Recensioni per
Illusioni in inchiostro verde
di Legar

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/12/23, ore 10:57

Terza classificata parimerito
"Illusioni in inchiostro verde" di LEGAR

STILE: 10/10
ATTINENZA AL TEMA: 7/10
GRADIMENTO PERSONALE: 7/10
Totale: 24

Bello Harry Potter. L'ho seguito per anni, ma non mi sono mai interessata particolarmente alla famiglia Malfoy, perciò la tua scelta di trattare il nonno di Draco mi ha sorpreso. Nella sua brevità tuttavia è scorrevole, come lo sono tutte in questo contest, e forse la più toccante fra tutte perché se c'è di mezzo una malattia incurabile non può essere altrimenti. Mi è mancato il punto di vista di altri, sai? Non mi sarebbe dispiaciuto se assieme a questa storia già edita avresti provato a scrivere una seconda parte ma dal punto di vista del nipote: cosa ha provato leggendo la lettera? E gli altri parenti cosa pensavano di Abraxas? Cose così.

Recensore Master
24/12/23, ore 10:19

Ciao legar, passo (da ritardatario quale sono) per la challenge: "A Natale puoi... recensire " e lo faccio con curiosità perché non ho mai letto una storia con Abraxas Malfoy protagonista nei suoi ultimi (credo) giorni al San Mungo.
Da amante della vecchia generazione, avendo scritto più volte su di essa ho già trattato, il nonno di Draco ma mai visto nel suo ultimo periodo di vita, da malato, piuttosto sempre da adulto, nel suo momento di massimo splendore, padre di un Lucius desideroso di mettersi alla prova come Mangiamorte.
È stata una piacevole novità e non nego che il pensiero, leggendo la tua fic, è andato a tutte quelle persone che durante la pandemia non sono riusciti a vedere i propri cari una ultima volta prima di andarsene da questo mondo

Mi è piaciuto molto anche la lettera che Abraxas detta al Medimago, nostra voce narrante, una lettera direi perfetta perché è una di quelle che qualsiasi nonno potrebbe scrivere a un nipote qualsiasi per Natale e proprio per questo l'ho amata.
Perché è vera, questo scorcio avrebbe potuto tranquillamente avere come protagonista due persone normali, tra molte virgolette e risultare ugualmente valido e commovente.
Quindi ti faccio ancora una volta i miei sentiti i complimenti e tanti auguri di un buon Natale!

Recensore Veterano
22/12/23, ore 22:01

Ciao cara Legar!
Ho letto questa storia tantissimo tempo fa, in occasione della challenge Riflessioni sulla scrittura. Non so perchè non sia mai passata a recensirla, ma eccomi qua!

La cosa che ho AMATO di più di questa flash è l’impersonalità del personaggio narrante che hai scelto per questo brano (e che sai che ho amato anche in storie precedenti). La voce del medimago – che non è quel medimago preciso, ma è un medimago in generale – è elegante e sobria, usa in modo attento e preciso la terminologia medica (applicata chiaramente a un contesto magico). Il linguaggio scelto del medico è tecnico e oggettivo. È molto d’impatto il fatto che riesca a mantenere il suo tono fermo anche e nonostante la prima persona scelta per la narrazione. Questo è ancora più evidente nel momento in cui c’è uno scambio, e si arriva alla lettera di Abraxas, che al contrario è una prima persona fortemente coinvolta. Il lessico, il linguaggio, il tono dello stile cambiano. Il tono è affettuoso e intimo, con una forte evocazione anche nella scelta dei tempi verbali al passato, che rende palpabile il desiderio del nonno di rendere partecipe il nipote di un’eredità culturale che lui non potrà tramandargli direttamente.
è proprio la contrapposizione tra la prima e la seconda parte che rimane impressa, il cambio di intento, di persona, di cuore. Secondo me è un'idea molto interessante, scritta magistralmente! Ed è una storia di Natale molto interessante, perchè non è canonica (come le solite storie più sul tono comico), e questo porta a tantissimi impliciti: cosa significa il Natale per i pazienti, per i medici, per l'ambiente ospedaliero. La lotta tra la vita e la morte non si interrompe il 25 dicembre. E quindi non posso che apprezzare l'originalità di catturare un momento del genere in una storia di Natale!

