È stato un diletto leggere i tuoi versi maturi, sapienti, che rasentano la perfezione. Mi sono piaciuti molto.
Sei riuscita a orchestrare una sinfonia polifonica, in cui non mancano le percussioni, come le due coppie di versi che iniziano con "profumo" e con "ricordo".
Tutto inizia con un assolo quasi timido di bocciolo, "un sussurro", a cui fa eco una coralità danzante di tanti altri "piccoli fiori" e "mille boccioli" ricordati.
Non manca il gran finale - gli ultimi tre versi - rallentato e sfumato sull'ultimo verso "sbocciare".
Veramente ben costruiti i tuoi versi, sfaccettati e brillanti, intensi, con espressioni che non si dimenticano, come "sapore di lacrima ormai vecchia" (perfetto così, al singolare e senza articolo) o la "voce madre delle foglie". Non so se hai scritto di getto o creando lentamente, ma so che io non ci sarei arrivato nemmeno dopo notti insonni di limature.

È purtroppo arrivato il momento in cui ci si accorge che l'infanzia - di cui eravamo pieni - è sfuggita senza che ce ne siamo accorti, e con essa la semplicità istintiva, l'allegria immotivata. Ma rimane la certezza ("speranza" dici tu) di una fonte inesauribile di ispirazione nella "semplicità della natura, assieme alla sua capacità di far sorridere anche nei momenti più bui" (per citare il tuo bell'intro).
Complimenti vivissimi e sinceri.