Ciao! Ero curiosissima di leggere questa tua storia su Draco, ancora di più quando ho letto nelle tue note che non avevi mai scritto niente su di lui, ma io sono volata a leggerla appena ho potuto perché ho sempre pensato che Draco fosse un personaggio molto tormentato, prima pressato dal padre, poi costretto a seguire Voldemort... insomma, proprio uno di quei personaggi che una scrittrice sensibile e delicata come te può rendere al meglio!
E non mi sbagliavo, hai fatto un lavoro splendido come al solito (ma non mi sorprende!). Devo ammettere che avevo dimenticato che è Draco a far precipitare Silente dalla Torre, probabilmente al tempo lo avevo odiato per questo, ma nella tua bellissima interpretazione si coglie tutto il dolore, la disperazione, il senso di colpa di Draco che davvero non ha scelta, tutte le scelte sono state fatte da altri al posto suo, è stato il padre a volerlo come Mangiamorte, a volerlo seguace di Voldemort. E anzi, in questo tuo approfondimento mi viene da dire che, in realtà, Silente si è quasi un po' "meritato" questa fine, visto che per anni ha tenuto a distanza Draco, non si è interessato più di tanto al fatto che fosse manovrato dal padre, ha visto di lui quello che voleva vedere, e infatti proprio alla fine il Preside comprende di aver sbagliato con quel suo studente, si pente e cerca di rimediare, ma ormai è troppo tardi.
Nell'episodio di Harry che gli salva la vita si scorge già la tragedia di Draco che invece pensa che la sua vita non valga la pena di essere salvata, che non sa più nemmeno chi sia in realtà, forse non lo ha mai saputo, troppo impegnato a cercare di essere chi voleva suo padre.
Lo stesso avviene al processo. Draco viene considerato un testimone piuttosto che un colpevole, non sarà condannato ad Azkaban, ma alla fine si sente disprezzato da tutti, dai vincitori per essere comunque stato per un periodo un Mangiamorte e aver ucciso Silente, dai vinti perché non ha avuto il coraggio di stare dalla loro parte, perché hai tradito il tuo sangue puro. Però proprio quel momento segna anche l'inizio della rinascita, grazie all'amore, che prima è l'amore di sua madre Narcissa, un amore vero, non come quello interessato del padre che voleva solo fare di lui la sua copia, e poi è l'amore della moglie Astoria. Draco sembra sforzarsi di non ricambiare l'amore di Astoria, non si sente degno di lei, non si sente degno di niente, neanche di avere un figlio, cosa potrà mai dare a un figlio uno come lui? Poi, però, quando Astoria gli porta il bambino e lui lo guarda per la prima volta, finalmente capisce che tutto può ricominciare, che il passato si può dimenticare e che il piccolo Malfoy che ha davanti è puro, innocente, e che lui potrà insegnargli le cose giuste, non come ha fatto suo padre, che quel bimbo è proprio la sua seconda occasione di redimersi, perdonarsi, far pace con se stesso e il suo passato e creare un futuro migliore per tutti loro, per se stesso, per suo figlio, per la sua nuova famiglia, grazie all'amore di Astoria.
Sei stata intensissima e profonda nell'analizzare la sofferenza di Draco, il suo sentirsi ormai condannato, imperdonabile, indegno persino di vivere e poi la sua rinascita lenta e graduale con l'aiuto di Narcissa e Astoria e con la nascita del piccolo Scorpius. Un bellissimo ritratto di questo personaggio complesso, spesso banalizzato o eccessivamente semplificato, mentre tu ne hai colto tutte le sfumature. Come sempre ti faccio tanti complimenti e sono sempre felicissima quando pubblichi una nuova storia, mi fa tanto piacere che tu sia tornata a scrivere!
Bravissima, a presto!
Abby |