Ti auguro, a questo proposito, buon Natale!
Un bacio
Mati
 

Recensore Master
10/05/23, ore 20:17

Ti lascio il commento che avevo fatto!

Legar - Illusioni in inchiostro verde
Pg: Abraxas Malfoy
Vibes: malinconico
Commento: stile semplice, interessante l'uso di un pov diverso, che però mantiene un certo "distacco" dalle emozioni di cui questa storia è pregna. Queste emergono bene solo nella trascrizione della lettera, che finisce il carico da quaranta di malinconia che comunque pervade tutto. La storia si concentra più sulle vibes che sugli stati d'animo (spero di spiegarmi, ahah). Parole semplici e lettera realistica per quel poco che possiamo immaginarci di Abraxas, per cui la famiglia è la cosa più importante e che ama, ma con anche una certa rigidità che emerge data credo dall'epoca in cui è nato e vissuto.
Tutti si mescola molto bene.

Recensore Master
10/05/23, ore 17:48

Ciao, cara!
Passo a lasciarti il commento scritto per la prima fase di Riflessioni sulla scrittura.
Parto subito col dirti che, se fossimo già stati nella fase in cui si deve indovinare l’autore della storia, ti avrei riconosciuta subito dalla scelta di affidare il punto di vista a un narratore interno che è però anche un personaggio senza volto, sconosciuto al lettore, con l’effetto di ottenere una prima persona un po’ “impersonale”, più fredda di una classica narrazione in prima persona (spero di essermi spiegata bene!).
In accordo con questo ho ovviamente apprezzato le scelte stilistiche inerenti all’ambito medico: “segno prognostico sfavorevole”, “vescicole ulcerate”, “polso accelerato”, tutte atte a rendere credibile la voce del narratore.
C’è poi uno scarto improvviso nel testo: si chiude la parte dedicata alla descrizione delle condizioni del protagonista (quasi morente in un letto d’ospedale la notte di Natale) e se ne apre un’altra, sempre in prima persona, resa ancora più rilevante dalla formattazione in corsivo. Questa volta però a parlare è Abraxas, il protagonista stesso, con l’espediente di una lettera da riportare all’adorato nipotino. Qui la narrazione si fa più intima e coinvolgente (non c’è più quel velo di distanza a cui ho accennato precedentemente), e anche più emotiva. Attraverso poche righe, richiami alla mente del lettore episodi pregressi (il taglio del tacchino col coltello intarsiato, una tradizione di famiglia) e ne approfitti per sparpagliare informazioni anche sugli altri personaggi (e così scopriamo che il colore preferito di Draco è il verde, che sembra un’inezia, ed invece è funzionale a tutta la storia in quanto viene ripreso nel titolo stesso). Ed è proprio sul titolo che vorrei soffermarmi in ultima analisi, perché la scelta che hai fatto unisce simbolicamente i due personaggi che invece nel tempo del discorso sono separati, e così abbiamo le “illusioni” di Abraxas che si fondono con “l’inchiostro verde” tanto amato dal nipote.
A presto!

Un bacio,
Mary

Recensore Master
14/03/23, ore 16:36

Ciao, Legar!
Eccomi finalmente a recensire il ritorno del tuo Medimago 💙
La tua flash dal punto di vista formale è perfetta; per commentare lo stile mi rifaccio alle osservazioni che ti ho già mosso in occasione della challenge di Ros.
Hai adottato, qui come in Certezze provvisorie, una prima persona che definirei ‘a focalizzazione esterna’: il Medimago è un personaggio senza volto e senza nome, per noi, una voce distaccata che ci racconta una realtà a cui assiste, ma in modo tutto sommato oggettivo. Riconosce la difficoltà della situazione di chi passa il Natale isolato dai suoi cari, impossibilitato ad avere interazioni umane se non con professionisti del San Mungo, ma lo fa narrandolo come dato di fatto, si sofferma più sui sintomi che nota nel suo paziente che non sul suo stato d’animo. Ho trovato il suo punto di vista qui, nel raccontare com'è il Natale al San Mungo (per i pazienti), veramente interessante.
Mi ha colpita il contrasto che si viene qui a creare con la seconda parte della flash, che è invece una lettera dettata da Abraxas per il piccolo Draco. Qui a dominare è l’emotività, in opposizione totale alle osservazioni asettiche del Medimago, con l’affetto di Abraxas palpabile in ogni sua frase (pur senza troppi sentimentalismi e approfittandone per impartire un insegnamento sul concetto di famiglia, ché si tratta pur sempre di un Malfoy!).
Ho trovato entrambi i punti di vista adottati molto riusciti. Il lessico utilizzato è adatta ai personaggi.
Per quanto riguarda il rispetto del tema, lo trovo assolutamente rispettato: ho amato la lettera di Abraxas, come il suo pensiero in questo Natale che è costretto a passare in solitudine vada al nipotino, alla famiglia con cui non potrà passare le feste ma a cui vuole comunque lasciare un pezzo di sé. Un regalo, un insegnamento.
Non posso parlare di IC perché di Abraxas non sappiamo nulla (se non che muoia di vaiolo di drago, credo), ma la tua caratterizzazione mi ha convinta: si comporta come mi aspetterei da un Malfoy (povero Medimago!), ma ha anche un lato molto affettuoso riservato a pochi.
Molto bella, complimenti! Alla prossima,
Mari

