Ciao drisinil,
era da tanto che non entravo nel fandom di YOI, ci sono tornata e mi sono imbattuta nella tua shot.
Questa storia è bellissima. È scritta divinamente ed è un bellissimo ritratto di Yura, e di Beka, anche se in minor parte. Merita, però, una riflessione un po' più approfondita oltre al semplice plauso per quanto scrivi bene (che è comunque indubbio). Forse una recensione non è il luogo adatto e non voglio essere tediosa, ma proverò a condividere con te solo un accenno di quello che mi è passato per la testa.
Tanto per cominciare, ho avuto i brividi qui, ti cito tutta la parte:
"«Ma che bravura! E che visetto adorabile! Di' un po', tesoro, sei brava o sei bravo?»
Lui non risponde mai, li fissa con ostilità e scappa via sui pattini, dove il ghiaccio lo aspetta.
«Cosa vogliono?» domanda esasperato al nonno.
«Sapere se sei maschio o femmina.»
«Che significa?»
Il nonno inclina la testa da una parte. Quando lo fa, si vede benissimo che i suoi occhi sono identici a quelli di mamma. Per tutto il resto, mamma sembra venuta da una favola e forse ci vive anche, mentre il nonno, per fortuna, è proprio lì, con lui.
«Come che significa? Lo sai che significa.»
Yuri non risponde.
«Vogliono sapere se hai l'uccello, Yurochka!» ride il nonno. «In mezzo alle gambe» specifica con un buffetto, visto che Yuri ha già la testa per aria.
«Ce l'ho» constata Yuri. Almeno, il senso della domanda è chiaro. Farebbero prima a domandarlo in questo modo. Ora sa cosa rispondere, ma continua a non capire perché dovrebbe essere importante, neanche lo vedono, nascosto sotto i pantaloni e le mutande."
Io sono una donna cisgender, quindi, in teoria, l'identità di genere non è un mio problema. Ma mi interessa ugualmente. Perchè riguarda persone che conosco nel mondo reale, e perchè amo scrivere, e riguarda i personaggi che amo. Che differenza fa cosa c'è tra le gambe di Yuri? Nessuna, eppure tanta. Il problema non è l'identità di una persona, ma è, se questa non corrisponde agli standard riconosciuti e accettati da tutti, come sta all'interno società.
Devo citare un altro passaggio dalla storia, che ho molto apprezzato:
"Perché hai scelto il ghiaccio?
Perché è continuo."
(...)
"E Yuri conta, ma non con le dita. Conta con i pattini ai piedi, che invece di staccare i passi scivolano. Perché in questo ottuso mondo discreto, dove ogni cosa è definita da se stessa ed esclude ogni altra, dove bisogna scegliere chi essere e restare confinati nei propri contorni, Yuri non sa stare.
Yuri sceglie il ghiaccio, che accoglie tutto (e tutti) in un bianchissimo spettro continuo, che si arrende alle lame, che lascia che ogni spinta si trasformi con naturalezza nella successiva, senza forzature, senza strappi.
Sul ghiaccio, Yuri non deve scegliere, sul ghiaccio gli basta essere."
Su ogni manuale di linguistica c'è scritto che la discretezza è una caratteristica propria ed esclusiva del linguaggio umano, e che i linguaggi animali non ce l'hanno. Perchè grazie a questa proprietà (e ad altre), l'uomo può esprimere ogni pensiero possibile e immaginabile dalla sua mente, cosa che gli animali non dovrebbero poter fare, stando a quanto gli studiosi ne hanno capito. Inoltre, l'uomo ha bisogno di catalogare ed etichettare tutto per orientarsi e capire la realtà che lo circonda. È tutto più facile quando ogni cosa, concreta o stratta che sia, ha un nome, se la puoi inquadrare, definire, ogni volta che la incontri, avendola già inquadrata, "compresa" in precedenza. Poi, proprio un paio di mesi fa, se non erro, su Nature viene pubblicata una ricerca di un gruppo di studiosi da cui viene fuori che a quanto pare alcune proprietà del linguaggio umano ce le ha anche il linguaggio degli scimpanzé, e che quindi non sono affatto esclusive del linguaggio umano. Sorpresa! O forse no? E cosa succede quando un essere umano incontra qualcosa che non sa bene come inquadrare, perchè non ci è abituato, perchè non c'è qualcuno che l'ha già compreso prima di lui e che gliel'ha spiegato? Cercherà di catalogarlo lo stesso - reazione naturale del cervello - magari mettendoci su un piccolo appunto mentale che reca "buono" o "cattivo", retaggi ancestrali del nostro istinto di sopravvivenza che ci portiamo sempre dentro. Ma la verità è che non sappiamo quasi niente di quello che crediamo di sapere, la ricerca scientifica lo dimostra ogni istante. Che si tratti di forme di vita, manifestazioni umane o dell'universo, si scopre sempre che le cose che credevamo di aver capito o sono sbagliate o sono solo lo 0,000001 di quello che la natura, in realtà, ha creato e che ci mostra, ma che noi non siamo ancora in grado di capire. Ma questo è un problema nostro. Ricominceremo d'accapo e riscriveremo i nostri manuali.
Cosa vede Beka quando vede Yura? un cazzo di miracolo.
Cosa vedono gli altri? un bravo atleta. O forse è una brava atleta? Bisogna chiedere! è importante saperlo? beh sì, certo. Ma davvero? davvero fa differenza? nei fatti no, ma per il cervello umano sì. Purtroppo l'essere umano ha ed avrà sempre bisogno di catalogare e capire le cose per non fargli la guerra, e questo causa enormi, immensi problemi a persone che di problemi del genere, portati dagli altri, non hanno bisogno. A Yuri, o a chi per lui, non frega niente di queste cose, lui vuole essere ciò che è punto e basta. Questo è il suo desiderio, e per chi non capisce ciò che lui è, è un problema suo. Ovviamente non è così facile, ma c'è anche il fattore abitudine. Alle cose nuove, strane, "diverse", ci si può abituare, anche vedendole più spesso, standoci a contatto, vedendo che esistono, che ci sono vicine e che non ci fanno alcun male, addirittura che non ci cambiano niente e magari neanche ci riguardano. Ci sono punto e basta e no, non ci cambia niente. E quel punto passano inosservate, non suscitano più stupore, non sono più strane, non fanno più paura, e l'etichetta affibbiata diventa "normale" e la guerra finisce. E se "fluido" ("Fluido, che prende la forma delle proprie emozioni") - o qualsiasi altra parola - è la parola chiave per far terminare certe guerre, certi sguardi, certi commenti, bisogna che tutti la imparino al più presto.
Bene, mi fermo qui con i miei deliri confusi sui quali mi sono soffermata anche troppo (spero di non essere stata toppo noiosa 🥲), questa recensione sembra tutto fuorchè una recensione ahahah, e ti chiedo scusa, ma volevo scriverti un po' di cose che la lettura della tua storia mi aveva fatto venire in mente.
Ti rinnovo i miei complimenti per questa bellissima storia, ricca di dettagli splendidi, elegante al punto giusto e che arriva dritta e diretta :* |