Una raccolta di versi che si preannuncia succulenta, piena di sapori e di degustazioni.
Il Gran Menù della Casa.
Perché già l'ho inquadrata, la Signora S., è una ristoratrice a volte fascinosa a volte perversa, una donna che più donna non si può.
Con le mani sempre sporche di grasso e di sughi, lo smalto scrostato, l'età indefinita.
Pesante, è vero, non tiene alla linea, non ti sbagliare a invitarla a un ballo: fa male quando pesta i piedi!
Leggera quando sculetta fra i tavoli, non si lascia toccare, fatta di vuoto. Dì assenze come scrivi. E la parola rimane scolpita nella roccia dei nostri cuori.
Tutti vorrebbero scambiare due chiacchere con la Signora S., ma lei dà confidenza solo a chi vuole. Praticamente a nessuno.
Tutti vorrebbero riuscire a guardarla negli occhi, ma nessuno è capace di reggere il suo sguardo.
Agognata compagna di una vita, incubo di una notte imbroccata male.
Custode di arcani segreti, ma quando si mette a parlare non si cheta più.
Detentrice generosa di audaci scollature, ma non fa sconti neanche di un centesimo.
Forse la frequento già, Madama S., forse me l'ero dimenticata. Ma tutti l'abbiamo trovata almeno una volta. Il mondo è piccolo!
Sì, sa essere molto strana, Madama S.
Bellissima trovata la tua, complimenti.
Prenoto il mio tavolino fisso, e il mio litrozzo di rosso della casa. |