Recensore Master
03/02/23, ore 15:03

Ciao Legar!
Io adoro i personaggi secondari, quelli he si percepiscono solo come nomi eppure sono davvero interessanti da manipolare e strutturare.
Adoro questa flash, senza peli sulla lingua.
Io ho perso mio nonno tanto tempo fa, un nonno che amavo tanto e Malfoy a parte mi ha commossa parecchio; perché il legame familiare che hai scelto di appresentare mi ha davvero fatta immedesimare tantissimo.
Credo che sia tutto IC nel senso che da amante di Harry Potter mi sono sempre immaginata il loro rapporto così, ma soprattutto il personaggio caratterizzato in questo modo.
Splendida <3

Recensore Veterano
30/01/23, ore 19:54

Eccomi finalmente a recensire la tua storia.
Ormai lo sai bene, sarei passata comunque a prescindere dal fatto che tutte e due partecipiamo alla medesima iniziativa. Mi scuso per il ritardo, ma da qualche mese a questa parte faccio tanta fatica a stare dietro alla scrittura, alla lettura e a tutto ciò che gravita intorno alle varie iniziative del forum. Comunque, a parte questa spiegazione, volevo innanzitutto ringraziarti, perché ogni cosa che scrivi è capace di farmi vedere le cose da un altro punto di vista, da un'ottica diversa, nuova.
Non mi sono mai soffermata a pensare all'infanzia di Draco: l'ho sempre immaginato molto amato da entrambi i genitori, con Narcissa super protettiva e Lucius severo ma orgoglioso del suo unico figlio. Ma non mi sono mai interrogata sul rapporto con il nonno perché nella saga Abraxas è appena accennato, come hai scritto nelle note, quando Draco ne parla con Lumacorno. E qui tu sei stata bravissima. Partendo dall'unica notizia certa sulle cause della sua morte, sei arrivata a raccontare del rapporto familiare nonno-nipote, e quello che ne è scaturito è qualcosa di straordinario.
Abraxas è solo, in un letto d'ospedale, dal quale sa che non uscirà vivo, e il suo unico pensiero è tutto per il nipotino al quale, si intuisce, lo lega un fortissimo affetto al punto da preoccuparsi di fargli avere il regalo di Natale. Non solo. Nella parole del vecchio Malfoy troviamo condensato tutto il significato della parola famiglia "Perché è questo il senso di costruirsi una famiglia, e una casa in cui poter vivere assieme. È sulla famiglia che potrai sempre contare, quando ti sentirai solo...".
L'immagine che ne esce fuori è bellissima e commovente, perchè i nonni sono affetto puro e sconfinato, e Abraxas non è da meno.
Trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro, centrando in pieno il tema del contest di Mari. Inoltre, anche l'idea di affidare parte della narrazione a un terzo imparziale come il Medimago che lo assiste in ospedale fa emergere ancora di più, secondo me, la solitudine del protagonista e il suo desiderio di un contatto, seppur solo epistolare, con il nipotino.
Complimenti, davvero, e di nuovo grazie per questa perla che ci hai regalato.
In bocca al lupo per il contest, e a presto.
Rita

