’inizio e la fine della riflessione del protagonista: lasciando da parte le immagini d’impatto del tessuto bagnato e del ferro arrugginito, infatti, emerge molto bene il desiderio che la Maschera ha di piangere, e la sua impossibilità/inutilità. Nessuno lo vedrà, nessuno potrà mai aiutarlo a liberarsi da questa condizione di prigionia.
Sottogenere: Il genere introspettivo è stato utilizzato ottimamente: la drabble è una riflessione del protagonista sulla propria condizione, sulle sue cause e, più in generale, sulla condizione della monarchia francese all’epoca. Come detto nel parametro stilistico, la ricostruzione storica e la parte emotiva sono entrambe ben sviluppate, complete individualmente e in equilibrio tra loro. Assegno quindi a entrambi i bonus il punteggio pieno.
TOTALE: 42,4/40+4 |