Gentile Nerve,
arrivo a questa tua lirica per strade tortuose, seguendo, novello Pollicino, le tracce a partire da un'autrice che amo; e scopro questa tua meraviglia.
Come non provare quella sottile, trapassante vergogna, quando ci si rende conto di aver "confuso bigiotteria e oro", o, come direbbe l'immortale Emily, di aver "posto oggetti placcati in mezzo all'argenteria"? Come non sentirsi soli e persi nella nostra solitudine, in mezzo a una folla che persegue le mode e vive in un certo modo perché "così fan tutti"? Eppure, nonostante il sentimento che si prova spesso non sia riconociuto e ricambiato, la chiusa è bellissima: "Sensibile, a tratti blasfemo, / d'amarti non farò mai a meno".
Complimenti davvero, anche per la forma metrica impeccabile della tua lirica, moderno, dolente e sorridente madrigale.
Un saluto,
Dorabella. |