Recensore Master
08/01/23, ore 13:27

Eccomi finalmente qui!
Ho letto questo racconto più o meno quando l'hai pubblicato e ho percepito sin da subito l'eco stilistico di Certezze provvisorie – questa tua scelta di affidare il punto di vista a un personaggio anonimo ed estraneo alle vicende vissute dai protagonisti trovo sia particolarmente riuscita quando lo sfondo è un contesto come il San Mungo; riesci in tal modo a far percepire il senso di distacco e solitudine provato dai protagonisti e la sensazione di vana partecipazione provata dalla figura narrante, che se da un lato sa di non dover cedere al coinvolgimento emotivo, dall'altro fatica a tenere a bada riflessioni ed empatia.
Credo sia inevitabile rivedere nella condizione di Abraxas e nel suo isolamento imposto quanto vissuto dal mondo intero negli ultimi anni – pur consapevole che, purtroppo, questo tipo di condizione non sia circoscritta a quest'unico parallelo. Attraverso gli occhi del narratore anonimo sei riuscita a descrivere perfettamente la solitudine che si respira perennemente in quelle stanze, acuita dalle feste natalizie, tipicamente considerate occasione di aggregazione e presenza.
Non stupisce che Abraxas chieda di comunicare con i propri affetti ed è tenero che scelga di scrivere a Draco, l'amato nipote, il piccolo di casa che forse chiederà del nonno senza riuscire a capire perché non sia lì con lui. Ecco, a proposito del tema della challenge, ho sentito molto il senso di famiglia e casa nel desiderio di Abraxas di essere presente, nei limiti delle sue possibilità, il giorno di Natale, nel ribadire al nipote quanto sia forte il suo affetto e quanto sia importante la famiglia – l'unica che ci sarà sempre e che non lo tradirà mai (due volte vero nel contesto sociale vissuto dai Malfoy, immagino, la cui famiglia si regge su una tela di alleanze e favori più che di sinceri legami di amicizia).
Ho trovato tenero anche il dettaglio dell'inchiostro verde, immagino la felicità di questo bambino nel ricevere una lettera scritta col suo inchiostro preferito! A riguardo, grazie per questo spaccato tanto verosimile sulla condizione familiare di Draco, che di certo sarà stato ricoperto d'amore e d'attenzioni.
Come sempre, leggerti è un piacere (e man mano questo profilo lo spulcerò tutto!).
Un abbraccio!

Io ho proposto, tu hai detto sì, quindi ti lascio il commento stilistico scritto per la challenge!
L’elemento che più mi colpisce di questo testo è il modo in cui arriva al cuore del racconto: si parte con un incipit che sa di riflessione – con quel “noi” narrante che appartiene a un gruppo che non avrà volto, ma ha voce e sensazioni e dà l’impressione di rappresentare un assoluto, un “noi” in cui sono chiamati in causa anche i lettori –, si procede con una breve sequenza descrittiva che dà notizia del personaggio protagonista (“È così anche per Abraxas Malfoy [...] non può avere parenti con cui condividere amore.”) e si arriva poi all’azione, per così dire, al momento in cui la voce narrante diventa un “io”, interagisce col protagonista e ci spiega cosa sta accadendo. Quest’ultimo momento, chiuso dalla sequenza dialogata, cede poi il passo a quel cuore del racconto citato in precedenza, dando spazio a un momento emotivo del tutto inatteso: nessuna voce anonima che descrive una condizione estranea a sé, ma la voce del protagonista che esprime ciò che sente e vive. Trovo caratterizzante questa maniera di strutturare il testo, perché suppongo sia propria di un’autrice abituata a organizzare la narrazione in sequenze ben precise e non estranea a sequenze riflessive che fanno da ponte per arrivare all’azione o da contorno alla stessa.
Un altro elemento stilistico che ha catturato la mia attenzione è la linearità della sintassi, presente anche nella lettera che Abraxas scrive a Draco, il che mi lascia intuire essere un tuo tratto caratteristico.
In ultimo, una nota va anche alla scelta di affidare la narrazione a un personaggio senza nome, un “chiunque”, che a mio parere sposa bene con quell’intenzione assolutizzante che ho colto in apertura: è come se avessi voluto dar voce a un contesto prima ancora che a dei personaggi, inserendo poi un protagonista (Abraxas) capace di mostrare nei fatti cosa voglia dire viverlo, quel contesto, e appartenergli (se avessi badato a questo più che a ogni altro elemento, nella seconda fase ti avrei riconosciuta!).
(Recensione modificata il 11/05/2023 - 08:40 pm)

