Eccomi qui, ho riletto il capitolo perché avevo bisogno di una seconda lettura per assimilarlo meglio, per capire che questa storia è davvero finita. Non riesco nemmeno più a definirla fan fiction, ormai. Ho completamente messo da parte Hetalia leggendo, mi sono persa in questa Cina degli anni 30, mi sono innamorata di Yao e mi sono affezionata al delicato Kiku, ma non solo perché sono personaggi presi da un’opera che ho sempre amato. Li ho amati perché sono così ben caratterizzati, così unici, da essere diventati personaggi esclusivamente tuoi. I tuoi Kiku e Yao sono irraggiungibili, mi hai messo degli standard così alti che - sono certa - non riuscirò più ad accontentarmi di qualsiasi altra caratterizzazione diversa dalla tua. Motivo per cui, arrivare all’ultimo capitolo di questo scritto mi mette una tristezza infinita, e questa cosa mi è successa solo con pochissimi libri. Avverto un senso di smarrimento da post epilogo assurda, segno che questa storia resterà impressa nel mio cuore. Sento che la ricorderò se mi capiterà di ascoltare “We’ll meet again”, che partiranno i feels prepotenti con “cornfield chase”, e che ogni volta che verrà nominata Nanchino penserò quell’estate del ‘29 che mi ha fatto scoprire la tua ChuNi. 🌸🌸
Quindi grazie, davvero, perché questa esperienza di lettura è stata una delle migliori qui sul sito. Sappi che faccio il tifo per te e per tutte le altre storie che verranno, questa lettrice sarà sempre più che contenta di leggerti - perché è certo che tu debba assolutamente continuare a scrivere.
Ma adesso veniamo a noi, che sono ancora devastata da questo finale.
Il capitolo si è aperto in un modo così dolce, così perfetto, che per un attimo ho temuto che da un momento all’altro sarebbe finito tutto in catastrofe. Vuoi la lunghezza del capitolo, vuoi che ormai sono abituata ai tuoi scherzetti, la prima lettura è stata a dir poco ansiolitica. Non scherzo se ti dico che avevo il cuore a mille.
Nel frattempo però non ho potuto fare a meno di notare quanto sia cambiato Kiku nell’arco di dieci anni. È una persona completamente diversa da quella descritta nel capitolo precedente, il suo risveglio è accompagnato da sensazioni che contrastano tantissimo con quelle provate la prima volta. Ci sono voluti dieci anni, insomma, per fargli aprire gli occhi e abbandonare definitivamente l’oppressione delle sue origini.
In quest’ultimo capitolo non c’è nessuna divisa e nessuno yukata a fare da monito, a quegli abiti Kiku ha dato fuoco preferendo Yao e l’odore dei loro corpi. È un momento sospeso quello del risveglio, in cui questa volta è Kiku quello che non vuole staccarsi dal sogno della notte, che racconta a Yao della collina - ahhh la collina - e di quella sensazione di attesa legata ormai solo al suo amante . Sembra quasi un sogno premonitore, visto poi come si sviluppano le cose. È atroce il modo in cui debbano sempre separarsi nel momento esatto in cui finalmente si trovano. Quando Yao ha nominato Arthur ho perso un battito, ho cominciato a pendere dalle labbra di Yao nello stesso modo in cui lo faceva Kiku - con ansia, panico, disperazione - finché poi il colpo di grazia è arrivato. Chissà se Ludwig non lo ha fatto a posta a parlare solo di un posto, dato che nonostante tutto di Kiku - a quanto pare - continua a non fidarsi. Inizialmente ho pensato potesse essere una sua tattica per portarsi solo Yao, ma non avrebbe avuto comunque molto senso. In ogni caso, Kiku si è lasciato andare ad una reazione più che umana, tentando di opporsi al volere di Yao strappando la lettera e aggrappandosi anche alla più assurda delle soluzioni (come quella di restare da Meng), perché non può più permettersi di perdere Yao.
E Yao, parliamone, che difronte a quella reazione comprende e fa in modo che Kiku possa capire che solo divisi possono sopravvivere. Neanche lui può permettersi di perdere Kiku, ma tra i due resta sempre il più ragionevole, non c’è niente da fare. Amo questa cosa di Yao, razionale e profondo allo stesso tempo, è una mente così complessa e rara.
Mi sono sciolta quando si è lasciato scappare quell’ “amore mio” difronte ad un Kiku in lacrime e consapevole di non poter amare mai nessuno come lui. E come scotta la frase con cui hai chiuso questo momento, è proprio vero che quella di Kiku è chiaramente un’accusa, perché il sentimento che prova per Yao è superiore, complesso, impossibile da metter su insieme a qualcuno diverso da lui e questo il giapponese lo sa bene.
Ed ecco perché Yao e Kiku in questo capitolo si studiano, si guardano memorizzando ogni minimo particolare, nella speranza che il ricordo non sbiadisca con il tempo. E qui arriva l’ultima parte, ed è stata dura da digerire. Quei pochi minuti prima della partenza definitiva di Kiku - sempre lui a partire, oh - potevano essere gli ultimi istanti di gioia per la ChuNi e per una povera neo-shipper come me, ma in realtà mi hanno solo stroncata.
Che tenero Yao che aiuta Kiku ad infilare la giacca regalata da Meng (che a proposito, questo gesto non me lo aspettavo, mi ha piacevolmente sorpresa) e che carino Kiku che si perde ad osservarlo, andando oltre le parole che Yao gli ha ripetuto fino allo sfinimento. Ecco qui emerge con prepotenza il suo “lato paterno”, è fortemente radicato in lui e non può far a meno di essere così “protettivo” con le persone a cui si lega.
Ho sperato tanto in un ultimo bacio, ma la verità è che c’è stato molto di più. L’abbraccio, il “non te ne andare”, lo scopo comune che li spinge a vivere che non è la semplice promessa di ritrovarsi, ma il sapere dell’esistenza dell’altro. Il sapersi vivi.
La lacrimuccia è scesa quando il furgoncino ha acceso il motore e le mani di Kiku e Yao si sono separate. In quel momento la soundtrack che mi avevi consigliato sembrava andare di pari passo con tutte quelle immagini che si susseguivano nella mia mente. È stato davvero emozionante leggere le ultime righe, che hanno riportato alla mente piccoli frammenti dei capitoli passati “la collina”, “la magnolia”, fino a chiudersi definitivamente con quel “non toccare niente” che ancora rimbomba nella mia testa.
Il finale che hai scelto non poteva essere diverso, condivido tantissimo l’idea di lasciarlo aperto. Nel mio immaginario loro sono insieme, su quella casa in collina, ma la parte più razionale mi sussurra all’orecchio che di mezzo ci sarà anche la Seconda Guerra Mondiale - data l’epoca in cui si svolgono i fatti - e…ah, forse è il caso di non farmi del male da sola iniziando a pensare al peggio. Già così il mio cuoricino sta soffrendo, sigh.
E dunque siamo arrivate davvero alla fine di tutto, io non ce la posso fare davvero. ;^;
Ti prego, davvero, continua a scrivere perché quello che si è concluso oggi è di una potenza assurda.
E sai cosa ti dico? La recensione voglio concluderla con un “Alla prossima”, che sia qui o su qualsiasi altra piattaforma da me raggiungibile, sono sicura che ci sarà occasione di lasciare qualche altra recensione ai tuoi scritti.
🌸🌸🌸 Alla prossima 🌸🌸🌸
B e t c h i
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