Nuovamente ciao Vale,
i momenti di Oscar trascorsi in Normandia rivestono per me sempre un particolare interesse, incuriosita da come la fantasia dei singoli autori possa trasportarci a quelle giornate, penso, colme di sofferenza, ma anche di riflessioni a cui Oscar si lasciava andare quando osservava il mare normanno, luogo caro al suo cuore e che sperava potesse portare lenimento e chiarezza.
La storia canonica poco ci lascia intravedere di quel periodo, se non Oscar che passeggia meditabonda su quella spiaggia, fonte di ricordi, e l’incontro con il cane, come se due solitudini si fossero date appuntamento.
Il suo cuore di donna si era infranto contro l’amara verità che il conte di Fersen mai avrebbe potuto amarla, continuando a considerarla il suo migliore amico, mentre l’amico d’infanzia, colui che le era sempre stato accanto come un fratello, aveva scoperto le sue carte in una serata dannata e le aveva confessato di amarla profondamente facendolo nella maniera più sbagliata possibile.
E’ pertanto un momento di decisioni che avrebbero influenzato in maniera drastica e sostanziale il suo futuro prossimo, ma che le avrebbe anche prospettato, almeno per qualche attimo, di poter assaporare la condivisione totale di cuore ed anima con chi l’aveva amata di un amore assoluto, riuscendo ad aprirsi a questo sentimento lasciandosi coinvolgere in toto.
Complimenti e un saluto. |