Recensore Veterano
21/12/22, ore 15:41

Questa storia mi ha commosso tantissimo. Anzi a dirla tutta ho pianto. Mi sono venuti in mente tutti coloro, giovani e non, che negli ultimi tempi hanno dovuto forzatamente passare gli ultimi istanti della loro vita lontani dai loro cari. E allo stesso modo tutti i "medimaghi" che hanno cercato e cercano in ogni modo di addolcire un minimo la loro sofferenza. Non ho mai pensato ad Abraxas come un nonno affettuoso ma al contrario ho sempre immaginato che Lucius amasse molto Draco, anche se con qualche difficoltà nel dimostrarlo, ne è la riprova il fatto che nella Battaglia di Hogwarts sia lui che Narcissa lo cercano disperati senza bacchette. E' bello però  questo nonno che perde tutte le formalità di una famiglia purosongue e pensa solo a far sapere come ultima cosa al nipote che lo ha amato molto.
Ok, ora la smetto di singhiozzare.
Un abbraccio

Recensore Veterano
21/12/22, ore 11:48

Ciao Legar,
non so spiegarti quanto e come quanto questa storia mi abbia colpito e toccato. Ho da poco perso mio nonno e questo sarà il primo Natale senza di lui. Non voglio fare della piangina e me ne scuso ma volevo dirti che hai veramente scavato fino a corde profondissime del mio cuore – non solo per l’affetto di nonno Abraxas ma perché il periodo che abbiamo passato, il dolore, la sofferenza per il Covid, la frustrazione e la stanchezza del personale sanitario sono un altro argomento a me molto caro. Non ti conosco abbastanza da sapere se hai un background in questo ambito, da questa storia presumo di sì, ma in ogni caso hai affrontato questo argomento con una delicatezza, un’attenzione e un amore raro e per questo ti ringrazio di nuovo.
Un’altra cosa che ho amato di questa storia è che anche io sono convintissima che la casa dei Malfoy sia una casa piena di amore: per me Lucius è nonostante tutto un padre che ha amato molto il figlio. Draco non si trincererebbe così dietro la sua famiglia se non avesse la certezza di un amore granitico. Sono sicura che Abraxas abbia fatto altrettanto con Lucius e con suo nipote, ancora di più se possibile.
Poi il Natale è sempre un periodo complesso, da tanti punti di vista, e vedere la solitudine di chi ha dovuto viverlo da solo (chi da solo è morto o ha sofferto, contornato soltanto da occhi e non da visi) è stato veramente doloroso, in un modo però bello, che fa riflettere, che mette una malinconia spessa. Perdonami per questa recensione un po’ confusionaria, sono di fretta ma dovevo lasciarti anche solo un piccolo pensiero.
Ti auguro un Natale sereno e vicino alle persone che ami.
Un abbraccio

Recensore Master
21/12/22, ore 09:23

Ciao, cara, ma che bella sorpresa trovare questa tua storia **
avevo amato Certezze provvisorie, sia per come avevi trattato il tema delicatissimo, sia per lo sguardo esterno e originalissimo del medimago: non ho capito se sia esattamente lo stesso che ritroviamo qui ma ho comunque adorato anche questo piccolo spaccato. Siamo nel mondo di HP, è vero, ma la solitudine a tratti disumana a cui si trovano sottoposti i degenti in ospedale è qualcosa con cui possiamo relate tantissimo. Lo vedo dai racconti di parenti che hanno perso una persona cara senza potergli stare accanto come desideravano, lo abbiamo visto e sentito tutti durante il periodo più brutto della pandemia, quando entrare in ospedale in certe condizioni equivaleva praticamente a morire da soli, senza nemmeno poter essere seppelliti dalla propria famiglia.
Ugh, che discorsi lugubri a Natale çç
Tornando su cose più dolci anche se in realtà dolci-amare: la lettere di nonno Ab è davvero struggente. E' bello vedere quanto affetto lo leghi al suo nipotino ♥
Sono curiosissima riguardo al regalo: si tratta della Nimbus?
Chissà ^^
ti mando un abbraccio e ti faccio tanti complimenti!
alla prossima,

Benni