Ciao gabry! ^^
Avevo inserito questa tua storia fra quella da recensire il giorno in cui l'hai pubblicata, e sono davvero contenta di aver trovato finalmente un ritaglio di tempo per passare di qui!
Come sempre, le tue storie su Kodocha non deludono mai: leggerle è come tornare indietro nel tempo, camminare dentro i salotti di casa Kurata, fra le mille diaboleria escogitate da Misako. Hai un modo di raccontarla davvero unico e delicato, si percepisce molto il suo lato materno e brillante, il suo occhio che sa andare oltre alle apparenze e incastrarsi fra il detto e il non detto. In questa storia, il soggetto dei suoi pensieri non è che Akito, un Akito che ha lo stesso sguardo di sempre, di qualcuno abituato a lottare contro e a favore della vita e a perdere, sì, ma anche a vincere.
E' molto bello come, attraverso i ricordi e i pensieri di Misako, tu ci abbia presentato la scelta di diventare medico da lui compiuta. E' giusto, in effetti, quasi perfettamente logico: un bambino cresciuto nel dolore, e abituato come Akito a viverlo così da vicino, un ragazzo così pragmatico e diligente come lui, ha di certo tutte la carte in regola per prendersi quell'onere sulle sue spalle, e salvare molti altri Akito persi per il mondo.
La citazione finale di Baricco (oltre a essere stupenda di per sè) mi è piaciuta molto perchè, a parer mio, descrive benissimo non solo il personaggio di Misako (la scrittrice, la cui empatia le permette di leggere trame dentro gli occhi della gente), ma anche Akito (il ragazzo introverso e attento, che osserva da lontano e coglie dettagli che agli invece sfuggono).
Insomma, davvero tantissimi complienti! <3 Questa storia è un piccolo gioiellino!
Spero che ritornerai presto a scrivere su questo fandom *W*
Alla prossima storia,
BellaLuna
P.S. sappi che ho del tutto e volutamente ignorato il tuo headcanon nelle note finali, perchè mi ha troppo spezzato il cuore! XD |