Fra poesie che fai sparire improvvisamente ed altre che si affacciano, stai facendo un cammino poetico estremamente interessante.

Quest'ultima ha secondo me un'impalcatura carinissima.
"Più importanti" che viene ironicamente o malinconicamente all'inizio e alla fine e viene rimato.
Due versi centrali che - sembra - si dimenticano di andare a capo.
E un mood potentemente sconsolato e contemporaneamente ammirato ("uno splendido finale") che sa di morte, che personalmente condivido appieno.

Mi incuriosisce la betulla: mi chiedo se sia lì per caso, perché realmente osservata, o perché simbolo, caro ai popoli antichi, di vita e di rinascita. O per tutti e due. Vita che se ne va, cuore che si infrange.

La natura è sempre stata una grande fonte di ispirazione, per chi la sa guardare. E in questa poesia è guardata magnificamente, con quel viale affollato di passanti e di ombre, che d'un tratto lascia andare emozioni nascoste e si fa malinconicamente "vuoto, senza nessuno spettatore".

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Molto intensa questa istantanea, gentile Orsodentro, che sembri aver scattato in un mattino di metà settembre, durante una passeggiata, osservando le fugaci ombre dei passanti che corrono appresso ai loro pensieri, sempre più fagocitati da loro stessi, dalla vita che incalza, senza essere in grado di rendersi conto di quanto accade loro intorno. Forse i cuori sono troppo induriti, forse la rabbia e la tristezza devono essere mascherati.
Perciò non saranno mai capaci di osservare quella foglia che cadendo, staccandosi dal suo albero, svolge la fine della sua vita, compiendo il suo ultimo volo, ma lo fa in maniera leggiadra e silenziosa.
Intanto non ci si accorge di avere il cuore assente o peggio infranto da pene che non vogliamo vengano a galla.
Un bel componimento d’atmosfera creato sia dalle parole che dall’ambientazione in cui il tutto si svolge.
Un caro saluto.

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