Mio caro Cavaliere, che attendevo in ben altro luogo, nella fattispecie in una locanda dove filtrano luci particolari, a sistemare alcuni tasselli per una impresa epocale, vi ritrovo con immenso piacere con questo omaggio a Girodelle, forse l’innamorato più sfortunato dell’intero universo del mondo di L.O., che mi ha profondamente commosso, facendomi venire un groppo in gola, perché siete stato in grado di permettermi di mettermi nei suoi panni e avvertire pienamente il suo sentire di quei momenti.
I giorni della follia sono passati e in carcere ha continuato a ripensare a lei, a sognare di lei, a immaginare come sarebbe potuta essere la vita con lei. Fortunatamente, o fortunosamente, è stato liberato da quelle catene che lo hanno tenuto imprigionato per il suo atto di tradimento, lui, un nobile, messo in ceppi, per aver obbedito alla sua coscienza e, ancora una volta, a lei che gli si era parata davanti mettendo a repentaglio il suo corpo e la sua vita per qualcosa di più alto, che lei aveva già intravisto e abbracciato, mentre per lui sarebbero rimasti solo ideali che si sarebbero prima o poi dispersi.
Fuori da quelle mura il suo desiderio è di ritrovarla, non sa nulla di quanto le possa essere accaduto e, nel percorso che intraprende, continua a sognare da sveglio, e a immaginare la sua vita avendola al fianco, sperando che così potesse essere felice, mentre la sola felicità è quella che le derivava dal fatto di essere libera nelle sue scelte e sostenuta da sempre in un percorso periglioso intrapreso, da colui che al fianco le era sempre stato e che la capiva meglio di chiunque e persino di se stessa, l’uomo che le avrebbe costruito quella casa di vetro attraverso la quale osservare il mondo cambiare, mentre nessuno poteva vederli chiusi nella loro bolla fatta di amore e complicità. Difficile, per un uomo come Victor, cercare di entrare nell’ordine di idee di Oscar e del suo compagno, il quale, senza fare nulla, le aveva offerto l’opportunità per scoprire che il mondo poteva essere libero e di tutti, dove il confronto avrebbe portato alla comprensione.
Ora è giunto stanco e lacero, nemmeno più la parvenza di un uomo, che si è persa durante la prigionia, al cospetto di un altro uomo, che rammenta essere stato uno dei soldati della guardia metropolitana, uno dei suoi uomini, uno di coloro con cui aveva intrapreso un cammino dal quale mai più sarebbe tornata indietro. Con la forza dell’amore sempre presente e la convinzione dell’azione aveva compiuto i primi passi per la libertà non solo sua, loro, ma di tutti. E Alain, il grosso soldato che ora ha di fronte e che lo assiste e conforta, gliene dà ampia prova raccontando cosa sia avvenuto di lei, come sia morta fra le sue braccia, proprio nel momento culminante di quella giornata infernale, dopo che aveva fatto tutto ciò che aveva potuto, nonostante quel grande dolore a lacerarle il cuore per aver perso l’altra metà della sua anima senza la quale era inutile persino vivere. L’amore non si impone, l’amore arriva e per lei aveva le sembianze di André.
Ora Girodelle vuole solo vedere dove è sepolta per forse ringraziarla per averlo fatto diventare un uomo, oltre che per ribadirle il suo amore, anche se era un amore diverso da quello che le aveva donato, senza nulla chiedere, l’uomo che giace nella tomba accanto. Victor non potrà mai scordarla perché è stata una parte essenziale nella sua vita e nel suo percorso e, l’unico gesto che può segnare il suo passaggio presso di lei, non sono dei fiori posati sulla nuda terra, ma i suoi capelli recisi con taglio netto, memore di un altro gesto compiuto molto tempo prima dall’uomo fatto di “silenzi e ferro” e che la sta accompagnando nell’eternità dentro la loro casa di vetro, dove a Victor sembra di riuscire a vederla mentre lo saluta sorridente vestita d’oro e d’azzurro.
Grazie Cavaliere per questo sguardo delicato che avete regalato a Victor e a tutte noi, che ci nutriamo delle emozioni e delle sensazioni di quell’eterna girandola che è la vita, filtrata anche attraverso taluni personaggi, e che scaturiscono dalla vostra penna per giungere a noi sempre come un gradito regalo.
Un riconoscente saluto colmo di stima, nonché un inchino alla vostra gentilezza, anche per le rose rosse donate, da questa dama d’altri tempi. |